Il valore del Concilio Vaticano II secondo il Papa - Prima Parte (1/2)

 Il valore del Concilio Vaticano II secondo il Papa 

Prima Parte (1/2)

Bisogna interpretare le parole del Papa

 collegandole con quelle dei Papi precedenti

Il 30 gennaio scorso il Santo Padre ha tenuto un Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana, nel corso del quale ha pronunciato alcune parole, sulle quali è bene che ci fermiamo, per comprendere che cosa ha inteso dire Papa Francesco.

«Il Concilio è magistero della Chiesa. O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o tu l’interpreti a modo tuo, come vuoi tu, tu non stai con la Chiesa. Dobbiamo in questo punto essere esigenti, severi. Il Concilio non va negoziato … No, il Concilio è così. … L’atteggiamento più severo, per custodire la fede senza il magistero della Chiesa, ti porta alla rovina. Per favore, nessuna concessione a coloro che cercano di presentare una catechesi che non sia concorde al magistero della Chiesa».

Il Papa ha accennato a coloro che interpretano le dottrine del Concilio a modo loro, senza tener conto dell’interpretazione del Magistero. Chi sono? Già Papa Benedetto ne aveva parlato. Si tratta di due tendenze all’interno della Chiesa. Ci sono quelli che respingono il Concilio perché lo considerano infetto di modernismo. E ci sono i modernisti, che affettano di accogliere il Concilio, ma lo interpretano in senso modernista per avallare le loro idee.

Il Papa su ciò è molto chiaro: né gli uni né gli altri sono in comunione con la Chiesa, sebbene sia gli uni che gli altri si considerino veri cattolici, i primi in nome della «tradizione», i secondi in nome del progresso. Non bisogna restare indietro, ma neppure fuggire in avanti. Chi vuole essere veramente cattolico, deve stare al passo della Chiesa. Con ciò non è proibito recuperare ciò che si era perduto ed anticipare profeticamente il futuro.

Non è detto che non ci sia del buono negli uni e negli altri: infatti tradizione e progresso sono fatti per vivere assieme: il progresso dev’essere fondato sulla tradizione e la tradizione dev’essere la base del progresso. Non può essere rinnovato se non ciò che dev’essere conservato. Occorre avere il coraggio di staccarsi da ciò che non serve più e l’umiltà di accettare le sane novità.

Gli uni e gli altri giudicano che le dottrine del Concilio sono discontinue nei confronti del Magistero precedente: gli pseudotradizionalisti sostengono erroneamente di essere rimasti fedeli alla tradizione, mentre il Concilio l’avrebbe tradita con idee moderniste. I modernisti invece vedono erroneamente nel Concilio le loro idee e pertanto, siccome il modernismo è rottura con la Tradizione, respingono come superato il Magistero preconciliare, perchè non credono all’immutabilità del dogma.

I conservatori vogliono conservare ciò che va buttato. I modernisti vogliono buttare ciò che va conservato. I conservatori irrigidiscono ciò che è mutevole. I modernisti dissolvono ciò che non deve mutare.

Il Santo Padre enuncia quindi quali sono i veri cattolici in comunione con la Chiesa. Sono coloro che accolgono l’interpretazione del Concilio data dalla Chiesa del postconcilio, per esempio gli insegnamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica e quelli del Diritto Canonico del 1983.

Il Papa è così fermo nel sostenere l’obbligo di obbedire al Concilio perché si riferisce soprattutto alle dottrine del Concilio, le quali, benché non contengano la definizione di nuovi dogmi, non per questo enunciano tesi che possano essere discusse o addirittura sbagliate. Le dottrine dei Concili, infatti, contengono verità certe attinenti alla fede, che quindi non possono essere smentite, per cui la Chiesa non ha mai ritrattato le dottrine o anche le condanne di eresie pronunciate nei Concili.

Diverso invece è il discorso per quanto riguarda le direttive pastorali o disciplinari. La loro autorità non dipende dall’infallibilità del Magistero, che riguarda la dogmatica, ma dalla prudenza pastorale e giuridica della Chiesa, la quale dà disposizioni o emana leggi, che successivamente essa a sua discrezione può mutare o abrogare, come di fatto è successo in passato, per cui di solito avviene che un Concilio successivo apporta cambiamenti a quanto aveva deciso il precedente.

Così Papa Benedetto ha detto che mentre le dottrine del Vaticano II vanno accolte per essere in comunione con la Chiesa, non è proibito discutere certi punti delle disposizioni pastorali. Infatti, una critica prudente ed oculata di essi può preparare futuri interventi pontifici o addirittura potrà essere presa in considerazione da un futuro Concilio.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 5 febbraio 2021

 

Il  Concilio 

è magistero della Chiesa

 

 

Immagini da internet

4 commenti:

  1. Caro Fr Cavalcoli,
    Lei più volte ha fatto riferimento ad Aldo Maria Valli e al suo blog, Duc in altum; recentemente anche. Ha attirato la mia attenzione il fatto che ultimamente c'è stata una deriva verso posizioni ultra-tradizionaliste in questo giornalista; Ad esempio, si nota nella nota pubblicata oggi (che promette anche una continuazione: https://www.aldomariavalli.it/2021/02/06/lettera-dallargentina-1-verso-una-chiesa-sotterranea/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lettera-dallargentina-1-verso-una-chiesa-sotterranea) da un autore argentino, un altro blogger, chiaramente pseudo-tradizionalista, o filofebvriano, con chiare scuse allo Scisma, poiché si parla di preparare un "chiesa sotterranea" estranea a quella istituzionale.
    So che Lei ha affrontato questi temi con grande chiarezza e fermezza, più volte, in particolare un decennio fa, ma ritengo che non sarebbe male riconsiderare la questione, di fronte a nuove ondate di pseudo-tradizionalismo, come il caso dell'Arcivescovo Viganó e dei suoi seguaci. Infatti, il sito "Chiesa e postconcilio" ha pubblicato giorni fa una selvaggia elucubrazione di Viganó proprio sul Discorso di Papa Francesco, che lei commenta in questa nota.

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    1. Caro Ross, ho notato anch'io purtroppo la piega filolefevriana che Valli ha assunto da qualche tempo. La critica al lefevrismo la sto conducendo da molti anni. Mi compiaccio della saggezza dei suoi giudizi circa l'attività dei lefevriani o pseudo-tradizionalisti. Preghiamo per la loro conversione e per la pace nella Chiesa.

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    2. Meglio pregare per la vosta conversione. Cari Cavalcoli e Ross Poldark, chiedendo l'intercessione di San Msrcel Lefebvre e dell' unico prelato cattolico rimasto in circolazione, mons. Viganò. Pace e brne...

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    3. Caro Anonimo, forse è meglio che lei preghi per la sua anima, visto che lei falsifica il nome di cattolico parteggiando per degli scismatici.

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