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Testi di P. Tomas Tyn, OP

06 settembre, 2024

Gli interessi di noi Domenicani - Seconda Parte (2/2)

 

Gli interessi di noi Domenicani

Seconda Parte (2/2)

 Un conflitto emblematico

L’Ordine domenicano giunse al Concilio già travagliato da un contrasto interno che potrebbe essere rappresentato o riassunto dal conflitto tra due personaggi-simbolo: il Maritain e il Padre Garrigou-Lagrange. Maritain ai tempi della sua conversione ricevette un grande aiuto dal Garrigou-Lagrange nella sua formazione tomistica e questi si fece ammiratore del Maritain per la sua sapienza filosofica tomista. Si attuò così per vent’anni una collaborazione fra i due ai Circoli Tomisti.

Lo scontro fra Maritain e Garrigou non avvenne sul piano della metafisica o della gnoseologia o della morale o della teologia o della mistica, ma esplose nel 1936 in occasione della guerra civile spagnola  sul piano dell’applicazione del tomismo in campo sociale e politico: mentre infatti Maritain aveva intuito che potevano essere recuperati in senso tomistico alcuni elementi del marxismo, i tomisti ligi alle Costituzioni del 1932 si attennero rigidamente alla condanna radicale del marxismo fatta da Pio XI nell’enciclica Divini Redemtoris del 1937. 

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I punti attorno ai quali oggi noi Domenicani dobbiamo concentrarci sono tre: chiarire il ruolo del Papa nella Chiesa e appoggiare Papa Francesco nella sua lotta per la piena realizzazione della riforma conciliare. Secondo: bisogna chiarire che cosa vuol dire essere cattolico, perché troppi si fregiano di questo titolo senza averne i requisiti. Terzo, chiarire che cosa significa appartenere alla Chiesa cattolica, perchè molti credono di appartenervi o sono considerati appartenenti senza averne i titoli.

La cura dei nostri interessi, che sono gli stessi interessi del Papa e della Chiesa, va congiunta con un’assidua, paziente e prudente opera di conciliazione e pacificazione fra indietristi e modernisti, così da far sì che abbandonino gli errori che li pone fuori della Chiesa e valorizzino i loro lati buoni: la cura della tradizione rettamente intesa negli indietristi e la cura per il progresso nei modernisti.

Una volta messi in luce questi due valori che si completano a vicenda sarà facile ottenere l’accordo fra questi due partiti attualmente in contrasto fra di loro e realizzare un sano pluralismo e una sana diversità ecclesiali dove ognuno è libero di orientarsi o verso la conservazione o verso il progresso come meglio gli aggrada.

Immagine da Internet

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