Ulteriori chiarimenti sulla materia e la forma dei Sacramenti

 

Ulteriori chiarimenti sulla materia e la forma dei Sacramenti

Ritengo utile ripubblicare questo dialogo tra Aristotele, la Materia e la Forma[1], perché qui il Lettore può trovare il punto di partenza ontologico e cosmologico al quale il dogma ecclesiastico della composizione del Sacramento di materia e forma fa riferimento per la concezione di materia e forma propria della realtà sacramentale.

Che cosa intendo dire? Come ho già spiegato ai Lettori[2], che mi hanno interpellato sulla distinzione tra materia e forma fatta dal Card. Fernandez, la nozione di materia e forma in Liturgia ha un significato traslato rispetto al significato ontologico che materia e forma hanno nella filosofia di Aristotele.

Infatti, nella materia del Sacramento c’è effettivamente qualche cosa di materiale, anche se non si tratta della materia prima, della quale parla Aristotele, ma è una materia già formata, una materia seconda, una sostanza come per esempio l’acqua, il pane, il vino, l’olio, la persona umana.

La distinzione tra materia e forma è inoltre utile per definire la presenza nel Sacramento di una realtà sostanziale o cosa materiale, che dobbiamo intendere in due significati diversi. Infatti nel Sacramento dobbiamo individuare la sostanza o essenza del Sacramento[3], ossia quegli elementi senza i quali il Sacramento non è valido.

Questo è il motivo per il quale il Card. Fernandez cita la materia e la forma, perché egli ha la preoccupazione di definire da che cosa dipende la validità del Sacramento. Inoltre nei Sacramenti esiste una qualche sostanza materiale, composta da materia e forma. Questa sostanza costituisce la materia del Sacramento.

Per esempio, nell’Eucarestia abbiamo il pane e il vino. Che cosa succede quando il sacerdote consacra il pane e il vino? Avviene quello che la Chiesa chiama transustanziazione. Ora, questo concetto suppone la distinzione tra sostanza ed accidenti. Per questo la Chiesa distingue nel pane e nel vino la sostanza dagli accidenti o “specie eucaristiche”.

In base a questi concetti possiamo capire che cosa la Chiesa intende quando parla di transustanziazione: la conversione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del Corpo e del Sangue del Signore, restando in essere le “specie” o gli accidenti del pane e del vino. È chiaro che se noi non abbiamo presente la distinzione tra materia e forma, e quindi tra sostanza ed accidenti, non possiamo capire la transustanziazione.

La distinzione tra materia e forma serve inoltre a definire la sostanza materiale che viene usata nei Sacramenti. Per esempio, nel Battesimo abbiamo l’acqua. Che cosa succede all’acqua, quando su di lei si pronunciano le parole della formula sacramentale? È chiaro che l’acqua rimane sempre acqua, tuttavia viene santificata e diventa mezzo della grazia santificante.

Ricordiamo inoltre che i Sacramenti hanno due effetti santificanti. Da una parte tolgono i peccati e danno la grazia, e dall’altra aumentano la grazia, che già esiste. Per esempio il Sacramento della Penitenza dà la grazia a chi non c’è l’ha. Invece, per ricevere l’Eucarestia occorre già essere in grazia.

Il Card. Fernandez censura gli abusi liturgici consistenti nel fatto che il ministro cambia la materia o la forma del sacramento. Per esempio, nel matrimonio la materia è data dalla disponibilità di entrambi, un uomo e una donna, ovvero dal consenso all'unione coniugale secondo il patto coniugale, mentre la forma è data dalla formula verbale con la quale essi esprimono la volontà di unirsi in matrimonio in conformità al patto espresso in parole. Così, se per esempio il consenso non è libero e sincero in base alla fede nell'indissolubilità del matrimonio o è posto sotto condizione, il consenso è viziato, manca la materia e il matrimonio non è valido.

Oppure se un sacerdote consacra le oblate eucaristiche senza credere alla transustanziazione, la forma è sbagliata e consacra invalidamente, anche se la formula è quella prescritta dalla Chiesa.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 8 febbraio 2024

 

"E' necessaria la formazione liturgica, cioè alla liturgia e dalla liturgia, sulla quale state riflettendo in questi giorni. Non si tratta di una specializzazione per pochi esperti, ma di una disposizione interiore di tutto il popolo di Dio. Ciò naturalmente non esclude che vi sia una priorità nella formazione di coloro che, in forza del sacramento dell’Ordine, sono chiamati ad essere mistagoghi, cioè a prendere per mano e accompagnare i fedeli nella conoscenza dei santi misteri. Vi incoraggio a proseguire in questo vostro impegno affinché i pastori sappiano condurre il popolo al buon pascolo della celebrazione liturgica, dove l’annuncio di Cristo morto e risorto diventa esperienza concreta della sua presenza che trasforma la vita." Papa Francesco  - Roma, 8.2.24


Da: DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DEL
DICASTERO PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI - Sala Clementina
Giovedì, 8 febbraio 2024
https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/february/documents/20240208-plenaria-culto-divino.html


[1] Dialogo fra Aristotele, la materia e la forma. La Forma sostanziale e la Materia Prima

https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/05/dialogo-fra-aristotele-la-materia-e-la.html

[3] Dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC): https://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm

1)      Battesimo:

CCC n. 1239 - 1240

1239 Segue poi il rito essenziale del sacramento: il Battesimo propriamente detto, che significa e opera la morte al peccato e l'ingresso nella vita della Santissima Trinità attraverso la configurazione al mistero pasquale di Cristo. Il Battesimo viene compiuto nel modo più espressivo per mezzo della triplice immersione nell'acqua battesimale. Ma fin dall'antichità può anche essere conferito versando per tre volte l'acqua sul capo del candidato.

1240 Nella Chiesa latina questa triplice infusione è accompagnata dalle parole del ministro: « N., io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ». Nelle liturgie orientali, mentre il catecumeno è rivolto verso l'Oriente, il sacerdote dice: « Il servo di Dio, N., è battezzato nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo ». E, all'invocazione di ogni Persona della Santissima Trinità, lo immerge nell'acqua e lo risolleva.

1256 I ministri ordinari del Battesimo sono il Vescovo e il presbitero, e, nella Chiesa latina, anche il diacono.52 In caso di necessità, chiunque, anche un non battezzato, purché abbia l'intenzione richiesta, può battezzare,53 utilizzando la formula battesimale trinitaria. L'intenzione richiesta è di voler fare ciò che fa la Chiesa quando battezza. La Chiesa trova la motivazione di questa possibilità nella volontà salvifica universale di Dio e nella necessità del Battesimo per la salvezza.

2)      Confermazione:

CCC n. 1300

1300 Segue il rito essenziale del sacramento. Nel rito latino, « il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l'unzione del crisma sulla fronte, che si fa con l'imposizione della mano, e mediante le parole: "Accipe signaculum doni Spiritus Sancti" – "Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono" ».  Presso le Chiese Orientali di rito bizantino, l'unzione con il myron viene fatta, dopo una preghiera di epiclesi, sulle parti più significative del corpo: la fronte, gli occhi, il naso, le orecchie, le labbra, il petto, il dorso, le mani e i piedi; ogni unzione è accompagnata dalla formula: « Σφραγίζ δωραζ Πυεύματζ Άγίoυ » (« Signaculum doni Spiritus Sancti » – « Sigillo del dono dello Spirito Santo »).

1312 Ministro originario della Confermazione è il Vescovo.

3)      Eucarestia:

CCC n. 1412

1412 I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il pane di grano e il vino della vite, sui quali viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le parole della consacrazione dette da Gesù durante l'ultima Cena: « Questo è il mio Corpo dato per voi. [...] Questo è il calice del mio Sangue ».

1411 Soltanto i sacerdoti validamente ordinati possono presiedere l'Eucaristia e consacrare il pane e il vino perché diventino il Corpo e il Sangue del Signore.

4)      Confessione:

CCC n. 1448 – 1449

1448 Attraverso i cambiamenti che la disciplina e la celebrazione di questo sacramento hanno conosciuto nel corso dei secoli, si discerne la medesima struttura fondamentale. Essa comporta due elementi ugualmente essenziali: da una parte, gli atti dell'uomo che si converte sotto l'azione dello Spirito Santo: cioè la contrizione, la confessione e la soddisfazione; dall'altra parte, l'azione di Dio attraverso l'intervento della Chiesa. La Chiesa che, mediante il Vescovo e i suoi presbiteri, concede nel nome di Gesù Cristo il perdono dei peccati e stabilisce la modalità della soddisfazione, prega anche per il peccatore e fa penitenza con lui. Così il peccatore viene guarito e ristabilito nella comunione ecclesiale.

1449 La formula di assoluzione in uso nella Chiesa latina esprime gli elementi essenziali di questo sacramento: il Padre delle misericordie è la sorgente di ogni perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori mediante la pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito, attraverso la preghiera e il ministero della Chiesa:

« Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ».

1495 Soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto dall'autorità della Chiesa la facoltà di assolvere possono perdonare i peccati nel nome di Cristo.

5)      Olio degli infermi

CCC 1530 - 1531

1530 Soltanto i sacerdoti (presbiteri e Vescovi) possono amministrare il sacramento dell'Unzione degli infermi; per conferirlo usano olio benedetto dal Vescovo o, all'occorrenza, dallo stesso presbitero celebrante.

1531 L'essenziale della celebrazione di questo sacramento consiste nell'unzione sulla fronte e sulle mani del malato (nel rito romano) o su altre parti del corpo (in Oriente), unzione accompagnata dalla preghiera liturgica del sacerdote celebrante che implora la grazia speciale di questo sacramento.

6)      Ordine

CCC 1573 - 1577

1573 Il rito essenziale del sacramento dell'Ordine è costituito, per i tre gradi, dall'imposizione delle mani, da parte del Vescovo, sul capo dell'ordinando come pure dalla specifica preghiera consacratoria che domanda a Dio l'effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni adatti al ministero per il quale il candidato viene ordinato.

1576 Poiché il sacramento dell'Ordine è il sacramento del ministero apostolico, spetta ai Vescovi in quanto successori degli Apostoli trasmettere « questo dono dello Spirito », « il seme apostolico ». I Vescovi validamente ordinati, che sono cioè nella linea della successione apostolica, conferiscono validamente i tre gradi del sacramento dell'Ordine.

1577 « Riceve validamente la sacra ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile ["vir"] ». Il Signore Gesù ha scelto uomini ["viri"] per formare il collegio dei dodici Apostoli, e gli Apostoli hanno fatto lo stesso quando hanno scelto i collaboratori che sarebbero loro succeduti nel ministero. Il collegio dei Vescovi, con i quali i presbiteri sono uniti nel sacerdozio, rende presente e attualizza fino al ritorno di Cristo il collegio dei Dodici. La Chiesa si riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Per questo motivo l'ordinazione delle donne non è possibile.

7)      Matrimonio

CCC 1665

1664 L'unità, l'indissolubilità e l'apertura alla fecondità sono essenziali al matrimonio. La poligamia è incompatibile con l'unità del matrimonio; il divorzio separa ciò che Dio ha unito; il rifiuto della fecondità priva la vita coniugale del suo « preziosissimo dono », il figlio.

1623 Secondo la tradizione latina, sono gli sposi, come ministri della grazia di Cristo, a conferirsi mutuamente il sacramento del Matrimonio esprimendo davanti alla Chiesa il loro consenso. Nelle tradizioni delle Chiese Orientali, i sacerdoti – Vescovi o presbiteri – sono testimoni del reciproco consenso scambiato tra gli sposi, ma anche la loro benedizione è necessaria per la validità del sacramento.

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