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Testi di P. Tomas Tyn, OP

06 aprile, 2024

Il Dio dialettico - Occorre bloccare l’operazione per la quale si vuole inserire il male in Dio e scagionare l’uomo - Prima Parte (1/4)

 

Il Dio dialettico

Occorre bloccare l’operazione per la quale si vuole

 inserire il male in Dio e scagionare l’uomo

 Prima Parte (1/4)

 Il Dio buono che non castiga

Una questione oggi molto sentita è quella della bontà divina. Ci si chiede: stante il fatto che il male è privazione del bene dovuto, mentre Dio, bontà infinita, vuole solo il bene, e considerando il fatto che il male di pena sembra essere privazione del bene dovuto, ossia che la punizione è un male di pena, come è possibile che Dio voglia punire qualcuno, ossia voglia privare qualcuno del bene dovuto? Può in nome della giustizia punitiva la privazione di un bene diventare un bene, una cosa giusta?

È questa la domanda che oggi molti si pongono e alla quale vogliamo tentare di rispondere con questo articolo sostanzialmente dedicato alla visione in merito di Von Balthasar, che mi sembra l’esito di una lunga storia del pensiero umano che potremmo far risalire da una parte all’antica sofistica greca e a Plotino e dall’altra alla speculazione kabbalistica incentrata sull’esegesi del racconto della creazione e del peccato originale, speculazione mediata dall’idealismo hegeliano, del cui influsso risente il pensiero di Von Balthasar. Vedremo questi punti nello svolgimento dell’articolo.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-dio-dialettico-occorre-bloccare.html

 


L’uscita o emanazione degli enti dall’Uno – così pensa Plotino – è il formarsi della molteplicità, la quale, muovendosi di moto circolare (stasi-uscita-ritorno), dopo aver raggiunto il punto opposto del cerchio, torna indietro verso l’Uno. Per il semplice fatto di uscire dall’Uno gli enti peccano in quanto uscendo dall’Uno sono finiti. Si salvano solo tornando all’Uno.

Ma ricongiungendosi all’Uno, la molteplicità scompare nell’Uno e con essa scompare il male, legato alla molteplicità, perché tutto si ricompone nell’unità iniziale. Origene incautamente, affascinato da Plotino, fa propria questa visione panteistico-emanatista, quando invece nella visione cristiana Dio crea un mondo nel quale permette l’esistenza del peccato, per cui alla fine del mondo non fa scomparire il male, ma se lo assoggetta creando l’inferno abitato da coloro che Lo hanno rifiutato.

Ora dobbiamo segnalare con dolore una cosa ben nota da tempo e cioè un’abile operazione condotta da teologi, i quali, col pretesto di portare avanti l’ecumenismo o di esaltare la misericordia divina e sottolineare la volontà di Dio di salvare tutti, cercano di persuadere i cattolici ad assumere la concezione luterano-böhmiana-hegeliana di Dio.

Immagine da Internet: Mysterium Magnum, libro di Jacob Böhme

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