Ricordiamo la nascita di Gesù Cristo

Ricordiamo la nascita di Gesù Cristo

Agli amici Lettori
 

Cari Amici Lettori,

2000 anni che cosa sono nella storia dell’uomo? Se i paleoantropologi hanno trovato pietre lavorate vecchie di due milioni di anni, Gesù Cristo ci è vicinissimo. Forse ci potremmo chiedere come mai non è nato prima.  Dobbiamo fidarci delle decisioni del Padre celeste. Sappiamo per certo che tutti gli uomini sono chiamati da Cristo alla salvezza e possono salvarsi.

Certamente anche quei nostri fratelli, magari somaticamente molto diversi da noi e simili a scimmie, in modo magari inconsapevole ed implicito hanno potuto incontrare Cristo e molti ci attendono in paradiso.

Noi cristiani gioiamo di questa nascita, la celebriamo nella liturgia, ne rievochiamo il ricordo con la lettura dei Vangeli, è per noi giorno di grande festa insieme con i fratelli di fede. Ma è interessante notare come questo evento e questo ricordo hanno lasciato traccia in molti che hanno lasciato la Chiesa e anche la fede. È come la luce di una stella che giunge a loro dopo che si è spenta. Solo che questa stella si può riaccendere.

In molti che hanno abbandonato la fede è rimasto il calore di un fuoco che si è spento, ed ecco allora l’occasione del Natale per far festa con familiari ed amici, e per uno scambio di doni. Sentono che a Natale bisogna essere più buoni, anche se non sanno esattamente il perché. Ma intanto il fuoco potrebbe riaccendersi.

 Possa questo Natale riaccendere in molti cuori la nostalgia di quel Cristo e quella Chiesa che hanno abbandonato forse dopo cattivi esempi o torti ricevuti da fedeli o pastori! Possa essere occasione per un esame di coscienza: che vantaggi hanno riportato per aver abbandonato la fede? Una crescita nella virtù? Una maggior vittoria sul vizio e sul peccato? Una visione o una comprensione migliore del senso della vita? Una migliore prospettiva di felicità?

Dopo 2000 anni ancora tanti fratelli Ebrei nella stessa Terra Santa dove Gesù è vissuto sono ancora sordi all’appello del Vangelo: loro per la salvezza dei quali era Cristo principalmente venuto e che, in duemila precedenti anni era stato preannunciato da innumerevoli segni di benevolenza divina.

In questa stessa terra bagnata dal sangue di Cristo abitano tanti nostri fratelli seguaci di Maometto. Anche per loro sorge la domanda accorata: come mai questa sordità nei confronti del Vangelo dopo 14 secoli dalla nascita dell’Islam?

E come è possibile l’attuale sanguinoso e crudele conflitto fratricida tra Ebrei e Musulmani, entrambi discendenti da Abramo, dal quale discende il Salvatore? Il Natale non dirà qualcosa anche a loro? Come è possibile tanta sordità all’appello di Cristo?

Gesù ha voluto nascere condividendo la condizione dei poveri.  Non c’è stato posto per lui in albergo, per Lui che ogni uomo accoglie nell’abbraccio della sua misericordia. I poveri devono sentire che il Figlio di Dio è con loro. E i ricchi sono esortati a guardare alla stalla di Betlemme, dove è nato Colui Che ha loro concesso le ricchezze non per renderle strumento di peccato, ma occasione e strumenti di eterna salvezza con l’impiegarle a favore dei poveri, sull’esempio di Lui, che da ricco si è fatto povero per arricchire molti. Pace e bene a tutti!

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 20 dicembre 2023

 

 Immagine da: https://www.vatican.va/content/vatican/it.html

6 commenti:

  1. Buon Natale, caro padre Giovanni!

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  2. Buon Natale a lei, Padre Cavalcoli, ea tutta la sua comunità. Il Bambino di Betlemme vi colmi di benedizioni!

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  3. I miei migliori auguri a lei, Padre Cavalcoli. Buon Natale!

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  4. Buon Natale, Padre Cavalcoli! In questo Natale, il bambino Gesù, Re della Pace, ci porti qualche segno di Pace in mezzo alle divisioni che affliggono oggi il mondo e la Chiesa. È il mio desiderio, e credo che sia anche il suo.

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  5. In quel bimbo che ci è stato donato, Dio si china sulle nostre debolezze disegnando scenari nuovi di fiducia, di speranza e di pace; un cuore che non rimane spettatore dinnanzi alle sofferenze dell’umanità, ma accoglie l’impegno a soccorrere sempre e dovunque chi è piegato dalle ingiustizie, dall’indigenza, dalla solitudine, dalla cultura dell’indifferenza, dalla violenza e dalle guerre. Questo è il cuore di Gesù e ci auguriamo che lo sia anche il nostro.
    Un buon e santo Natale carissimo p. Giovanni a lei e ai confratelli della sua comunità.
    Don Vincenzo

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