Filosofia e scienza in dialogo sul potere dell’uomo sulla natura - Prima Parte (1/2)

Filosofia e scienza 

in dialogo sul potere dell’uomo sulla natura

 Prima parte (1/2)

Il filosofo Giovanni Sarruso ha introdotto questo tema appassionante e di grande attualità con una serie di suoi interventi stimolanti, ai quali io ho risposto molto volentieri dal mio punto di vista di filosofo e di teologo.

Il Prof. Sarruso è esperto anche di scienza fisico-matematica, che invece non è il mio campo, per cui io ho imparato da lui molte cose, che mi hanno stimolato a chiarire i rapporti della scienza con la filosofia e la teologia.

Io e il Prof. Sarruso, trattando di fisica sperimentale, non riteniamo di essere sempre esenti da posizioni criticabili, soprattutto da parte dei competenti.

Tuttavia l’interesse che offre questa discussione con lui, avvenuta come chat in Facebook, che adesso pubblico, consiste nel mettere in luce la possibilità di utilizzare nozioni della cosmologia aristotelica per comprendere filosoficamente e metafisicamente le scoperte recenti della fisico-matematica.

In tal modo, attraverso la mediazione della filosofia, è possibile creare un aggancio tra la scienza sperimentale e la teologia, cosa della quale abbiamo sempre bisogno, perché purtroppo spesso la scienza si inorgoglisce e pretende di sbugiardare la teologia, mentre d’altra parte capita che dei teologi, di tendenza idealista o gnostica, ragionino in una maniera astratta, avulsa dall’esperienza sensibile, come dice Papa Francesco, in modo tale che essi, chiusi nelle loro idee, si rendono incapaci di fondare un’azione morale attenta ai reali bisogni dell’uomo e soprattutto dei poveri, sia di coloro che soffrono fisicamente che di coloro che soffrono nello spirito.

Le conclusioni che nascono da questo dibattito ci rendono meglio consapevoli dell’universalità dei principi ontologici, soprattutto la dualità materia-forma, sostanza-accidenti, materia-energia, che reggono tutto l’universo fisico dal mondo astrale al mondo delle particelle subatomiche.

La constatazione della universalità di questi principi ci consente di elevare il nostro pensiero dalla scienza alla metafisica, ovvero dalla conoscenza sperimentale dell’ente mobile-sensibile alla determinazione della sua causa creatrice, ossia dell’esistenza di Dio.

************

Da: Chat Facebook, 17-22 maggio 2023

Giovanni Sarruso:

Diego Fusaro dice che la società tecnocapitalistica sta distruggendo il cristianesimo e in genere tutto ciò che è sacro

Padre Giovanni Cavalcoli:

Caro Professore, la sua constatazione è ormai di pubblico dominio negli ambienti cattolici più sensibili ai bisogni dell'umanità e della Chiesa di oggi.

Lo stesso Papa Francesco si è impegnato in una serie di rischiosi contatti con i maggiori protagonisti del progetto massonico internazionale, che ha come programma il cosiddetto transumanesimo. Ho trattato di questa grave questione nel mio recente articolo dedicato a Galileo, Cartesio e Bruno. Bisogna chiedere al Signore che dia al Papa la saggezza di ammansire queste forze sataniche e assoggettarle alla potenza dello Spirito Santo.

Secondo me non ci si deve mettere contro la scienza, che non è atea. Al massimo è agnostica.

Caro Professore, la scienza sperimentale non è atea, perchè il livello del suo sapere, che riguarda i fenomeni o le cose materiali, è tale per cui essa lavora all’interno dello stesso livello di realtà e quindi non si pone la domanda su qual è la causa di questo livello di realtà. La domanda se la pone la filosofia, la quale considera questo livello di realtà sotto la ragione di ente mobile e sensibile.

Ciò significa che la filosofia introduce alla metafisica, che è la scienza dell’ente in quanto ente. A questo punto la ragione si accorge che gli enti, che sono oggetto della nostra conoscenza scientifica e filosofica, sono contingenti e per questo, applicando il principio di causalità, la metafisica, interrogandosi sulla causa dell’ente, arriva ad affermare l’esistenza di Dio come creatore dell’ente.

Tornando alla scienza sperimentale non possiamo dire propriamente che sia agnostica riguardo all’esistenza di Dio, perché essa, in base al suo statuto epistemologico, non si pone neppure il problema dell’esistenza di Dio e quindi non sospende il giudizio, come potrebbe fare un filosofo, il quale, ponendosi il problema, si astiene dall’esprimere un giudizio.

Però quando la scienza affronta il problema dell'origine dell'universo un po' fa metafisica.

Caro Professore, la scienza fisica propriamente non si interessa delle origini dell’universo, ma semplicemente indaga nel passato fino a quel punto in cui essa non riesce più a retrocedere.

Il fatto che essa abbia elaborato la famosa teoria del big bang non vuol dire che essa sia sicura che lì inizia il tempo, perché ciò effettivamente supporrebbe un giudizio di tipo metafisico, che potrebbe essere accostato al pronunciamento del Concilio Lateranense IV del 1215, che insegna che il mondo ha avuto un inizio nel tempo. Ma noi non sappiamo che cosa c’è stato prima del big bang, perché la scienza sperimentale retrocede sempre nel campo dei fenomeni, i quali nascondono allo scienziato l’ente, che è oggetto della metafisica e non della scienza sperimentale. Se si fosse scoperto che il big bang non è un semplice fenomeno, ma una realtà ontologica, allora certamente si porrebbe il problema della sua causa e si dovrebbe dedurre che è stato creato dal nulla.

Ora, una simile conclusione è possibile solo alla metafisica, ma, come ho detto, noi non possiamo avere una conoscenza metafisica del big bang, perché lo conosciamo solo come fenomeno. Dunque la metafisica non ha nulla da dire riguardo al big bang, e lascia il campo alla fisica, la quale non ha competenza per dirci se lì siamo o non siamo alle origini dell’universo.

Allora ci potremo chiedere: chi ha causato il big bang? Questa è una domanda più che legittima, dal punto di vista fisico, ma dobbiamo attenderci che questa causa sia a sua volta un altro fenomeno. Tuttavia non si può escludere che il big bang sia effettivamente, dal punto di vista ontologico, l’origine del mondo. Vuol dire allora che prima ci sarebbe solo il nulla. Ma la scienza ha il concetto del vuoto e non del nulla. Il nulla è una nozione metafisica. È solo la metafisica che può dire che il mondo è stato creato dal nulla.

Il big bang è stato causato dalle oscillazioni del vuoto quantistico circa 14 miliardi di anni fa. Allora ha avuto origine il nostro universo e di conseguenza il tempo. Qui il confine tra fisica e metafisica è veramente labile.

Quest'ordine poi richiede un'eccezione: la vita. Ancora una volta il non credere ricorre al caso.

È vero che la scienza non parla di creazione dal nulla.

Caro Professore, il fatto che la fisica, nella retrocessione dei fenomeni, sia giunta al limite di 14 miliardi di anni non ci autorizza ad affermare che in quel momento il mondo abbia avuto origine.

Infatti, chi ci garantisce che prima del fenomeno del big bang non ci sia stato un fenomeno precedente, che lo abbia provocato? Per questo io ritengo che i 14 miliardi non costituiscono un punto invalicabile, dopo il quale ci dovrebbe essere il nulla, ma rappresentano semplicemente il limite al quale siamo giunti adesso. Ma io penso che col perfezionarsi dei mezzi di indagine, un domani potremmo accorgerci per esempio che potremmo retrocedere a 15 miliardi.

Per ora dicono che ci sono le fluttuazioni del vuoto che non è il nulla.

Il problema del caso è connesso col problema della causalità. Secondo la teoria del caso, la successione dei fenomeni non sarebbe regolata da necessità, ma semplicemente dalla sostituzione di un fenomeno con un altro, oppure per semplice sostituzione, come pensava Hume, senza che il precedente sia la causa del successivo.

Ora, una teoria del genere suppone che noi consideriamo i fenomeni senza far uso della ragione, per cui la scienza diventa impossibile. Ma anche ammesso e non concesso che il caso esista, dovremmo sempre presupporre l’esistenza dei fenomeni stessi.

Ora, volendo chiederci qual è l’origine prima dei fenomeni, occorrerebbe trovare un fenomeno iniziale prima del quale non c’è nulla. Senonché la nostra esperienza di sempre, per quanto raffinata con metodi scientifici e per quanto oggi disponiamo di metodi di indagine più che mai perfezionati, ci attesta che noi, nella conoscenza del cosmo, sia per quanto riguarda il piccolo, sia per quanto riguarda il grande e sia per quanto riguarda il passato, non cessiamo mai di scoprire delle novità. Per cui ci viene la convinzione che questa ricerca non possa mai avere termine.

Stando alla fisica, abbiamo quindi la sensazione, che già aveva Aristotele, che il mondo esista ab aeterno. Con questo non si può dire che non sia stato creato e non vuol dire che noi non dobbiamo retrocedere nelle cause fino ad arrivare ad una causa prima. Solo che questa retrocessione va fatta con metodo metafisico, che riguarda la causa dell’essere. Invece col metodo fisico la retrocessione non finisce mai.

D’altra parte noi sappiamo solo dalla fede che il mondo ha avuto un inizio nel tempo, nel senso che il tempo ha avuto un inizio. La ragione ci dice che il mondo è stato creato da Dio. Però da capo la retrocessione secondo il metodo della fisica non è in grado di arrivare ad un inizio del tempo, prima del quale ci sia il nulla. Perché? Perché, come ho detto, il nostro retrocedere, secondo la fisica, non ha mai termine.

È vero che la fisica non può parlare di creazione dal nulla, perché non è capace di retrocedere nelle cause in senso ontologico, ma lo fa solo dal punto di vista dei fenomeni.

Ora qui Kant aveva ragione quando diceva che la causa di un fenomeno è un altro fenomeno. Invece noi ci poniamo il problema della creazione quando consideriamo la cosa in sé, ossia l’ente contingente. Solo allora ci accorgiamo che il mondo è stato creato. Quindi per arrivare a Dio si deve superare il mondo dell’esperienza e cogliere l’essere delle cose, cioè le cose in sé, distinguendo l’essere necessario da quello contingente.

Osservo che il vuoto suppone l’esistenza dei corpi. Faccio un esempio banalissimo. Io parlo di una bottiglia vuota. Ma come faccio a parlare del vuoto, se non in relazione alla bottiglia? Quindi il vuoto suppone la bottiglia.

Ora, passando alla considerazione del cosmo, il discorso è simile. Ammettiamo pure che il big bang sia connesso col vuoto. Ammettiamo addirittura che possa esistere un vuoto prima del big bang. Ma allora bisognerà ammettere una realtà fisica fenomenica, che preceda nel tempo.

E quindi siamo da capo nel dover riconoscere che non siamo arrivati affatto alle origini dell’universo. Inoltre bisogna considerare che il vuoto suppone lo spazio, ma lo spazio, come ha già dimostrato Aristotele, è un accidente esterno dei corpi, cioè è lo spazio esistente tra due corpi. E quindi siamo da capo: parlare del vuoto suppone l’esistenza dei corpi e quindi dei fenomeni.

No il vuoto quantistico non suppone lo spazio, sono particelle che durano pochi istanti. Poi il famoso bosone di higgs le rende stabili, si forma la materia e lo spazio-tempo.

Il vuoto quantistico è energia a somma zero.

Ci sono particelle che non durano in quanto energie contrapposte le annullano.

Caro Professore, se noi parliamo di particelle, dobbiamo parlare necessariamente di composti di materia e forma, ossia di soggetti che hanno la forma della particella. Il fatto che queste particelle si stabilizzano, non significa quindi che la materia sorga in quel momento, ma la materia prima c’era anche nel corso della durata della particella, che è la materia seconda.

Dunque, con lo stabilizzarsi della particella non è che passiamo dalla non-materia alla materia, dal non-essere all’essere, ma assistiamo semplicemente a particelle che passano dal moto alla stasi. Ma la materia prima è presente sia nel moto che nella stasi. Quindi, col verificarsi della stasi non possiamo dire che la materia comincia ad esistere.

Quindi non possiamo parlare dell’origine del mondo materiale. Per quanto riguarda lo spazio-tempo, esso è già presente nelle particelle in movimento, perché, come spiega Aristotele, il tempo presuppone il moto di un corpo, mentre lo spazio rende possibile il moto locale delle particelle.

Per quanto riguarda l’energia, trattandosi di energia fisica, anche di essa bisogna affermare che è composta di materia e forma. Semmai si può parlare di forma accidentale rispetto alla forma sostanziale, che costituisce la particella. Per quanto riguarda l’annullamento della materia, bisognerebbe sostenere che essa passa dall’essere al non-essere.

Ora, la cosa è metafisicamente possibile. Tuttavia, dato che Dio conserva in essere la materia, che Egli ha creato, il supporre che Egli la voglia annullare non conviene alla bontà e alla provvidenza divina. Questo principio fu annunciato a suo tempo da Lavoisier col famoso principio che nulla si distrugge, a meno che non si intenda dire che le particelle si corrompono o si dissolvono o si disintegrano essendo evidentemente composte di parti, come qualunque sostanza materiale.

La particella non è materia è energia

Il termine in fisica si presta all'equivoco.

In fisica la lettera h indica il quantum di energia, cioè la particella minima. Il termine si adopera per indicare un aspetto dell'energia diverso dalla lunghezza d'onda.

Lavoisier enuncia una legge che riguarda la chimica e allude agli atomi. Nella realtà subatomica la materia si distrugge trasformandosi in energia nelle reazioni nucleari.

Quando l'energia si trasforma in materia si forma la coppia materia antimateria.

La luce è fatta di fotoni particelle prive di massa o materia

Il nostro universo ha un inizio. Però attualmente non possiamo dire dal nulla.

Segue un ordine, non credo che l'armonia dell'universo sia frutto del caso

Però il fine dell'universo scientificamente non possiamo dimostrarlo

A questo punto può subentrare la metafisica classica nelle parti tuttora valide

Poi si capisce occorre il dono della fede.

Tra le particelle elementari si distingue il bosone di higgs che ha massa e la conferisce alle altre particelle.

Caro Professore, dobbiamo dire che la particella è materia per il fatto che essa segnala la sua presenza ai nostri sensi, sotto modalità matematiche, mediante le strumentazioni scientifiche, che noi usiamo per rilevare la sua esistenza.

Quindi, anche se noi con i nostri sensi non possiamo percepirla direttamente, tuttavia per mezzo dei nostri strumenti di indagine e calcoli matematici indirettamente essa può essere percepita. Ora, indubbiamente ciò che è percepito dai nostri sensi è una realtà materiale.

Per quanto riguarda l’energia il discorso è simile. Non esiste propriamente una distinzione tra materia ed energia, in quanto anche l’energia è una forza materiale. Una distinzione che possiamo fare è quella tra un corpo statico e un corpo dinamico oppure tra materia inerte e materia attiva. Infatti, anche dell’energia atomica noi possiamo avere una percezione sensibile mediante le strumentazioni scientifiche e i calcoli matematici, che ci consentono di giungere alla sua conoscenza.

L'energia non ha massa.

Quando si trasforma in massa genera la coppia materia e antimateria.

Per quanto riguarda l’energia il discorso è simile. Non esiste propriamente una distinzione tra materia ed energia, in quanto anche l’energia è una forza materiale. Una distinzione che possiamo fare è quella tra un corpo statico e un corpo dinamico oppure tra materia inerte e materia attiva.

Infatti, anche dell’energia atomica noi possiamo avere una percezione sensibile mediante le strumentazioni scientifiche e i calcoli matematici, che ci consentono di giungere alla sua conoscenza.

Fine Prima Parte (1/2)


Ci sono particelle che non durano in quanto energie contrapposte le annullano.

Caro Professore, se noi parliamo di particelle, dobbiamo parlare necessariamente di composti di materia e forma, ossia di soggetti che hanno la forma della particella. Il fatto che queste particelle si stabilizzano, non significa quindi che la materia sorga in quel momento, ma la materia prima c’era anche nel corso della durata della particella, che è la materia seconda.

Dunque, con lo stabilizzarsi della particella non è che passiamo dalla non-materia alla materia, dal non-essere all’essere, ma assistiamo semplicemente a particelle che passano dal moto alla stasi. Ma la materia prima è presente sia nel moto che nella stasi. Quindi, col verificarsi della stasi non possiamo dire che la materia comincia ad esistere. 

 

La particella non è materia è energia

Caro Professore, dobbiamo dire che la particella è materia per il fatto che essa segnala la sua presenza ai nostri sensi, sotto modalità matematiche, mediante le strumentazioni scientifiche, che noi usiamo per rilevare la sua esistenza.

Quindi, anche se noi con i nostri sensi non possiamo percepirla direttamente, tuttavia per mezzo dei nostri strumenti di indagine e calcoli matematici indirettamente essa può essere percepita. Ora, indubbiamente ciò che è percepito dai nostri sensi è una realtà materiale.

Per quanto riguarda l’energia il discorso è simile. Non esiste propriamente una distinzione tra materia ed energia, in quanto anche l’energia è una forza materiale.

Immagini da Internet: Particelle e energia

131 commenti:

  1. A questi "enigmi" si perviene ad una soluzione studiando le opere di R Steiner.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Gianlub,
      per poterle rispondere ho bisogno che lei mi dica con precisione a quali “enigmi” lei si riferisce.

      Elimina
    2. Big bang, origine del mondo, della materia, quello che discuteva con lo scienziato in chat di fb. Filosofia e scienza in dialogo sul potere dell'uomo sulla natura

      Elimina
  2. La materia e' "luce condensata", il "big bang" di cui parla la scienza e' solo l'ultimo di tre evoluzioni cosmiche precedenti all'attuale evoluzione Terra: Antico Saturno, Antico Sole, Antica Luna. Il "big bang" non e' altro che il "riapparire", dopo una fase "dormiente" chiamata "pralaia", dell'ultima evoluzione cosmica precedente, Antica Luna, per proseguire l'evoluzione nell'attuale Terra.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Gianlub,
      secondo i dati della scienza, la luce è una energia fisica irraggiante emessa da un corpo luminoso, la quale percorre lo spazio ad una altissima velocità illuminando gli oggetti che essa colpisce. Essa è oggetto della nostra vista ed è una energia fisica, che ci consente di vedere gli oggetti, che altrimenti resterebbero nel buio.
      Essa quindi è un semplice fenomeno ondulatorio elettromagnetico, che non comporta nessuna possibilità di condensazione, perché per sua essenza non è un condensabile, cioè un qualche cosa di rarefatto, che possa diventare denso, come sono i gas o sono i liquidi.
      Se però per condensazione della luce intendiamo riferirci a un fenomeno di trasformazione dell’energia in materia, potremmo pensare che le particelle elementari, che compongono l’energia luminosa, assumano una forma diversa da quella dei fotoni, dando origine ad una materia statica o solida o densa, che è quella che corrisponde a quella che è la “materia seconda” ovvero il “sinolo” di Aristotele, ossia la “materia prima” formata da una diversa forma sostanziale.
      Per quanto riguarda la questione del Big Bang, non è di competenza degli scienziati dimostrare quando è iniziato il tempo, perché non dispongono di un metodo epistemologico sufficiente per affrontare una questione di questo tipo, che non riguarda la scienza dei fenomeni, ma la metafisica, per il fatto che l’inizio del tempo equivale a stabilire l’origine del creato, cosa che è possibile soltanto a chi considera il mondo dal punto di vista ontologico e precisamente di chi ne considera la contingenza.
      Ora, anche mettendosi sul piano metafisico, quello che si può dire delle origini del mondo è che è stato creato, ma quanto a stabilire l’inizio del tempo, che corrisponderebbe all’inizio dell’esistenza del mondo, neppure la metafisica può saperlo, perché di per sé il mondo potrebbe esistere da sempre.
      Allora, chi ci dice che il tempo e quindi il mondo hanno avuto un inizio? La rivelazione cristiana, che la Chiesa ha interpretato nel Concilio Lateranense IV del 1215, il quale ci insegna che Dio “simul ab initio temporis utramque de nihilo condidit creaturam spiritualem et corpoream” (Denz. 800).
      Il fatto che la scienza, retrocedendo nel tempo, sia arrivata fino a 14 miliardi di anni fa, non è quindi una prova che il mondo abbia iniziato ad esistere allora. Anzi, io sono convinto che anche prima del Bing Bang esisteva il mondo. Ma com’era? Non lo sappiamo.
      Quindi le teorie, che lei mi cita, che immagino siano quelle di Steiner, non hanno fondamento né nella scienza né nella filosofia né nella fede. Perché non hanno fondamento? Perché queste tre fonti di conoscenza, che sono quelle che abbiamo a disposizione, non ci informano su questo punto.

      Elimina
  3. E' necessaria un'altra fonte di conoscenza per poter rispondere agli "enigmi", ed e' la facolta' umana di "chiaroveggenza" di cui disponeva appunto l'esoterista R Steiner che non ha esposto "teorie" ma risposte concrete e veritiere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Gianlub,
      per quanto riguarda la chiaroveggenza, essa è effettivamente documentata come fenomeno parapsicologico, ma in base alla documentazione scientifica che abbiamo accumulato ormai da due secoli, risulta che l’orizzonte delle percezioni parapsicologiche è limitato a una fenomenologia che retrocede ad un passato che non giunge alla questione dell’origine del mondo, ma tocca solo un passato molto più vicino a noi.
      D’altra parte è possibile che lo Steiner si valesse di messaggi ricevuti da spiriti angelici.
      Nello stesso tempo bisogna tenere presente che la rivelazione cristiana, come ho detto, insegna che il tempo ha avuto un inizio. Se quindi nelle visioni di Steiner, siamo davanti ad una concezione ciclica, che retrocede nel tempo indefinitamente, dobbiamo constatare che questa visione contrasta con la rivelazione divina che si ricava dalla sacra Scrittura.
      Quindi, sotto questo aspetto bisogna dire che la visione non è attendibile, per cui, se si dovesse trattare di una comunicazione angelica, bisogna dire che purtroppo si tratterebbe di personalità angeliche menzognere.
      Un’altra considerazione che si può fare è l’accostamento con i kali-yuga dell’induismo, che sono cicli cosmici di lunghissima durata indefinitamente ripetitivi.

      Elimina
  4. Non sono "cicli cosmici ripetitivi" ma ""evolutivi" e che non risalgono indefinitamente ma hanno un'inizio nel tempo. . La chiaroveggenza non e' un "fenomeno parapsicologico" ma di particolare disposizione delle strutture sottili umane, in particolare corpo eterico ed astrale, allentate dal vincolo fisico. Steiner riesce a risalire all'origine per il fatto che la sua chiaroveggenza accede ad un "registro cosmico", detto dell'akasha, dove sono appunto "registrati" tutti gli svolgimento evolutivi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il corpo astrale, inteso come corpo di materia sottile soggetto all’influsso astrale, che si aggiunge al corpo fisico e che consente all’anima di esercitare una chiaroveggenza tale da far conoscere sperimentalmente o sensibilmente all’uomo l’evoluzione dell’universo a partire dall’inizio del tempo, non esiste e non può esistere, perchè l’uomo è bensì un composto di spirito e corpo, ma la distinzione fra corpo fisico e corpo astrale non ha nessun fondamento oggettivo basato sull’esperienza ed è una teoria che contrasta con la rivelazione cristiana per la quale il corpo umano è un soggetto materiale informato da un’anima spirituale, che è la forma sostanziale del corpo. Il corpo umano può ricevere indubbiamente influssi astrali, i quali però non determinano atti cognitivi, ma solo li condizionano, trattandosi di influssi materiali, mentre il conoscere è atto dello spirito.
      Le supposte conoscenze vantate da Steiner si possono quindi ricondurre, come del resto egli stesso ha detto, a rivelazioni di "entità superiori". Ma, dato che all’uomo non è consentito né in base alla ragione né il base alla fede sapere qual’è stata l’evoluzione del mondo a partire dall’inizio del tempo, c’è da concludere che le supposte "rivelazioni" provengano da entità menzognere che illudono l’uomo di avere conoscenze che all’uomo non è dato di avere.

      Elimina
  5. Per corpo astrale intendo quella parte dell'anima, senziente, in cui risiedono sentimenti, passioni, desideri....., Ma nell'uomo vi e' anche un corpo eterico ed un io oltre al fisico. Nessuna comunicazione di esseri ingannevoli a Steiner, si tratta di "iniziazione chiaroveggente".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ....Poi e' sorta la religione ufficiale con l'influsso dell'impero romano che ha contribuito ad eliminare importanti "verita' occulte"

      Elimina
    2. Caro Gianlub,
      è vero che i poteri di questo mondo tentano continuamente di abbassare il livello dei misteri rivelati da Gesù Cristo, per ridurli alle dimensioni delle nostre voglie mondane.
      Tuttavia Cristo ha promesso agli Apostoli e ai loro Successori di essere sempre con loro fino alla fine del mondo nel loro compito di annunciare integralmente tutti i misteri della salvezza. Grazie a questa protezione che Cristo ha assicurato alla Chiesa, essa nonostante le persecuzioni delle quali soffre lungo la storia, riesce comunque, assistita dallo Spirito Santo, ad annunciare fedelmente i misteri della salvezza.
      Di Gesù Cristo ci possiamo fidare, avendo dato abbondanti prove di essere credibile e di conoscere profondamente i secreti divini in quanto Figlio del Padre.
      Ma questo Steiner non può essere paragonato a Gesù Cristo. Nessuno nega che egli abbia dato un contributo alla formazione spirituale dell’umanità, in modo particolare nel campo educativo e nel progresso umano.
      Il punto delicato è, come ho già detto, la pretesa di Steiner di possedere delle verità rivelate che smentiscono gli insegnamenti di Gesù Cristo. Su questo punto chiaramente Steiner non può e non deve essere seguito.

      Elimina
  6. Si figuri che di parte "eterica" ne parla Aristotele per il semplice fatto che lui come altri "filosofi" greci come Platone, Socrate oppure gli appartenenti alla scuola pitagorica sono degli "iniziati" ai misteri. Lo stesso Paolo era un'iniziato e che lo Steiner ne prende ad esempio riprendendo la famosa frase ""Non io ma Cristo in me" che ha un profondo significato occulto. I primi Padri della chiesa sono "iniziati". Queste cose esposte le conoscevano benissimo ma molto altro ancora. Le profondita'di significato del Cristo e del "mistero del Golgota" esposte da questo esoterista sono inarrivabili soprattutto dalla teologia moderna, che come dice lo Steiner stesso non e' piu' Cristiana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Gianlub,
      non ho difficoltà a riconoscere che Socrate, Platone e forse anche Aristotele fossero sensibili alle suggestioni dell’occultismo di Pitagora, però siamo sempre lì. Se le dottrine pitagoree sono in contrasto con quelle cristiane non possono essere accettate.
      Per quanto riguarda San Paolo e i Padri della Chiesa, essi erano iniziati ai misteri rivelati da Gesù Cristo e non certo ai misteri pagani.
      Mi fa piacere sapere che Steiner si sia interessato della figura di Cristo, ma, da quel poco che ho potuto sapere, ho notato subito che il suo concetto di Cristo non corrisponde alla realtà dei fatti, testimoniata dalla Chiesa da 2.000 anni.

      Elimina
    2. In Steiner l'impulso del Cristo e' fondamentale nell'evoluzione umana, senza di quello l'umanita' sarebbe sprofondata completamente nella materia. Ecco perche' Steiner insiste tanto sulla pericolosita' , che ora e' piu' che mai presente, del male del materialismo

      Elimina
    3. In Steiner il riconoscimento della Divinita' di Cristo e' assoluta

      Elimina
    4. Solo che la "religione ufficiale" alla sua nascita anche a causa dell'influsso distorcente dell'Impero Romano ha "ristretto" quegli ambiti di conoscenza rilevabili da iniziazioni misteriche

      Elimina
    5. I Templari del XIV secolo erano portatori di grandi conoscenze misteriche occulte in ambito Cristiano ma sono stati erroneamente perseguitati dalla stessa Chiesa Cattolica perche' in suoi esponenti e' stata attaccata da un "demone solare" molto potente, Sorat,che li ha istigati ad uccidere i Templari

      Elimina
    6. Io ho capito che Steiner è mosso da una profonda esigenza di spiritualità e di educazione spirituale dell’uomo e apprezzo la sua polemica contro il materialismo. Lo dimostrano tra l’altro le scuole da lui promosse.
      Ma la domanda che mi faccio è quale spiritualità Steiner propone, perché, se questa spiritualità prevede una confutazione del concetto di uomo come persona composta di anima spirituale e corpo, così come risulta dagli insegnamenti della Scrittura e in particolare di Gesù Cristo, nell’interpretazione del dogma della Chiesa Cattolica, è chiaro che con Steiner, su questo punto preciso, non possiamo essere d’accordo.
      Per quanto riguarda la sequela di Cristo, siccome Egli è Figlio di Dio e Maestro della verità assoluta, non lo si può seguire con riserva, permettendosi di contraddirlo in punti che riguardano la concezione della evoluzione umana e della dignità dell’uomo, ma è nostro dovere accogliere con fede tutto quello che Egli ci rivela a nome di Dio Padre.

      Elimina
    7. Mi compiaccio che Steiner accetti la divinità di Cristo. Tuttavia bisogna tenere presente che la vera fede nella divinità di Cristo, come ho detto sopra, richiede l’accoglienza di tutti i suoi insegnamenti e la rinuncia a smentirne anche uno, in nome di una rivelazione che non faccia capo a Lui, ma ad altre non meglio definite entità superiori.

      Elimina
    8. No assolutamente. Steiner non confuta o contraddice il fatto che l'uomo sia composto di anima e corpo. Fa' solo un'osservazione "critica" al Concilio di Costantinopoli dove e' stato ridotto l'uomo come composto da sola anima e corpo togliendo la terza componente fondamentale: lo spirito

      Elimina
    9. Non solo Steiner accetta tutti gli insegnamenti del Cristo ma ne approfondisce la parte "esoterica" dell'azione Cristica considerando il fatto che la religione ufficiale ne espone la parte exoterica

      Elimina
    10. In ambito Cattolico, per esempio Steiner stima molto il Card Newmann nonostante dica che questo Cardinale non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale esoterico spirituale per l'azione ostacolativa arimanica, cioe' delle potenze sataniche

      Elimina
    11. I misteri che ci ha rivelato Gesù Cristo sono custoditi ed interpretati dalla Chiesa per mandato di Cristo. Pertanto chi vuol conoscere questi misteri deve rivolgersi al Magistero della Chiesa, il quale li riassume nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
      Un’altra cosa da tenere presente è che non esistono misteri superiori a quelli insegnati dalla Chiesa Cattolica, perchè Nostro Signore Gesù Cristo, come ci ha detto apertamente, ci ha rivelato tutto quello che il Padre Celeste ha voluto per la nostra salvezza.
      Per quanto riguarda i Templari non si può escludere che essi avessero accolto alcune teorie gnostiche, condannate dalla Chiesa, ma quello che gli storici hanno ormai accertato è che l’Ordine fu sospeso dal Papa a seguito delle pressioni esercitate da Filippo il Bello, il quale aveva bisogno di denaro ed escogitò un processo illegale contro i Templari al fine di impossessarsi delle enormi ricchezze, che essi avevano accumulato, deviando purtroppo dal nobile fine che era proprio di un Ordine fondato da San Bernardo per difendere i pellegrini cristiani dalle insidie musulmane in Terra Santa.

      Elimina
    12. Se lei si riferisce al Concilio Costantinopolitano I del 381, in esso abbiamo la definizione della divinità dello Spirito Santo. Quanto allo spirito, come componente della persona umana, abbiamo la concezione cristiana dell’uomo in San Paolo (1 Ts 5,2), il quale parla di “spirito, anima e corpo”. Questa triade fa riferimento alle potenze dell’anima umana. Paolo chiama “spirito” (pneuma) le potenze spirituali dell’anima spirituale, intelletto e volontà; chiama “anima” (psychè) le potenze psichiche: quelle sensitive apprensive e quelle sensitive appetitive. Quanto al corpo (soma), evidentemente è la parte materiale della persona, animata dall’anima.
      Ciò vuol dire che quel Concilio non nega affatto la dimensione spirituale dell’uomo, ma semplicemente non ne parla. Un Concilio che invece ne parla è il Concilio Lateranense IV del 1215, il quale insegna che l’uomo è composto di spirito e corpo, ed inoltre il Concilio di Viennes del 1312, che insegna che l’anima spirituale è la forma sostanziale del corpo.
      Queste sono realtà filosofiche, che sono confermate dalla fede.

      Elimina
    13. Per quanto riguarda almeno l’antropologia, l’ammissione dell’esistenza di un corpo astrale e di un corpo etereo, come le ho già detto, è del tutto estranea all’antropologia cristiana, la quale trattando di corporeità parla solo di una corporeità materiale informata, vitalizzata e attivata da un’anima spirituale immortale, creata ad immagine di Dio e chiamata da Cristo ad una vita divina e soprannaturale, che San Paolo chiama la vita dei figli di Dio, che sono mossi dallo Spirito Santo (Rm 8,14).

      Elimina
    14. Per quanto riguarda il card. Newman, che egli abbia avuto difficoltà da parte del demonio, si può certamente ammettere, perchè questo capita anche ai santi. Quanto al fatto che egli non abbia potuto esprimere tutto il suo potenziale esoterico, perché ostacolato dal demonio, anche questo lo posso ammettere. Ciò che non posso ammettere è che nell’elemento esoterico, considerato dal Newman, possano esserci contenuti sostenuti dallo Steiner, che non sono compatibili con la dottrina cristiana, secondo quanto le ho già detto.

      Elimina
  7. Non sono in contrasto ne' i misteri occulti rivelati nelle scuole pitagoriche,e neppure le rivelazioni occulte di Steiner alla figura del Cristo che appare nelle Scritture, anzi c'e' un approfondimento di comprensione del "Mistero Cristico"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Distinguiamo le scuole pitagoriche dalle teorie di Steiner, il quale, se ho ben capito, si considerava cristiano. Per quanto riguarda le prime, non è ipotizzabile che esse abbiano rivelati misteri tali da completare o da correggere quello che ha insegnato Cristo, il Quale, come ho detto, in quanto Figlio di Dio, ha rivelato all’umanità tutti i misteri della salvezza, sicchè a questa rivelazione non c’è nulla da aggiungere o da togliere.
      Per quanto riguarda Steiner, se egli si professava cristiano, mi attenderei da lui una piena accettazione dei misteri cristiani, così come risultano dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione cristiana, interpretati dal magistero della Chiesa Cattolica, cosa che purtroppo, sentendo quanto lei mi riferisce su di lui e leggendo alcune notizie a suo riguardo, non corrisponde a verità.

      Elimina
    2. Il Concilio di Costantinopoli non puo' ridurre la dimensione umana da tre (Corpo, anima, Spirito") a due (corpo, anima) perche' questo e' un errore che pone le basi al "materialismo" oltre a non essere vero.

      Elimina
    3. "Come al Concilio di Costanti­
      nopoli venne eliminato lo spirito, vale a dire fu stabilito per
      dogma che l'uomo ha solo corpo e anima e che è eretico par­
      lare di spirito, così si tenderà in altre forme a eliminare l' ani­
      ma, la vita dell'anima. Verrà il tempo, forse neppure in un fu­
      turo troppo lontano, in cui in un congresso simile a quello
      tenuto nel 1912 si svilupperà dell'altro, in cui si presenteran­
      no altre tendenze, in cui si dirà che è patologico pensare allo
      spirito e all'anima, e che sono sani soltanto coloro che parla­
      no solo del corpo.
      Sarà considerato un sintomo patologico, se qualcuno
      cresce e arriva al concetto che vi sono uno spirito e un'anima;
      costui sarà considerato malato"
      R Steiner

      Elimina
    4. L’antropologia cristiana prevede sia la bipartizione della natura umana che la tripartizione. Le due dottrine si possono conciliare in questo modo. Quando la Chiesa, nei Concili che le ho già citato, si limita a parlare di spirito o anima spirituale, nella nozione di spirito, inteso come principio della vita umana, sono incluse virtualmente le potenze vitali sensitive e vegetative, corrispondenti a quelle che Aristotele chiama anima sensitiva e anima vegetativa.
      Invece col termine spirito la Chiesa intende formalmente l’anima spirituale, forma sostanziale del corpo, principio della vita spirituale, contenente virtualmente le potenze sensitive e vegetative, nonché le potenze motrici del corpo. Si tratta di quell’anima che Aristotele chiama “anima razionale”.

      Elimina
    5. Stando al Denzinger, il Concilio di Costantinopoli non trattò di antropologia, ma proclamò il dogma della divinità dello Spirito Santo.
      È possibile che il Concilio abbia condannato un eretico, il quale sosteneva che lo Spirito Santo è l’anima spirituale. Dal che probabilmente il Concilio ha preso spunto per proclamare la divinità dello Spirito Santo.
      Quindi, il Concilio non avrebbe negato la spiritualità dell’anima, ma semplicemente la pretesa di identificare l’anima con lo Spirito Santo.
      Per questo è falso asserire che il Concilio abbia proibito di affermare la spiritualità dell’anima. Al contrario, come ho già detto, la spiritualità dell’anima sarà affermata dal Concilio Lateranense IV del 1215.
      Da come mi pare di capire, Steiner vuole colpire le correnti positiviste e freudiane che si stavano affermando nei primi decenni del ‘900, e su ciò posso essere d’accordo.
      Su questo punto Steiner è stato addirittura profetico, perché oggi stiamo assistendo al sorgere di una antropologia detta transumanesimo, la quale assimila l’intelligenza umana al funzionamento di una macchina, mentre corrispettivamente si pensa di poter costruire una macchina pensante.

      Elimina
    6. Steiner preferisce che ci sia una distinzione tra l'anima e lo spirito umano, il Concilio ha un po' messo in ombra questa importante distinzione parlando genericamente di "anima spirituale"

      Elimina
    7. Per quanto riguarda il pericolo delle "macchine" ne fa' una disamina approfondita sull'influenza nefasta non solo sull'uomo ma attraverso questi sulla terra stessa

      Elimina
    8. Io credo che si debba fare una distinzione, ma non si tratta di una distinzione reale, ma solo di una distinzione di ragione, all’interno di una medesima forma sostanziale, che è l’anima.
      Il termine “anima” certamente significa qualcosa di diverso dal termine “spirito”, perché l’anima ce l’hanno le piante, gli animali e l’uomo. C’è però una differenza, che le prime due anime non sono spirituali, benchè siano immateriali, nel senso che esse emergono o sono edotte dalla “materia prima” e nel momento della morte ritornano nel seno della “materia prima”.
      Ricordo che la “materia prima” è stata scoperta da Aristotele, mentre Platone non ne aveva ancora conoscenza, perché la considerava come un essere che non è, oppure come un vuoto.
      Per quanto riguarda lo spirito, esso, come ha stabilito Aristotele, è una pura forma sussistente (usia coristè), che corrisponde all’idea platonica.
      Ora, l’anima umana è spirituale, perché è una forma capace di sussistere da sola senza la materia, e tuttavia non è puro spirito, perché è creata da Dio per dar forma a una certa materia, per cui da questa unione nasce quel composto di materia e forma, che è la natura umana.
      Da come pensa Steiner, ho come l’impressione che egli distingua anima umana e spirito umano, come se fossero due soggetti o ipostasi distinti. Ma, se così fosse, si spezzerebbe l’unità della natura e della persona umana, perché noi, benchè composti di anima e corpo, non siamo due soggetti, ma siamo un unico soggetto.

      Elimina
    9. Riguardo al pericolo delle “macchine”, concordo con gli avvertimenti di Steiner ed anzi li trovo in sintonia con gli insegnamenti di Papa Francesco, quando ci avverte sui danni provocati da un uso imprudente o scriteriato della tecnica, sia nell’ambiente umano che nell’ambiente natirale.

      Elimina
    10. No assolutamente. In Steiner non esistono due soggetti distinti in "anima" e "spirito". Vi e' un'unico "io". Penso si possa assimilare al concetto di "spirito" in Steiner all'"io".

      Elimina
    11. E' solo questione di termini: l'antropologia di Steiner non contraddice quella esposta dalla Chiesa. Ci sono pero' alcuni approfondimenti derivanti dalla facolta' chiaroveggente in Steiner

      Elimina
    12. Quella che lei chiama "anima senziente", Steiner lo chiama "corpo astrale" ma svolgono entrambe le medesime funzioni:emozioni, sentimenti, impressioni dagli oggetti esterni....

      Elimina
    13. Quando l'uomo per la prima volta e' apparso sulla terra aveva questa "anima senziente" o "corpo astrale". Poi l'evoluzione ha portato ad avere l'uomo un'"anima razionale" proprio nel periodo greco e dal XIV secolo circa nell'uomo si sviluppa "l'anima cosciente"

      Elimina
    14. Vi e' un contributo dell'"io", o spirito, nello sviluppo di queste 3 parti animiche. Ecco l'importanza della distinzione tra spirito ed anima.

      Elimina
    15. Invece per quanto riguarda quella che lei chiama "anima vegetativa", che abbiamo in comune con piante ed animali,Steiner la definisce "corpo eterico", non e' percepibile dai sensi umani, e non e' ancora stata scoperta dalla scienza perche' con gli strumenti a disposizione non e' rilevabile. Ne accenna qualcosa Aristotele di questa "forza vitale", "sono forze della crescita e della vitalita'" ma non sono parte animico spirituale dell'uomo ma ancora della sua "parte materiale"

      Elimina
    16. Per darle un'idea di cosa sia la "forza eterica" bisogna partire dai quattro elementi fondamentali e procedendo in senso ascendente di "raffinazione": Terra, Acqua, aria,fuoco, questi i 4 elementi fondamentali. Proseguendo oltre alla "raffinazione" si entra appunto in questa "materia e forza eterica " che non e' visibile con i sensi

      Elimina
    17. Mi fa piacere che Steiner ammetta un unico io. Tuttavia l’io non è il mio spirito. L’io è il nome che io uso quando ho presente a me stesso me stesso, in quanto composto di spirito e corpo.

      Le funzioni di cui lei parla dipendono dall’anima sensitiva. Non conviene quindi mettere in gioco la nozione della corporeità.

      Quando l’uomo è apparso sulla terra evidentemente è apparso come uomo. Ora, dire uomo significa “animale ragionevole”. Quindi non esiste un uomo primitivo, che non sia ancora ragionevole. Non si tratterà di un uomo, ma semmai di una scimmia.

      Quali sarebbero queste tre parti animiche?

      Elimina
    18. Quando l'uomo apparve sulla terra non era come lo e', ora: era praticamente privo di "io" ed un'anima solo senziente, non aveva chiara percezione della realta' esterna ma chiara percezione della realta' da cui proveniva, quella spirituale

      Elimina
    19. La realta' naturale esterna gli era poco percepibile ma accanto ad essa invece percepiva molto bene la realta' spirituale dietro alla natura, aveva in pratica una chiaroveggenza naturale molto sviluppata

      Elimina
    20. Caro Gianlub,
      l’anima vegetativa è l’anima delle piante e le funzioni vegetative emanano anche dall’anima sensitiva dell’animale e dall’anima spirituale dell’uomo. Questo vuol dire che questo tipo di anima si manifesta nelle funzioni vitali vegetative, che sono oggetto di una scienza sperimentale. Per quanto riguarda le piante, esse sono studiate dalla botanica.
      Invece nell’animale (uomo e bestie) la vita vegetativa ha una base cerebrale, per cui il suo studio è oggetto della neurologia.
      Dobbiamo dire che nell’uomo la vita vegetativa emana dall’anima spirituale, pur riconoscendo la profonda differenza tra il vegetare e il pensare, per il fatto che se noi ammettiamo due anime distinte, spezziamo l’unità della persona umana.

      Elimina
    21. I quattro elementi, di cui lei parla, costituiscono la materia della chimica medioevale, oggi largamente superata dalla famosa tavola di Mendeleyeff, che è la prima enumerazione de veri elementi chimici, che è stata arricchita fino ai nostri giorni.

      Elimina
    22. Quando l’uomo apparve sulla terra, era evidentemente un uomo.
      Ora, l’autocoscienza è una proprietà essenziale dell’uomo, per cui non si può ammettere che avesse un’anima solo senziente.
      Lei poi si contraddice, quando afferma che aveva una chiara percezione della realtà spirituale dalla quale proveniva. Questo dunque significa che possedeva una conoscenza spirituale.
      Allora ciò vuol dire che lei si deve decidere: lo spirito, l’aveva o non l’aveva?

      Elimina
    23. Vedo che ogni tanto lei parla di chiaroveggenza. Ora bisogna che chiariamo una volta per tutte questo concetto. Lei ha detto che non si tratta di conoscenza paranormale. D’altra parte, se ho ben capito, Steiner parla di una rivelazione ricevuta da entità superiori. Ma, verificando i contenuti di questa rivelazione, se lei ben ricorda, constatai che essi sono in contrasto con la verità rivelata dal Cristianesimo.
      Dunque, di queste entità non c’è da fidarsi. Quindi esse non assicurano nessuna chiaroveggenza, ma illudono il nostro spirito di sapere cose superiori, che a noi non è dato sapere o che non esistono affatto.
      Come dice Dante, accontentiamoci dei misteri che ci ha rivelato Gesù Cristo. Essi soddisfano sovrabbondantemente il nostro desiderio di conoscenza. E non pretendiamo di confutare gli insegnamenti di Cristo con dei pretesi misteri, che sono solo frutto della fantasia.

      Elimina
    24. Ripeto, Steiner non ha mai ricevuto rivelazioni da Entita', la sua visione e' quella del "chiaroveggente"

      Elimina
    25. L'autocoscienza e' una proprieta' che l',uomo ha acquisito nel corso di epoche evolutive, all'inizio non ne aveva di autocoscienza perche' oltre a non avere ancora incarnato l',io bisogna che gia' a quel tempo avesse gia', dei sensi rivolti al mondo esterno che non aveva

      Elimina
    26. L'uomo all'inizio vedeva attraverso il suo corpo astrale o senziente il mondo spirituale da cui era disceso

      Elimina
    27. Quella dei "quattro elementi" e' quella che riguarda l'alchimia medievale che e' ben superiore a qualsiasi chimica anche moderna, la chimica moderna non ha superato proprio niente rispetto all'alchimia medievale.Infatti la scienza e la chimica non hanno ancora scoperto l'etere, non sanno nulla per cui non sanno spiegarsi l'etere della vita, l'etere chimico, l'etere di luce e l'etere di calore. Come fanno le piante a crescere in altezza vincendo la forza di gravita'? Come puo' l'uomo stare in posizione eretta senza essere schiacciato al suolo dalla forza di gravita'? Come fanno 2 atomi a legarsi formando una molecola? Tutto questo avviene grazie alla forza eterica di cui nulla sa' la chimica e scienza moderna.

      Elimina
    28. Come fa' a crescere e svilupparsi il corpo umano ed a non disparsi se non viene "tenuto insieme" dalla forza eterica, dal "corpo eterico" che lei confonde con "l'anima vegetativa"

      Elimina
    29. Provi a chiedere ad un chimico di "costruire" la vita con le sue conoscenze chimiche

      Elimina
    30. Ripeto, di questo "etere" qualcosa ha detto Aristotele. Allora cosa diciamo ..."fantasie e sogni di Aristotele"?

      Elimina
    31. Tornando sull’argomento della chiaroveggenza, da come ho capito, si tratta di una facoltà, che diceva di possedeva Steiner, di vedere intellettualmente realtà al di sopra della semplice ragione, ma indipendentemente da quei contenuti di fede che sono trasmessi dalla Chiesa.
      Ora, l’unica autorità dell’umanità avente la facoltà di trasmettere all’umanità contenuti intellegibili sovraumani, è, per mandato di Gesù Cristo, la Chiesa Cattolica.
      Quindi la pretesa di poter possedere una “chiaroveggenza” tale da consentire la conoscenza di misteri divini superiori alla comprensione della ragione, indipendentemente dal ricevere tale rivelazione dalla Chiesa Cattolica, è una pretesa esorbitante, che la Chiesa condanna sotto il nome di gnosticismo, espressione che Papa Francesco ha usato appunto per definire questa pretesa dell’uomo di ottenere senza la rivelazione cristiana un sapere sui misteri divini.

      Elimina
    32. Tornando sull’argomento della chiaroveggenza, da come ho capito, si tratta di una facoltà, che diceva di possedeva Steiner, di vedere intellettualmente realtà al di sopra della semplice ragione, ma indipendentemente da quei contenuti di fede che sono trasmessi dalla Chiesa.
      Ora, l’unica autorità dell’umanità avente la facoltà di trasmettere all’umanità contenuti intellegibili sovraumani, è, per mandato di Gesù Cristo, la Chiesa Cattolica.
      Quindi la pretesa di poter possedere una “chiaroveggenza” tale da consentire la conoscenza di misteri divini superiori alla comprensione della ragione, indipendentemente dal ricevere tale rivelazione dalla Chiesa Cattolica, è una pretesa esorbitante, che la Chiesa condanna sotto il nome di gnosticismo, espressione che Papa Francesco ha usato appunto per definire questa pretesa dell’uomo di ottenere senza la rivelazione cristiana un sapere sui misteri divini.

      Elimina
    33. Per quanto riguarda i quattro elementi le ho già detto che corrispondono a una conoscenza primitiva del mondo della natura inanimata. Questi quattro elementi sono sostanze che appaiono a quella che è l’esperienza più comune ed ordinaria. Ma il progresso della scienza fisica, soprattutto a partire dal ‘700, ha dimostrato che in realtà le sostanze chimiche sono molto più numerose di queste quattro.

      Elimina
    34. L’etere in passato era una ipotetica sostanza materiale rarefatta, imponderabile, incorruttibile, sparsa dappertutto, che impediva l’esistenza del vuoto e serviva a spiegare l’ondulazione dell’energia luminosa, perché questa ondulazione era paragonata alle onde del mare, che evidentemente non possono esistere senza il mare.
      Ma una migliore conoscenza della natura dei raggi luminosi nel secolo XIX ci ha fatto comprendere che il moto ondulatorio dell’energia elettromagnetica appartiene alla stessa energia e non ha bisogno di appoggiarsi su di un’altra sostanza chiamata etere.
      A questo punto la scienza ha abbandonato l’ipotesi dell’etere, per cui oggi come oggi, possiamo dire chiaro e tondo che l’etere non esiste.

      Elimina
  8. Quando i Padri della Chiesa affermano che i cosiddetti "pagani" sono in realta' Cristiani sono nel giusto perche' da "iniziati" quali erano essi stessi, sapevano benissimo che per esempio, nelle scuole misteriche iniziatiche dell'antica Grecia, entravamo in contatto realmente con il Cristo, perche' lo percepivano nel Sole

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I Padri della Chiesa ebbero la saggezza e il discernimento di trovare nei saggi pagani una preparazione del Vangelo, per cui organizzarono l’evangelizzazione tenendo conto di quelle convinzioni filosofiche o anche misteriche, a livello della ragione, le quali potevano fare da introduzione all’accoglienza dei misteri soprannaturali rivelati da Gesù Cristo.
      Si può aggiungere che, come insegna la Chiesa, i pagani in buona fede sono già in contatto con il Cristo, anche se non lo sanno. Tuttavia, dato che non conoscono esplicitamente Cristo, non li si può considerare cristiani, almeno in modo esplicito.
      Per quanto riguarda il titolo di Cristo come “Sol invictus” è un titolo molto bello, che gli venne assegnato nei primi secoli dai cristiani per significare che Cristo è la luce che vince le tenebre.

      Elimina
    2. Certo, ma questo del "sol Invictus" e' l'esatto significato exoterico. Ma gli stessi primi Cristiani iniziati esotericamente sapevano che quella frase significava che il Cristo e', come veniva individuato nei misteri prima della Sua incarnazione era uno "Spirito Solare", cioe' era Entita' che era presente sul Sole e da cui i raggi stessi erano manifestazione esteriore della Potenza che il Cristo riversava sulla terra dal sole stesso

      Elimina
    3. Dopo la Sua incarnazione, il Cristo non e' piu' "spirito solare" ma e' divenuto "Spirito della Terra", si e' unito alla Terra predisponendone l'evoluzione spirituale degli uomini

      Elimina
    4. Presso tutte le religioni il sole è immagine della divinità. La Sacra Scrittura tuttavia proibisce come idolatrica l’adorazione del sole. Quindi evidentemente Cristo come Sol Invictus non può essere considerato in relazione col sole in senso fisico, ma, come ho detto è assimilato al sole in quanto così come il sole illumina i pianeti, ugualmente Cristo illumina l’umanità. Se noi ponessimo un rapporto fisico di Cristo col sole, cadremmo in quel materialismo dal quale lo Steiner giustamente rifuggiva.

      Elimina
    5. Quanto all’unione di Cristo con la terra, l’idea non mi sembra sconveniente, purchè la si intenda come mediata dall’umanità che il Verbo ha assunto nell’unità della persona divina, così da presentare Cristo salvatore della terra per la mediazione dell’uomo da lui redento.
      Qui sembra di trovare una valorizzazione cristiana dell’ecologia di grande attualità e che ricorda il taglio cosmico della cristologia di Teilhard de Chardin.

      Elimina
    6. Durante l'incarnazione del Cristo sulla terra il Suo corpo fisico era quello di Gesu', alla Resurrezione il Cristo , lo" Spirito Cristo" ha "assunto un altro corpo", la Terra, e' Spirito della Terra. Non solo ha redento l'uomo, ma anche il "sostentamento materiale" dell'uomo. Provi pensare al collegamento che si puo' avere con la "Transustanziazione"

      Elimina
    7. Quando l'uomo si ciba quotidianamente del frutto della Terra, quale e' il pane, quello e' gia' il "corpo di Cristo" perche' dalla Sua resurrezione e' divenuto Spirito della Terra. Quindi ora l'uomo dalla Venuta del Cristo sulla terra in realta' anche con il solo alimentarsi riceve anche le forze spirituali Cristiche insite nella terra.

      Elimina
    8. Questo era impensabile per gli uomini viventi prima dell'incarnazione del Cristo.

      Elimina
    9. Naturalmente e' sempre necessaria la giusta disposizione dell'uomo ad accogliere "l'impulso del Cristo", sta' alla sua liberta' accoglierlo o meno

      Elimina
    10. Le parole di Gesu' Cristo "sono con voi fino alla fine " vanno intese si in senso "spirituale" ma anche piu' "materiale" perche' appunto e' divenuto "Spirito della Terra"

      Elimina
    11. Come prima della Sua incarnazione terrena era "Spirito del Sole", dopo la Sua incarnazione e' divenuto "Spirito della Terra"

      Elimina
    12. Nelle scuole misteriche greche oppure egizie o paleo persiane con Zarathustra sopratutto loro nel Sole non vedevano il Sole fisico" ma percepivano "Una immensa Entita' Spirituale" oppure la Forza Spirituale di questa ""Entità"

      Elimina
    13. Caro Gianlub,
      se ho ben capito questa interpretazione della figura di Cristo, con particolare riferimento all’Incarnazione e alla Risurrezione, con l’Incarnazione il Cristo Solare, cioè il Cristo Spirito, diventa Corpo e Terra. Esaurita la sua missione in questo mondo, Cristo torna ad essere Spirito, Entità Solare.
      Se ho capito bene, avrei da fare delle osservazioni.
      La vera Incarnazione è il fatto che la Seconda Persona della Santissima Trinità, ossia il Figlio, assume in unità di Persona, la natura umana di Cristo. Quindi non c’è il mutamento dello Spirito nella materia, ma una unione di due sostanze: Dio, come Figlio, con una natura umana composta di anima e corpo, a formare una sola divina Persona.
      Pertanto alla resurrezione non è che Cristo Corpo diventi Cristo Spirito, ma Cristo, risorgendo da morte, fa sì che la sua anima umana torni ad animare il suo Corpo, in modo tale che adesso in cielo Gesù Cristo è vivo.
      Per quanto riguarda lo Spirito, esiste bensì uno Spirito di Dio, ma questo è lo Spirito Santo, Terza Persona della Santissima Trinità, che procede dal Padre e dal Figlio e che è lo Spirito della resurrezione e della vita, ossia lo Spirito che fa risorgere dalla morte per una vita immortale.

      Elimina
    14. Per "Cristo Solare" intendo il "Cristo" prima della incarnazione terrena, cioe', per parlare in termini un po'" "materiali", Quando il "Cristo abitava "il Sole. Dopo la Sua incarnazione morte e resurrezione il "Cristo abita la Terra": cioe' vede il Cristo quale Spirito "assume" il "Corpo della terra", non e' che il Cristo diviene essi stesso materia terra, ne e' lo Spirito della Terra

      Elimina
    15. Allora, l'argomento e' chiaramente "complesso" pero' bisogna partire da alcune premesse senza le quali non si comprende il mistero dell'incarnazione. Innanzitutto bisogna distinguere attentamente le "due entità": Da una parte il "Cristo" che e' il "Logos" che discende da "altezze" inconcepibili a mente umana perche' e' Dio. Dall'altra abbiamo l'uomo Gesu' con un proprio "io" umano

      Elimina
    16. Nessun essere umano puo' accogliere in se' in incarnazione il "Cristo", il "Verbo" perche' e' tale la potenza che viene immessa in un corpo umano che ne verrebbe "disintegrato" all'istante

      Elimina
    17. Solo Gesu' e' stato "preparato" in modo particolare da poter "sopportare" una tale potenza infinita in se' stesso. Cosa avviene nell'incarnazione del Cristo alle "strutture animico spirituali fisiche " di Gesu'? Avviene che "l'io umano di Gesu'" si stacca , abbandona le rimanenti strutture e viene contemporaneamente sostituito dall'"Entita' Cristo" che ne prende possesso. Tenga solo presente che durante la Sua permanenza terrena il Cristo doveva "temporaneamente" allentare la presa sulle strutture di Gesu' altrimenti il suo corpo non avrebbe retto sino alla crocefissione e morte

      Elimina
    18. Naturalmente quando si parla di "corpo" dopo la resurrezione non e' della stessa natura del corpo fisico precedente la morte

      Elimina
    19. Il "sudare sangue" di Gesu' nell'orto del Getsemani non e' una conseguenza del fatto della "paura della morte" di Gesu' ma del limite della "sopportazione fisica" del Cristo incarnato in Gesu', la Potenza che puo' derivare dal Cristo, che e' infinita", non e' immaginabile

      Elimina
    20. Cioe', era per paradosso necessario affrettare la crocifissione e morte altrimenti sarebbe stato il Cristo stesso nella Sua immensa Potenza ad "uccidere" il Gesu' Uomo

      Elimina
    21. Secondo la rivelazione cristiana non si dà un Cristo prima dell’incarnazione, perché Cristo è il Verbo Incarnato.
      Dunque, prima dell’Incarnazione esisteva ab aeterno il Figlio generato dal Padre. È vero che il Verbo, dopo la sua Incarnazione, ha abitato fra noi su questa terra.
      Se per Spirito intende il Verbo, allora si può dire che il Verbo incarnandosi assume un corpo di terra, in quanto assume una natura umana composta di spirito e corpo.

      Elimina
    22. Il Cristo non è il Logos che discende dal cielo, ma è il Logos che è disceso dal cielo, perché il Logos diventa Cristo solo con l’Incarnazione, in quanto Cristo è l’uomo-Dio.
      È vero che il Logos discende da altezze inconcepibili da mente umana, ma queste altezze non sono altro che la Persona divina del Padre.
      Sono d’accordo che da una parte il Cristo è il Figlio di Dio, quindi è di natura divina, e dall’altra possiede una natura umana.
      Sono anche d’accordo che Gesù avesse un “io” umano, riferito alla natura umana, composta di anima e corpo; ma possedeva anche un “Io” divino, riferito alla sua divinità. Nel contempo Egli aveva anche un Io Personale, riferito alla Persona divina.
      Occorre però tenere presente che Gesù era una Persona divina in due nature. Aveva due intelletti e due volontà corrispettivamente alle due nature, natura umana e natura divina, inoltre una natura umana unita ipostaticamente alla natura divina.

      Elimina
    23. Infatti il cristiano accoglie il Cristo in se stesso, non perché diventi Cristo, ma perché ne accoglie la grazia, che lo rende partecipe della sua vita divina.

      Elimina
    24. E' Gesu' Cristo "l'uomo Dio, Cristo e' il Logos e' Dio, infatti il Cristo si incarna in Gesu' Uomo "sostituendosi" all"io" di Gesu' uomo. Cristo, preso a se' stesso non e' "l"uomo Dio", diviene "uomo Dio " al momento dell'incarnazione. Il Logos, nella "Sua discesa", non porta con se' nessuna natura umana: da altezze inimmaginabili a mente umana "si restringe", per usare una specie di metafora, ed in questo "restringersi"necessario per prepararsi all'incarnazione, diviene Cristo gia' prima dell'incarnazione, infatti da Zarathustra in poi i grandi iniziati delle scuole misteriche "percepivano" nel Sole questo "Spirito Solare", appunto il Cristo

      Elimina
    25. Zarathustra chiamava questo "Spirito solare" Ozrmud, i sacerdoti egizi "Osiride", ecc...ma erano nomi diversi che indicavano sempre la stessa Entità" che percepivano quali iniziati alle scuole misteriche

      Elimina
    26. Il Cristo e' uno Spirito Macrocosmico, non microcosmico. https://www.anthroposconoscitestesso.org/cristo-il-piu-elevato-degli-elohim-e-il-loro-reggente/

      Elimina
    27. Dopo la Sua incarnazione in Gesu' e la Sua risurrezione di e' diffuso in tutta l'aura terrestre

      Elimina
    28. La divinità di Cristo unisce a sé, nell’unità della Persona divina, l’umanità di Cristo stesso. Quindi non è che la divinità sostituisce l’umanità, quasi rendendola una semplice apparenza.
      Al contrario, la Persona divina dà all’umanità del Cristo una sussistenza in modo da unirla ipostaticamente alla Persona del Verbo.

      Elimina
    29. Riguardo al corpo del Signore, esso è della stessa natura prima e dopo la resurrezione. Ma la sua condizione di esistenza è molto diversa. In questo mondo era un corpo mortale. Invece adesso in cielo è un corpo immortale e glorioso.
      Sappiamo com’era il corpo mortale, mentre è misterioso il corpo glorioso, anche se Gesù risorto è apparso ad alcuni testimoni. Ma per farsi riconoscere ha sospeso la sua gloria e si è mostrato così com’era in questa vita.

      Elimina
    30. La sudorazione del sangue del Signore esprime certamente un momento di angoscia terribile, ma nello stesso tempo rappresenta un esempio anche di pazienza eroica. Certamente Gesù in quel momento ha patito in maniera indicibile per la ingratitudine che avrebbe ricevuto da quella parte di umanità che l’avrebbe rifiutato.
      Per quanto riguarda la funzione della divinità, in questo momento non bisogna opporla all’umanità, come se questa rischiasse di essere schiacciata dalla divinità, ché anzi la divinità è la creatrice dell’umanità, per cui la coscienza di essere Dio ha sostenuto e consolato in una forma ineffabile Gesù in questo momento di angoscia tremenda.

      Elimina
    31. Caro Gianlub,
      le ho già detto che questo concetto di “chiaroveggenza”, come comunicazione con entità o spiriti superiori, è un concetto molto pericoloso che ci espone a cadere nell’errore, perché la cosa andrebbe bene se questi spiriti superiori fossero degli angeli santi.
      Ma siccome abbiamo già visto che queste supposte rivelazioni entrano in contrasto con verità di fede contenute nella Bibbia e spiegate dal dogma cattolico, dobbiamo concludere che non si tratta di spiriti veritieri, ma di spiriti menzogneri, ai quali non si deve dare ascolto.

      Elimina
    32. Ma come posso dirle che la "chiaroveggenza" NON È" comunicazione di spiriti all'uomo? Lo avevo gia' detto e lei continua a ripeterlo

      Elimina
    33. La divinità di Cristo unisce a sé, nell’unità della Persona divina, l’umanità di Gesu', Cristo e' il Logos quindi non ha nessuna umanita', l'umanita' viene portata da Gesu'. Cristo si sostituisce all' "io" di Gesu' , non all'umanita' di Gesu'.

      Elimina
    34. L’etere in passato era una ipotetica sostanza materiale rarefatta, imponderabile, incorruttibile, sparsa dappertutto, che impediva l’esistenza del vuoto e serviva a spiegare l’ondulazione dell’energia luminosa, perché questa ondulazione era paragonata alle onde del mare, che evidentemente non possono esistere senza il mare.
      Ma una migliore conoscenza della natura dei raggi luminosi nel secolo XIX ci ha fatto comprendere che il moto ondulatorio dell’energia elettromagnetica appartiene alla stessa energia e non ha bisogno di appoggiarsi su di un’altra sostanza chiamata etere.
      A questo punto la scienza ha abbandonato l’ipotesi dell’etere, per cui oggi come oggi, possiamo dire chiaro e tondo che l’etere non esiste.

      Elimina
    35. Caro Gianlub,
      a questo punto io ho deciso di chiudere la nostra conversazione.
      Infatti ho notato che lei non tiene conto del fatto che le idee di Steiner, in campo cristologico, non corrispondono alla dottrina insegnata dalla Chiesa.
      Le chiedo quindi di non tornare più su questi argomenti.

      Elimina
    36. Nel Roveto ardente Chi parlava a Mose'? Cristo. In quella occasione Cristo non aveva nessuna natura umana, era "semplicemente" il Logos.

      Elimina
    37. Caro Gianlub,
      Gesù Cristo è il Figlio di Dio, generato dal Padre dall’eternità, è il Verbo o Logos del Padre, esistente dall’eternità prima dei secoli, incarnatosi nel seno di Maria Vergine 2.000 anni fa.
      Quindi è una Persona divina in due nature: umana, composta di anima e corpo, e divina.

      Elimina
    38. Cristo e' il Figlio di Dio, generato dal Padre dall'eternita', e' il Verbo o Logos del Padre esistente dall'eternita' prima dei secoli incarnatosi in Gesu' di Nazareth...come? L'io umano di Gesu' viene sostituito dal Cristo per cui da qui parliamo di Gesu' Cristo. Dal roveto ardente a Mose' parlava Cristo, no Gesu' Cristo

      Elimina
    39. Gesu' e' creatura umana di eccezionale elevatezza ed evoluzione con un io umano. Cristo e' il Logos che si incarna come io Divino "( Io Sono Colui che Sono) prendendo il posto dell'io umano di Gesu'

      Elimina
    40. Quindi abbiamo nell'incarnazione: io Divino di Cristo, anima umana di Gesu' e corpo umano di Gesu'

      Elimina
    41. Qui avviene che la Persona Divina del Cristo (Io Divino") in 2 nature, non prima dell'incarnazione

      Elimina
    42. Nella Resurrezione avviene una divisione: Gesu' con il proprio io, anima e corpo "trasfigurato" torna al Regno dei Cieli. Il Cristo, Logos diviene "Spirito della Terra"...."Sono con voi tutti i giorni fino alla fine della Terra"

      Elimina
    43. Caro Gianlub,
      le ho già detto e ripetuto che la verità su Gesù Cristo la insegna la Chiesa Cattolica, per mandato dello stesso Gesù Cristo.
      Tali insegnamenti si trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC https://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm).
      Nella nostra conversazione ho avuto più volte occasione di correggere, alla luce degli insegnamenti della Chiesa, le idee su Gesù Cristo, che lei ha sostenuto. E ho notato che invece di prenderne atto, lei ha insistito con altri errori sempre sullo stesso argomento e non si è affatto convinto delle obbiezioni che le ho fatto, mentre le ho dimostrato che le sue tesi non hanno fondamento, anche dal punto di vista filosofico, in particolare per quanto riguarda la concezione della persona umana, composta di anima spirituale e di corpo.
      A questo punto le ho già fatto presente che la sua insistenza nel sostenere le sue idee non era più opportuna né per me né per lei. Non serve a me, perché ne noto la falsità. Non serve a lei, perché non le serve insistere su idee false.
      La esorto quindi caldamente, se vuol sapere veramente chi è Gesù Cristo, a non seguire gli errori di Steiner, anche se gli riconosco indubbi meriti dal punto di vista culturale ed educativo. Invece, se vuol conoscere sul serio la verità su Gesù Cristo, consulti il CCC.

      Elimina
  9. E questo in misura sempre maggiore a ritroso nel tempo con i misteri dell'epoca egizia a cui si era formato anche Mose' fino al massimo e chiaro contatto col Cristo quale Entita' Solare con il grande iniziato Zarathustra nell'epoca paleo persiana dopo la catastrofe atlantidea, o diluvio universale trasmesso dalla Bibbia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che Mosè sia venuto a conoscenza dei misteri dell’Egitto, lo si può anche ammettere. Tuttavia egli, da uomo di Dio qual era, scelto da Dio per condurre Israele alla Terra Promessa e come precursore di Cristo, ricevette da Dio una sapienza superiore a quella dei maghi d’Egitto, secondo quanto racconta il ben noto episodio del suo confronto con quei maghi davanti al faraone, episodio nel quale il serpente di Mosè divora i serpenti dei maghi a dimostrare la superiore potenza di cui era dotato Mosè, come precursore di Cristo.
      Quanto a Zarathustra, egli certamente è una grande figura religiosa, profondamente sensibile alla lotta del bene contro il male, e tuttavia incapace di prevedere quella vittoria del bene sul male, che soltanto la rivelazione cristiana ci avrebbe assicurato.
      Il diluvio universale, del quale parla la Scrittura, consistette evidentemente in uno sconvolgimento atmosferico che colpì l’umanità di allora, della quale dà testimonianza la Scrittura, ma che certamente nulla poteva sapere dell’eventuale tragedia di Atlantide, ricordata da Platone.

      Elimina
    2. La tragedia di Atlantide e' il diluvio universale biblico

      Elimina
    3. In termini temporali Zarathustra era molto piu' vicino ad Atlantide di Platone

      Elimina
    4. Certo, perche' successivamente nelle scuole misteriche egizie e' subentrata l'influenza luciferica arimanica che ha condotto alla cosiddetta magia nera

      Elimina
    5. Come conosceva Platone di Atlantide: perche' era un "iniziato alle scuole misteriche" che conducono queste individualita' alla chiariveggenza

      Elimina
    6. Caro Gianlub,
      ammesso che la tragedia di Atlantide sia un fatto storico, non è pensabile che l’agiografo biblico potesse essere informato su di un avvenimento così lontano dalla Palestina, mentre, come ho detto, il diluvio universale, descritto dalla Scrittura, è da intendersi come un cataclisma certamente di immani proporzioni, ma pur sempre limitato dalla ristrettezza delle conoscenze geografiche degli uomini di allora.
      Per quanto riguarda Platone, è vero che ne parla, ma non è facile capire se le sue parole siano da intendere come riferite a un fatto storico, da lui accertato, oppure vogliano semplicemente esprimere una leggenda, che era giunta agli orecchi del grande filosofo.
      Similmente agli antichi Palestinesi, gli antichi Greci nulla sapevano neppure dell’esistenza dell’oceano Atlantico, data la loro inattitudine alla navigazione sui mari.

      Elimina
    7. Le parole riferite da Platone su Atlantide ed il suo inabissamento sono l'esatto fatto storico descritto nella Bibbia del diluvio universale, non sono 2 avvenimenti diversi.Platone le ha potute esprimere non perche' le abbia ricevute come tramandate umanamente ma perche' Platone era un "iniziato" alle scuole misteriche greche. Un "iniziato" diviene "chiaroveggente" cioe' vede "spiritualmente" i fatti accaduti anche molto tempo addietro. Se non si comprende la "procedura" con cui un "iniziato"diviene "chiaroveggente" in quelle antiche scuole misteriche non si possono capire neppure i cosiddetti "miti" greci, si pensa che siano "fantasie"ma così non è"

      Elimina
    8. Similmente, Mose', come ha potuto scrivere sulla "Genesi" e sul diluvio? Analogamente a Platone anch'egli era un "iniziato" e quindi "chiaroveggente": non ha scritto in base a qualcosa che gli sia stato umanamente riferito

      Elimina
    9. Caro Gianlub,
      le ho già detto che questo concetto di “chiaroveggenza”, come comunicazione con entità o spiriti superiori, è un concetto molto pericoloso che ci espone a cadere nell’errore, perché la cosa andrebbe bene se questi spiriti superiori fossero degli angeli santi.
      Ma siccome abbiamo già visto che queste supposte rivelazioni entrano in contrasto con verità di fede contenute nella Bibbia e spiegate dal dogma cattolico, dobbiamo concludere che non si tratta di spiriti veritieri, ma di spiriti menzogneri, ai quali non si deve dare ascolto.

      Elimina
  10. Quando intendo Zarathustra indico quello dell'epoca paleopersiana, non dell'epoca successiva egizio caldaica, anche lì vi era un zaratustra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riguardo alla metafisica dell’oggetto e del soggetto, io direi che la prima ha per oggetto l’ente in quanto ente, come dice Aristotele.
      La seconda potremmo chiamarla metafisica critica, intendendo la presa di coscienza della verità del sapere fondata sul contatto con la realtà oggettiva, ossia con l’ente.
      Questa metafisica critica la potremmo chiamare realismo, in opposizione all’idealismo, il quale identifica il pensiero con l’essere e quindi riduce tutta la realtà a spirito dimenticando la realtà materiale.

      Elimina
  11. Esatto, Steiner e' profetico esattamente nei tempi in cui viviamo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riguardo alla metafisica dell’oggetto e del soggetto, io direi che la prima ha per oggetto l’ente in quanto ente, come dice Aristotele.
      La seconda potremmo chiamarla metafisica critica, intendendo la presa di coscienza della verità del sapere fondata sul contatto con la realtà oggettiva, ossia con l’ente.
      Questa metafisica critica la potremmo chiamare realismo, in opposizione all’idealismo, il quale identifica il pensiero con l’essere e quindi riduce tutta la realtà a spirito dimenticando la realtà materiale.

      Elimina
  12. Steiner inoltre ha approndito studi molto significativi in ambito gnoseologico, filosofico ed epistemologico che pongono chiarezza in questi ambiti:, "Filosofia della libertà" ed "enigmi filosofici" sono due delle maggiori sue opere di grande impatto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riguardo alla metafisica dell’oggetto e del soggetto, io direi che la prima ha per oggetto l’ente in quanto ente, come dice Aristotele.
      La seconda potremmo chiamarla metafisica critica, intendendo la presa di coscienza della verità del sapere fondata sul contatto con la realtà oggettiva, ossia con l’ente.
      Questa metafisica critica la potremmo chiamare realismo, in opposizione all’idealismo, il quale identifica il pensiero con l’essere e quindi riduce tutta la realtà a spirito dimenticando la realtà materiale.

      Elimina
  13. "La filosofia dell’essere quale “oggetto” è metafisica, ontologia o materialismo; la filosofia dell’essere quale “soggetto” è razionalismo, psicologismo o idealismo; la filosofia dell’essere quale essere dell’oggetto nel soggetto e del soggetto nell’oggetto (quale unità di soggetto e oggetto) è filosofia dello spirito." R Steiner

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riguardo alla metafisica dell’oggetto e del soggetto, io direi che la prima ha per oggetto l’ente in quanto ente, come dice Aristotele.
      La seconda potremmo chiamarla metafisica critica, intendendo la presa di coscienza della verità del sapere fondata sul contatto con la realtà oggettiva, ossia con l’ente.
      Questa metafisica critica la potremmo chiamare realismo, in opposizione all’idealismo, il quale identifica il pensiero con l’essere e quindi riduce tutta la realtà a spirito dimenticando la realtà materiale.

      Elimina
  14. "Quindi, dal sostantivo al verbo (“In principio, era il Verbo”): dall’“osservazione e pensiero”, ad esempio, all’“osservare e pensare”.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ho capito bene, Steiner propone il passaggio dal sostantivo, inteso come sostanza e quindi come ente, al pensiero ossia al Verbo.
      Se la penso così, io sarei d’accordo, perché anch’io ammetto la precedenza dell’essere sul pensare.

      Elimina
    2. La frase precedente e' in relazione alla successiva intorno al materialismo ed idealismo

      Elimina
  15. "Il materialismo, invece, “principia con il pensiero della materia e dei processi materiali” (15) così come l’idealismo, per dirne un’altra, principia con il pensiero dello spirito e dei processi ideali.
    Il pensare fluisce, giacché è verbo, vita, attività, movimento, divenire. Non può essere perciò “rappresentato”, ma può essere “percepito” o “sperimentato” mediante la pratica della concentrazione. "

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per quanto riguarda il materialismo, concordo che il suo difetto consista nell’esaurire il pensare nel pensare soltanto la materia.
      Per quanto riguarda l’idealismo, questo suo principiare col pensiero lo trovo errato, perché il nostro pensare comincia con l’esperienza delle cose esterne e solo successivamente noi ci eleviamo alla conoscenza delle realtà superiori ossia spirituali.
      Concordo con la descrizione che lei fa degli atti del pensiero.
      Se lei intende parlare dell’autocoscienza, sono d’accordo con quanto lei dice di seguito. E’ vero infatti che quando io rifletto sui miei dati di coscienza non ho bisogno di formare delle rappresentazioni, ma percepisco e sperimento, mediante la pratica della concentrazione, questi miei contenuti interiori, che sono patrimonio del mio spirito.

      Elimina
  16. "Siete voi stessi, con la vostra attività animica, a portare il cervello ad assumere struttura e capacità atte a rispecchiare come “pensiero” ciò che voi pensate (…) Dobbiamo esaminare proprio queste cose, perché soltanto così scorgiamo la vera attività del pensare umano (…) Dobbiamo dunque distinguere due fasi: prima il lavoro dell’elemento spirituale-animico sul cervello; poi la percezione, dopo che è stato fatto dall’anima un lavoro preparatorio sul cervello. Presso l’uomo ordinario, il lavoro del cervello rimane del tutto inconscio, egli percepisce soltanto il rispecchiamento” (27).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La vita vegetativa e in particolare il funzionamento del cervello sono certamente animati dall’anima vegetativa, virtualmente contenuta nell’anima spirituale, ma l’anima vegetativa possiede un’attività autonoma indipendente dall’esercizio della nostra volontà, il cui campo d’azione è il campo dello spirito, ed inoltre la volontà disciplina il livello psicoemotivo della persona.

      Elimina

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.