Dibattito sulla questione degli extraterrestri - 1

 Dibattito sulla questione degli extraterrestri - 1

Mi è gradito pubblicare gli interventi di alcuni Lettori-Amici di Facebook, con relative mie risposte, circa la questione dell’eventuale esistenza di viventi razionali extraterrestri.

 

C.C.

Gli UFO sono più un problema degli scientisti illudenti che dei teologi: questi possono starsene tranquilli e, anziché brandire la Genesi contro Darwin, possono starsene a guardare la faccia contrariata di certi scientisti che, dopo aver azzardato cifre sul numero di civiltà aliene che ci sarebbero nella sola nostra Galassia, sono sempre più delusi man mano che scoprono l'allungarsi del nostro raggio di solitudine.

http://www.xamici.org/j/RaggioDiSolitudine.htm - XAMICI.ORG

Potremmo calcolare il nostro RAGGIO DI SOLITUDINE nell'universo?

Potremmo calcolare il nostro RAGGIO DI SOLITUDINE nell'universo?

 

L.B.

Le osservazioni contenute nel link da lei postato (che condivido) riguardano le scarse se non nulle possibilità di mettersi in relazione con esseri intelligenti alieni a causa della vastità non la loro esistenza. Il fatto che non potremo mai conoscerne l'esistenza non vuol dire che non esistano. Non siamo idealisti hegeliani per cui ciò che non è pensato non esiste.

 

C.C.

Il metodo della conoscenza è imposto dall'oggetto; se un oggetto non comunica la sua esistenza attraverso sensibilità fisica o attraverso un modello matematico predittivo certo (come fu per il bosone di Higgs) è fantasia da “Odissea nello spazio” (o atto di fede) ipotizzarne l'esistenza, e sarebbe inganno quando se ne ammantasse l'esistenza con argomentazioni pseudoscientifiche.

Lei crede nel multiverso? Io no oggi, perché non ne abbiamo alcuna comunicazione fisica e perché i modelli matematici che lo ipotizzano sono credibili solo perché qualcuno millanta che basti la bellezza della loro simmetria per crederli affidabili.

Non capisco la logica della affermazione «Il fatto che non potremo mai conoscerne l'esistenza non vuol dire che non esistano»: questo frasario si può usare per le verità di fede, ma qui stiamo parlando di fisica. L'esistenza di un oggetto fisico si conosce solo attraverso i due suddetti metodi: se nemmeno il metodo matematico predittivo certo è in grado di supplire alla mancanza di riscontro sperimentale, di che “esistenza” stiamo parlando, dell'iperuranio?

Nulla vieta che fra qualche anno si affacci alla nostra Terra un messaggio intelligente inviato da qualche civiltà aliena; nulla vieta che fra qualche anno si arrivi a formalizzare un modello matematico predittivo certo (non semplicemente probabilistico) della esistenza di civiltà aliene; ma finora ... questo “nulla vieta” ha la stessa potenza del “nulla vieta che si possa far galoppare la fantasia”.

Il fatto che io e Lei siamo QUI ORA a parlarci pur se via facebook, è un miracolo dal punto di vista probabilistico rispetto agli ordini di grandezza suddetti.: questo non lo dico da me, uso le parole di un fisico di fama internazionale come José Gómez Cadenas, spagnolo, 61 anni, dirige l’esperimento Next sui neutrini al LSC, il laboratorio sotterraneo di Canfranc, nei Pirenei iberici. Cadenas ha lavorato in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, passando anche per il Cern di Ginevra, portando avanti i suoi studi di Fisica delle particelle. Non è un credente. Dice così: «Si può dire – posizione nichilista – che nulla ha senso, che l’uomo non conta nulla, è parte di una specie irrilevante in un mondo irrilevante, e così via. Oppure si può guardare alla possibilità che lei ed io siamo QUI, ORA, a parlare: se la prospettiva è la storia dell’universo, con tutte le variabili che ci sono in gioco, la PROBABILITA' è ZERO. Ma allora perché siamo qua? È un MIRACOLO. Miracolo di Dio? Io non lo so, non penso. Ma mi sento incredibilmente fortunato»

Cercando in Google “il miracolo di esserci” potrebbe trovare il link all'intervista completa.

 

G.D.

Al di là di tutte le considerazioni di ordine teologico, mi sembra assurdo che nell'universo non ci siano creature che abbiano raggiunto lo stesso livello dell'essere umano.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.D., oggi la scienza mostra particolare interesse relativamente al problema se in altri pianeti esistano esseri pensanti simili a noi. Tuttavia capita che, nel formulare l’ipotesi dell’esistenza di simili soggetti, la configurazione di tali soggetti viene elaborata in maniera tale che il concetto che viene proposto sembra essere contradditorio.

Infatti immaginare gli alieni come fossero dei soggetti corporei intelligenti, che però non sono uomini, ma simili a noi uomini, che quindi hanno simultaneamente la nostra umana perchè sono intelligenti, ma non ce l'hanno perchè hanno solo una natura simile, provoca una contraddizione. Che cosa sono, dunque?

Due cose o sono identiche o sono diverse. Non possono essere ad un tempo identiche e diverse. Allora, questi alieni, o hanno la nostra stessa natura o ne hanno una simile. Se l'hanno identica sono uomini; se non l'hanno non sono uomini.

Se comunicano con noi devono avere la nostra stessa natura.

La similitudine è tra due cose diverse. Ci possono essere due diverse intelligenze, ma non due specie di intelligenza tra di loro simili. L'intelligenza umana ha un'essenza univoca perché è la differenza del genere intelligenza.

 

G.P.

Padre Cavalcoli, lei ha approfondito se ci possano essere “altri esseri umani” su altri pianeti, riferendosi ad eventuali migrazioni del genere umano. La domanda della NASA invece allude ad eventuali altre vite coscienti di genere diverso dal genere umano. Nel suo commento Giorgio Drudi ha indicato degli approfondimenti da lui trovati che risultano pertinenti: nei quali venivano infatti ipotizzate “infinite ipostasi” ossia “infinite incarnazioni del Verbo”, quale ovvia conseguenza della necessità di redimere le colpe scaturenti dalla imperfezione di eventuali altre forme creaturali coscienti. Tale approfondimento risulterebbe dunque pertinente con la domanda della NASA.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.P., tenga presente che i viventi corporei dotati di coscienza sono gli esseri umani. Quindi non possono esistere viventi di quel tipo, che siano di altro genere rispetto alla persona umana. Il vivente corporeo cosciente è l'uomo. Il concepire un vivente cosciente, che non sia uomo, è quindi una contraddizione. Pertanto la domanda posta dalla NASA è viziata in partenza da questo tipo di contraddizione.

 

L.B.

E perché mai dovremmo escludere che esistano specie diverse da quella umana (un DNA diverso) eppure dotate di intelletto raziocinante. Magari su un esopianeta a 10 miliardi di anni di luce di cui quindi non sapremo mai neppure l'esistenza? Perché Dio non potrebbe approntare un percorso di redenzione anche per loro?

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro L.B., ho già risposto alle sue domande, in questo e nel recente articolo pubblicato. Considerando l'Onnipotenza di Dio, Dio potrebbe aver creato in un altro pianeta o in un altro universo un'altra umanità. Solo che il pensiero di questo genere è proibito dalla fede, la quale ci dice che l'unica umanità esistente è quella che si trova su questa terra. Oppure bisognerebbe ipotizzare che un gruppo di uomini sia partito dalla terra e abbia raggiunto un altro pianeta. Come avrebbero fatto?

 

L.B.

Questo lo esclude il buon senso e la scienza. La terra ha circa 4 miliardi di anni ed è diventata abitabile meno di un miliardo di anni fa. Per raggiungere pianeti posti al confine oggi conosciuto dell'universo ci vorrebbero 12 miliardi di anni. Quindi una colonizzazione non è ipotizzabile. Concordo che la specie umana sia unica ma non possiamo escludere che esistano su pianeti non raggiungibili dall'uomo altre specie non umane ma intelligenti per le quali il buon Dio nel suo amore abbia approntato un percorso di salvezza.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro L.B., ho già spiegato nei miei due articoli che immaginare un soggetto vivente intelligente e corporeo, che non sia un uomo, non ha senso, è un concetto contradditorio e quindi è un ente che non può esistere, per cui non può neppure essere creato e non può essere un prodotto dell'Onnipotenza divina, perchè Dio non può creare degli enti che non possono esistere. Da un punto di vista metafisico, Dio potrebbe, se volesse, creare o aver creato in altri pianeti degli altri soggetti umani, magari con una configurazione fisica diversissima dalla nostra. Qui la ragione si ferma. Ci sono o non ci sono? A questo punto interviene la fede, la quale ci dice che in realtà l'unica umanità esistente è quella che vive su questa terra, per cui, volendo ipotizzare la presenza dell'uomo in un altro pianeta, siamo obbligati a ritenere che vi sia giunto partendo dalla terra. Altra ipotesi razionalmente possibile, è quella poligenista, che consiste nel fatto ipotetico che Dio abbia creato un'umanità su un pianeta e un'altra su un altro pianeta. Sennonché qui la fede non ci dà il nulla osta, perchè di fatto la fede ci dice che l'umanità ha avuto origine su questa terra, è stata infettata dal peccato originale, il quale si è diffuso in tutta l'umanità. Se invece ci fosse stato il poligenismo, ammettendo il fatto del peccato originale commesso su questa terra, ne verrebbe che nell'altro pianeta gli abitanti sarebbero esenti dal peccato originale. E anche questo è contro la fede, perchè tutta l'umanità è stata contaminata dal peccato originale. Per quanto riguarda l'opera della Redenzione, Gesù Cristo è il Salvatore di tutta l'umanità. Alcuni fanno l'ipotesi che Gesù abbia salvato sia noi sulla terra che abitanti di altri pianeti. Ma anche questa ipotesi è contraria alla fede, perchè supporrebbe il poligenismo. Un'ultima considerazione: questo universo stupendo e sconfinato sarebbe stato tutto a nostra disposizione, se i nostri Progenitori non avessere peccato. Tuttavia, non tutto è perduto, perchè Nostro Signore Gesù Cristo ci dà la possibilità di recuperare quelle forze meravigliose che avevamo ricevuto per la conquista totale dell'universo, per cui il progresso della scienza costituisce nei secoli il cammino del ritorno alla perfezione originale, mentre per giunta le promesse del Signore Risorto ci garantiscono di poter costruire un nuovo mondo, che è il mondo dei risorti in cieli e terra nuovi.

 

L.B.

Continuo a non capire perché sarebbe contraddittorio un soggetto vivente intelligente e corporeo che non sia un uomo. Chi siamo noi per mettere limiti alla fantasia creatrice di Dio?

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro L.B., in questa questione della natura dell'alieno, l'onnipotenza divina non c'entra niente. La questione è quella di definire quale sarebbe la natura dell'alieno. Ora, stando alle stesse parole degli alienisti, l'alieno dovrebbe essere un soggetto intelligente corporeo. Però non dovrebbe essere un uomo, ma dovrebbe possedere una natura simile alla natura umana. Ora, qui c'è un vizio logico, perchè si confonde l'identico col simile. Ora, la natura umana è un'essenza univoca. Invece il simile è un predicato che appartiene alle nozioni analogiche. Per esempio, una nozione analogica è quella della vita, la quale comporta molte forme simili tra di loro, come la vita vegetativa, la vita sensitiva, la vita razionale, la vita angelica e la vita divina. Invece, il concetto univoco è la differenza specifica di un genere. Per esempio l'intelligenza incorporata, che è l'uomo, è la differenza del genere intelligenza creata. L'altra differenza specifica è quella dell'angelo, che è una intelligenza incorporea. In conclusione, l'intelligenza incorporata è un concetto univoco e non analogico, per cui non possono esistere due essenze intellettuali simili tra di loro. Ma, l'intelligenza incorporata è identica in tutti i soggetti di questa intelligenza. Il che vuol dire che la natura umana è una sola, identica in tutti gli individui. A questo punto possiamo fare un'ipotesi proprio in relazione all'onnipotenza divina e dire che, se Dio avesse voluto, poteva creare un'altra umanità in un altro pianeta. Tuttavia questa ipotesi si rivela impossibile, non dal punto di vista della ragione, ma dal punto di vista della fede cristiana, perchè contrasta con il fatto della trasmissione per generazione da Adamo ed Eva del peccato originale. Il Padre ha voluto che l'umanità sia una cosa sola nel suo Figlio Gesù Cristo.

 

L.B.

Colgo il senso del ragionamento ma non lo condivido. La categoria di essere corporeo pensante e quella di essere umano non coincidono univocamente. Non vedo motivi metafisici per escludere che esistano esseri intelligenti corporei con un DNA differente dal nostro e quindi fattezze e caratteristiche totalmente differenti da noi seppur non puri spiriti.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro L.B., innanzitutto ti ricordo che la definizione dell’essere umano è “animale razionale”, il che vuol dire che l’uomo è una sostanza vivente composta di corpo e anima razionale. Razionale vuol dire che l’intelligenza umana conosce la realtà astrattivamente, ossia la conoscenza umana parte, come quella degli animali, dal contatto sensibile con le cose materiali, ma il possesso dell’intelletto consente all’uomo di formare un concetto astratto della realtà. A questo punto interviene la ragione, che consiste nel potere che abbiamo di collegare concetti e giudizi, formando il ragionamento. Da quanto detto tu comprendi che la ragione non può fare a meno dell’uso dei sensi.

Esiste anche un vivente incorporeo, che possiede l’intelletto, ma non la ragione, perché, come abbiamo detto la ragione suppone il corpo. Questo vivente, puramente spirituale, è l’angelo.

L’animale si definisce come un vivente dotato di sola conoscenza sensitiva, in quanto l’animale non possiede la ragione, cioè non è animato da un’anima razionale o spirituale. Tu capisci da questo che non è possibile che esista un essere vivente, dotato di anima razionale e di corpo, che non sia un uomo.

Per quanto riguarda il DNA, il DNA umano ha caratteristiche diverse dal DNA dell’animale. A questo punto è chiaro che un vivente che possiede un DNA umano è un uomo. Stando così le cose, non è possibile che esista un essere intelligente corporeo con un DNA diverso dal nostro.

 

G.V.

All'Onnipotenza di Dio non sta a noi mettere limiti. E comunque nulla cambia per quanto concerne noi e il messaggio salvifico che ci riguarda.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.V., non si tratta di porre limiti all'onnipotenza divina, ma il fatto è che i sostenitori degli extraterrestri si trovano davanti ad una alternativa i cui termini sono entrambi inaccettabili. Alcuni sostengono l'esistenza di viventi corporei intelligenti, che non sarebbero uomini, ma questo è contradditorio, perchè per definizione l'uomo è un vivente razionale. Altri sostengono che sarebbero esseri umani, ma creati da Dio a parte dell'umanità vivente su questa terra. Questo principio poligenistico è escluso da Pio XII, perchè è in contraddizione con la trasmissione per generazione del peccato originale. Quindi, come lei vede, qui l'onnipotenza divina non c'entra per niente.

 

G.V.

A mio avviso c'entra, caro padre. L'Onnipotenza di Dio sappiamo che è imperscrutabile perché Iddio stesso è imperscrutabile e sfugge ad ogni umano tentativo di capirne la grandezza. Ciò che non c'entra a mio parere sono le “alternative” esposte che vorrebbero spiegare l'inspiegabile. Ma è un falso scopo (in artiglieria si punta il mirino da una parte ma l'obiettivo, il bersaglio non è quello, è un altro). Mi spiego meglio: ammettere una vita intelligente diversa dalla nostra, esistente su pianeti diversi dal nostro, intende in realtà mettere tutto in discussione l'impianto biblico. Stiamo attenti: non si discosta dalle tesi astruse di un tale chiamato Biglino (non so se ne ha sentito parlare) un personaggio molto attivo sui Social come YouTube, che gira per il Paese tenendo convegni, volti a dimostrare che Antico e Nuovo Testamento non parlano affatto di Dio bensì degli Elohim, entità extraterrestri confuse dagli antichi per divinità. Il diabolico fine di costui e di tanti altri, è quello di mettere in crisi la fede religiosa del prossimo, dello sprovveduto, perlopiù, che si avventura sul terreno molle delle congetture, pieno di trappole ideologiche. E a questo riguardo dico di stare attenti: é una mela avvelenata, un frutto che si vuole cogliere all'albero dei ragionamenti umani e temerari, dai quali è bene guardarsi. Ed allora, pur non escludendo la possibilità e lasciando ogni cosa all'Onnipotenza divina, mi astengo da formulare ipotesi a riguardo che in definitiva non sono utili al mio cammino di Fede.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.V., è verissimo che noi non possiamo perscrutare le infinite possibilità dell'Onnipotenza divina e siamo ben lontani dal conoscere tutte le infinite meraviglie dell'universo. Tuttavia ci sono delle cose che Dio non può fare, non perchè ci sia un limite alla sua Onnipotenza, perchè allora non sarebbe più Onnipotenza, ma perchè in se stesse non possono essere fatte, in quanto implicano contraddizione. Per esempio Dio non può fare un monte senza valli, oppure non può fare un cerchio quadrato. Similmente non può creare un soggetto composto di spirito e corpo, ovvero un soggetto intelligente corporeo oppure un animale razionale, che non sia uomo, perchè ciò sarebbe contradditorio e andrebbe contro il principio del terzo escluso. Vale a dire: se una sostanza vivente è razionale, questa è l'uomo. Se non è l'uomo, non è una sostanza vivente razionale. Tertium non datur. La fede non può contravvenire al principio di non contraddizione. Per quanto riguarda Biglino, non lo conosco. Sono pienamente d'accordo con lei, quando lei afferma che l'ammettere gli extraterrestri “intende in realtà mettere tutto in discussione l'impianto biblico”.

 

G.P.

Caro padre Cavalcoli, purtroppo trovo erronea questa sua identificazione: «non possono esistere soggetti razionali che non siano persone umane, perché per definizione l’uomo è un vivente razionale e quindi dovunque c’è un vivente razionale c’è un uomo.» Infatti, come lei stesso afferma, «l’uomo è UN vivente razionale» proprio perché non possiamo essere certi che sia «IL vivente razionale» in senso assoluto: in un luogo irraggiungibile dall’uomo, Dio potrebbe aver dato origine ad altre generazioni di creature viventi razionali, composte di anima e corpo, che mai avrebbero potuto interferire con la nostra generazione umana. Tuttavia possiamo immaginare che la perfezione di Dio, avendo progettato per l’incarnazione del Figlio la nostra natura, abbia quindi scelto definitivamente e per ogni altra generazione le stesse caratteristiche (ma non possiamo escludere che potesse idearne altre). Non si tratta del “poligenismo” che fu condannato da Pio XII, che teorizza più capostipiti del genere umano ed è incompatibile con l’ereditarietà della colpa d’origine ed è quindi incompatibile con la fede cattolica: perché il tema della discussione è l’esistenza o meno nell’universo di generazioni analoghe a quella umana, non ferite dal peccato originale o salvate mediante l’incarnazione e morte della seconda Persona divina. Come le ho già evidenziato in un commento al suo articolo precedente, l’approfondimento teologico/filosofico del caso è se siano compatibili delle altre ipostasi della seconda Persona a favore di generazioni analoghe a quella umana e che, per la irraggiungibile distanza, non possano mai interferire con noi.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.P., quando si dice che l'uomo è il vivente corporeo razionale e un vivente corporeo razionale si dice la stessa cosa, con la differenza che nel primo caso io dò la definizione dell'uomo, mentre quando dico un vivente mi riferisco all'individuo della specie uomo. Quando si dice un vivente razionale non si intende uno fra altri razionali diversi da lui in quanto razionali, come se potessero esistere o più specie di ragione o più specie umane. La ragione umana è essenzialmente una, uguale, identica e univoca per tutti gli individui umani. Non è analogica. Non possono esistere “generazioni analoghe a quella umana”. Ci possono certo essere forme diverse di razionalità, ma la ragione in se stessa è la stessa e identica in tutti gli individui umani. Solo i viventi non uomini che non hanno la ragione. Allo stesso modo la funzione digestiva o circolatoria è essenzialmente la stessa per tutti, anche se esistono differenze individuali. E se parliamo di “uomo” intendiamo un individuo dotato di ragione. NON ESISTE UN UOMO O L'UOMO CHE NON ABBIA LA RAGIONE; PERCHE' ALTRMENTI NON SAREBBE UN UOMO.

Quindi gli alienisti, se non ci dicono chiaramente e coerentemente come si immaginano il loro alieno, rischiano di essere loro stessi degli alienati. Un ente contradditorio in se stesso non può esistere. Non serve invocare l'onnipotenza divina perchè Dio crea ciò che può esistere e non ciò che non può esistere.

Possono esistere diverse forme di umanità in senso empirico, non in senso specifico. Allora abbiamo per esempio e diverse razze. Ma tra le razze abbiamo solo differenze empiriche, non specifiche, altrimenti cadremmo nel razzismo.

Infatti, non ci sono diverse specie di esseri umani come ci sono diverse specie di cani o di cavalli, perchè queste specie differenti si stabiliscono per mezzo di differenze empiriche. Inoltre le differenze razziali non sono nette e incomunicabili come le differenze specifiche. Le razze si possono mescolare fra di loro, mentre le differenze specifiche non si possono mescolare. Non si può per esempio mescolare un angelo con un uomo ed ottenere un vivente intermedio. Non si può mescolare un uomo con una bestia.

La differenza “razionale” è la differenza specifica del genere “intelletto” , il quale può essere incorporeo e allora abbiamo l'angelo, oppure può essere incorporato, e allora abbiamo l'intelletto umano, che chiamiamo ragione.

Secondo la ragione e la fede sappiamo che Dio ha creato due generi di sostanze: il cielo (invisibilia) e la terra (visibilia); gli spiriti (angeli) e i corpi (enti della natura fisica: animali, piante, sostanze chimiche) e poi ha creato l'uomo, composto di spirito e di corpo.

È assurdo ipotizzare diverse specie di ragione specificamente differenti le une dalle altre, perchè la differenza specifica divide il genere e non la specie.

L'intelletto è un genere che comporta due differenze specifiche: l'intelletto puro (angelico) e l'intelletto razionale (umano). Ma questo è una specie atoma cioè non ulteriormente differenziabile o divisibile.

La ragione umana è una differenza specifica del genere intelletto, perchè l'intelletto può essere o intelletto incorporeo (angelo o Dio) o corporeo (intelletto umano). Introdurre all'interno della specie umana come fosse un genere ulteriori differenze specifiche vuol dire dissolverla. È vero che esiste la differenza uomo-donna; ma essa non divide la specie perchè è un essere umano tanto l'uomo che la donna, ed alla pari, solo che hanno caratteri psicofisici essenzialmente diversi, in modo tale che è possibile determinare empiricamente l'essenza della mascolinità e della femminilità senza dividere la specie umana ma precisandola e determinandola concretamente nella differenza sessuale.

La fede ci dice che Gesù Cristo è il Salvatore di tutta l'umanità proveniente da Adamo ed Eva ed infetta per generazione dal peccato originale, per cui è eretico credere che Dio abbia creato a parte in un altro pianeta, come vorrebbe il poligenismo, un'altra parte di umanità esente dalla colpa originale.

 

G.P.

Caro padre Cavalcoli, pur riconoscendole tanti meriti, mi rendo conto che lei, conformemente alla dottrina tomistica, non riconduce ogni attività divina alla incontenibile prolificità dell'amore connaturato nella natura divina.

Già per la generazione del Figlio voi disconoscete che questa sia scaturita da tale eterno movente quale è l'amore divino, come invece affermava Riccardo da San Vittore (considerato eccelso teologo nella Divina Commedia) e come è teorizzato nella cosiddetta “teologia francescana”; così come non riconoscete che il creato sia stato ideato e formato in conformità con il progetto di dare al Figlio un trono tutto suo.

L'ammettere che l'amore di Dio non possa limitarsi per sua stessa natura, ci costringe a non ammettere che, con la fine del mondo, non vengano più generati altri esseri capaci di partecipare della natura divina: una coppia che non può avere figli ha infatti bisogno di realizzare in altri modi quella sua connaturata propensione.

Ecco allora che il pensiero formula altre ipotesi come quella di altre generazioni, che lei definisce comunque umane, ma che non potrebbero interferire con la nostra, per lo spazio e per il tempo che Dio stesso potrebbe aver stabilito; la quale separazione assoluta renderebbe ogni generazione indipendente dalla colpa d'origine delle altre generazioni.

Tutto questo darebbe una spiegazione verosimile all'eterna propensione d'amore che è connaturata nella natura divina. Purtroppo capisco che alla sua veneranda età non è più disposto a mettere in discussione le tesi tomistiche, ma forse è per questo che Gesù, riferendosi al suo tempo, disse ai suoi discepoli «vino nuovo in otri nuovi»

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.P., il generare nel Padre non è, come in noi, effetto dell’amore, cioè della volontà, non c’entra lo Spirito Santo, ma è effetto del sapere, dell’intelletto del Padre. Per questo Giovanni chiama Logos (Verbum) il Figlio. Cioè il Padre genera il Figlio in modo simile a quello col quale noi formiamo un concetto o un’idea. Il Figlio è immagine del Padre così come il concetto è immagine della mente e nella mente che lo ha formato. E nel contempo il concetto è ciò per cui la mente pensa la realtà, rappresentazione mentale della realtà.

Allo stesso modo, come insegna Giovanni, il Logos è ciò per mezzo del quale e nel quale il Padre concepisce Se stesso e ha concepito e creato tutte le cose: per quem omnia facta sunt. L’Amore, cioè lo Spirito Santo, non è, come in noi, lo stimolo che ci muove a generare, non induce il Padre a generare, il Padre non genera per amore, ma per essenza, non genera perché ama ma perchè pensa, perché lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio ed è una processione distinta da quella per la quale il Figlio procede dal Padre. Qui San Tommaso non c’entra.  C’entra il dogma della fede.

Nessuno nega l’inesauribile inventiva, fecondità e generosità dell’amore divino e le infinite possibilità della sua provvidente onnipotenza. Negare la possibilità dell’esistenza di alieni, i quali sarebbero esseri razionali ma non uomini, non è porre un limite alla potenza di Dio, ma tale negazione è motivata dal fatto che l’alieno inteso in tal senso è un concetto contradditorio, perché se esiste un vivente razionale, questo è un uomo e se esiste un uomo, questo è un vivente razionale, appunto perchè la definizione di uomo è: animale razionale. 

Dio, se avesse voluto, avrebbe potuto creare insieme con Adamo ed Eva, altre coppie in altri pianeti. Ma la rivelazione cristiana e quindi la fede – per i motivi che ho esposto sul mio blog – ci dice che questo non è avvenuto e che l’unica umanità esistente è quella che esiste su questa terra.

La filosofia e la fede (Concilio Lateranense IV del 1215) ci dicono che possono esistere solo tre generi di creature dotate di conoscenza: l’animale, l’uomo e l’angelo. Non possono esistere viventi intermedi fra l’animale e l’uomo e fra l’uomo e l’angelo. Se dovessero esistere (ma non esistono) creature razionali su altri pianeti, non potrebbero essere altro che uomini.

È vero che ho 80 anni, ma per la mia formazione domenicana ricevuta negli anni ’70, ho imparato a mantenermi giovane e sempre aperto al nuovo. Ma questo nuovo deve essere possibile, se no non è un nuovo, ma è una balla. La mia fermezza di idee non dipende quindi dalla mia età senile o da un certo incaponirsi proprio di certi vecchi o dall’arteriosclerosi, ma da una lunga abitudine alla fedeltà assoluta alle verità di fede, nonchè al ragionare onesto, lineare e coerente, animato dall’amore, quel rigore teoretico che si richiede da un filosofo e teologo e che vedo che purtroppo manca a Lei.

 

M.C.

Padre, immagini un animale dotato di ragione che ha dei sensi in più rispetto ai nostri cinque o che si riproduce con meccanismi del tutto diversi da quanto avviene nei mammiferi.

Direbbe che c'è qualcosa di contraddittorio nell'essere che ho descritto?

Oppure direbbe che un essere del genere è sempre della stessa specie degli uomini di cui facciamo esperienza?

Io contraddizioni non ne vedo, ma vedo che non potrebbe rientrare nella nostra stessa specie metafisica, perché avendo per natura facoltà diverse dalle nostre differirebbe da noi essenzialmente e non solo accidentalmente.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro M.C., un animale dotato di ragione, che possa avere una conformazione fisica molto diversa dalla nostra sarebbe comunque un essere umano, appunto perché l’uomo si definisce come animale razionale.

Che possa esistere un soggetto umano con una conformazione fisica molto diversa dalla nostra, non va certamente contro il principio di non contraddizione. Quindi la cosa è possibile. Certamente comunque un soggetto del genere sarebbe un uomo, in quanto soggetto dotato di ragione.

Infatti, che cosa si intende per ragione? La ragione è quella facoltà dell’anima umana, per la quale l’intelletto, unito ai sensi, produce un collegamento di concetti o di giudizi, chiamato ragionamento o sillogismo, che è il principio della scienza e le cui regole di procedimento, di questo collegamento, sono fissate dalla logica, che è l’arte di sapere ragionare correttamente e nella verità.

L’esercizio della ragione, a differenza del semplice intelletto, che può essere puramente intuitivo, distingue l’uomo dall’angelo, per il fatto che, mentre la ragione si serve dei sensi, che appartengono alla vita animale, propria dell’uomo, l’intelletto come tale può funzionare da solo, senza i sensi, come per esempio l’anima dei defunti e la creatura angelica.

Così la creatura umana è un animale ragionevole. Invece un soggetto puramente spirituale o è un’anima umana separata dal corpo o è un angelo. Anche l’animale ha un’anima, ma questa non è razionale, perché l’animale non ha un’anima spirituale; non ha l’intelletto, che è spirito; ma il principio della sua conoscenza sono solo i sensi.

La ragione umana, in quanto spirituale e fondata sull’intelletto ha la capacità di aprirsi alla totalità dell’essere e quindi alla conoscenza di Dio, creatore dell’universo e di tutte le cose visibili ed invisibili. Ecco l’importanza della scienza e della filosofia, per le quali l’uomo può conoscere Dio e tutte le sue opere.

Dunque qui vediamo la differenza tra l’uomo e l’animale. In conclusione, ci possono essere solamente tre livelli ontologici della creatura che ha la conoscenza: l’animale, l’uomo e l’angelo. Al di sotto dei viventi conoscenti, ci sono i viventi puramente vegetative, che sono le piante; esse hanno un’anima vegetativa. Al di sotto dei viventi ci sono le sostanze chimiche e le varie forze elettro-magnetiche, che costituiscono il mondo delle sostanze materiali non viventi.

Per immaginare come potrebbe essere un alieno, noi, per non lavorare solo con la fantasia, ma per fare un lavoro scientifico-filosofico, noi dobbiamo necessariamente scegliere una di queste tre entità o soggetti viventi. O l’alieno è un animale o è una persona umana o è un angelo. Potrebbe essere una persona umana, con una dimensione fisica molto superiore alla nostra e molto diversa dalla nostra.

Ma non è assolutamente possibile un soggetto intermedio tra l’animale e l’uomo, come credeva Darwin, o tra l’uomo e l’angelo, come credono certi gnostici. E questo per il fatto che tra senso e ragione, e tra ragione ed intelletto, c’è uno stacco netto ed invalicabile, ossia non esiste, come credeva Darwin, un passaggio evolutivo dall’uno all’altro di questi livelli ontologici.

Se Dio avesse voluto, avrebbe potuto creare l’umanità in due pianeti diversi: per esempio su questa terra e simultaneamente su di un altro pianeta. Questo sarebbe il poligenismo, che non implica nessuna contraddizione metafisica e corrisponde bene all’onnipotenza divina.

Senonché la fede cristiana ci rivela sull’umanità le seguenti cose:

1) tutta l’umanità, in tutto l’universo, proviene da una coppia originaria;

2) questa coppia ha peccato e la colpa di questo peccato, detto “originale”, si diffonde per generazione fisica a tutta l’umanità;

3) il che significa che, se ci sono esseri umani in un altro pianeta, questi esseri umani non sono stati creati a parte dall’umanità, che abita la nostra terra. Quindi il poligenismo non esiste, come ha affermato Papa Pio XII. Il che vuol dire che la fede ci proibisce di ipotizzare che in un altro pianeta ci possa essere un’umanità priva del peccato originale.

4) In base a quanto detto, se formiamo l’ipotesi che in un altro pianeta ci siano persone umane, bisogna ritenere che queste persone sono infette dal peccato originale.

5) Se quindi in un altro pianeta ci sono persone di questo tipo, bisogna ritenere che esse siano arrivate là, partendo da questa terra. E come hanno fatto?

6) Certamente il piano originario divino, prevedeva la possibilità da parte dell’umanità di conquistare, entro breve tempo, la padronanza su tutto l’universo fisico e l’uso di tutte le energie del cosmo. Cosa che non si è realizzata, a causa delle conseguenze del peccato originale.

Per quanto riguarda la presenza di sei sensi, francamente non so cosa pensare. Ma io domando anche a lei: a che scopo immaginare un vivente con sei sensi? Lei si domanda: un vivente di questo genere, è un uomo? Dato che sappiamo che l’uomo ha cinque sensi, dobbiamo dire che non è un uomo. Allora, che cosa è? È un essere puramente fantastico, che potrebbe essere collocato nella mitologia o nei racconti di fantascienza.

A questo punto non siamo nell’ambito di una ipotesi di un vivente reale, ma nell’ambito della pura fantasia, cosa che di per sé del tutto legittima, perché è il campo della poesia e dell’arte.

Ora, coloro che sostengono la possibilità dell’esistenza degli alieni, ipotizzano che questi alieni siano entità reali. Senonché, con l’ipotesi dell’alieno con sei sensi, noi siamo al di fuori della realtà, per cui un’ipotesi del genere esula dalla domanda se esistono gli alieni.

 

M.C.

Padre, lei afferma giustamente che un animale razionale fisicamente diverso dagli uomini che conosciamo dovrebbe comunque dirsi “uomo”.

Distinguo.

Se differisse fisicamente da noi solo accidentalmente, come nel caso in cui avesse la pelle verde, non siamo in presenza di nulla che abbia implicazioni metafisiche degne di nota; dopotutto abbiamo già su questo pianeta uomini di colore diverso e possiamo dire senza problemi che appartengono alla stessa specie biologica e metafisica.

Se consideriamo però l'ipotesi di un animale razionale con facoltà fondamentalmente diverse dalle nostre per quanto riguarda i sensi o la riproduzione (ipotesi puramente immaginativa ma nella quale almeno io non colgo contraddizioni) saremmo costretti a dire che si distingue da noi per aspetti essenziali. Potremmo quindi dire che anche egli è un uomo (cioè animale razionale) ma a questo punto l'umanità non potrebbe più essere considerata una specie specialissima ma diventerebbe un genere passibile di ulteriori divisioni, non perché la differenza “razionale” ammetta divisioni ulteriori, ma perché vi sarebbero altre differenze tra “animale” e “razionale” che dividono gli animali in due generi, diciamo A e B, tali che la razionalità appartiene ad alcune e solo ad alcune specie dell'uno e dell'altro.

Bisogna ammettere che in questo modo la razionalità cesserebbe di essere una differenza come classicamente intesa, ovvero corrispondente ad un ramo dell'Albero di Porfirio, mentre diventerebbe una nota che identifica vari rami che in tale rappresentazione risultano separati uno dall'altro.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro M.C., Lei dice: “Se consideriamo l'ipotesi di un animale razionale con facoltà fondamentalmente diverse dalle nostre per quanto riguarda i sensi o la riproduzione (ipotesi puramente immaginativa ma nella quale almeno io non colgo contraddizioni) saremmo costretti a dire che si distingue da noi per aspetti essenziali”.

Rispondo dicendo che un animale razionale profondamente diverso da noi nell'apparato sensitivo e nella sessualità apparterrebbe sempre alla nostra natura umana, perchè essa non è definita da una particolare conformazione psicofisica, ma dal semplice possesso dell'anima razionale, che può animare un corpo molto diverso dal nostro. È sottinteso il fatto che comunque l’anima è forma sostanziale del corpo, per cui abbiamo un’unica sostanza composta da materia e forma.

L'animalità ammette solo due differenze: razionale e irrazionale, perchè qui la differenza è per sic et non. E tra il sì e il no non c'è una terza possibilità (tertium non datur). È il principio del terzo escluso, contravvenendo il quale si cade in contraddizione.

Il genere “animale” non si può dividere in due, perchè esso è determinato dal sensibile che si oppone all'insensibile (vegetativo) per sic et non. E siamo daccapo. Per questo è impossibile l'esistenza di due differenze specifiche “razionale” appartenente ad alcune specie dei due supposti generi animale. La razionalità è specificamente una, univoca e indivisibile. È la base dell'uguaglianza umana. Spezzata questa, si ha il razzismo.

La divisione dell'albero di Porfirio è rigorosa perchè va per sic et non: non sono possibili due specie uomo da due generi animale, perchè il genere animale è uno solo.

I rami che dividono la specie uomo non possono a loro volta essere specie per sic et non, perchè sono gli individui che si distinguono fra loro non per l'aut-aut (terzo escluso), ma per l'et-et (diversità). Sotto la specie uomo esiste tuttavia il maschio e la femmina, che però non si distinguono nè per l'aut-aut (differenza specifica) nè per l'et-et (differenza individuale), ma per la reciprocità (differenza fra i due).

La mascolinità e la femminilità non sono due specie del genere uomo, non si dividono per sic et non perchè l'umanità è già differenza specifica dell'animalità, ma sono due semispecie (“una sola carne”), sono due universali intrecciati, sicchè hanno al di sotto l'individuo: Socrate e Platone, Francesca e Giovanna. Questa semispecie manca nell'albero di Porfirio, che passa direttamente dalla specie uomo all'individuo umano, trascurando il sesso.

 

C.C.

Gli UFO sono più un problema degli scientisti illudenti che dei teologi:

questi possono starsene tranquilli e, anziché brandire la Genesi contro Darwin, possono starsene a guardare la faccia contrariata di certi scientisti che, dopo aver azzardato cifre sul numero di civiltà aliene che ci sarebbero nella sola nostra Galassia, sono sempre più delusi man mano che scoprono l'allungarsi del nostro raggio di solitudine.

 

G.D.

Al di là di tutte le considerazioni di ordine teologico, mi sembra assurdo che nell'universo non ci siano creature che abbiano raggiunto lo stesso livello dell'essere umano.


 

P. Giovanni Cavalcoli

Caro G.P., tenga presente che i viventi corporei dotati di coscienza sono gli esseri umani. Quindi non possono esistere viventi di quel tipo, che siano di altro genere rispetto alla persona umana. Il vivente corporeo cosciente è l'uomo. Il concepire un vivente cosciente, che non sia uomo, è quindi una contraddizione. Pertanto la domanda posta dalla NASA è viziata in partenza da questo tipo di contraddizione.

Immagini da internet

4 commenti:

  1. Caro Padre Giovanni,
    nel 2008 Francesco M. Valiante intervistò, per l’Osservatore romano, Padre José Gabriel Funes allora direttore della Specola Vaticana (https://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/112q08a1.html)
    Le riporto qui alcuni brani che potrà, se lo desidera, commentare, ringraziandola anticipatamente.

    Valiante: “Ma nella Genesi si parla della terra, degli animali, dell'uomo e della donna. Questo esclude la possibilità dell'esistenza di altri mondi o esseri viventi nell'universo?”

    Funes: “A mio giudizio questa possibilità esiste. Gli astronomi ritengono che l'universo sia formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali è composta da cento miliardi di stelle. Molte di queste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si può escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove? […]

    Valiante: “Si riferisce anche ad esseri simili a noi o più evoluti?”

    Funes: “È possibile. Finora non abbiamo nessuna prova. Ma certamente in un universo così grande non si può escludere questa ipotesi”.

    Valiante: “E questo non sarebbe un problema per la nostra fede?”

    Funes: “Io ritengo di no. Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come "fratello" e "sorella", perché non potremmo parlare anche di un "fratello extraterrestre"? Farebbe parte comunque della creazione”.

    Valiante: “E per quanto riguarda la redenzione?”

    Funes: “Prendiamo in prestito l'immagine evangelica della pecora smarrita. Il pastore lascia le novantanove nell'ovile per andare a cercare quella che si è persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si è fatto uomo in Gesù per salvarci. Così, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell'amicizia piena con il loro Creatore”.

    Valiante: “Insisto: se invece fossero peccatori, sarebbe possibile una redenzione anche per loro?”

    Funes: “Gesù si è incarnato una volta per tutte. L'incarnazione è un evento unico e irripetibile. Comunque sono sicuro che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilità di godere della misericordia di Dio, così come è stato per noi uomini”.

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    1. Caro Bruno,
      questa intervista è molto interessante. Tuttavia nelle risposte di Padre José Gabriel Funes, io riscontro quegli stessi errori contro la ragione e contro la fede, che ho già ampiamente confutato.
      Se facciamo un paragone con quanto è avvenuto su questa terra, relativamente alle scoperte geografiche, sappiamo bene come i primi esploratori che per esempio arrivarono in America Latina, vedendo delle razze così diverse dalle nostre, hanno fortemente dubitato che questi soggetti potessero avere un’anima umana.
      Alcuni li consideravano pressoché al livello degli animali, tanta era la differenza fisica tra gli europei e questi indigeni. Ci volle l’intelligenza filosofica del grande domenicano Francisco de Vitoria per fare capire che si trattava di veri e propri esseri umani, perché usavano il linguaggio e producevano degli artefatti.
      Nelle parole di Padre Funes, il discorso non è chiaro. Egli parla di soggetti intelligenti simili a noi. Che cosa intende dire? Ci sono due possibilità. O lui crede che possano esserci diverse specie umane, oppure crede che eventuali alieni appartengano alla natura umana.
      Ora, io ho dimostrato nei miei precedenti articoli che la natura umana non corrisponde ad una nozione analogica, ossia ad un contenuto intellegibile eminente, al quale corrisponde una pluralità di analogati inferiori, ma la specie umana è la differenza univoca del genere animale.
      In questo senso non è possibile parlare di specie umane simili alla nostra, perché la specie umana è una sola, cioè è univoca, perché, se non fosse tale, verrebbe spezzata l’unità del genere umano e scomparirebbe quella uguaglianza e fraternità universale, sulla quale Papa Francesco giustamente insiste, perché impedisce le ingiuste discriminazioni di ogni genere, creatrici di conflitti e di ingiustizie.
      Se poi invece dovessero esistere alieni della specie umana, dovremmo chiederci: come sono arrivati su altri pianeti? Infatti, la fede ci dice che la specie umana ha avuto origine da una coppia primitiva. Inoltre c’è da considerare il peccato originale, il quale si propaga per generazione a tutta l’umanità. Questo dato di fede ci impedisce di ipotizzare, come sembra fare Funes, che Dio abbia creato in un altro pianeta un’altra umanità (poligenismo), che sia rimasta immune dalla colpa originale.
      Papa Benedetto ha parlato spesso di un’unica famiglia umana, su questo unico pianeta.

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  2. Permettetemi: perché mai eventuali esseri senzienti che vivono su altri pianeti necessiterebbero di redenzione?
    Ragioniamo da esseri umani,da cristiani segnati dal peccato originale,ma questo non significa che su altri pianeti debba essere necessaria la redenzione,ammesso e non concesso che esista vita "umana" come la intendiamo noi

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    1. Caro Augusto,
      questa ipotesi è propria degli alienisti cristiani, i quali credono che sia possibile l’esistenza di creature umane peccatrici, anche in altri pianeti.
      Ora, Pio XII, nell’Enciclica Humani Generis del 1950, ricorda che, secondo la rivelazione biblica, l’umanità è stata creata da Dio su questa terra iniziando da una coppia originaria, la famosa coppia Adamo ed Eva.
      Ora, come sappiamo dalla fede, questa coppia, tentata dal diavolo, ha disobbedito a Dio, che l’aveva avvertita che, se avesse peccato, avrebbe perso quella immortalità nella quale era stata creata e avrebbe trasmesso la colpa a tutti i discendenti. Questa colpa si chiama “peccato originale”, il quale è diverso dal peccato personale, compiuto dalla coppia. La colpa di questo peccato fu racchiusa nei limiti della responsabilità dei suoi autori. Invece, la colpa originale si è trasmessa per generazione a tutta l’umanità, rimanendone esclusa soltanto Maria Santissima e naturalmente Gesù.
      Pio XII, in base a questi dati, esclude che Dio, oltre alla coppia originaria, abbia creato in altri luoghi di questa terra, e magari in altri pianeti, un’altra umanità generata da un’altra coppia. Questa possibilità di per sé è del tutto ragionevole, da un punto di vista puramente filosofico. Senonchè, nota Pio XII che, ammettendo questa duplice origine dell’umanità, una volta ammessa l’esistenza del peccato originale, si dovrebbe ammettere che, quella parte di umanità, che è stata creata in un altro luogo della terra o in un altro pianeta, è rimasta esente dalla colpa originale.
      Ora, ricorda il Papa, secondo la fede il peccato ha raggiunto tutta l’umanità. Il che significa allora che l’umanità ha avuto origine dalla sola coppia Adamo ed Eva, la quale è all’origine del peccato originale.

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