Sul titolo di Papa «emerito»


Sul titolo di Papa «emerito»

Impostazione del problema 

Sappiamo come Papa Benedetto, al momento di dare le sue dimissioni, e di trasmettere l’esercizio dell’ufficio petrino a Papa Francesco, volle precisare che egli restava Papa, dal che il titolo che si è preso di Papa «emerito», col quale anche Francesco lo chiama.

Sappiamo anche che questo titolo è del tutto nuovo ed inusitato nella storia del Papato, tanto che alcuni si sono chiesti se un simile titolo abbia senso o sia legittimo o sia possibile, considerando l’unicità dell’autorità pontificia, così come Cristo l’ha voluta, per cui Benedetto e Francesco, inventando questo titolo, sarebbero andati contro la volontà di Cristo.

Che nella storia alcuni Papi abbiano lasciato l’incarico, è già successo. Non è questo che fa problema. Ma negli altri casi il dimissionario non pensò assolutamente di assumere il titolo di Papa emerito, e ciò naturalmente in base all’ovvia considerazione che il Papa dev’essere uno solo.

Il punto da considerare per risolvere questo non facile problema è il capire come esattamente Cristo ha concepito e voluto l’ufficio di Pietro e quali sono le caratteristiche, l’ambito e i limiti di questo ufficio. Diciamo subito, al riguardo, che Cristo, nel fissare il compito di Pietro, non ha escluso che un Papa possa restar Papa senza esercitare il suo ufficio; in termini semplici, un Papa può essere Papa senza fare il Papa, come avviene in qualunque altra attività umana: uno può essere docente di filosofia ma non insegnare filosofia, uno può essere un pianista, ma non suonare il piano e così via. In particolare, questo vale per il vescovo, che può essere vescovo, ma essere a riposo.

Papa Benedetto è il Papa che ha scoperto la distinzione fra l’esser Papa, ossia l’ufficio, e il fare il Papa, ossia l’esercizio dell’ufficio. Sembra, questa distinzione, essere un chiarimento del munus pontificio. Fino a Benedetto, i Papi hanno pensato che il pontificato sia solo l’esercizio dell’ufficio, per cui, se un Papa cessa dall’ufficio, non è più Papa, come avvenne per S. Celestino V. Sicché la distinzione fatta da Benedetto consente l’esistenza di due Papi legittimi, salvando la monarchia papale, perché uno solo esercita il pontificato, mentre l’altro è a riposo. Per questo, il Papa emerito è soggetto al Papa in carica, come qualunque altro cattolico e come lo stesso Benedetto si è dichiarato nei confronti di Francesco. 

L’esser vescovo, l’esser cardinale e l’esser Papa

Per chiarire l’innovazione di Papa Benedetto partiamo da un’importante distinzione tra l’esser vescovo, l’essere cardinale e l’esser Papa. L’episcopato è uno stato sacramentale incessabile di istituzione divina; il cardinalato è uno stato giuridico cessabile di istituzione ecclesiastica; il papato è uno stato giuridico cessabile di istituzione divina. 

L’emeritato pontificio può convenientemente essere paragonato all’emeritato vescovile e prender da questo lo spunto. Come all’esercizio dell’episcopato corrisponde il vescovo a riposo, così, secondo l’istituzione di Papa Benedetto, si può far corrispondere al Papa regnante un Papa a riposo, come vescovo di Roma a riposo.

Nella prassi precedente a quella di Benedetto, il Papa che dà le dimissioni non è più Papa, come è già avvenuto nella storia. In questa visuale, mentre l’esser Papa può cessare, l’esser vescovo non può cessare, per cui un vescovo che dà le dimissioni o ha passato i limiti di età, resta vescovo. Viceversa, secondo l’innovazione apportata da Benedetto, il Papa dimissionario resta Papa, ma non esercita più l’ufficio. Appare qui una sorta di maggior somiglianza del Papa, vescovo di Roma, con la situazione del vescovo diocesano, che resto vescovo senza più governare la diocesi.

Sembra dunque che Benedetto assimili l’ufficio petrino più che a quello di un qualunque ufficio ecclesiastico, compreso quello cardinalizio, lo assimili al sacramento dell’Ordine, che, come si sa, ha la sua pienezza nell’episcopato, per cui al vescovo diciamo: tu es sacerdos in aeternum. Allo stesso modo sembra, secondo Benedetto, che quando Cristo ha detto a Pietro tu es Petrus, abbia inteso dire tu es Petrus in aeternum.

Il pontificato, allora, nella mente di Benedetto, sembra essere un arricchimento o potenziamento del carattere sacerdotale, per il quale il Papa è superiore al Vescovo non solo e non tanto nel suo dargli ordini, ma proprio e ancor più per un motivo ontologico, che riguarda l’essere, prima che l’agire. Insomma, l’esser Papa non si risolve nell’agire, ma nel suo stesso essere, anche se non agisce come Papa. Ciò dà la possibilità di una visione più approfondita e più sublime, più mistica che giuridica, dell’esser Papa come sembra vederlo Benedetto. Dopo che un Tedesco, come Lutero ha umiliato la dignità di Pietro, la Provvidenza ha voluto un Papa Tedesco per farci comprendere meglio la sublime dignità evangelica, spirituale, carismatica e giuridica del Pescatore di Galilea. 

Il Diritto dovrà allora regolamentare questa nuova definizione del Papato, che interpreta l’intenzione di Cristo. Facendo riferimento all’episcopato emerito, la cui funzione non è regolata da leggi, ma è lasciata alle personali decisioni del singolo vescovo interessato, cosa che non fa problema per nessuno, non parrebbe a tutta prima utile, opportuno, conveniente o necessario regolamentare lo status giuridico e le funzioni del Papa emerito. 

Ma in realtà qui si tratta di cosa ben diversa. Il fatto del vescovo che va a riposo, è un fatto di ordinaria amministrazione, che può interessare al massimo la sua diocesi. Ma il fatto che un Papa dia le dimissioni è un fatto eclatante e rarissimo, che può essere traumatico per tutta o almeno per una parte della Chiesa, e suscitare illazioni e discussioni a non finire sul valore, sul perché e sulla opportunità delle dette dimissioni – gesto di umiltà o di debolezza? -, e addirittura sulla validità delle dimissioni stesse, come è avvenuto per Benedetto XVI, il quale ha bensì motivato ufficialmente le sue dimissioni, ma molti sono rimasti perplessi alle sue parole, sapendo quanti nemici egli avesse ed ha. E così è sorto un movimento scismatico, che, incredulo alla validità delle dimissioni di Benedetto e quindi dell’elezione di Francesco, considera ancora Benedetto e non Francesco come vero Papa. 

È chiaro che una simile tesi scismatica è offensiva per lo stesso Benedetto che ha indubitabilmente dichiarato obbedienza a Francesco. Tuttavia, ciò ci fa capire quanto sia importante ed urgente definire con la massima sicurezza e precisione la distinzione fra ufficio ed esercizio dell’ufficio proposta da Benedetto, da applicarsi d’ora in avanti ad eventuali futuri Papi, che vorranno dare le dimissioni. 

Il Papa dimissionario resta Papa 

Supponendo valido questo principio, una domanda che possiamo porci è la seguente: che valore può avere questo restare Papa? Come può attuarsi praticamente? Può trovare uno sbocco nel fatto che il Papa dimissionario sente ancora forze sufficienti per aiutare il Successore nel suo ufficio. Ciò spiega come Papa Benedetto abbia preso alloggio in Vaticano, vicino a Papa Francesco, al fine di avere più facilità di contattarlo, così come per converso Francesco ha agio di contattare Benedetto.  

È da pensare pertanto che il Papa regnante possa trovare nell’emerito un aiuto, un sostegno e un consigliere particolarmente utile, sagace ed opportuno. Per quanto riguarda il rapporto del Papa emerito col Papa regnante, occorre pensare che si tratti di un rapporto del tutto speciale rispetto a quello di qualunque altro suddito o collaboratore del Papa. Infatti nessun altro fedele può vantare l’esperienza di avere esercitato per un periodo più o meno lungo l’ufficio petrino, cosa che, in linea di principio, rende il Papa emerito particolarmente autorevole presso il Papa regnante, benché ovviamente di un’autorevolezza puramente umana e morale. 

Sarebbe bene che l’ufficio papale cessasse o per legge o per scelta del detentore dell’ufficio in quei casi, nei quali il Papa non si sente o non ha più le forze fisiche e psichiche per guidare convenientemente la Chiesa e svolgere in pienezza i suoi doveri di Papa. Oppure in quei casi nei quali il Papa si ammala gravemente in senso fisico o psichico. Non pare opportuno fissare limiti di età, come per i vescovi, ma sarà opportuno vedere caso per caso.

Un nuovo capitolo da inserire nel Diritto Canonico

Da quanto ho detto dovrebbe apparire chiaro che la distinzione fatta da Papa Benedetto fra ufficio papale ed esercizio dell’ufficio papale costituisce un apporto definitivo per la comprensione dell’essenza del pontificato, deducibile dalla volontà  di Cristo, sicché d’ora in avanti il Papa che vorrà dare le dimissioni non abbandonerà più puramente e semplicemente il pontificato, perdendo il titolo di Papa, come sempre è stato in uso finora, ma passerà allo status di Papa emerito, ossia sarà ancora Papa, ma Papa a riposo, in obbedienza al nuovo Papa.

Sembra conseguire da ciò che, dopo l’istituzione dell’emeritato pontificio ad opera di Benedetto XVI, onde ottenere dal Papa certezza in questa delicatissima materia, si profili la necessità che il Papa voglia far inserire nel Codice di Diritto Canonico un nuovo capitolo o sezione sull’emeritato Pontificio, da far seguire come logico sviluppo e complemento alla già ammessa facoltà di un Papa di dare le dimissioni (Can. 332 § 2), come determinazione e regolamentazione di massima delle condizioni e delle funzioni del Papa dimessosi dall’incarico. 

Se il Diritto concede la possibilità che un Papa rinunci all’esercizio del pontificato, è del tutto legittimo chiedersi: che cosa fa il Papa che si è dimesso? Per ora il Codice non dice nulla. Ma dopo il chiarimento di Benedetto pare giunto il momento di precisare giuridicamente l’importante insegnamento del Papa emerito. Probabilmente alcuni, ai quali dà fastidio l’idea di Papa Benedetto, pensano che, morto lui, non si parlerà più di Papa «emerito». Ma io non credo che sarà così. Sono invece convinto che la scoperta di Benedetto abbia inaugurato nella Chiesa un procedimento irreversibile.

 Mi pare allora che un nuovo capitolo del Codice dovrebbe definire lo status giuridico del Papa emerito, le sue condizioni e le sue peculiarità. È evidente peraltro che, siccome si tratta di materia in certa misura soggetta al Potere delle Chiavi, ciascun Papa avrà ha la facoltà di apportare mutamenti. Ma non credo che la sostanza di quanto ci ha insegnato Papa Ratzinger potrà essere abolita. La Chiesa nella storia va avanti e non torna indietro.

Ecco dunque i suggerimenti.

1.     Concetto, condizioni, ragioni, funzioni e finalità dell’emeritato pontificio.
2. Il Papa dimissionario conserva il munus papale, pur avendo cessato di esercitarlo.
3. Doveri del Papa regnante nei confronti del Papa emerito.
1). La linea del suo pontificato, per quanto innovatrice o riformatrice, sia in continuità con quella del Papa precedente, soprattutto in campo dottrinale, così che essa non dia l’impressione di smentire la linea del Papa precedente ed eviti il formarsi di divisioni tra i fedeli del nuovo Papa e quelli del precedente.
2). Citi volentieri gli insegnamenti del Papa precedente.
3). Faccia in modo che la scelta dei nuovi collaboratori e cardinali non sappia di rottura con i collaboratori e cardinali fedeli al Papa precedente, ed anzi ne abbia rispetto, pur conservando la sua sovrana facoltà di giudizio e di scelta.
4).  Se capita che una parte della Chiesa sia scontenta per le dimissioni del Papa precedente, non dia appigli alla protesta, ma si accosti a questi fedeli turbati animato da misericordia, da una grande larghezza di vedute, da una genuina imparzialità e da un sincero spirito di conciliazione.
5). Provveda con carità, in caso di bisogno, ad una dignitosa sistemazione economica e logistica del Papa emerito, conforme al suo stato.
 4. Condizioni, facoltà e funzioni del Papa emerito. Col consenso o permesso e comunque sotto la sorveglianza del Papa regnante, il Papa emerito
1). Deve continuare ad abitare in Vaticano.
2). Può portare la veste bianca e l’anello, ma senza alcun altro segno o titolo o simbolo, che possa in qualunque modo far pensare che abbia conservato qualcosa dell’autorità pontificia.
3). Deve esercitare un’autorità puramente morale e spirituale. Gli è concesso di esplicare liberamente le sue qualità umane, culturali e sacerdotali al servizio delle anime e della Chiesa.
 4). Deve vivere in un certo nascondimento, lasciando che appaia sempre in primo piano il Papa regnante.
5). Può uscire dal Vaticano per motivi personali, per incontri pubblici o privati. Può pubblicare suoi scritti. 
6). Può ricevere visite, mantenere o avviare relazioni e amicizie.
5. Papa regnante e Papa emerito, quest’ultimo sinceramente soggetto al Papa regnante, s’impegnino solennemente in una profonda ed esemplare comunione fraterna, così che la monarchia papale risplenda con tutta chiarezza e piena efficacia apostolica, secondo la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo e sia quindi assolutamente evitata la deprecabile e nefasta eventualità che nella Chiesa si formino due partiti, uno per il Papa regnante l’altro per il Papa emerito.

P. Giovanni Cavalcoli
14 gennaio 2020



5 commenti:

  1. Da un vecchio adagio popolare: "chi parla chiaro non è mai traditore".

    Siracide 3, 21-24.
    Non cercare le cose troppo difficili per te, non indagare le cose per te troppo grandi.
    Bada a quello che ti è stato comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
    Non sforzarsi in ciò che trascende le tue capacità poiché ti è stato mostrato più di quanto comprende un'intelligenza umana.
    Molti ha fatto smarrire la loro presunzione, una misera illusione ha circolato i loro pensieri.

    Reverendo Padre Giovanni Cavalcoli, questo atteggiamento guidava la mia esistenza di peccatore fino al 2013, ma da quella data la confusione è capitata tra capo e collo, anche se non cercata, ho visto due papi.

    Ritengo che il duo mestiere (Carisma) sia quello di diramare la nebbia di confusione nei semplici fedeli, e non aggrovigliare ancora di più la matassa. Devo dirLe grazie per i Suoi scritti, che un po' di chiarezza l'hanno fatta. Ho dovuto indagare per capirli e questo mi ha infastidito, perché ora sono costretto a farmi alte domande che giro a Lei.

    La Chiesa è mia Madre e mia Maestra.

    Nostro Signore Gesù vuole essere interrogato su chi Sia, lo chiede esplicitamente.

    Proclamato da Pietro <> o il Messia (Mc 8,29).
    Questa AFFERMAZIONE conferisce il Primato di San Pietro sulla Chiesa.
    "Nella logica, è l'atto di enunciare una proposizione affermativa: opposta dunque alla negazione.

    Matteo 11, 2-3)
    Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: <>.
    (Discernimento previsto nel Vecchio Testamento: Deutoronomio 13,2-6; 18,9-22.)

    Ora con parlare che sia: si si no no, Le chiedo senza fare riferimento alcuno al papa regnante,
    IL VICARIO DI CRISTO PUÒ NEGARE "GRISTO" È CONTINUARE AD ESSERE IL VICARIO DI ..........CHI?

    Quello che compete ai teologi è chiedere al Pontefice Regnante, con il dovuto rispetto che si deve ad un Papa, ma.che tutti devono sentire, .......(le parole giuste deve trovarle Lei).......?

    La risposta può legare o sciogliere. "Il papato è uno stato giuridico cessabile di istituzione divina".

    Tutto ciò perché un giornalista che si proclama ateo, afferma pubblicamente questa negazione, asserendo di averlo chiesto!

    2 Timoteo 2, 11-14)
    Certa è questa parola:
    Se moriamo con lui, vivremo anche con lui;
    se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo;
    se lo rinneghiamo, anch"egli ci rinneghera';
    se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
    Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giocano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta.

    Le sarei grato se non pubblicare questa vana discussione, mi accontenterei di un si o un no, ove Lei voglia rispondere alla domanda.
    Grazie R.P.

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    1. Caro Anonimo, siccome il Papa è infallibile nell'annunciare Gesù Cristo, è impossibile che un Papa rinneghi Cristo.
      Quindi, per quanto riguarda la vicenda Scalfari, il dubbio che si è diffuso in merito dipende dalla disonesta di Scalfari.
      Se vuole sapere che cosa insegna veramente il Papa, segua le notizie ufficiali (http://w2.vatican.va/content/vatican/it.html)e non le chiacchiere dei bugiardi.
      Sono stato chiaro?

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  2. La parola Papa non esiste nel diritto canonico, esiste solo Romano Pontefice. Papa significa padre, quindi papa emerito ha poco senso, perché significa padre emerito.Il religioso si chiama padre, il vescovo di roma papa, ma sostanzialmente l'etimologia è quella. La parola Papa non indica una funzione. Poi di papi ce ne sono anche in altre chiese. Se Benedetto non avesse scelto di chiamarsi papa emerito, sarebe sempre stato romano pontefice emerito, o vescovo di roma emerito, e la discussione sarebbe stata la stessa: come adesso si trova difficoltà a parlare di due papi,perché di papa ce ne può essere solo uno, si sarebbe trovata difficoltà a parlae di due vescovi di roma, perché di vescovo di roma può essercene solo uno ecc. Quindi la questione non è lessicale, è teologica: saranno i posteri a stabilire se chi riceve il pontificato lo riceve per sempre o se quando vi rinuncia conserva soltanto l'ordine episcopale. Certo è che fino al 2013 nessuno ha mai creduto che il munus petrino fosse una specie di sacramento (per dirla in modo rozzo), che resta per sempre. A me sinceramente il discorso del papato attivo e non attivo non convince molto, per il fatto che il "tu es petrus in aeternum" non è mai stato teorizzato prima. Ratzinger lo ha teorizzato, ma per ora non ci sono argomentazioni teologiche basate sulla scrittura e sulla tradizione a sostegno della tesi ratzingeriana.Ai posteri l'ardua sentenza.☺

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    1. Caro Gabriele, gli appellativi di Papa e Romano Pontefice sono interscambiabili. Quindi quando si parla di Papa emerito è come se si parlasse di Romano Pontefice emerito. Il pontificato non è un sacramento, ma un carisma fondato sulla parola di Cristo: tu es Petrus. Papa Benedetto ha chiarito che questo carisma o munus è per sempre, anche se non è esercitato. Per quanto riguarda l'eventuale riferimento scritturistico o tradizionale, non è necessario, perchè questo titolo è stato stabilito da un Papa appunto in base alla sua autorità pontificia, la quale ci ha esplicitato ciò che è implicitamente contenuto nel "tu es Petrus". Siccome si tratta di una esplicitazione fatta da un Papa di un principio di diritto divino (tu es Petrus), c'è da ritenere che questo titolo sia connesso con l'essenza dogmatica dell'autorità pontificia.

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  3. Caro Gabriele, gli appellativi di Papa e Romano Pontefice sono interscambiabili. Quindi quando si parla di Papa emerito è come se si parlasse di Romano Pontefice emerito. Il pontificato non è un sacramento, ma un carisma fondato sulla parola di Cristo: tu es Petrus. Papa Benedetto ha chiarito che questo carisma o munus è per sempre, anche se non è esercitato. Per quanto riguarda l'eventuale riferimento scritturistico o tradizionale, non è necessario, perchè questo titolo è stato stabilito da un Papa appunto in base alla sua autorità pontificia, la quale ci ha esplicitato ciò che è implicitamente contenuto nel "tu es Petrus". Siccome si tratta di una esplicitazione fatta da un Papa di un principio di diritto divino (tu es Petrus), c'è da ritenere che questo titolo sia connesso con l'essenza dogmatica dell'autorità pontificia.

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