26 luglio, 2019

Una nuova proposta sul concetto di castità


Una nuova proposta sul concetto di castità
C’è il tempo per abbracciare e
    c’è il tempo per astenersi dagli abbracci
Qo 3,5

Dalla protologia all’escatologia

Il Concilio Vaticano II allarga lo sguardo sulla questione della castità dal riferimento alla vita presente a quello sul piano divino originario («in principio»)  e, al di là di questo, alla futura resurrezione (cf Mt 22, 30) in linea col suo taglio antropologico ed escatologico, nonché con la sua impostazione conciliativa Chiesa-mondo.

Ciò ha per conseguenza una visione della sessualità umana tale da coglierla in tutta la sua dignità come espressione di santità e dell’amore più intimo e completo che possa esistere tra due esseri umani, ossia quello tra uomo e donna.

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Beato Angelico, Tutti i Santi, particolare della predella della Pala di Fiesole, Londra

(immagine da internet)

19 luglio, 2019

Osservazioni sull’Instrumentum Laboris

Osservazioni sull’Instrumentum Laboris

Sguardo d’insieme

L’Instrumentum Laboris in preparazione al sinodo dei vescovi sull’Amazzonia è oggetto di vivaci dibattiti, fino a severe critiche, che arrivano alla stroncatura e a parlare addirittura di relativismo religioso, di panteismo, di eresia e di apostasia. Vi sono bensì alcune tesi inaccettabili, che segnalo e correggo; ma nell’insieme mi sembra un buon documento, ricco di spunti, basato su ampie informazioni provenienti dalle comunità ecclesiali locali. 

L’idea stessa di indire un sinodo apposta per l’evangelizzazione dell’Amazzonia e la soluzione dei suoi problemi umani ed ecclesiali mi pare sia stata un’ottima idea. Essa s’inquadra nella pastorale di Papa Francesco di volgere la nostra attenzione agli «ultimi», alle categorie umane più emarginate, trascurate, bisognose, sottovalutate e nel contempo oppresse e sfruttate dagli egoisti e dai prepotenti. Infatti, chi parla mai dell’Amazzonia? Eppure Cristo è venuto anche per l’Amazzonia. E siccome il Vangelo è annunziato ai poveri, possiamo senz’altro dire che le popolazioni povere dell’Amazzonia sono particolarmente vicine al cuore di Cristo.
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Immagine da internet

18 luglio, 2019

Tradizione e Scrittura

Tradizione e Scrittura
La questione della Tradizione
Assistiamo oggi e non solo da oggi, ma dalla fine del Concilio Vaticano II, alla presenza molto attiva e combattiva, a volte acrimoniosa,  nella Chiesa, di una tendenza minoritaria, chiamata con disprezzo dai modernisti  «tradizionalista» o «conservatrice». 
Questa tendenza che sconfina a volte nello scisma, vorrebbe avere il monopolio della Tradizione e della conservazione inalterata del deposito della fede non solo contro i modernisti, che effettivamente su questi valori sono carenti, ma anche contro i cattolici normali in comunione con la Chiesa e col Papa, accusato di eresia e di avere tradito la tradizione o addirittura di non essere vero Papa, ma un intruso.
In questo articolo, senza venir meno alla promessa del titolo, intendo concentrare l’attenzione soprattutto sulla questione della Tradizione. Intendo parlare anche della Scrittura, ma solo in relazione al problema della Tradizione, perché è impossibile definire questa senza definire quella.  
Gli ultratradizionalisti, dunque, sono tenacemente attaccati a un insieme fisso e convenzionale di valori cattolici, alcuni veramente essenziali ed immutabili, altri non più attuali e superati o corretti dalla Chiesa stessa di oggi, un insieme che essi chiamano «Tradizione», e che considerano come unica fonte della Rivelazione e della dottrina della fede, escludendo, quindi, la Scrittura e il Magistero, a meno che non si tratti di testi presenti nella «Tradizione», ma non posteriori al Concilio Vaticano II.
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16 luglio, 2019

Note sulla Dichiarazione congiunta

Note sulla Dichiarazione congiunta

Un ecumenismo che non corrisponde alle direttive del Concilio

Il 31 ottobre 1999 il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha pubblicato una Dichiarazione congiunta tra la Chiesa cattolica e la Federazione Luterana Mondiale sulla dottrina della giustificazione

Cominciamo con l’osservare che il detto Pontificio Consiglio è certamente un organismo della S.Sede, che quindi rappresenta la Chiesa cattolica, ma nonostante che esso affronti delicati temi dottrinali, non è organo del Magistero o rappresentativo del Magistero, e già questo fatto crea una certa perplessità. Infatti si può osservare che questo organismo, pur facente parte della Curia Romana, ma esterno alle Congregazioni ed ai Dicasteri, semplicemente consultivo, è privo di autorità dottrinale decisionale, benché presieduto da un Cardinale, come il Card.Kurt Koch, coadiuvato da una commissione cardinalizia.
Non possiamo dire, pertanto, che tale organismo di secondo piano abbia una sufficiente autorità per dare una risposta definitiva, sicura ed autorevole su di un tema di capitale importanza, qual è quello della Giustificazione, tema che costituisce, come è noto da tutti gli storici[1], il punto dogmatico fondamentale nel quale Lutero si è opposto alla Chiesa cattolica, la principale materia di fede circa la quale il Concilio di Trento ha corretto gli errori di Lutero, «l’unico punto o articolo o dottrina – a detta dello stesso Lutero[2]- per la quale noi diventiamo o siamo detti cristiani». 




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13 luglio, 2019

Fr Gerard Francesco Timoner, op è il nuovo maestro dell'ordine dei predicatori 88° successore di Santo Domingo.

Fr. Gerard Francisco Timoner III, O.P. was elected by the General Chapter Biên Hoà in Vietnam, 13 July, 2019.
Fr. Timoner, who is aged 51, is the 87th Successor of St Dominic – the 88th Master of the Order.
He is the first Asian ever to hold this position.
Born in Camarines Norte, the Philippines, he has served as Rector of the UST Central Seminary and as Prior Provincial of the Philippines, and as the former Master’s Socius for Asia Pacific. He is currently a member of the Vatican’s International Theological Commission.
We pray for the new Master, that the Lord God who has begun this good work in him will bring it to completion in Christ.

 





Da siti internet

12 luglio, 2019

Qual è il compito del Cardinale?

Qual è il compito del Cardinale?

Che dire del comportamento dei Cardinali nella Chiesa di oggi?

Oggi le questioni riguardanti la situazione e i problemi della Chiesa sono dibattutissime. Ognuno, soprattutto nel laicato, si sente in grado o autorizzato, spesso senza competenza teologica, di esprimere il proprio parere positivo o negativo su preti, religiosi, teologi, moralisti, Vescovi, Cardinali e Papa, spesso in modo avventato, disinformato, arrogante, categorico ed inappellabile, con estrema sicurezza, facendosi portavoce, come fossero Parola di Dio, o di improbabili messaggi di veggenti o della Madonna, diagnosticando con accenti apocalittici l’apostasia finale o il sorgere di una «neochiesa», scismatica ed eretica, effetto di quella sventura antitradizionalista, che è stato il Concilio Vaticano II, oppure, all’opposto, echeggiando senza discernimento critico correnti secolariste o moderniste o di sinistra, magnificando in modo sperticato l’era del dialogo, della libertà, della «diversità», della pace e del riscatto dei poveri, nonchè l’evento di una supposta «svolta epocale», «nuovo paradigma» o trasformazione del mondo.

Particolarmente vivace è il dibattito attorno al pontificato di Papa Francesco, sentito dagli uni come il plasmatore di un nuovo mondo e profeta di un nuovo paradigma, dagli altri come l’anticristo e l’eretico, falso Papa distruttore della Chiesa «di sempre», strumento della massoneria e del comunismo.

In questa situazione agitata e tumultuosa, segnata dallo scontro di opposti estremismi, nella quale emergono le voci più discordanti e contrastanti, non passa giorno che non scoppi qualche bomba, i cui esiti vengono poi dimenticati il giorno dopo, una domanda che penso possa venirci in mente è la seguente: i Cardinali come affrontano questa situazione? Poco sappiamo di loro, all’infuori di pochi spesso sulla ribalta, esponenti di posizioni ora illuminanti ed incoraggianti, ora purtroppo problematiche, per non dire scandalose e sconfortanti.





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10 luglio, 2019

PERVERTIMENTO DELL'ETICA.


Recensione

Umberto Galeazzi, 


PERVERTIMENTO DELL'ETICA.
La via di S. Tommaso e la malattia mortale nel mondo di oggi. 


CHORABOOKS HONG KONG 2019



Il libro del Prof.Galeazzi si raccomanda per un più che opportuno richiamo ai fondamenti dell’etica filosofica di S.Tommaso d’Aquino nella situazione morale ed ecclesiale di oggi, caratterizzata da un diffuso e disordinato pluralismo individualista e soggettivista, che vorrebbe presentarsi come espressione di libertà, di novità e di diversità, ma che in realtà è il segno dell’assenza di valori comuni o condivisi, tali da creare l’unità del molteplice.

In questo clima di oscurantismo intellettuale e di disprezzo generalizzato per la verità, soprattutto quella trascendente ed assoluta, dove la doppiezza e l’astuzia soppiantano la lealtà e la limpidezza, gli appelli al dialogo, alla collaborazione reciproca, alla fratellanza, ai diritti umani e alla misericordia sono del tutto inutili, ed anzi ipocriti, perchè privi della necessaria base teoretica razionale e teologica e di una sufficiente confutazione degli errori in campo gnoseologico, antropologico, metafisico, cristologico ed ecclesiologico.

Tale situazione è altresì segnata dalla competizione fra una minoritaria tendenza rigoristica conservatrice di stampo razionalista dualista cartesiano-kantiana e una maggioritaria corrente modernista popolare di stampo relativista edonista-marxista, ognuna delle quali pretende di rappresentare la vera Chiesa contro l’altra.

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Può un Papa avere il dovere di ravvedersi?


Tutti ci dobbiamo convertire

Papa Francesco insiste molto sul fatto che i discepoli di Cristo sentono il peso della fragilità umana conseguente al peccato originale come tutti gli uomini, ma che essi, uniti fra di loro nella carità da un comune vincolo di fratellanza dipendente dal fatto di essere tutti fratelli, figli in Cristo del Padre celeste, hanno per grazia la possibilità ed il dovere di perdonarsi reciprocamente dei propri peccati.

Ora, in questa comunità di fratelli che è la Chiesa, uno di essi, fratello tra i fratelli, segnato come tutti dalle conseguenze del peccato originale e tuttora peccatore come gli altri, ma riscattato come tutti dal sangue di Cristo, è incaricato da Cristo, come sappiamo bene, di pascere il suo gregge e di confermarlo nella fede. È il Successore di Pietro.
 

Egli, quindi, è chiamato in modo eminente ad annunciare il piano di misericordia del Padre attuato in Cristo e nello Spirito Santo, per il quale, avendo tutti la possibilità di essere perdonati da Dio dei nostri peccati, siamo chiamati a nostra volta a confessare i nostri peccati e a perdonarci l’un l’altro.

Investito come Successore di Pietro di questo ufficio dottrinale, per espletare degnamente il quale possiede dallo Spirito Santo un dono di infallibilità, il Papa, al fine di rendere più autorevole, persuasiva e credibile la propria predicazione, di edificare e guidare efficacemente la Chiesa al regno di Dio e salvare la propria anima, è tenuto a mettere in pratica per primo ciò che predica e a dare l’esempio, possedendo a tal fine una speciale grazia di stato, la quale, però, non lo rende impeccabile, ma che egli può sempre respingere col peccato e recuperare col pentimento e il ravvedimento.

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San Pietro Apostolo di Ardea
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05 luglio, 2019

Che cosa è il proselitismo?

Che cosa è il proselitismo?
Una parola che non piace al Papa
Nel recente discorso fatto al convegno di Napoli sul Mediterraneo, il Papa ha avuto parole dure contro il «proselitismo» e l’«apologetica». Occorre fare molta attenzione a che cosa egli ha inteso dire riguardo a questi temi di estrema importanza, che toccano le ragioni, le vie, i mezzi, le modalità e i metodi dell’annuncio e della diffusione del Vangelo a tutti i popoli, temi sui quali il Papa torna spesso, avendo anche, come è noto, dedicato ad essi la prima enciclica Evangelii gaudium.
Francesco oppone al proselitismo l’evangelizzazione e prende evidentemente la parola «apologetica» in un senso spregiativo, che si è diffuso in questi ultimi decenni, ad indicare un modo fazioso, esagerato, forzato o scorretto, per non dire menzognero di voler a tutti costi giustificare o difendere idee, istituzioni, abitudini e comportamenti correnti nella Chiesa o in uomini di Chiesa, o anche in Santi, soprattutto del passato, che in realtà non possono essere giustificati e difesi, almeno alla luce delle più recenti cognizioni storiche o del progresso attuale del Magistero, della teologia e del costume cattolici. 

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