Sulla identità di genere secondo il DDL Zan

 Sulla identità di genere secondo il DDL Zan

La proposta di legge Zan circa il divieto dell’omofobia si fonda su quella che il DDL chiama «identità di genere», intesa a questo modo: «Per identità di genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso. Si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione».

Questo principio dovrebbe servire a proibire sotto pena di sanzione giudiziaria ogni possibile espressione di odio o di rifiuto delle unioni omosessuali e degli stessi omosessuali.

Per «identità di genere» s’intende infatti il genere sessuale, che non è da considerarsi solo il maschile femminile, ma anche quella manifestazione esteriore della persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso.

Il che vuol dire che la DDL aggiunge una forma di sessualità, che, al di là di quella naturale maschio-femmina, può corrispondere o non corrispondere alle «aspettative sociali», per cui, se tali aspettative sono favorevoli alle unioni omosessuali, bene, ma se non lo sono, devono essere vietate e perseguìte a norma di legge.

Come a dire che il sesso non è solo una proprietà naturale psicosomatica della persona, ma è una libera manifestazione della persona relativa a ciò che le aspettative sociali si attendono o non si attendono da quella persona relativamente al sesso. Per «manifestazione della persona» s’intende anche la pratica omosessuale.

Appare allora evidente che si introduce un concetto di sessualità non basato sulla distinzione naturale maschio-femmina, ma fondato sull’«aspettativa sociale», il che significa demandare la determinazione della sessualità non alla natura, ma alla volontà della società e ovviamente alla volontà di coloro che intendono darsi alla pratica dell’omosessualità con l’intento di stabilire come reato perseguibile a norma di legge qualunque disapprovazione od ostilità sociale nei confronti della pratica dell’omosessualità.

Ora io credo che qui occorra fare una distinzione tra l’ostilità («fobia»), che può implicare odio e danno alle persone omosessuali e la condanna morale dell’atto omosessuale tradizionalmente qualificato come «sodomia» dalla morale cattolica, ma non solo, bensì anche dall’etica naturale, condivisa anche dal pensiero laico su base razionale e dalle altre religioni.

Un conto dunque è la condotta pratica sociale nei confronti delle persone omosessuali, che può comportare disprezzo, offesa, insulto, ingiuria, calunnia, diffamazione, odio, furto, violenza, danno fisico ed economico. Qui siamo effettivamente davanti al reato perseguibile a norma di legge.

E un conto è la libera espressione del pensiero, che si configura come giudizio morale sugli atti omosessuali dato dalla scienza morale e dalla fede religiosa, come espressione della libertà di pensiero sancita dalla Costituzione della Repubblica.

Reati d’opinione secondo la Costituzione sono solo il vilipendio della religione e quelli che fanno l’apologia della guerra civile o dell’insurrezione contro la sicurezza dello Stato, casi evidentemente estranei alla manifestazione o all’insegnamento pubblico della scienza morale attinente al tema biopsicologico della omosessualità, la cui pratica, anzi, se si dovesse estendere oltre un certo limite, recherebbe pregiudizio a quell’aumento della popolazione, che non può non essere tra i fondamentali obbiettivi di una nazione che vuol far parte dignitosamente del consesso della comunità internazionale.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 28 maggio 2021

Cf. Nota della Presidenza CEI sul Ddl Zan. Troppi i dubbi: serve un dialogo aperto e non pregiudiziale del 28 aprile 2021: https://www.chiesacattolica.it/nota-della-presidenza-cei-sul-ddl-zan-troppi-i-dubbi-serve-un-dialogo-aperto-e-non-pregiudiziale/

Immagine da internet


4 commenti:

  1. Caro Padre Cavalcoli,
    Considero perfettamente chiara e comprensibile dai legislatori la loro distinzione tra, da un lato, odio (fobia) verso la pratica omosessuale e gli stessi omosessuali, e dall'altro, scienza morale o etica, con il conseguente insegnamento o espressione pubblica degli argomenti etici e morale contro l'omosessualità.
    Questo significa che il tuo appello o la tua richiesta è a livello di libertà di espressione etica?
    Se è così, personalmente considero corretta la tua posizione.
    Tuttavia, ci sono altri cattolici che pensano che questa posizione sia insufficiente, o addirittura sbagliata.
    Il Professor Roberto de Mattei ha recentemente scritto quanto segue:
    "Sarebbe tuttavia un grave errore limitarsi a criticare la soppressione della libertà introdotta dal testo unico di legge Zan, senza risalire alla causa di questo totalitarismo che sta nella definizione di identità di genere presente nell’articolo 1 del testo. Il liberalismo impregna oggi la mentalità di molti cattolici, che vedono il nemico solo nel “proibizionismo”, dimenticando che il male non sta nelle istituzioni, ma nella violazione di un oggettivo ordine morale di valori. Non è in nome della “libertà”, ma della natura e della ragione, che bisogna combattere il nefasto progetto di legge Zan. C’è un’aspra battaglia di idee in corso. Senza la chiarezza dei princìpi filosofici e morali tutto è perduto. Sulla base di questi princìpi professati e vissuti, e con l’aiuto di Dio, si può vincere invece la battaglia culturale del nostro tempo".
    Cosa ne pensi di questa posizione?

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    1. Caro Ross, mi sembra, da come ho capito, che De Mattei sia contrario alla legge come tale.
      Ora, per quanto nobili siano i motivi ideali che egli invoca, mi sembra che egli voglia sic et simpliciter l’abolizione della legge. Ora, se è così, questa posizione mi sembra utopistica.
      Invece mi pare ragionevole la posizione del card. Bassetti, il quale dice che la legge va migliorata e chiarita, credo nel senso che bisogni fare quella distinzione, che ho fatto io, e cioè accettare il dovere di rispettare la persona omosessuale e dall’altra invocare la legittima libertà d’opinione, prevista dalla Costituzione, che possa dare a noi cattolici la libertà di esprimere quello che la scienza morale dice a proposito della pratica omosessuale.

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  2. Il ddl Zan non ha nulla a che vedere con la difesa degli omosessuali: ascolti in merito l'audizione al senato dello scrittore Giorgio Ponte, omosessuale, ma fermamente contrario all'ideologia LGBTQ+ e consapevole dei suoi danni. Lo trova facilmente in rete...

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    1. Caro Stefano, mi compiaccio per l'intervento di Ponte, ma questo non toglie, come sanno tutti, che la legge tende a favorire le coppie omosessesuali.

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