Sulla questione dell’etere

 Sulla questione dell’etere

La questione dell’etere non è di poco conto

Ultimamente nel dialogo con i Lettori ho avuto modo di discutere sulla questione dell’etere. L’argomento offre un interesse riguardo al rapporto della fisica sperimentale con la cosmologia filosofica e la metafisica, perché la nozione di etere (aithèr) risale ad Aristotele[1], il quale credeva che la materia dei corpi celesti fosse più nobile di quella dei corpi terrestri e tale per cui la forma circolare esaurisce tutta la sua  forza formativa nella sua materia, sicchè questa, a sua volta, non era più disponibile a mutar forma, ma esauriva tutta la sua potenzialità  nell’esser formata dalla sua forma, a differenza delle forme e delle materie di questa terra, le quali cambiano rispettivamente materia e forma nel processo del divenire, della generazione e della corruzione.

In Aristotele l’etere costituisce il «quinto elemento» (pempton stoicheion), la materia astrale, un’aggiunta ai quattro elementi mondani: aria, acqua, fuoco e terra. Nel corso della storia dell’astronomia, della chimica, della cosmologia, della magia, della filosofia il tema dell’etere ha attirato l’attenzione non tanto e non solo degli autentici sperimentatori o dei veri sapienti, perchè l’etere non è oggetto d’esperienza, quanto piuttosto di coloro che, insofferenti dai dati dei sensi, e aspiranti ad essere guide intellettuali dell’umanità, vorrebbero dar mostra di possedere un sapere supremo solo a loro concesso.

Lo stesso San Tommaso d’Aquino, dando credito ad Aristotele, e pensando che la che la sua idea dell’etere come materia astrale potesse essere compatibile con la concezione cristiana dell’universo fisico e non trovando in essa nessuna impossibilità metafisica, accolse la teoria aristotelica della distinzione tra materia eterea cosmica incorruttibile e materia terrena corruttibile.

Aristotele però non parla di etere a proposito della materia che occupa lo spazio fra due o più corpi, benché egli sostenga che lo spazio è sempre pieno, sia perché c’è almeno l’aria e sia perché è solo così che i corpi possono essere a contatto per agire gli uni sugli altri, si tratti del moto locale o degli influssi o modificazioni reciproci che i corpi esercitano gli uni sugli altri[2].

Senonchè però Aristotele non conosceva ancora il modo di propagarsi della luce, il che comporta un’irradiazione fisica profluente dal corpo luminoso, che, ad un’altissima velocità, attraversa lo spazio vuoto o pieno per illuminare il corpo che essa illumina con i suoi raggi. Inoltre Aristotele non conosceva la possibilità che oggi la tecnica ci offre di realizzare il vuoto in un ambiente o in un contenitore togliendo l’aria.

Peraltro  questa entità indefinibile fittizia, questa fantastica sottilissima materia senza forma, il cosiddetto etere, col suo alone di mistero e la sua indeterminata onnipervadente impalpabile ed invisibile fluidità, dotata di una celeste incorruttibilità, quasi via di mezzo fra la materia e lo spirito,  sembrava fatta apposta  per appagare e per nutrire la fantasia e la facoltà creatrice dello gnostico, per cui divenne pasto gustoso per complicate, astruse e stravaganti esibizioni ideologiche fatte apposta per soggiogare gli spiriti sprovveduti, desiderosi di elevarsi ad una superscienza esoterica ed iniziatica che desse la polvere alla fisica sperimentale galileiana, alla filosofia,  alla teologia e alla stessa rivelazione cristiana.

Fu così che sin dal Medioevo ma soprattutto a partire dal Rinascimento una schiera di pseudoscienziati, maghi, visionari, esaltati, chiaroveggenti, alchimisti ed astrologi aspiranti alla volontà di potenza sull’uomo e sulla natura alla maniera di demiurghi o teurghi, si misero alla ricerca della pietra filosofale e della quinta essenza con progetti mirabolanti di poter trasformare ogni vile metallo in oro e di trovare l’elisir dell’immortalità.

Dal canto suo, il progresso dell’astronomia realizzato da Galileo fece comprendere che i corpi celesti sono altrettanto mutevoli e corruttibili quanto i corpi terresti. Già da allora apparve che non c’era più ragione di ammettere l’etere aristotelico.

Tuttavia Cartesio continuò a negare l’esistenza del vuoto a causa della sua riduzione della corporeità all’estensione e poiché tra due corpi tra loro distanti esiste un’estensione, sostenne che questo spazio intermedio non è vuoto ma pieno[3].

Come mi comunica il Prof. Francesco Santoni[4],

 

«nella filosofia di Cartesio, l'etere è una sostanza fluida non ben definita, che permea tutto lo spazio, e che attraverso una spiegazione puramente meccanicistica forniva la base a tutti i fenomeni fisici: il suono e la luce sono visti come perturbazioni che si originano in un certo punto dell'etere, si propagano meccanicamente attraverso una serie di urti, per arrivare così a affettare i nostri timpani, o i nostri occhi, manifestandosi appunto come suoni o luce. Sempre gli urti possono produrre vortici nell'etere, che si manifestano come forza di gravità. Possiamo dire che la fisica moderna dimostri che l'etere cartesiano non esiste, dimostrando come esso sia una spiegazione inadeguata, cioè insufficiente e contraddittoria, dei fenomeni fisici».

 

Invece Newton ritenne bene ammettere un

 «mezzo intermedio» per descrivere le interazioni dinamiche dei moti planetari, da lui poste alla base della legge di gravitazione universale. Egli spiegava cioè l'azione a distanza tra i corpi celesti, priva di contatto materiale, ricorrendo all'etere come ad un modello statico di fluidi»[5].

Newton non sapeva adattarsi ad ammettere l’esistenza dello spazio vuoto, che per lui non era un accidente dei corpi, ma un’entità ad essi precedente nella quale sono collocati, per cui, al fine di conferire a questa entità da lui immaginata una dignità ontologica, riesumò il concetto dell’etere, come etere cosmico, ossia come  

«sostanza ipotetica estremamente tenue e imponderabile, presente in ogni parte dell’Universo, sia in quella occupata da materia ordinaria sia nel vuoto, la cui esistenza fu postulata dai sostenitori della teoria ondulatoria della luce per spiegare la propagazione della luce nel vuoto, i fenomeni di polarizzazione, diffrazione ecc. Poiché le vibrazioni luminose, trasversali, erano concepite come vibrazioni elastiche e queste non possono propagarsi che nei corpi elastici solidi, si dovette concepire l’etere come un mezzo perfettamente elastico, solido, eppure tenuissimo, venendosi così ad attribuire a esso proprietà non compatibili fra loro.

Ancora agli inizi dell'Ottocento una simile visione dell'etere fu riproposta con l'affermarsi della teoria ondulatoria della luce, da parte dell'inglese Thomas Young (1773-1829) e del francese Augustin Jean Fresnel (1788-1827), in contrapposizione a quella corpuscolare di Isaac Newton, per l'esigenza di postulare un mezzo materiale in cui la luce potesse propagarsi, così come il suono si propaga attraverso l'aria. Venendo ora infatti concepita come onda, anziché come un corpo, la luce non avrebbe potuto diffondersi nel vuoto»[6].

Ancora il Santoni mi riferisce che nel sec. XIX sorse in fisica la teoria dello

 

«etere luminifero, che avrebbe dovuto essere una qualche sorta di fluido come l'aria, ma, dal momento che non ne facciamo esperienza diretta, molto più leggero e rarefatto, e che doveva costituire il supporto materiale delle onde elettromagnetiche un po' come l'acqua è il supporto materiale delle onde del mare, e l'aria il supporto materiale delle onde sonore. Venne introdotto perché si era dimostrato che dalle equazioni di Maxwell si ricava la velocità della luce, ovvero la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche, senza doversi riferire ad alcun particolare sistema di riferimento.

 

Si pensò così che quella velocità dovesse riferirsi ad un sistema di riferimento privilegiato, costituito appunto dall'etere. Ora, se consideriamo delle onde sonore in una massa d'aria, e se immaginiamo di muoverci all'interno di questa massa d'aria, la velocità misurata di queste onde sonore dipenderà dal nostro stato di moto rispetto all'aria. Allo stesso modo si pensò che dal moto della Terra all'interno di questo ipotetico etere, dovessero conseguire misure diverse della velocità della luce a seconda dello stato di moto.

 

L'esperimento di Michelson e Morley mostrò invece che tali differenze non si osservano. La velocità della luce risulta sempre la stessa, indipendentemente dallo stato di moto della Terra. Questo non dimostra che non esiste un etere tout court, ma dimostra che non esiste un etere luminifero come quello ipotizzato».[7]

«In seguito alle scoperte di J. C. Maxwell, che stabilirono la natura elettromagnetica e non elastica, delle vibrazioni luminose, fu abbandonata l’ipotesi dell’elasticità dell’etere, che conservava tuttavia il carattere di sostanza materiale immobile nello spazio assoluto. Ma le esperienze ottiche ed elettrodinamiche, tra cui celebre quella di A. A. Michelson, che avrebbero dovuto provare l’immobilità dell’etere mettendo in evidenza gli effetti del moto di un corpo rispetto a esso (vento di etere), dettero tutte risultati completamente negativi; esclusa l’esistenza di un riferimento assoluto legato all’etere, l’ipotesi della sua esistenza venne abbandonata»[8].

«In seguito, Albert Einstein, con la sua teoria della relatività, supererà questa concezione dell'etere, almeno nel suo aspetto grossolano, sostituendolo però di fatto con una nuova considerazione dello spazio dotato di specifiche proprietà fisiche che escludono la possibilità del vuoto assoluto»[9].  

Ancora il Prof. Santoni:

«Nel XX secolo sono nate le teorie quantistiche dei campi. L'ontologia fondamentale di queste teorie è costituita appunto dai campi, entità non ben definite tranne che per le loro proprietà matematiche. Tali campi non sono direttamente osservabili, ma tutti i corpi fisici e le loro interazioni sono ricondotte a perturbazioni ed interazioni di questi campi, i quali, si assume, pervadono tutto lo spazio.

 

Ora, data la loro definizione, i campi delle moderne teorie quantistiche, potrebbero a buon diritto essere chiamati eteri nel senso cartesiano, e tali teorie essere considerate per certi versi uno sviluppo estremamente sofisticato del medesimo approccio. Non ritengo opportuno chiamare eteri i campi delle attuali teorie, perché sarebbe appunto un termine ambiguo nella sua genericità e per i suoi molteplici usi nella tradizione filosofico-scientifica occidentale, ma facendo le opportune specificazioni, potrebbe in effetti essere considerato un termine adeguato»[10].

 

Rudolf Steiner smentisce la scienza in nome della gnosi

Ma questi dati della scienza non convinsero affatto un esoterista come Rudolf Steiner, il quale, nei primi decenni del secolo scorso, con tono categorico come se avesse davanti agli occhi la più evidente delle realtà, elencò ben quattro tipi di «etere», corrispondenti ai quattro elementi dell’alchimia medioevale, già ben superati dalla tavola di Mendeleyeff, fondatore della chimica moderna.

Il caso di Rudolf Steiner è emblematico di ciò a cui può arrivare uno spirito peraltro acuto e geniale, che fa crescere in sé le virtualità del cogito cartesiano nel solco degli idealisti tedeschi Fichte, Schelling ed Hegel nonchè degli epigoni del ‘900 Husserl, Heidegger, Gentile, Bontadini, Severino.

Si nota in tutti questi pensatori il medesimo metodo di pensiero: preoccupazione del maestro non è quella di condurre il discepolo mediante la ragionata comunicazione delle idee alla visione della medesima realtà che ha visto lui, ma è quella di condurre il discepolo alla visione delle medesime idee che il maestro ha formato non per rappresentare la realtà, ma per adattare la realtà alle sue idee.

In particolare, c’è da notare, per quanto riguarda l’idealismo e le sue derivazioni fenomenologiche heideggeriane e husserliane, nonchè la sua versione parmenidea di Severino, che in tutti questi pensatori si nota un indubbio vigore spirituale, che però non lascia apparire una spiritualità nobilitante, come quella che nobilita l’uomo nel colloquio con Dio e nell’umile ascolto della sua Parola, ma una spiritualità tracotante, autoreferenziale e autofondata, come se l’io umano non fosse davanti al Tu Divino, ma fosse l’Io divino come radice, vertice o sublimazione dell’io umano.  

Quindi che cosa deve imparare il discepolo? Non a conoscere la realtà così com’è per mezzo delle idee del maestro, accuratamente elaborate allo scopo, ma a conoscere le idee stravaganti e sconclusionate del maestro riferendo ad esse la realtà. Così l’etere nelle visioni di Steiner non è più ciò che hanno inteso Aristotele, Cartesio, Newton, Young o Fresnel, un semplice elemento della natura fisica, a prescindere dal fatto che l’etere esista o non esiste.

Per Steiner l’etere non solo esiste, ma assume lineamenti misteriosofici ed esoterici, diventa un principio divino della formazione della materia, della vita, dell’esistenza e della condotta umana, tale da sostituire i dati in merito della scienza, della filosofia, della morale, della teologia e della fede cristiana.[11]  L’uomo diventa succube di oscure forze della materia, che si sostituiscono alla provvidenza divina e soggiogano lo spirito agli impulsi della carne nel mentre che il soggetto s’inebria nell’illusione di raggiungere le vette della gnosi.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 18 giugno 2023


Albert Einstein, con la sua teoria della relatività, supererà questa concezione dell'etere, almeno nel suo aspetto grossolano, sostituendolo però di fatto con una nuova considerazione dello spazio dotato di specifiche proprietà fisiche che escludono la possibilità del vuoto assoluto


 

 

Newton non sapeva adattarsi ad ammettere l’esistenza dello spazio vuoto, che per lui non era un accidente dei corpi, ma un’entità ad essi precedente nella quale sono collocati, per cui, al fine di conferire a questa entità da lui immaginata una dignità ontologica, riesumò il concetto dell’etere, come etere cosmico



L’etere nelle visioni di Steiner non è più ciò che hanno inteso Aristotele, Cartesio, Newton, Young o Fresnel, un semplice elemento della natura fisica, a prescindere dal fatto che l’etere esista o non esiste.

Per Steiner l’etere non solo esiste, ma assume lineamenti misteriosofici ed esoterici, diventa un principio divino della formazione della materia, della vita, dell’esistenza e della condotta umana, tale da sostituire i dati in merito della scienza, della filosofia, della morale, della teologia e della fede cristiana

Immagini da Internet:
- A. Einstein
- I. Newton
- R. Steiner

[1] Fisica, Del cielo, in Opere,3, Edizioni Laterza, Bari 1987, p.247.

[2] Cf Fisica, l. IV, cc.6-9, in Opere, 3, Edizioni Laterza, Bari 1987, pp.86-99 e il Commento di San Tommaso alla fisica di Aristotele, l. IV, lect. IX-XIII, nn.494-543, Edizioni Marietti Torino-Roma 1954, pp.240-263.

[3] I princìpi della filosofia, in Opere, 3, Edizioni Laterza, Bari 1986, parte II, nn.16-18, pp.77-79.

[4] Cf Commenti all’articolo “Aristotele ancora in dialogo con le due Sorelle”, pubblicato il 9.6.2023 sulla mia Pagina Facebook: https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/ e sul mio blog il 9.6.2023 https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/06/aristotele-ancora-in-dialogo-con-le-due.html

[5] Da Wikipedia alla vice ETERE.

[6] Wikipedia, ibid.

[7] Cf Commenti all’articolo “Aristotele ancora in dialogo con le due Sorelle”, pubblicato il 9.6.2023 sulla mia Pagina Facebook: https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/ e sul mio blog il 9.6.2023 https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/06/aristotele-ancora-in-dialogo-con-le-due.html

[8] Wikipedia, ibid.

[9] Wikipedia, ibid.

[10] Cf Commenti all’articolo “Aristotele ancora in dialogo con le due Sorelle”, pubblicato il 9.6.2023 sulla mia Pagina Facebook: https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/ e sul mio blog il 9.6.2023 https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/06/aristotele-ancora-in-dialogo-con-le-due.html

[11] Vedi in Wikipedia l’esposizione del pensiero di Steiner circa i quattro tipi di etere sotto la voce ETERE.

24 commenti:

  1. La concezione dell'etere di Aristotele e' quella che si avvicina maggiormente a Steiner: quella di filosofi e scienziati moderni e' quella maggiormente distante, per esempio, quella scientifica moderna riguardante la luce e' un errore della scienza perche' la luce si espande proprio a motivo dell'etere sottostante. Ma come ho evidenziato altre volte, la scienza non ha gli strumenti idonei a "capire" gli eteri. Cosa hanno in comune Aristotele e Steiner, che non fa' gnosi, e' il fatto che sono entrambi "iniziati" alle rispettive scuole misteriche del rispettivo tempo a cui appartengono. Gli scienziati e filosofi moderni non sono degli "iniziati"per cui non hanno sviluppato la facolta' umana della chiaroveggenza, che non ha nulla a che fare con messaggi da non ben precisate Entita', ma che rimane l'unica facolta' che puo' permettere l'accesso a queste conoscenze "sovra-naturali", "sovra-sensibili". Il "vuoto" non esiste

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    1. Caro Anonimo,
      la realtà, sia materiale che spirituale e soprattutto quella divina, comporta certamente aspetti misteriosi. Così esiste un mistero della materia e un mistero dello spirito.
      La scienza e la filosofia sono qualificate per essere iniziate ai misteri della materia ovvero dei corpi. Invece la metafisica, la teologia e la fede cristiana ci iniziano ai più profondi e più elevati misteri dello spirito, che culminano nel mistero infinito della divinità.
      È chiaro che chi può iniziare alla conoscenza dei misteri è uno che già li conosce. Come avviene questa iniziazione? O che il maestro chiede fiducia al discepolo, in quanto gli rivela dei misteri che sono oggetto di fede; oppure il maestro inizia il discepolo conducendolo per un cammino per il quale il discepolo arriva a conoscere il mistero mediante la ragione.
      Il primo tipo di maestro riguarda la conoscenza di fede religiosa. E qui abbiamo l’iniziazione cristiana, per la quale il catecumeno viene iniziato ai misteri del cristianesimo, che sono misteri soprannaturali rivelati da Gesù Cristo. Invece il secondo tipo di misteri è oggetto di iniziazione filosofica, la quale conduce il discepolo ad avanzare nella conoscenza del mistero col ragionamento.
      Per quanto riguarda l’etere, per Aristotele l’etere era la materia dei corpi celeste, quindi una realtà materiale. E per questo nella storia della fisica i fisici hanno sempre affrontato la questione dell’etere, perché è di loro competenza.
      Ora, stando così le cose, io mi domando dove si colloca il pensiero di Steiner. Come ho ben chiarito da quanto ho detto sopra, i misteri possibili sono solo di due categorie. O si tratta dei misteri cristiani, rivelati da Gesù Cristo, oppure si tratta di misteri del cosmo o della natura o della spiritualità naturale angelica ed umana.
      Io non rifiuto per principio che l’uomo posso raggiungere una chiaroveggenza; tuttavia questa chiaroveggenza ha soltanto due possibili oggetti: o i misteri del creato oppure i misteri divini che ci ha rivelato Gesù Cristo.
      Ora, non è chiaro a quale livello di chiaroveggenza si pone Steiner, perché da una parte rifiuta la luce e l’iniziazione che viene dalla conoscenza del mistero cristiano, così come ci è spiegato dal magistero della Chiesa Cattolica, ma dall’altra vanta un’iniziazione relativa a misteri, che sono in contrasto o superiori nei confronti dei misteri del cristianesimo.
      Dunque, che cosa devo concludere? Che Steiner, a parte alcune intuizioni senza dubbio valide, di carattere filosofico-religioso, ci spaccia per realtà misterica il frutto della sua immaginazione. Inoltre non ha rispetto per la scienza sperimentale.

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    2. Steiner in nulla contraddice alla rivelazione Cristiana sul Logos, Cristo ecc .Per quanto riguarda la moderna scienza sperimentale ne ha profondo rispetto perche' la ritiene necessaria in questo momento evolutivo dell'essere umano, ne puo' risultare una sua "apparente sconfessione" ma sempre motivata e solo in alcuni ristretti ambiti, quelli in cui la ricerca scientifica non possiede gli strumenti adeguati a questo tipo di conoscenza della "sovra-natura"

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    3. Il livello di "chiaroveggenza" di cui lei giustamente chiede spiegazioni riguardo a Steiner e' il medesimo di un Aristotele, Platone, Socrate solo che inserito e contestualizzato in epoche storiche ed evolutive umane differenti

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    4. Certo, Steiner tratta sia dei "misteri Cristiani" che "cosmici" che delle "gerarchie"

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    5. E i "misteri del creato": origine della materia, della Terra ecc..

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    6. Per Steiner sia la "materia inanimata" che "animata" hanno origine dallo spirito. Il cervello umano non crea i pensieri ma e' "veicolo materiale attraverso il sistema nervoso" attraverso cui fluisce il pensiero, lo spirito.

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    7. La conoscenza dei misteri iniziatici non avviene per via intellettuale razionale ma recuperando attraverso la presenza di un "maestro" "ierofante" l'antica facolta' umana che nel corso del tempo e' andata persa della "chiaroveggenza", la visione dei misteri avviene con la parte animico spirituale dell'uomo e non attraverso i sensi ordinari. In sintesi viene prodotto un allentamento della connessione animico spirituale dell'uomo da quella fisica materiale

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    8. E' naturale che per giungere a cio' e' necessaria una intensissima preparazione di purificazione da tutte le passioni oltreche' di una rigorosissima selezione di coloro che possono giungere a tali pratiche

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    9. Caro Gianlub,
      le avevo già notificato la mia decisione di cessare la conversazione con lei, considerando il fatto che lei, invece di tener conto delle mie confutazioni, ripete le sue tesi come se io nulla avessi detto. Il che significa evidentemente che lei non tiene conto delle mie risposte e d’altra parte non si rende conto che è inutile che lei ripeta ciò che le ho già confutato.
      Ad ogni modo, per dimostrale la mia benevolenza, ribadisco il succo di tutto il discorso, e cioè che la cosiddetta chiaroveggenza di Steiner è in disaccordo sia con alcuni dati della dottrina cristiana ed altri dati dell’autentico sapere filosofico e scientifico. Il che non toglie che io non riconosca allo Steiner indubbi meriti nel campo sociale, civile e dell’educazione.

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  2. Siamo nell'ambito della new-age , del solito presupposto che vuole una particolare predisposizione riservata agli iniziati , per comprendere efficacemente la natura. Ovviamente niente di tutto ciò è necessario. La storia della scienza , le stesse formulazioni matematiche , riflettono le concezioni "a priori" degli autori , anche se l'illuminismo alla "superquark" tende a negarlo. L'universo si espande ? Ci sono diverse teorie. Lo spostamento verso il rosso della radiazione può essere spiegato anche in altri modi rispetto alla concezione dominante, senza bisogno di ricorrere all'esoterismo.

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    1. Colui proprio che avversa il materialismo e la New Age e' proprio Steiner, di cui lei ha una conoscenza superficiale se non nulla. E' necessario fare chiarezza sulla "chiaroveggenza", che non e' come dite voi, una specie di "beneficio" concesso a pochi. E' una facolta' presente nell'uomo dagli albori della sua presenza terrena e che e' andata gradualmente scomparendo sia per l'azione delle forze ostacolatrici arimaniche sia per la sempre maggiore "aderenza"dei "corpi sottili umani" alla materia del corpo fisico. E' rimasta questa facolta'umana a poche persone , appunto gli "iniziati", tra cui Aristotele

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    2. Aristotele, Steiner non hanno nulla a che fare con la New Age. Semplicemente i mezzi a disposizione della scienza non sono adeguati a questo tipo di indagini di "sovra-natura", perche' di questo si tratta. Solo una "visione chiaroveggente" di cui erano in possesso Aristotele, ma anche Platone, Socrate ecc. Possono chiarire la questione etere

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    3. No, qui non si tratta di "comprendere la natura", ma la "sovra-natura", non confonda i due piani

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    4. Caro Angheran,
      sono d’accordo nella sua analisi.
      Nella storia della cultura e delle religioni sono sempre esistiti dei soggetti che si sono presentati come in possesso di un sapere superiore di tipo esoterico ed iniziatico.
      Ora, il problema che c’è sempre stato da parte della gente ragionevole, che è venuta a contatto con questi personaggi, è stato quello di chiedersi se credere o non credere a questi personaggi. Spesso si sono imposti approfittando della credulità popolare.
      Tra questi personaggi, che hanno suscitato stupore, meraviglia, interesse e anche contrasti, c’è stato Gesù Cristo, il quale ha saputo rendersi credibile con i suoi miracoli e la sua testimonianza di vita, anche se ci ha rivelato dei misteri che a tutta prima sembrano conturbanti, come per esempio lo scandalo della sua croce o il mangiare la sua carne. Tuttavia, ad un esame più attento, ci si è accorti della grande sapienza che si nasconde dietro a questi insegnamenti.
      Ora, fenomeni come New Age o la dottrina di Steiner o certe dottrine induistiche oppure gli antichi misteri pagani o i discorsi sugli extraterrestri, sono cose che agli occhi di una persona ragionevole suscitano un istintivo moto di diffidenza o di ripugnanza, perché i misteri autentici che ci vengono da Dio o dai veri maestri sono sì al di sopra della ragione, ma nel contempo si mostrano come cose conformi alla nostra stessa ragione.

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    5. Caro Gianlub,
      le avevo già notificato la mia decisione di cessare la conversazione con lei, considerando il fatto che lei, invece di tener conto delle mie confutazioni, ripete le sue tesi come se io nulla avessi detto. Il che significa evidentemente che lei non tiene conto delle mie risposte e d’altra parte non si rende conto che è inutile che lei ripeta ciò che le ho già confutato.
      Ad ogni modo, per dimostrale la mia benevolenza, ribadisco il succo di tutto il discorso, e cioè che la cosiddetta chiaroveggenza di Steiner è in disaccordo sia con alcuni dati della dottrina cristiana ed altri dati dell’autentico sapere filosofico e scientifico. Il che non toglie che io non riconosca allo Steiner indubbi meriti nel campo sociale, civile e dell’educazione.

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    6. Anche lei non tiene conto quanto da me affermato. E' comprensibile la sua posizione anche perche' e', il risultato di una sostanziale mentalita' positivista e per certi tratti anche materialista perche' non crede che un Aristotele o un Platone siano arrivati a tali vette di conoscenza attraverso la "chiaroveggenza" e non un processo intellettivo e razionale

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    7. Caro Gianlub,
      le ho già spiegato che il suo concetto di chiaroveggenza è inaccettabile, perché l’oggetto di una chiaroveggenza elevato al massimo livello, sono i misteri che ci ha rivelato Nostro Signore Gesù Cristo.
      Ammettere quindi una chiaroveggenza che contrasti a quanto la Chiesa ci insegna circa questi misteri, vuol dire ammettere una falsa chiaroveggenza.
      Io non sono affatto né positivista né materialista, ma ammetto il primato dello spirito sulla materia. Aristotele e Platone hanno riconosciuto questo primato, ma il volerli presentare come degli gnostici capaci di una conoscenza superiore a quella che ci viene da Cristo, vuol dire bestemmiare Cristo.
      Gesù Cristo è Figlio Unigenito di Dio e non esiste una chiaroveggenza che veda in un modo migliore di quanto ha visto Cristo il Mistero di Dio.
      E’ la terza volta che le sto dicendo queste cose. Se torna a ripeterle non replicherò più, perché è evidente che lei è un presuntuoso ostinato.

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    8. Ubi maior minor cessat , non ci sarebbe ovviamente bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma giusto per ricordare quanto siano patetici i tentativi di rivendicare una possibile accettazione delle dottrine steineriane in ambito cattolico basti ricordare che :

      "La sua attività si pose spesso strutturalmente in contrasto con la Chiesa cattolica: accusò i Concilii di Nicea e di Costantinopoli d'esser responsabili della decadenza spirituale dell'Occidente per aver rifiutato la reincarnazione e la tripartizione soma-psiche-nous.

      Steiner, inoltre, individua due Gesù: un Gesù «Salomone» ed un Gesù «Nathan», diversi eppure misteriosamente fusi in uno solo al momento della disputa coi dottori del tempio e del Battesimo nel fiume Giordano. Quest'unico Gesù sarebbe stato così evoluto da poter ricevere in sé il Cristo, che, al momento della crocifissione, avrebbe lasciato il suo corpo e sarebbe divenuto lo spirito della Terra, nonché il corpo fisico ed eterico degli uomini (..)"

      https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6596

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    9. Caro Angheran,
      L’atteggiamento di Steiner è quello di un esaltato e di un visionario, che presume di essere in possesso di un sapere superiore a quello stesso di Gesù Cristo, che ci è interpretato dalla Chiesa.
      È il tipico atteggiamento dello gnostico, del quale più volte ci ha parlato Papa Francesco.
      Come sappiamo, lo gnosticismo sorse già fin dai primi secoli della Chiesa e oggi ha assunto proporzioni mostruose. Con la sua finta spiritualità e il suo atteggiamento oracolare, che suscita una forte impressione sugli sprovveduti e su coloro che vorrebbero scuriosare indiscretamente su realtà misteriose, attirano queste povere anime, le quali, a loro volta, credono di essere iniziate a chissà quali misteri, che in realtà sono il frutto dell’immaginazione morbosa e della mania di grandezza di falsi maestri, che danno per vero ciò a cui essi stessi per primi non credono.

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  3. Tema molto interessante P. Cavalcoli, la questione dell'etere non è di poco conto perchè , a partire dal XIX secolo essa pretende di essere considerata come un pilastro della scienza moderna, secondo la concezione ricordata nei commenti:
    L'esperimento di Michelson e Morley mostrò invece che tali differenze non si osservano. La velocità della luce risulta sempre la stessa, indipendentemente dallo stato di moto della Terra. Questo non dimostra che non esiste un etere tout court, ma dimostra che non esiste un etere luminifero come quello ipotizzato»

    In realtà l'esperimento di Michelson (un guardiamarina) e Morley, se analizzato attentamente, non costituisce una prova decisiva a causa della disposizione sperimentale dell'epoca e dei presupposti di misura , mantenuti anche negli esperimenti successivi. Il tutto poi è stato posto alla base della concezione einsteniana di velocità della luce costante in tutte le direzioni e quindi al fondamento della teoria della relatività. Esistono comunque svariati autori (fisici non esoteristi) che mettono in dubbio sia le conclusioni dell'esperimento MM dell'epoca sia quelle einsteniane. Un esempio pratico è il funzionamento del giroscopio ottico in uso sugli aerei.

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    1. Caro Angheran,
      la ringrazio di questo suo contributo in una materia scientifica circa la quale, lo confesso, non mi ritengo competente e che tuttavia ho voluto con modestia trattare, perché connessa con alcune nozioni di cosmologia e di metafisica, come per esempio la nozione di materia e forma, di sostanza ed accidenti, di cause e di fini, di natura o essenza, di materia ed energia, di rapporto spazio-tempo e di movimento, nozioni, le quali giocano non solo nel campo della fisica, ma anche nel campo della antropologia, della tecnologia e della morale.
      Basti pensare alla distinzione antropologica tra anima e corpo e tra le attività spirituali e materiali della persona umana.

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  4. Grazie Padre ,
    L' accenno alla critica all'esperimento MM , antirelativistica , voleva essere più che altro un riferimento "storico" . L'establishment scientifico tende a considerare assoluti dei presupposti che sono in realtà spesso viziati da assunzioni filosofiche nascoste e portate avanti per semplice opportunità.. Questo tipo di divulgazione scientifica (razionalista) è l'unica ammessa , riceve premi e riconoscimenti e si premura di dare la caccia a qualunque visione alternativa. Razionalismo ed esoterismo, falsi antagonisti , accomunati dallo scandalo per l'Incarnazione, negano la possibilità per l'uomo di una comprensione dell'universo finalmente amica , nella quale sia comprensibile l'immagine della Creazione e il ruolo che ne deriva per l'umanità.

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    1. Caro Angheran,
      la ringrazio per queste delucidazioni e ho piacere di vedere confermate le mie affermazioni, cosa che per me è segno di avere attinto a buone fonti di informazione, dato che qui ho toccato una materia che non è di mia competenza, per cui mi sono fidato degli esperti.

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