Il Papa interprete di Cristo
Cristo ha incaricato Pietro di spiegarci i suoi insegnamenti
Ne La Nuova bussola quotidiana del 21 gennaio scorso è apparso un articolo di Tommaso Scandroglio dal titolo: Critiche al Papa, come e quando sono lecite. Il tema è di estrema attualità e molto interessante. Ha ragione Scandroglio nel dire che è il punto attorno al quale gira l’attuale conflittualità presente nella Chiesa.
Non direi, come sostiene l’autore, che uno dei due partiti in conflitto, quello dei modernisti, consideri il Papa infallibile in tutto quello che fa e dice. Essi piuttosto interpretano a loro favore parole e fatti del Papa, che spesso si prestano ad un’interpretazione modernista. Ma non hanno nessuno scrupolo ad attaccarlo duramente e ad accusarlo di conservatorismo quando si mostra apertamente testimone della tradizione o lascia intendere la sua opposizione al modernismo. Essi infatti non credono affatto nell’infallibilità pontificia, perché, da buoni modernisti, hanno, della verità, una concezione soggettivista, relativista e storicista.
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Il Beato Pio IX nel 1854 ci spiegò col dogma dell’Immacolata che Maria fu esente dalla colpa originale. San Pio X nella Pascendi ci ha spiegato che Dio è trascendente e non immanente. Pio XII nel 1950 ci spiegò che l’esser Maria piena di grazia comportò la sua assunzione in cielo anima e corpo al termine della sua vita terrena. San Paolo VI nel Concilio Vaticano II ci spiegò che il diritto alla libertà religiosa è basato sulla Rivelazione. San Giovanni Paolo II chiarì che le parole di Gesù riferite alla futura risurrezione «saranno come angeli» vogliono dire che uomo e donna avranno il proprio dominio spirituale sul proprio corpo. Papa Francesco ci ha spiegato che la concezione biblica della conoscenza comporta il primato della realtà sull’idea e il rifiuto dello gnosticismo e dell’idealismo.