I due ladroni - Oggi sarai con me in paradiso - Seconda Parte (2/2)

 

I due ladroni

Oggi sarai con me in paradiso

 
Seconda Parte (2/2) 
 
 AUGURO A TUTTI I LETTORI UNA SANTA PASQUA!

Dice il buon ladrone al cattivo: «Neanche tu, condannato alla stessa pena, hai timore di Dio?», come a dire: «non ti commuove il fatto che il Figlio di Dio abbia voluto patire, Lui innocente, per noi quella pena che noi subiamo giustamente per i nostri crimini, dandoci modo di salvarci unendoci alla sua stessa croce? Come mai non hai rispetto per Dio davanti a tanta prova di misericordia e di amore? Non sei contento di poter espiare le tue colpe grazie al suo sangue? Non vuoi andare con Lui in paradiso?».

L’altro ladrone non riconosce la sua colpevolezza e invece accusa Gesù di essere un falso Messia per non essere capace di salvare se stesso e loro due. Evidentemente non crede al regno predicato da Gesù e per conseguenza non vuole entrarvi. E dove andrà? Quale sarà la sua scelta?  

Dice il cattivo ladrone a Gesù: «Non sei tu il Figlio di Dio? Salva te stesso e anche noi». Forse che Gesù non aveva fatto abbastanza miracoli? Non aveva dato abbastanza segni di credibilità? E inoltre, che idea aveva il ladrone della salvezza? Che cosa era per lui la salvezza? Semplicemente salvare la pelle. Ma Gesù non aveva detto chiaramente che la salvezza si ottiene mediante la croce? Non aveva spiegato chiaramente che la salvezza consiste anzitutto nel salvare l’anima nella sequela di Lui?

Oggi si parla continuamente di salvezza e non si dice mai in che cosa consiste. O la si intende come la intende il cattivo ladrone: il benessere fisico ed evitare la sofferenza. Si considera la sofferenza come un male assoluto e si è pronti anche a suicidarsi pur di evitare la sofferenza.

Nessuna preoccupazione di scontare i propri peccati o di acquistare meriti, col pretesto che la grazia è gratuita. Tutti sono sicuri di salvarsi. Non si sa poi bene da che cosa e da chi. Ci si ritiene innocenti o si pensa che Dio lasci correre tutto.  Non chiude solo un occhio, ma tutti e due. O si intende la salvezza nel senso di farla franca con tutti i mezzi o come vana sicurezza di essere in grazia benché in stato di peccato. Dio non castiga nessuno. Dio non c’entra con le sventure che ci capitano; vengono da sole o dagli uomini. Se Dio non ci solleva da esse è perché non ce la fa. Soffre con noi. Gli oppressi stiano tranquilli: nessuno li vendicherà. Costoro sono i buonisti.

Da che cosa allora Cristo allora ci libera? Essi dicono: dal senso di colpa e dal credere che dobbiamo pagare, espiare, soddisfare e scontare i nostri peccati, che dobbiamo sforzarci, fare sacrifici e fare penitenza, acquistare meriti.  

Essi non sanno da dove viene la sofferenza, perché esiste e che scopo ha, perché non ascoltano gli insegnamenti e l’esempio del Signore e quindi non capiscono né accettano il valore cristiano della sofferenza. La combattono e fanno bene, ma non sanno utilizzarla cristianamente quando contro di essa non c’è umanamente rimedio. E così non sanno che essa è il prezzo da pagare per essere fedeli a Cristo.

No, così non va bene. In realtà Cristo ci libera dalla concupiscenza, dall’odio, dal peccato, dalla schiavitù di Satana, dall’inferno, dalla morte e alla fine dalla stessa sofferenza, ma passando attraverso la sofferenza purificatrice e redentrice della croce.

Dio non ci libera in questa vita dalla sofferenza, se non in misura limitata, anzi spesso ce la manda non certo per il gusto di farci soffrire – questo semmai è il diavolo -, ma bensì per unirci a suo Figlio crocifisso, che sconta per noi i nostri peccati e così ci prepara ad esser per sempre in cielo liberati dalla sofferenza e da ogni male.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 3 aprile 2023

 

Tutta l’umanità si raccoglie dunque attorno ai due ladroni e deve necessariamente dividersi in due: la parte che sta col buon ladrone e la parte che sta col cattivo. Tutti noi siamo dei ladroni crocifissi davanti all’Innocente crocifisso.

In realtà Cristo ci libera dalla concupiscenza, dall’odio, dal peccato, dalla schiavitù di Satana, dall’inferno, dalla morte e alla fine dalla stessa sofferenza, ma passando attraverso la sofferenza purificatrice e redentrice della croce.

 

Immagini da Internet:
- Gesù risorge, Rubens

6 commenti:

  1. Buona Santa Pasqua Padre! Con lei che ci aiuta nella fede é ancora più chiara e bella. Grazie di cuore!

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    1. Caro Alessandro, io, a mia volta, ringrazio lei per queste buone parole, che mi incoraggiano a continuare il mio impegno a favore delle anime.

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  2. Personalmente sono convinto, esprimendo il mio conforto e la mia consolazione verso le persone che soffrono a causa di una malattia, che lo stesso Signore Gesù ci infonde coraggio e che desidera che noi lottiamo, per quanto è possibile, ricorrendo alla medicina e ad ogni sana risorsa umana, tecnica o scientifica, personale o sociale, contro la malattia e la sofferenza, accompagnando questa lotta con la preghiera.
    Il Vangelo c’insegna che la sofferenza, che continua ad esistere nonostante i nostri sforzi per eliminarla, non è da rifiutare ma è un capitale da utilizzare da far fruttare seguendo Cristo sul cammino della Croce. In tal modo ciò che per il mondo è un prodotto di scarto diventa per noi sorgente di salvezza e mezzo di purificazione delle nostre anime.
    Solo Cristo ci libera definitivamente dal peccato, dalla sofferenza e dalla morte, non abbiamo risorse e soluzioni umane alternative se non la rassegnazione e la disperazione. Dobbiamo accettare la sofferenza e viverla attivamente in spirito di sacrificio per la nostra salvezza e per la salvezza delle persone che amiamo.

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  3. Buonasera Padre, considerando che in Matteo 26,44 “i due ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo” basta supporre che uno dei due cambi idea in un secondo momento, oppure esiste una spiegazione più profonda? Grazie. Francesco Orsi

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    1. Caro Francesco,
      San Girolamo, confrontando questo passo di Matteo con quanto racconta Luca, dice che uno dei due ladroni a un certo punto si è pentito di insultare il Signore, ha riflettuto sui miracoli che aveva compiuto, per cui sorge in lui la fede. La luce della fede lo illumina sulla sua situazione, per cui prende atto di essere stato un peccatore, si pente del suo passato, crede in Cristo come fondatore del Regno di Dio, rimprovera l’altro ladrone che derideva Gesù e chiede a Gesù di accoglierlo nel suo Regno.
      San Giovanni Crisostomo commenta questo commovente episodio notando la possibilità di pentimento anche in uomini, che hanno a lungo peccato.

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