Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

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Il Dialogo

P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

30 giugno, 2020

Bisogna prendere da Dio anche il male

Bisogna prendere da Dio anche il male

Giobbe citato a sproposito

Deus dedit, Deus abstulit:
          sit nomen Domini benedictum

Sul sito della CEI il 26 giugno scorso è apparso un documento della Commissione dottrinale della CEI dal titolo È risorto il terzo giorno, contenente alcune considerazioni spirituali-teologiche relative all’attuale pandemia. Al paragrafo intitolato Il Sabato Santo troviamo le seguenti parole:

In questi mesi, purtroppo, sono state anche rilanciate interpretazioni teo-logiche fuorvianti sulle origini della pandemia, presentata come punizione o flagello di Dio per i peccati degli uomini. Sono interpretazioni che hanno il sapore amaro delle parole degli amici di Giobbe che, presumendo di dare una spiegazione “logica”, finiscono per non sentire il dolore dei sofferenti e quindi non pensano secondo il Dio della Bibbia.

Queste parole sono l’effetto di un equivoco gravissimo: il credere che l’interpretare la pandemia come castigo divino per i peccati dell’umanità sia necessariamente connessa ad una mancanza di pietà per i sofferenti. Questa tesi è falsissima. Al contrario, è proprio la pietà per i sofferenti che induce il predicatore a far presente ai peccatori sofferenti che la pandemia è un castigo divino per i loro peccati. Misericordioso è infatti colui che, vedendo qualcuno nel pericolo, lo avverte affinché egli possa scampare.

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28 giugno, 2020

Il Servo di Dio Padre Tomas Tyn, Ministro di Dio (29.06.1975 – 29.06.2020)

Il Servo di Dio Padre Tomas Tyn, Ministro di Dio

29 giugno 1975 – 29 giugno 2020

Cari Amici,

 domani, 29 giugno, ricorre il 45° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Padre Tomas a Roma per le mani di San Paolo VI. 

É utile a tutti noi ricordare questo fausto evento, col quale un nuovo ministro di Dio si aggiunse alla schiera infinita di ministri dell'Altare, che da duemila anni illuminano il mondo col Vangelo, rendono gloria alla Santissima Trinità, edificano la Chiesa, offrono in Persona Christi il Santo Sacrificio Eucaristico, danno un esempio di vita, salvano le anime purificandole dai loro peccati, e nutrendole del Corpo del Signore, le guidano verso il Regno dei cieli.

Questo glorioso Figlio di San Domenico, Padre Tomas, in quel giorno benedetto, come sappiamo[1], offrì la propria vita in onore della Beata Vergine, della quale era devotissimo, per la liberazione della amatissima patria dal comunismo ateo e fu esaudito: egli morì il 1°gennaio nel 1990, proprio nel giorno in cui, caduto il regime tirannico, la sua patria tornò a conoscere la democrazia e la libertà, ottenendo da Dio - cosa che ha del miracoloso - che il cambio di regime avvenisse senza spargimento di sangue.

Da quel giorno la Chiesa ceca e slovacca ha potuto riaversi dall'oppressione subìta per 42 anni e tornare a svolgere in piena libertà il suo ruolo proprio nel contesto della Chiesa universale e in particolare della Chiesa europea, ritrovando i tesori delle sue antiche origini medioevali e conoscendo una nuova vitalità sul solco della riforma conciliare.

Accludo un'interessante lezione del Servo di Dio sul mistero dell'Eucaristia
(http://www.arpato.org/testi/omelie/Varie/4_RinascitaCristiana_Fine80_Cavalcoli.pdf), che egli approfondì mirabilmente alla scuola del Dottore Eucaristico San Tommaso d'Aquino, e visse intensamente e fervorosamente, spendendosi generosamente per la salvezza delle anime e il bene della Chiesa. 

27 giugno, 2020

Luigino arricchisce Dio

Luigino arricchisce Dio

Le disavventure dell’Avvenire

Ho avuto modo già più volte di rilevare nel Quotidiano Avvenire degli articoli di Luigino Bruni, che purtroppo sono in grave dissonanza sia con la sana teologia che col magistero della Chiesa. L’Avvenire dovrebbe rendersi conto una buona volta che col continuare a pubblicare simili infortuni, si squalifica presso il pubblico cattolico e se si procura lettori e consensi, essi non riflettono il vero cattolicesimo, ma una sua contraffazione di tipo modernista, che non fa onore al Quotidiano, non rispecchia la sua proclamata ispirazione cattolica, e non favorisce la diffusione e difesa del pensiero cattolico. 

Non si devono cercare lettori facendo sconti sulla dottrina o pensando di fare gli originali od assumendo le idee del mondo. Il primo dovere del giornale cattolico, come di qualunque predicatore del Vangelo, è quello di diffondere il Vangelo con onestà e chiarezza, nella sua purezza ed integrità, andando incontro ai bisogni religiosi della gente, senza soggezione alle idee dominanti, senza temere le critiche dei modernisti e anche se gli ascoltatori possono essere pochi. L’importante è che i lettori siano interessati al Vangelo o si trovino in condizioni nelle quali solo il Vangelo può dare una risposta: Il Vangelo, e non un suo annacquamento o, peggio, una sua contraffazione. 

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24 giugno, 2020

Riflessioni sulla nozione di creazione

Riflessioni sulla nozione di creazione
 
La nozione della creazione è stata preparata da Platone ed Aristotele
 
La dottrina secondo la quale il mondo è stato creato da Dio dal nulla (ex o de nihilo) è di fatto una dottrina rivelata dalla Sacra Scrittura (Gn 1,1), ma di per sé è dimostrabile razionalmente, anche se di fatto neanche i più grandi filosofi pagani, come Aristotele e Platone, sono riusciti a dimostrarla, ed anzi non si sono neppure posti la questione, la quale suona così: come fa il mondo ad esistere, se di per sé potrebbe non esistere, ossia è contingente? 
 
Essi infatti non fecero questa considerazione: per loro il mondo, la materia e la forma esistono, sono un dato evidente, scontato ed indubitabile e basta. Non pensarono di porsi il problema del perchè dell’esistenza del mondo. Questo è il sintomo che essi, forse inconsciamente, tendevano a divinizzare il mondo, perché è solo di Dio che non ci domandiamo perché esiste.
 
Il dogma della creazione garantisce contro il panteismo e suppone la distinzione fra Dio e il mondo. Esso infatti suppone da una parte l’esistenza di Dio e dall’altra l’esistenza del nulla dal quale Dio trae l’essere del mondo. La creazione invece diventa impossibile o inutile, se si concepisce il mondo come eterno e assoluto e Dio come essenzialmente connesso al mondo, sì che Dio non sarebbe concepibile senza il mondo. Quindi in questa visuale il mondo non è creato da Dio dal nulla, ma esiste ab aeterno come attributo di Dio. Ma questo è appunto il panteismo, corrispettivo dell’ateismo. 
 

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 Antonio Canova (immagini da internet)
 

17 giugno, 2020

Il Dio Trinitario e la fede islamica (Seconda ed ultima Parte)

Il Dio Trinitario e la fede islamica
Seconda ed ultima Parte

 Chiarimenti sulla Santissima Trinità

La questione del mistero trinitario nel dialogo con l’Islam è duplice: come sappiamo della sua esistenza? E, ammesso che esista la Santissima Trinità, come Essa è conciliabile con la ragione? Questo mistero ci è rivelato da Cristo come mistero divino, che solo Dio può conoscere. Per accogliere la rivelazione di questo mistero, occorre allora credere nella divinità di Cristo, perche solo Dio può conoscere ciò che solo Dio può rivelare. Della credibilità umana di Cristo parlerò più avanti. 

Diciamo allora invece qualcosa sulla ragionevolezza del dogma trinitario accennando al rapporto del Padre col Figlio. Possiamo dire che in questo rapporto interpersonale c’è il concetto del generare e dell’essere genitore, certamente; ma se faremo attenzione, non c’è qui nulla di biologico, il che sarebbe assurdo in Dio purissimo Spirito. 

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16 giugno, 2020

Il Dio Trinitario e la fede islamica (Prima Parte)

Il Dio Trinitario e la fede islamica

Prima Parte

Un dialogo difficile, ma oggi più che mai possibile

Il dialogo con l’Islam non è facile. Eppure mai come oggi i Papi ci sollecitano a farlo ed essi stessi ce ne danno un esempio. Importanti sono gli incontri di preghiera in comune, già iniziati da San Giovanni Paolo II. Non possiamo nasconderci i difetti dell’Islam. Il dialogo sarebbe illusorio. Non si può costruire sull’equivoco e sul buonismo. È meglio mettere le carte in tavola, perché una soluzione, come vedremo più avanti, esiste o può esistere. Vediamo prima gli intoppi e poi vediamo come venirne fuori. Si tratta di difetti ricorrenti, ma non intendo generalizzare e del resto sono difetti riscontrabili anche fra cattolici.

Il Dio islamico è un Dio che trova indubbie basi scritturistiche, ma che risente nel contempo di influssi pagani fatalistici. Da qui il suo aspetto irrazionale, volontarista e dittatore, portato quindi dalla violenza, per cui si spiegano i metodi violenti ed impositivi della diffusione della fede islamica e l’atteggiamento prepotente verso gli infedeli e i non-credenti, e vendicativo contro chi si converte al cristianesimo. Ricordiamo la critica di Papa Benedetto a Ratisbona.

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 Il Papa parla della Trinità ai bambini

14 giugno, 2020

L’atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza (Terza parte)

L’atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza

Terza parte

 Come la superstizione e l’ateismo affrontano il problema della sofferenza

Corruzione della religione è la magia, per la quale l’uomo constata bensì che la divinità gli è contraria, ma invece di correggersi obbedendo ad essa, offrendo sacrifici espiatori, fare penitenza e chiederle perdono, pretende di correggere, mutare e piegare il volere divino al fine di costringerlo ad accontentare le sue voglie. Non è l’uomo che deve pentirsi e convertirsi per riconciliarsi con Dio, ma è Dio che deve smettere di punire e deve accontentare l’uomo. Nella magia non Dio ma l’uomo sa qual è il suo bene. Da qui la pratica magica tesa ad obbligare Dio a fare la volontà dell’uomo. Ho criticato su questo blog una posizione del genere sostenuta di recente da Luigino Bruni su Avvenire.

Quanto all’ateo, egli, come è noto, rifiutando la religione, rifiuta per conseguenza la soluzione data dalla religione al problema della sofferenza. Naturalmente anche lui fa tutto il possibile per evitarla o per liberarsene. Ma quando non ci riesce, come ragiona? Che fa? 

Ci sono quattro forme di ateismo: quella prometeica, marxista, convinta che l’uomo un giorno felice, con le sue sole proprie forze, riuscirà a soggiogare pienamente la natura ribelle e creerà una società libera e pacifica, senza disuguaglianze, senza oppressi ed oppressori, dove la sofferenza sarà eliminata per sempre: sarebbe la società comunista. Ma è chiaro che si tratta di un’irrealizzabile utopia, benché sembri che i comunisti non se ne siano ancora accorti, per cui, dopo due secoli di fallimenti, si ostinano ancora a perseguire questo scopo, sbagliato non tanto in sé stesso, ma per il fatto di volerlo ottenere senza il soccorso della religione e della grazia divina.

Esiste poi l’ateismo naturalistico, il quale considera la natura come l’assoluto. Ma questo in due modi: in un primo modo spiega l’origine della sofferenza con una applicazione della legge di natura. Nel primo caso la sofferenza non è altro che l’applicazione di una normale legge di natura, concorre all’armonia generale e complessiva della Natura. 

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Domenico di Michelino - Dante - Duomo di Firenze (immagine da internet)

13 giugno, 2020

L’atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza (Seconda parte)

L’atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza

Seconda parte

La sofferenza è causata dal peccato

Dio secondo la Bibbia, nella sua infinita bontà, ha creato tutto perché esistesse senza il peccato, senza la morte e senza la corruzione: «Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza; le creature del mondo sono sane; in esse non c’è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, perché la giustizia è immortale» (Sap 1, 13-15). «Io non godo della morte di chi muore» (Ez18,32). Ma «la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap 2,24).
                           
Il peccato è stato reso possibile dall’esistenza del libero arbitrio della creatura, angelo ed uomo, potenza in sé sublime, per la quale la creatura ha la possibilità di fruire della visione beatifica di Dio, ma anche di perdersi eternamente lontano da Dio.  Il peccato della creatura ha avuto origine dal cattivo uso del libero arbitrio. Così la Bibbia rivela l’esistenza di questa formidabile potenza: «Ti ho posto davanti la vita e la morte» (Dt 30,19). Se la volontà sceglie il bene, è mossa da Dio. Se sceglie il male, la responsabilità è solo sua. Dio, se volesse, potrebbe impedire il peccato, ma non lo fa perché vuol trarre dal peccato un bene maggiore: la figliolanza divina in Cristo.

Secondo la Bibbia la causa prima ed originaria della sofferenza è il peccato, peccato degli angeli all’inizio della creazione (II Pt 2,4), e peccato dei nostri progenitori, sedotti dal serpente, cioè dal demonio.  Propagazione, quindi, della colpa originale a tutta l’umanità: «a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo» (Rm 5,12), con le conseguenze penali che ne sono seguite per tutta l’umanità.

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San Pio con-crocifisso con Cristo
Aprile 2009
CHIESA INFERIORE DI SAN PIO DA PIETRELCINA A SAN GIOVANNI ROTONDO [2009>2010]

11 giugno, 2020

L’atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza (Prima parte)

L’atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza

Prima parte

Il paradosso cristiano della sofferenza

In questi mesi di grande prova per tutti a causa della pandemia, è balzata più che mai alla ribalta la domanda sul perchè e sull’origine della sofferenza, e su come vincerla, oltre che naturalmente su come vincere il virus insidioso e mortale che ne è all’origine. Era questa l’occasione per teologi e pastori per ricorrere al ricchissimo patrimonio della sapienza cristiana, onde offrire risposte, rimedi e proposte, che solo lei sa dare. 

Sarebbe stata una buona occasione per esporre la dottrina cristiana sull’origine del male e della sofferenza, sul peccato originale e sulle sue conseguenze, sulla causa, la natura e il castigo del peccato, sulla vittoria sul peccato mediante la croce di Cristo. E invece niente o quasi niente. Si è lasciato il popolo di Dio affamato di verità e bisognoso di conforto e consolazione che vengono dalla Parola di Dio senza nutrimento salutare. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/latteggiamento-del-cristiano-nei.html


Mosaico di Gesù nel Giardino del Getsemani, Chiesa di tutte le nazioni (Basilica dell Agonia), il monte degli Ulivi, a Gerusalemme, Israele - (immagine da internet)

06 giugno, 2020

Sulla questione dell’infallibilità pontificia

Sulla questione dell’infallibilità pontificia

Un Papa zelante, ma che ci fa soffrire

Tutti gli osservatori più oggettivi e fedeli al magistero dell’attuale Pontefice, sin dagli inizi del suo pontificato, hanno segnalato nei suoi frequentissimi insegnamenti, accanto alla chiara e costante testimonianza del Successore di Pietro e del Maestro della fede, rilevabile, come è naturale, soprattutto nei documenti di maggior impegno dottrinale, una serie di giudizi su temi riguardanti la fede che hanno sorpreso e turbato i cattolici più zelanti della sana dottrina e più attaccati al magistero infallibile del Romano Pontefice.

Citiamo alcuni esempi di tali giudizi. Essi vertono circa l’assolutezza ed immutabilità della verità e della morale, l’aspetto intellettuale della fede, la conservazione del deposito della fede, gli attributi divini, la giustizia divina, la Santissima Trinità, il significato della sofferenza, la soddisfazione per i peccati, l’essenza della Chiesa, il rapporto Chiesa-mondo, il fine dell’evangelizzazione, la mariologia, il rapporto uomo-natura, l’ecumenismo, il pluralismo religioso, la valutazione della figura di Lutero, giudizi che appaiono dissonanti dalla sana ragione, dai dati della storia, dalla Sacra Scrittura, dalla Sacra Tradizione, dagli insegnamenti dei precedenti Pontefici e dei Concili, nonché dagli insegnamenti dei Santi.

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02 giugno, 2020

Papa Francesco è diverso da tutti gli altri Papi?



Papa Francesco è diverso da tutti gli altri Papi?
 
Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri;
                                                                                              ma l’olio del peccatore non profumi il mio capo
Sal 141,5
 
Una gara a chi la spara più grossa 
 
In questi ultimi anni del pontificato di Papa Francesco una potente organizzazione modernista massmediatica ha costruito attorno alla figura del Papa il mito fantastico del «Papa diverso da tutti gli altri», «un Papa così non c’è mai stato», ha fatto esplodere una mastodontica glorificazione di Papa Francesco, quale non vediamo tributata neppure agli Imperatori Romani o ai Faraoni d’Egitto, con l’intento evidente di esaltare non il vero papato, ma un personaggio dalle dimensioni ciclopiche, un superman, presentandolo non tanto come Vicario di Cristo, che è troppo poco, quanto piuttosto, a quel che sembra, migliore di Gesù Cristo, il quale, tutto sommato, sembra nella dottrina troppo astratto e nella sua morale piuttosto rigido, con i suoi dogmi e comandamenti fissi ed assolutamente obbligatori per tutti, pena la dannazione eterna; mentre Francesco predica la libertà, «una vita rilassata» (Radclyffe), il progresso e la salvezza per tutti; Cristo ha una dottrina fondamentalista ed intransigente, che non dà spazio a idee diverse, mentre Francesco predica il pluralismo e il rispetto per le idee degli altri; Cristo ha la pretesa dispotica di fondare una religione dominante, che sia assolutamente vera alla cima delle altre religioni, miste ad errori, mentre Francesco, molto democratico e di mente aperta,  dice che tutte le religioni sono relative le une alle altre, allo stesso livello, reciprocamente complementari, e sono volute da Dio e tutte conducono a Dio. Cristo giudica e condanna; Francesco non giudica nessuno ed accoglie tutti. Cristo è buono con alcuni e cattivo con altri; Francesco è buono con tutti.  Così almeno vogliono far passare la figura di Francesco.
 
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Enzo Bianchi

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