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Testi di P. Tomas Tyn, OP

05 aprile, 2023

Circa l’identità del popolo ebraico - Terza Parte (3/4)

 Circa l’identità del popolo ebraico

Terza Parte (3/4)

Israele, maestro di sapienza

La sapienza d’Israele ha dato all’umanità i più alti concetti della teologia naturale. Essa completa, innalza e corregge quanto era già stato conquistato da Aristotele: Dio altissimo ed eterno, purissimo spirito, creatore del cielo e della terra, Colui Che È, sapientissimo, leale, onnipotente, provvidente, giusto, clemente, fedele, «misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore» (Sal 86,15); l’uomo, maschio e femmina, composto di anima spirituale e corpo, dotato di senso ed intelletto, passioni e volontà, inclinato ad agire in obbedienza alla legge morale naturale per il conseguimento del fine ultimo, sommo bene, che è Dio.

Il Dio dell’Antico Testamento è un Dio personale, è un Dio Padre, ma solo nel Nuovo Testamento Gesù ce Lo rivela come Padre del Figlio, per cui il Padre appare come Relazione sussistente di paternità nei confronti del Figlio che è generato dal Padre, Figlio che procede o «esce» dal Padre, come dice Gesù di se stesso, per cui il Figlio, ossia Gesù stesso, è Relazione sussistente di Figliolanza al Padre. Padre e Figlio appaiono così due Persone divine distinte ed uguali nella natura divina, che è Dio stesso come sostanza spirituale, quindi come persona.

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La Scrittura insegna l’esistenza di un mondo che trascende quello materiale e terrestre che cade sotto i nostri sensi, un mondo invisibile ai sensi, un mondo puramente intellegibile, ad esso superiore, dal quale questo mondo trae origine ed è governato, un mondo immensamente più prezioso di questo, un mondo dove troviamo la nostra piena felicità, senza per questo negare che anche il benessere fisico faccia parte della nostra felicità. È il mondo dello spirito, rappresentato dall’immagine del cielo. A questo mondo appartengono gli enti più importanti: Dio, gli angeli e le anime umane.

 

Sempre secondo la Scrittura, mentre Dio è Spirito infinitamente santo e per conseguenza lo Spirito del Signore, dono del Signore, è santo, gli spiriti creati si dividono in buoni e cattivi, spiriti celesti e spiriti diabolici. E così similmente ci sono anime sante e anime malvagie, anime beate e anime dannate.

San Tommaso, per interpretare il dato rivelato, ha usato il meglio che offriva la sapienza pagana, e pertanto ha usato provvidenzialmente la filosofia di Aristotele, e quanto Platone poteva offrire alla spiritualità, con grandi vantaggi per la fede e con piena cognizione di causa, sicchè egli non ha affatto piegato i concetti biblici ad una filosofia ad essi estranea, come credeva Lutero, ma ci ha mostrato come essi confermino, superino, correggano e migliorino la luce e la forza della pensare umano e quindi come la scienza, la logica e la ragione siano in armonia con la fede.

Immagini da Internet: Beato Angelico

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