Il Papa si ispira a San Francesco non a Rahner

 Il Papa si ispira a San Francesco non a Rahner

Per capire il senso di questo pontificato basterebbe chiedersi perché Bergoglio si è imposto il nome di Francesco, lui Gesuita. I rahneriani, tra i quali c’è il gruppo di San Gallo che ha ottenuto la sua elezione, gli è sempre stato alle costole, credendo di avere a che fare con un ambizioso sempliciotto, premendo incessantemente e subdolamente, con ogni sorta di adulazione, perché Francesco proclamasse Rahner modello di teologo al posto di San Tommaso, per loro morto e sepolto.

E invece il Papa, dopo alcuni gesti e contentini che sembravano preannunciare il verificarsi epocale di tale agognato evento, non solo non li ha mai accontentati, ma ha sempre evitato addirittura di parlare di Rahner, tranne il fare, nella massa enorme dei suoi insegnamenti, due citazioni insignificanti e del tutto ortodosse, giacchè occorre certamente riconoscere a Rahner alcuni lati molto buoni, che sono quelli che gli hanno consentito di offrire un contributo al Concilio insieme con l’amico Ratzinger.

Immensi sono stati gli sforzi e le sofisticatissime acrobazie soprattutto dei Gesuiti e della Civiltà Cattolica, i quali, appigliandosi a qualche frase poco chiara di Papa Francesco, qualche battuta, pronunciata di sfuggita o in aereo o con qualche giornalista, hanno costruito induzioni e deduzioni ingannevoli, che avrebbero fatto meglio costruire su ciò che del Papa è veramente Magistero e dottrina. Ma il guaio è che lì non avrebbero trovato nulla delle eresie di Rahner.

 Chi non si accorge dell’ispirazione francescana di Papa Francesco? È facile far l’elenco dei temi: Gesù Crocifisso, tenera e infantile devozione mariana, annuncio perentorio del Vangelo, parola semplice e popolare, riforma della Chiesa, umiltà, povertà, amore per i piccoli e per i poveri, semplicità, fratellanza, figliolanza divina, mitezza, dialogo con tutti, misericordia, dolcezza, sapienza dello Spirito Santo, diffidenza per la scienza che rende superbi, rispetto per madre natura creata da Dio, severità contro i prepotenti, gli oppressori, i guerrafondai, i mondani, i corruttori e i seduttori.

Se veramente il Papa cedesse a Rahner, avrebbe dovuto abbracciare il suo panteismo atematico, storicista ed esistenzialista, il suo linguaggio pesante, astruso ed involuto,  mentre la sua predicazione teologica e morale è sulla linea del realismo biblico e cattolico; non avrebbe raccomandato San Tommaso come «Dottore comune della Chiesa», non avrebbe condannato lo gnosticismo, l’astrazionismo, l’autoreferenzialità, l’idealismo, la chiusura dell’io in se stesso, il soggettivismo, il relativismo, la falsa spiritualità. la mondanità, il clericalismo, il proselitismo.

Dunque le accuse di rahnerismo e modernismo e addirittura di eresia rivoltegli dai lefevriani e filolefevriani sono false e calunniose. I lefevriani scambiano per modernismo le nuove dottrine del Concilio e per conseguenza il magistero in merito dei Papi del postconcilio, perché non hanno capito che quelle nuove dottrine sono un progresso nella continuità con la Tradizione e la Scrittura.

Potremmo chiederci: come mai Bergoglio non ha scelto il nome di qualche santo Pontefice? Per esempio San Leone Magno, San Gregorio Magno, San Pio V, San Pio X? Ha voluto scegliere il nome di un Santo che non era neppure presbitero. Che cosa ha voluto significare o esprimere? La sua volontà di essere fratello tra i fratelli, al servizio dei fratelli. Ha capito che per essere il più grande, doveva farsi il più piccolo.

I Gesuiti finora non avevano mai sperimentato cosa vuol dire essere Papa, né i Cardinali avevano mai pensato a scegliere un Gesuita per farlo Papa. Essi si consideravano solo al servizio del Papa per la maggior gloria di Dio e basta, a differenza di noi Domenicani, che abbiamo avuto in passato ben cinque Papi, tra cui il grande Pio V e questo perché noi sentiamo moltissimo il compito sacro della conservazione, della custodia, della trasmissione (tra-ditio), dell’interpretazione, dell’approfondimento, della difesa e della predicazione della sana dottrina divinamente rivelata da Cristo e di fede, luce della ragione, compito eminentemente connesso col ministero petrino.

Ma com’è che a un certo punto è venuto in mente ai Gesuiti di proporre un Gesuita? Sono stati i rahneriani sotto l’impulso del Card. Martini, i quali, organizzatisi segretamente nel gruppo di San Gallo, sono riusciti a far salire Bergoglio sul trono di Pietro.

Speravano che il nuovo Papa Gesuita avrebbe appoggiato Rahner. E invece, come abbiamo visto, dopo dieci anni di vana attesa, sono stati amaramente delusi, benché non paia affatto che vogliano arrendersi e rassegnarsi a rinunciare a Rahner, in quanto, dopo sessant’anni di scalata al potere, ora hanno posizioni molto forti e tentano di dominare al Sinodo per mezzo dell’Episcopato tedesco, in gran parte rahneriano.

Ma li fermerà proprio il Papa Gesuita, il quale, proprio in quanto Gesuita, tenendo all’onore del suo Ordine e soprattutto al bene della Chiesa, non sopporterà l’onta per il suo già inclito Ordine di essere la rovina della Chiesa e lo richiamerà alla sua fedeltà a Sant’Ignazio.

Un’ultima cosa. Papa Francesco si è proposto come modello, non di Papa, perché Francesco d’Assisi non era Papa, ma di santità, il Poverello d’Assisi. Ottima idea. Ci sta riuscendo? Segnali buoni, li ha dati, ma credo che il di più sia ancora da fare. Sta avanzando? Mi pare di sì, stando a diversi segni. L’importante è camminare, sia pur in mezzo a miserie e peccati. È lo Spirito che fa raggiungere la meta.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 4 ottobre 2023

Festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia

 

 

Papa Francesco si è proposto come modello, non di Papa, perché Francesco d’Assisi non era Papa, ma di santità, il Poverello d’Assisi. Ottima idea. Ci sta riuscendo? Segnali buoni, li ha dati, ma credo che il di più sia ancora da fare. 


Sta avanzando? Mi pare di sì, stando a diversi segni. L’importante è camminare, sia pur in mezzo a miserie e peccati. 

È lo Spirito che fa raggiungere la meta.

 



Immagini da Internet:
- San Francesco predica agli uccelli, Giotto, Assisi
- Sant'Igrazio, Ambito bolognese, Musei Civici, Bologna

2 commenti:

  1. "...i rahneriani, tra i quali c’è il gruppo di San Gallo che ha ottenuto la sua elezione...". [...] "Sono stati i rahneriani sotto l’impulso del Card. Martini, i quali, organizzatisi segretamente nel gruppo di San Gallo, sono riusciti a far salire Bergoglio sul trono di Pietro".

    Caro padre Cavalcoli, mi colpisce che lei si riferisca così ripetutamente, apertamente e spudoratamente, alle manovre compiute da mafia di San Gallo per eleggere il cardinale Jorge Bergoglio nel 2013. Vedo che lei menziona ripetutamente tale complotto come se fosse una provata fatto storico. Sono d'accordo con la sua opinione, e mi fa piacere che lei continui a ripeterlo. Lo capisco per dimostrare che un simile complotto non ha nulla a che vedere con la validità del titolo e dell'ufficio che oggi corrispondono a chi occupa il soglio pontificio. Recentemente l’arcivescovo scismatico Viganó è tornato sui vecchi argomenti basati su quella cospitazione del 2013 per negare la validità dell’attuale pontificato. Preghiamo per tutti coloro che sono stati ingannati da questa truffa, e per coloro che continueranno a esserne ingannati, aiutati dalle macchinazioni del demonio.

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    1. Caro Silvano,
      vorrei precisare che, benchè io abbia sottolineato il complotto del gruppo di San Gallo, ovviamente ritengo che l’elezione di Papa Francesco sia stata fatta con l’assistenza dello Spirito Santo.
      Queste mie parole non devono quindi dare l’impressione che io ritenga che lo Spirito Santo si sia servito dei complottisti per eleggere il Papa. È chiaro che lo Spirito Santo ha agito al momento della votazione e non certo a provocare il complotto.

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