Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

Rivista PATH - Accademia Pontificia

Radio Maria

Teologia dogmatica

Cristologia

Escatologia

Liturgia

Mariologia

Successore di Pietro

Ecclesiologia

Teologia morale

Etica naturale

Metafisica

Gnoseologia

Antropologia

Il Dialogo

P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

13 giugno, 2025

Heidegger ha superato Hegel? - Parte Terza (3/3)

 

Heidegger ha superato Hegel?

Parte Terza (3/3) 

Heidegger rimane nell’orizzonte di Hegel

Heidegger non riesce a superare Hegel e quindi, nonostante il suo sforzo di recupero dell’essere, resta sostanzialmente un idealista, per il quale l’essere non trascende il pensiero, non è l’essere reale extramentale, quello che Tommaso chiama «ens extra animam», ma è l’essere pensato, la rappresentazione dell’essere. L’essere, per Heidegger, è la «presenza del presente», per cui se non ci sono io al quale l‘essere è presente, l’essere non c’è, non c’è niente.

È vero che Heidegger ammette il nascosto, il mistero, ma questo mistero è sottratto ad ogni concettualizzazione, per cui ci chiediamo come può questo mistero essere oggetto dell’intelletto umano, che non capisce la realtà esterna se non mediante i concetti? In ultima analisi siamo sempre nella linea dell’io cartesiano. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/heidegger-ha-superato-hegel-parte-terza.html

Come sappiamo, Tommaso, per significare l’essenza dell’essere, usa il concetto di actus, ricavato dalla energheia di Aristotele, ma mentre l’atto aristotelico è la soltanto la forma che attua la materia, l’atto tomistico è l’essere che attua l’essenza.

Nessuno come San Tommaso sa distinguere così chiaramente essere e pensiero da capire che mentre l’essenza è oggetto del pensiero nell’apprensione concettuale, l’essere, che si aggiunge all’essenza come atto dell’essenza, è dichiarato dal giudizio nel momento della verità.

Come cogliamo l’essere? In un’esperienza? Tale è la concezione di Heidegger, di Rahner e di Lotz. Rosmini parla di intuizione immediata o apriori. Anche parlare di visione, wesenschau, come fa Husserl, non pare giusto, perchè anche qui si tratta di sapere immediato che non cade a proposito. Ma questi filosofi hanno una gnoseologia che va bene per i puri spiriti e non per l’uomo, che nel conoscere parte dal senso.

Da notare che l’ente in quanto ente, oggetto della metafisica, va distinto dall’ente comune, che noi astraiamo dall’ente individuale.

È il quadro più ampio del nostro pensiero, che include tutto e ogni cosa, ma nel contempo astrae da tutto e da ogni cosa. Hegel lo ha confuso con l’essere, che è invece analogico

Bisogna che, contro il modernismo di Rahner e compagni, torniamo a comprendere e ad accettare la raccomandazione della Chiesa a favore della filosofia scolastica tomista, conciliatrice della metafisica col dogma cattolico e quindi come conciliazione della ragione con la fede e come vera interpretazione della divina rivelazione.

Ciò non vuol dire affatto tornare ad una Chiesa preconciliare, ma è la conferma della philosophia perennis ancilla theologiae, la vera continuazione dell’impulso progressista e innovativo conciliare, nella tradizione, della filosofia e della teologia secondo i bisogni veri, urgenti e indilazionabili degli uomini del nostro tempo. 

Immagini da Internet: Rosmini e Rahner

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.