Dalla grandezza e bellezza della
creature
per analogia si conosce l’Autore
Sap 13,5
To on pollachòs legòmenon
Aristotele
aliumque rerum ordinem ingredi
Card.Gaetano
Una
metafisica paradossale
L’espressione «metafisica materialista» può sembrare una
contraddizione in termini, giacchè è difficile capire come possa esistere una
metafisica, che etimologicamente significa «oltre la fisica», la quale si
riduca alla fisica, ossia alla scienza delle cose materiali. Eppure, se
consideriamo la concezione occamista della metafisica, ci accorgiamo che le
cose stanno proprio così.
Naturalmente qui dobbiamo
prendere la parola metafisica nel
senso ampio di«visione complessiva del reale», cosa della quale nessuno di noi
può fare a meno, perché tutto quello che pensa, lo pensa all’interno della
concezione che si è fatto della realtà, non importa se di tipo materialista o
spiritualista.
In questo senso possiamo dire che tutti hanno una metafisica. Così
Ockham ha, per sua stessa dichiarazione, una metafisica, e quindi una filosofia
dell’ente; solo che qui non si tratta dell’ente un quanto ente, dell’ente in
senso universale, ma di questo particolare
ente, dell’ente singolo materiale, determinato e concreto, esistente qui ed
ora, oggetto della mia esperienza sensibile, uno di tutti gli enti di tal
fatta.
Oggetto della metafisica, dunque, per Ockham, è l’ente singolo
attualmente esistente. Degna di apprezzamento certamente è questa considerazione,
che suppone implicitamente la percezione dell’atto d’essere. Ma tale attenzione
riguarda più l’incontro interpersonale, la narrativa, la storia o la cronaca
che la metafisica.
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