Il rispetto delle razze è l’antidoto al razzismo

 

Il rispetto delle razze è l’antidoto al razzismo

Più volte il Papa ha condannato il razzismo ma ha anche esortato al rispetto delle diversità fra le culture e le religioni, volute da Dio, chiamate a convivere pacificamente e ad integrarsi vicendevolmente nella conservazione della propria identità, che è una ricchezza da offrire ai fratelli e all’intera umanità. Questo vale anche per la diversità delle razze.

La dimensione materiale, fisica e biologica della persona certamente non fa sorgere da sé la condotta morale e religiosa, nonché la vita dello spirito e della cultura. Sarebbe assurdo infatti pensare che lo spirito, chiamato a governare il corpo, possa essere guidato dal corpo.

E tuttavia, si tratti della razza o del sesso, la differenza tra l’esser maschio o l’esser femmina, l’esser europeo o asiatico o africano condiziona il modo d’essere e di funzionare della ragione, volontà, intelligenza e coscienza che caratterizzano ogni persona umana come tale, quale che sia la razza, alla quale appartiene.

In tal modo i Greci ci hanno dato Socrate, Platone ed Aristotele; i Latini Cicerone, Seneca e Virgilio, i Persiani Zaratustra, gli Indiani Shamkara e il Budda, gli Arabi Maometto, i Cinesi Confucio, gli Slavi Cirillo e Metodio, i Tedeschi Lutero, gli Italiani Tommaso d’Aquino, gli Ebrei Mosè, Gesù Cristo e la Madonna. Ci potremmo chiedere: e i Boscimani, gli Ottentotti, i Pigmei, i Congolesi, gli aborigeni australiani, i Lapponi, gli indigeni dell’Amazzonia che cosa hanno prodotto? Indaghiamo e impareremo che Dio ha dato doni a tutte le razze.

Mentre l’antropologia filosofica ci dice che tutti possediamo un’anima spirituale ed immortale e che tutti siamo creati per raggiungere Dio, e l’antropologia scientifica ci dice che tutti siamo fatti delle stesse componenti fisiche, genetiche e biologiche, la più elementare esperienza ci parla dell’esistenza evidente a chiunque delle diverse razze, non certo come se fossero specie ben delineate e fisse di un genere superiore, definibili esattamente in modo scientifico, ma come dati empirici dei quali prendere atto.

Infatti non siamo qui davanti a un vero e proprio sapere scientifico come sono la fisiologia o psicologia o l’anatomia umane o l’antropologia filosofica o teologica, ma si tratta di un sapere sperimentale costituito da infiniti innegabili dati di fatto.

È vero tuttavia che i confini tra l’una e l’altra razza sono sfumati e le differenze sono vaghe e imprecise, esistono razze miste, le differenze sono di difficile determinazione e spesso aleatorie e le classificazioni divergono le une dalle altre a seconda degli studiosi. Non si tratta di un sapere scientifico, ma solo documentario, benchè di assoluta evidenza e certezza ed utilissimo da conoscere per il bene della nostra vita.

Al riguardo possiamo ricordare la famosa teoria della razza «ariana», teoria priva di fondamento scientifico, ma frutto di una mostruosa volontà imperialistica, che pure nel secolo scorso ottenne nella Germania nazista un enorme successo, teoria fantasiosa basata su un fluido concetto della natura umana senza soluzione di continuità con quello della scimmia, come abbiamo in Darwin, oltre alla falsa idea dell’esistenza di razze inquinanti, come erano ritenute le razze ebrea e slava.

Da qui veniva la necessità della conservazione e preservazione della «purezza» della razza ariana – i confini peraltro non erano né certi né chiari – col proposito criminale di sopprimere le razze inquinanti, così come si sopprime un agente dannoso all’organismo.

Una volta respinti questi orrori, che nulla hanno a che vedere col concetto di razza, ricordiamoci che ignorare l’esistenza e il valore delle razze col pretesto dell’uguaglianza umana, è, come ci insegna il Papa, una grave offesa alla dignità umana, è il disprezzo per quella meravigliosa diversità, che Dio ha creato fra le creature umane, al fine di generare scambio, comunione, arricchimento reciproco, armonia e concordia.

Se è disumano il razzismo con la sua negazione dell’uguaglianza umana e degli universali valori e diritti dell’uomo, altrettanto disumano è il disprezzo o la negazione di quelle naturali diversità razziali, che Dio stesso ha posto fra gli uomini come occasioni ed incentivi per la promozione e l’incremento delle virtù sociali e della solidarietà e per l’edificazione della felicità umana di tutti, dei singoli come della comunità.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 25 marzo 2024

Immagine da :

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-11/quo-253/un-mosaico-di-razze-e-culture.html

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