Il Papa e Gesù Cristo come nostri maestri

Il Papa e Gesù Cristo come nostri maestri

Gesù Cristo ci comunica i suoi insegnamenti sia nelle sue stesse parole riportate dal Vangelo, sia per mezzo del Papa, da Cristo autorizzato ed incaricato ad essere interprete del suo insegnamento sotto l’assistenza dello Spirito Santo. Il Papa ci spiega e ci chiarisce che cosa ha inteso dire  Cristo quando certe sue parole non ci sono chiare o ci fanno difficoltà o potrebbero da noi essere fraintese. Egli inoltre ci mette in guardia contro le falsificazioni della Parola di Dio, contro i «falsi cristi» e, quindi, in modo speciale, contro l’Anticristo. 

Non ci può essere quindi inganno più grave del demonio che presentarci il Papa come Anticristo, inganno del quale, come sappiamo, fu vittima Lutero e con lui tutti gli eretici. Non vi è infatti eretico che non nutra odio per il Papa. Ed anche oggi, purtroppo, sentiamo qua e là lanciare questa orribile ed empia accusa contro Papa Francesco, proprio da alcuni che si dicono cattolici, quando gli stessi protestanti hanno rinunciato a un linguaggio così offensivo. Temo però che alcuni di essi guardino benevolmente a Papa Francesco perchè si mostra troppo indulgente e quasi ammirato nei loro riguardi.

Noi cattolici disponiamo di due documenti scritti come fonti originarie della verità cattolica: il Vangelo e il magistero pontificio, espressione e codificazione viva della Tradizione apostolica. Ma il magistero è venuto formandosi e ad accrescersi da S.Pietro al Papa attuale con la messa per iscritto degli insegnamenti orali dei Sommi Pontefici e dei Concili, i quali, oltre a spiegarci le parole del Signore, hanno accolto e riconosciuto come veraci e fonti di Rivelazione i documenti della tradizione orale degli apostoli, successivamente spiegata, commentata e sviluppata dai Padri,  dai Dottori e dai Santi. 

Da questo ricco patrimonio dottrinale i Papi lungo i secoli fino ad oggi, con l’aiuto dei Concili e l’assistenza dello Spirito Santo, hanno via via attinto, ricavato e determinato i punti principali e fondamentali della divina Rivelazione ovvero Parola di Dio uscita dalla bocca di Cristo e registrata nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione apostolica.

 Questi punti fondamentali, che riassumono in sostanziosi concetti e brevi espressioni le verità fondamentali della fede cristiana, sono stati elaborati e fissati per sempre sin dal primo-secondo secolo partendo dall’Antico Testamento e  con l’aiuto del Nuovo Testamento e costituiscono gli articoli di fede raccolti nel Simbolo della fede o Credo

Invece quelle verità di fede che sono state chiarite o esplicitate dai Papi nei secoli successivi fino ad oggi e da loro definite e formulate definitivamente ed infallibilmente con l’assistenza dello Spirito Santo da soli o in un Concilio in concetti immutabili, costituiscono i dogmi della fede, da credersi con fede divina da parte di tutti i credenti.  

L’insegnamento del Papa è infallibile e irreformabile solo quando nel suo magistero ordinario o straordinario, semplice o solenne, quotidiano od occasionale è un vero insegnamento, ossia non si tratta di una battuta occasionale  o di un’esternazione a braccio o di un discorso improvvisato o di uno slogan o di un moto impulsivo o di un’opinione soggettiva, ma si tratta di una proposizione ben pensata, ponderata e meditata, dal significato inequivocabile. espressa con linguaggio adatto, appropriato e preciso, concernente materia di fede o di morale

E allora possono darsi due casi: o l’insegnamento di un nuovo dogma della fede, e allora il Papa pronuncia solennemente, eventualmente in un Concilio, una definizione dogmatica, oppure si dà l’insegnamento di dogmi già definiti o di una dottrina di fede tradizionale. Tale insegnamento è impartito tutti i giorni dalla Chiesa, ossia dall’episcopato sparso per il mondo in comunione e sotto la guida di Pietro. Lo stesso popolo di Dio, come dice il Concilio, è infallibile nel credere, quando in unione con i pastori, professa la propria fede soprattutto nel momento della liturgia.

Siccome dunque il Papa nei suoi discorsi non è sempre infallibile, può capitare che egli, non nei documenti di più alto livello, ma  nelle omelie o nelle udienze o nelle interviste in aereo, o per desiderio di novità o di successo o per non contrariare qualche potente o per accondiscendere agli adulatori o perché frastornato da filosofie profane o da esegeti inaffidabili o per limiti della sua intelligenza o perché non sa eprimersi, non sia conforme al Vangelo o alla Tradizione o al magistero pontificio precedente.

Per questo il fedele, anch’egli assistito dallo Spirito Santo, ben formato nella dottrina cattolica, deve seguire con fiducia i discorsi del Papa, perché solitamente contengono insegnamenti tradizionali saggi ed utili; ma nel contempo deve essere vigilante, perché, confrontando le parole del Papa con i detti di Cristo o col magistero precedente o con quello dei buoni teologi ed esegeti, può accorgersi di una dissonanza: nel qual caso è chiara quale dev’essere la sua scelta. Potrebbe dire ciò che Aristotele disse del suo maestro Platone: «amicus Plato, sed magis amica veritas».

Occorre però evitare l’errore di Lutero di voler valutare l’insegnamento dei Papi solo rifacendosi sempre e solo direttamente alla Scrittura ed all’esegesi biblica, respingendo la Tradizione, nella convinzione di essere sempre illuminati dallo Spirito Santo, considerando la propria coscienza come regola assoluta della verità.
Questa convinzione di essere sempre illuminati da Dio è frutto della superbia ed espone ad essere ingannati dalle più pericolose menzogne del demonio, proprio come lo dimostrano la teologia e la vita di Lutero, la cui vantata lotta e vittoria contro il demonio identificato nel Dio del Papa, si risolse nel rendersi scellerato strumento del demonio.

Quanto ai modernisti, sembrerebbero essere loro i più fedeli a Papa Francesco. Si dichiarano amici e fans del Papa. Alcuni di essi sono considerati dai mass-media «stretti collaboratori» del Papa. Alcuni ritengono che i modernisti  considerino il Papa infallibile in tutto. Ora è vero che sono entusiasti di lui, fino al fanatismo: lo considerano un Papa profetico, iniziatore di una «svolta epocale», Papa rivoluzionario, leader della sinistra internazionale, trasformatore del mondo, autore del «nuovo paradigma», il Papa della misericordia, della pace e della libertà. 

Ora invece dobbiamo ricordare che in realtà i modernisti non credono affatto nell’infallibilità pontificia, perché non credono nell’essenza soprannaturale del carisma petrino e, più in radice, non credono nell’immutabilità della verità. In realtà apprezzano di Papa Francesco solo quanto garba a loro, ossia per quanto in lui sembra a loro andar d’accordo col modernismo. 

Ma lasciate che Francesco testimoni anche minimamente a favore di certi dogmi per o per certi valori tradizionali – pensiamo per esempio all’inferno o al demonio o all’indissolubilità del matrimonio o alla condanna dell’eutanasia, dell’aborto e della sodomia -, e li vedrete immediatamente starnazzare o ignorarlo o contraddirlo o addirittura insultarlo, come hanno fatto con gli ultimi degnissimi Papi a lui precedenti.

Questa finta devozione per Francesco mi pare ancor più abominevole dell’antipapismo di Lutero. Il nemico aperto è meno peggio del finto amico, perché almeno con quello sai con chi hai a che fare, chè invece con i finti amici confidiamo in chi ci pugnala alla schiena. A ragione dunque recita il proverbio «dagli amici mi guardi Dio, chè dai nemici mi guardo io».

Occorre essere molto prudenti e modesti nei giudizi sugli insegnamenti del Papa. La prima cosa da fare è tentare un’interpretazione benevola, guardando al contesto e sforzandosi di capire il modo di esprimersi del Papa. Se la cosa non riesce, è bene passar sopra e raccogliere il positivo. Non è bene tentare di accomodare quando l’errore è manifesto, facendo dire al Papa quello che non dice.
Occorre inoltre saper apprezzare il progressismo di Papa Francesco, perché riflette l’impostazione progressista del Concilio. Per questo, quando parla di libertà religiosa o di ecumenismo o di dialogo interreligioso o col mondo, bisogna evitare di citare in contrario certe posizioni del magistero preconciliare, come per esempio quella del Beato Pio IX o di S.Pio X o di Pio XI, quasi che Francesco entri in conflitto con un magistero che si suppone immutabile o insuperabile.  Bisogna convincersi che il Concilio accresce ed esplicita l’insegnamento di quei Papi senza affatto contraddirli o smentirli. 

È vero d’altra parte che Francesco su questi temi ha una pastorale che ricorda il modernismo e il rahnerismo, e sembra improntata a liberalismo, relativismo, buonismo, orizzontalismo e secolarismo, o influenzato dall’ideologia massonica o marxista o dall’eresia luterana. 

Dico  «sembra», ma non dico che effettivamente sia così, perché sarebbe troppo grave in un Papa, per cui non è possibile che Francesco, assistito com’è dallo Spirito Santo, sia così sprovveduto, influenzabile, ingenuo o stolto da lasciarsi sedurre da quegli abominevoli errori. È vero che modernisti, massoni, luterani, islamici, comunisti, ebrei, atei, sodomiti ed immorali gli stanno attorno e fanno grandi elogi qualificandolo  come il primo Papa della storia che ha capito che cosa è il progresso, il dialogo e la libertà. 

Un difetto di Francesco è quello di lasciarsi strumentalizzare. Non si preoccupa di smentire le interpretazioni strumentali ed interessate, che lo presentano per quello che in fondo non è e non può essere come Papa, Vicario di Cristo. In tal modo, mentre i modernisti gongolanti e fieri lo credono dalla loro parte, molti cattolici, forse troppo proni al sospetto, restano addolorati, sdegnati, turbati o scandalizzati.

In conclusione, il segreto per capire il mistero del rapporto del magistero di Papa Francesco con quello di Cristo è quello di salire da Francesco a Cristo e discendere da Cristo a Francesco: Francesco ci spiega Cristo e ci innalza verso Cristo, mentre dall’alto della Parola di Cristo possiamo giudicare la parola di Francesco. Considerando Cristo, verifichiamo e ci accorgiamo di come Francesco ci conduce a Cristo. Non scandalizziamoci di Francesco, se non vogliamo scandalizzarci di Cristo.

P.Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 27 settembre 2019




1 commento:

  1. Rev. Padre,

    io avrei titolato diversamente: Gesù Cristo e il Papa, quale suo Vicario, i nostri maestri

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