Dialogo fra un Vescovo buonista e un covid-19


Dialogo fra un Vescovo buonista e un covid-19

V=Vescovo C=covid

Un muto giumento, con voce umana,
    impedì la demenza del profeta
II Pt 2,16

C - Buongiorno, Eccellenza!
V – Mio Dio! Chi sei?
C – Sono un covid!
V – Un… che cosa?
C – Un covid, Eccellenza, un covid-19, uno dei miliardi di covid che stiamo scorrazzando nel mondo con la pandemia.
V – Ah, birbaccione maledetto! Ma come fai ad essere così voluminoso? Mi sembri il mappamondo di un istituto di astronomia.
C – La Provvidenza mi ha ingrandito 150.000 volte per potermi rendere visibile ai suoi occhi.
V – Oh, no, mio Dio, devo esser soggetto ad un’allucinazione!
C – Niente affatto, Eccellenza, sono un ente reale: mi tocchi e vedrà.
V – No! Che schifo! Ma come mai parli?
C – Ricorda il racconto biblico dell’asina di Balaam?
V – Certo.
C – Ebbene, Dio, oltre ad avermi ingrandito, mi ha anche dato voce per portare da parte Sua un messaggio a Vostra Eccellenza, affinchè Lei lo comunichi a sua volta ai suoi fedeli, ed apra loro gli occhi sulle falsità che purtroppo sono oggi diffuse da pastori e teologi circa il senso teologico di questa pandemia e del rapporto che esiste in Dio fra misericordia e severità.
V – Se non fosse che io non credo nell’esistenza del demonio, direi che sei un’apparizione diabolica.
C – Ma no, Eccellenza, non si spaventi: sono una creatura di Dio come Lei. Piuttosto mi ascolti con fiducia, perché sono mandato da Dio tra di voi per indicarvi il cammino.
V – Tu, abominevole assassino, una creatura di Dio?  Tu indicare il cammino in nome di Dio? Tu non hai nulla a che fare con Dio. Dio non manda la sofferenza. Dio è solo misericordia.
C – Eh, no, Eccellenza, mi consenta: Lei sbaglia. Mi lasci parlare e Le spiegherò.
V – Vuoi insegnare a me che sono dottore in teologia alla Gregoriana, mentre tu sei un obbrobrioso essere che ha la sfacciataggine di farsi scudo di Dio per ammazzare gli uomini?
C – Eccellenza, non metto in discussione la sua competenza teologica. Tuttavia mi permetto di insistere dicendoLe francamente con cognizione di causa che Lei sbaglia e sbaglia gravemente. Ha letto gli articoli di Padre Cavalcoli sul suo blog?
V – Sì. Ma ho visto subito che è un arretrato, ancora fermo alla pastorale del Concilio di Trento e del preconcilio.
C – No, no, Eccellenza: Padre Cavalcoli è un difensore del Concilio Vaticano II. Ha scritto persino un libro in sua difesa. Solo vuole che sia rettamente interpretato e non strumentalizzato dai modernisti. Egli spiega che Dio per un verso, da un punto di vista naturale, non vuole la sofferenza e vi libera dalla sofferenza, ma per un altro verso, più profondo e comprensibile solo agli occhi della fede, ve la manda per il vostro bene spirituale, perchè in Cristo  vi purifichiate dai vostri peccati.
V – Come sarebbe a dire?
C -  Sì, Eccellenza, è così. Lo so che sembra una contraddizione in Dio. Egli infatti non vuole che voi soffriate e per questo approva e appoggia pienamente tutta la vostra lotta contro di noi, l’opera eroica dei medici e degli infermieri, vuole la guarigione dei malati, ha infinita compassione per i sofferenti, soprattutto se innocenti. Per questo potete chiedere a Dio la cessazione della pandemia. Molte volte Dio ha fatto cessare epidemie per le vostre preghiere.
V – Non credo nei miracoli. Ma non sono necessari. Presto vi distruggeremo col vaccino che stiamo preparando. Mi fai ridere a parlare tu di pietà per i sofferenti col gusto che provate nell’ammazzarci.
C – Ma noi non siamo altro che esecutori delle leggi fisiche stabilite da Dio dopo il vostro orribile peccato originale. Se la natura adesso è contro di voi, non è colpa nostra, ma è colpa vostra, perché siete eredi delle conseguenze penali del peccato originale. Quanto a noi saremo ben felici di sparire. Se foste rimasti nell’Eden, non vi avremmo assalito e ci saremmo dedicati a compiti pacifici ed ecologici.
V – Ma il peccato originale è solo un mito per spiegare le ingiustizie sociali. Quanto a te, sei tu contento di sparire? E perché mai?
C – Perché così compio la volontà di Dio.
V – Tu, genio maligno, fare la volontà di Dio? E come?
C – Obbedendo alle sue leggi, ossia quelle leggi che Egli ha posto nella natura, e quindi anche in noi del covid-19, leggi riguardanti la nostra azione mortifera, leggi che, una volta scoperte dagli scienziati, consentiranno loro di capire come trovare il modo di applicare altre leggi, anch’esse stabilite da Dio, applicando le quali noi saremo distrutti.
V – Non credo nella fissità e nella determinatezza delle leggi della natura. È questa la vecchia concezione galileiana, oggi superata dalla fisica quantistica della mutabilità e dell’indeterminatezza delle leggi fisiche.
C – Le ricordo, invece, Eccellenza, che la Scrittura insiste molto sulla stabilità delle leggi poste da Dio nella natura.
V – Non insisto su questo. Piuttosto non accetto che tu abbia la pretesa di presentarti come modello di obbedienza a Dio, ma sei un assassino. Dio non vuole la morte di nessuno.
C – Certo non la vuole per sé stessa, ma l’ha voluta come castigo del peccato ed ha voluto la morte di Cristo per la nostra salvezza. E noi del covid siamo appunto strumenti della divina giustizia per stimolarvi con questa pandemia a convertirvi dai vostri peccati, a far penitenza e a tornare a fare la sua santa volontà. Noi del covid siamo perfettamente obbedienti a Dio, perché non possedendo come voi il libero arbitrio, per il quale è possibile disobbedire alle sue leggi, le mettiamo in pratica alla perfezione e con assoluto determinismo. Piuttosto siete voi esseri umani che con i vostri peccati non siete graditi a Dio e per questo vi castiga per mezzo nostro.
V – Siete esseri senza pietà. Posso capire il punire i malfattori. Ma perché infierire anche sugli innocenti? Come fate a presentarvi come rappresentanti e strumenti di Dio, che è solo misericordia e tenerezza per tutti i sofferenti?
C – Ma se Vostra Eccellenza legge bene la Bibbia, troverà che Dio non è solo misericordia, ma che usa anche severità e che castiga anche con l’inferno. Quanto alla sofferenza degli innocenti, Vostra Eccellenza dovrebbe sapere che tutti gli innocenti sono chiamati ad offrire le loro sofferenze insieme con quelle dell’innocente Agnello immolato per la salvezza del mondo.
V – Tu fai una lettura pietistica, giustizialista, doloristica e superata della Bibbia, legata all’Antico Testamento ed ignori che il Dio di Gesù Cristo è solo misericordia e che tutti si salvano.
C – Ha mai detto il Papa che Dio non castiga, che Dio non è giusto e che tutti si salvano?
V – Beh, veramente non l’ha mai detto.
C – Lo insegnano i rahneriani. Ma essi sono eretici. E dunque stia col Papa.
V – Ma il Papa ha simpatia per Rahner.
C – È una chiacchiera dei rahneriani. Il Papa non ha mai raccomandato Rahner. Invece nei suoi documenti più importanti, come per esempio Amoris laetitia, ama citare San Tommaso d’Aquino, raccomandato dal Concilio Vaticano II. Ebbene San Tommaso insegna, al seguito del magistero della Chiesa e della Bibbia, che Dio, quando occorre, castiga e che non tutti si salvano.
V – Devo riconoscere che sei bene informato. Le tue considerazioni mi hanno fatto riflettere. Mi hanno stimolato a pensare alla mia responsabilità di Vescovo e al mio dovere di essere in comunione con la Chiesa e col Papa. Stavo rischiando di essere frastornato dai modernisti. Sebbene tu continui a suscitare in me ripugnanza, da quello che dici devo riconoscere che effettivamente ti manda Dio come messaggero di riconciliazione, di penitenza e di pace. 
C – Bene, Eccellenza, ho terminato la mia missione. Adesso, come l’asina di Balaam, cesso dall’uso del libero arbitrio e riacquisto il mio caro naturale determinismo fisico, ritorno alle mie dimensioni normali e torno al mio lavoro. Sono contento che Ella mi abbia ascoltato. Le confesso che all’inizio, conoscendo la sua fama di buonista, ero un po’ timoroso. Ma Dio mi aveva incoraggiato: «va’ – mi aveva detto – vedrai che avrai successo». E così è stato. Ringrazio il Signore. Si prepari adesso ad una forte opposizione da parte dei buonisti.
V – La immagino. Ma non mi preoccupo. Sono contento di togliermi di dosso la nomea di buonista. Non voglio essere un Vescovo buonista, ma un Vescovo buono e possibilmente santo. Tu, caro covid, mi hai insegnato a benedire la sofferenza. Me ne hai fatto capire il senso cristiano, cosa che non avevo imparato neppure alla Gregoriana, infetta dal rahnerismo. Mi sono invece tornati i ricordi dell’educazione cattolica ricevuta da ragazzo dal parroco e da mia nonna.
Anch’io all’inizio ero molto prevenuto contro di te. Non avevo capito che state svolgendo un compito affidatovi da Dio per il nostro bene, per quanto ciò possa apparire paradossale. Ma nella luce della Croce di Cristo si capisce.  Vedevo in voi solo dei nemici e basta. Ma sono stato molto colpito dalle tue parole e dalla tua completa disponibilità nei confronti della volontà di Dio, sia che essa voglia che tu esista, sia che voglia che tu sia distrutto.
Mi sei di esempio di dedizione alla volontà di Dio, voglia quello che voglia. Finora ero stato troppo preoccupato di piacere al mondo e in particolare alla modernità, che era per me diventata un idolo, al disopra del Vangelo. Voglio adesso compiere fino il fondo il mio dovere di Vescovo, dovessi pagarlo con la vita.
C – Bene, Eccellenza! Ma Le dirò un’altra cosa, cara Eccellenza, prima di lasciarLa: Dio vuole la nostra fine. E siccome la vuole Lui, la vogliamo anche noi.
V- Mi commuovi. Ti benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo.
C – Amen.

Il covid scompare dalla vista del Vescovo, il quale resta pensoso e commosso, pieno di buoni proposti, più che mai convinto ed entusiasta della sua missione di pastore, grato a Dio per l’esperienza fatta, dono della sua misericordia, desideroso di far penitenza. Non si sarebbe mai aspettato che Dio lo avesse illuminato e stimolato al bene per mezzo di un covid parlante. Ma, come dice Papa Francesco, allo Spirito Santo piacciono le sorprese.

P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 11 luglio 2020




11 commenti:

  1. Assolutamente geniale! Ho letto veramente con gusto!

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  2. Rev.Padre, nel "L'atteggiamento del cristiano nei confronti della sofferenza", nel cap. "La sofferenza e le sue forme" leggo "...a differenza di tutti gli agenti inferiori della natura che mettono in pratica .... operano sempre il bene". Ma la natura non è anch'essa, come tutto il creato, coinvolta nella caduta originata dal peccato mortale, e allora perchè "operano sempre il bene" ?

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    1. Caro Paolo,
      il brano circa il quale tu desideri un chiarimento è il seguente:
      "Ben diversamente vanno le cose nell’uomo. L’uomo è capace di essere cattivo. L’uomo sa compiere veramente e propriamente il male perchè, a differenza di tutti gli agenti inferiori della natura, che mettono in pratica infallibilmente le leggi della natura stabilite da Dio che è buono, e quindi sono sempre mossi da Dio, operano sempre il bene, l’uomo, col suo libero arbitrio, può disobbedire volontariamente e quindi colpevolmente a Dio, può peccare. E il peccato produce la morte. Ecco il castigo del peccato."
      Al riguardo bisogna tenere presente che l'azione della natura può essere considerata sotto due punti di vista diversi.
      Uno. L'azione della natura ha un carattere punitivo, a seguito del peccato originale (Gn 3,18).
      Due. Nello stesso tempo si può dire che gli agenti naturali, mossi dalla causalità divina, operano il bene della natura e quindi ogni agente naturale opera il proprio bene.
      Prendiamo l'esempio del Covid. il Covid svolge una duplice azione: da una parte, obbedendo alla legge divina, opera il proprio bene, ma dall'altra, proprio in questa azione, svolge un compito punitivo nei confronti dell'uomo, il quale, dopo il peccato originale, non è più capace di dominare la natura e la natura gli è diventata ostile.

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  3. Caro Padre Giovanni,
    quando in Genesi si dice "maledetto sia il suolo per causa tua", si intende che Dio positivamente maledice il suolo quale punizione conseguente al peccato originale oppure che il peccato originale è stato origine e causa prima e diretta della maledizione del suolo? Inoltre, il peccato, sia quello originale che quello personale, può comportare degli effetti che non sottostanno, essi stessi, ad una predeterminata legge divina? Lo dico in altri termini per meglio comprendere io stesso: quando in Genesi si parla dell'albero della conoscenza del bene e del male, può voler dire che Dio conosce ed ha prestabilito sia le leggi che regolano il bene sia le leggi alle quali deve necessariamente rispondere il male; e relativamente al male può voler dire che l'albero della conoscenza riferita al male rimandi alle leggi che regolano il male sia dal punto di vista delle conseguenze che dal punto di vista del castigo, quest'ultimo finalizzato alla riparazione delle conseguenze?
    Ti ringrazio

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    1. 1. Quando in Genesi si dice "maledetto sia il suolo per causa tua", si intende che Dio positivamente maledice il suolo quale punizione conseguente al peccato originale oppure che il peccato originale è stato origine e causa prima e diretta della maledizione del suolo?

      Risposta - È vera l'una e l'altra cosa. Secondo la Scrittura la maledizione del suolo, che poi equivale al castigo divino - ossia l'ostilità della natura - è ad un tempo conseguenza del peccato - maledetto il suolo per causa tua - e voluta dalla giustizia divina. Infatti dalla Scrittura risulta che Dio può maledire (cf Gen 3,4; 4,11; 5,29; 12,3; Sal 37,22; Sir 33,2; Mt 25,41). Il che è come dire che Dio vuole il castigo del peccatore. Dio di per sé non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. E tuttavia può volere la morte del peccatore impenitente, come ha voluto la morte degli Egiziani che inseguivano gli Ebrei nel mar Rosso.

      2. Il peccato, sia quello originale che quello personale, può comportare degli effetti che non sottostanno, essi stessi, ad una predeterminata legge divina? Lo dico in altri termini per meglio comprendere io stesso: quando in Genesi si parla dell'albero della conoscenza del bene e del male, può voler dire che Dio conosce ed ha prestabilito sia le leggi che regolano il bene sia le leggi alle quali deve necessariamente rispondere il male; e relativamente al male può voler dire che l'albero della conoscenza riferita al male rimandi alle leggi che regolano il male sia dal punto di vista delle conseguenze che dal punto di vista del castigo, quest'ultimo finalizzato alla riparazione delle conseguenze?

      Risposta - Gli effetti del peccato sottostanno alle leggi divine in quanto leggi fisiche: se io eccedo nel bere, la cirrosi epatica che ne consegue si svolge in attuazione delle leggi fisiche che la governano. Dio regola con le leggi fisiche l'attuazione del male di pena, ossia del castigo. Il male di colpa, oltre a non essere voluto da Dio se non in modo permissivo, per sua essenza non è regolato da alcuna legge, se si tratta almeno della legge morale, giacché esso consiste per essenza nell'infrazione della legge morale, anche se è vero che la sua esecuzione materiale applica le leggi di natura. Per esempio, lo sparo della pistola di un assassino avviene secondo la meccanica della pistola governata da Dio mediante le leggi di natura. Ma questo non vuol dire che Dio sia colpevole dell'omicidio.

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  4. Caro Padre Giovanni, mi rendo conto di non essere stato molto chiaro nell'esposizione del secondo quesito.
    Relativamente al primo:
    in estrema sintesi, è possibile allora concludere che la maledizione del suolo a causa del peccato originale dell'uomo sia stata voluta da Dio quale conseguenza unica ed univoca della trasgressione? Mi spiego meglio. Dio nella sua infinita onnipotenza e onniscienza ha, in qualche modo, voluto stabilire e circoscrivere le conseguenze di una ribellione dell'uomo. E tale circoscrizione è consistita, ad esempio, nel fare scaturire da quel dato male quella data conseguenza e non altre, ovvero, nel caso del peccato originale, ad esempio, non permettere la completa distruzione del mondo e della creazione, la possibilità per l'uomo di recuperare il male compiuto, la Redenzione di Cristo e la sovrabbondanza della grazia? E così pure per ogni peccato personale compiuto?
    Relativamente alla seconda questione :
    Quando parlo di leggi di Dio che governano il male, intendo dire norme, insite nella stessa legge morale, che regola il bene ed il fine delle creature, le quali regole intervengono specificatamente per ciascun male compiuto ovvero per ciascuna violazione? Cioè Dio, pur non volendo il male di colpa ha, però, stabilito che questo potesse avere determinate conseguenze e non altre, volendo soprattutto far trionfare la Sua gloria? In Reconciliatio et Penitentia, viene detto che il peccato ha in sé una potente ed oscura potenza distruttrice, ma tale può essere solo per l'uomo non per Dio al Quale nulla è oscuro. Di modo che, il rimorso e la concupiscenza, sono si dovuti al peccato ma in quanto così ha voluto Dio quale conseguenza del peccato stesso. Non è, cioè, possibile pensare che il peccato agisca secondo logiche estranee al pensiero e alla sapienza creatrice di Dio. Così come l'uomo nel costruire una macchina predeterminato a monte la funzione e la durata di ciascun pezzo che la compone ed anche il danno che deriva dal malfunzionamento di uno o di una serie di componenti, malfunzionamento dovuto all'usura senz'altro ma anche ad un intervento esterno, ad esempio da parte di un sabotatore (come il demonio), per cui all'usura dei freni deve corrispondere necessariamente il mancato blocco del moto e non l'incendio della batteria oppure alla mancanza di olio del motore questo si grippa e non esplode, allo stesso modo Dio ha agito in tutta la Sua opera creatrice, ivi compresa la libertà umana, predeterminando per ogni male possibile quella data conseguenza in termini sia di danno che di riparazione (compreso il castigo nel caso della legge morale). È corretto?

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Per esempio, nel caso che tu mi hai portato dello sparo della pistola, Dio può avere predeterminato che, al momento dell'idea e poi dell'azione dello sparo, l'uomo, per l'azione della legge naturale, intanto uccida solo e soltanto quello colpito dal proiettile e non anche se stesso e i propri cari o la città in cui è avvenuto l'omicidio, etc. mentre, per aver violato la legge morale, subisca lo shock dell'omicidio, per avere ucciso un suo simile, quindi il rimorso, la necessità di chiedere perdono a Dio stesso e ai familiari dell'ucciso, la volontà di riparare il danno.
    In definitiva, si può concludere che Dio pur non volendo il male morale, lo conosce alla perfezione e lo ha regimentato in tutte le sue possibilità e sfaccettature, permettendogli di avere solo quelle determinate conseguenze da sempre? E, quindi, che in questo risiederebbe la conoscenza del male da parte di Dio, quindi Dio lo conosce, lo permette qua e non la, lo incanala, lo blocca, lo annulla a seconda del male stesso e in prospettiva del bene ultimo che è la Sua gloria perché tali limiti e condizioni del funzionamento del male sono statidda Lui previsti e inclusi nella legge naturale e morale? Quindi Dio sì non ha voluto e non vuole il bene ma lo ha permesso e lo permette nel rispetto delle Sue regole, diversamente lo avrebbe eliminato sul nascere.
    Mi dica Padre, sono in errore?

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  7. Scusa c'è un refuso nel quintultimo rigo, da leggersi male al posto di bene

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    1. Caro Rossano,
      Dio non ha predeterminato il peccato di omicidio, sennò dovrebbe averne la colpa, cosa che è impossibile. La causa dei nostri peccati siamo solo noi stessi. Dio non c'entra per nulla, sebbene, se volesse, potrebbe impedirli. Se non lo fa è perchè vuole ottenere un bene maggiore. Invece Dio, in quanto autore e attuatore delle leggi di natura, certamente all'atto dello sparo fà sì che esso produca ciò e solo ciò che per legge di natura non può non produrre, ossia l'uccisione del malcapitato in quel dato modo.
      Questo non significa assolutamente che Dio condivida l'intenzione dell'omicida, anzi la disapprova, la condanna e la punisce, ma soltanto che Egli fa rispettare quelle leggi di natura che non possono non attuarsi all'atto dello sparo. Quanto allo stesso atto dello sparo, esso ha una duplice componente: una fisica e una morale. Certamente la componente fisica, per esempio il movimento fisico del dito che preme il grilletto, è regolato da Dio in quanto autore delle leggi fisiche, benché tale movimento sia voluto dall'omicida e non da Dio. Ma l'atto dello sparo ha anche una componente morale in quanto atto voluto dall'omicida. Ebbene, sotto questo aspetto l'atto non è stato affatto voluto da Dio, ma solo dall'omicida. Dio concorre ed anzi, come causa prima dei moti della natura, causa e regola il moto fisico del dito e del grilletto e il conseguente funzionamento della pistola, ma proibisce e non concorre assolutamente all'intenzione dell'omicida di uccidere un uomo, intenzione che appartiene solamente alla cattiva volontà dell'omicida, che ne paga le conseguenze, se non si pente e chiede perdono a Dio.
      P.Giovanni

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