Filosofia e scienza in dialogo sul potere dell’uomo sulla natura - Seconda Parte (2/2)

 Filosofia e scienza

in dialogo sul potere dell’uomo sulla natura

 Seconda parte (2/2)

Da: Chat Facebook, 17-22 maggio 2023

Giovanni Sarruso:

L'energia è una forza senza massa materiale.

Ma il problema è un altro.

Come fa il bosone di higgs ad avere massa?

Ecco perché l'hanno chiamata particella di Dio.

Padre Giovanni Cavalcoli:

Per quanto riguarda la distruzione, essa corrisponde a quella che Aristotele chiama “corruzione”, che non è un annullamento della sostanza, ma è una sua disintegrazione, in quanto ogni sostanza materiale è composta di parti, per cui la materia prima di questa sostanza perde la sua struttura composta, la quale muta in un’altra struttura.

In parole semplici, si può dire che perde una forma per acquistarne un’altra. La materia non si annulla, ma si unisce alla forma per formare la sostanza materiale, si tratti della molecola, si tratti dell’atomo o si tratti dei componenti dell’atomo, ossia degli elementi subatomici, fino alle particelle elementari.

Quanto alla coppia materia-antimateria, ciò non significa che possa esistere qualcosa di contrario alla materia prima, perché essa, in quanto semplice soggetto della forma, non ha contrari. La contrarietà si trova solo tra le forme o tra le azioni, che hanno o generano energie opposte tra di loro, per cui si crea una conflittualità o opposizione polare, ma l’uno e l’altro polo sono sempre entità materiali. Quindi siamo sempre nell’ambito della materia comune alle due polarità.

Beh la chiamano antimateria e se incontra la materia si ha l’annichilazione si entrambe

Riguardo alla luce, essa non può essere priva di materia, perchè, se così fosse, dovrebbe essere una luce spirituale.

Ora non bisogna confondere la luce fisica con la luce spirituale. La luce fisica infatti è percepibile ai nostri sensi, mentre quella spirituale è percepibile soltanto dall’intelletto oppure può essere immaginata in una forma di pura estensione quantitativa, sul modello della gnoseologia di Cartesio.

Occorre infatti ricordare che la realtà è composta di corpi e di spiriti, ossia di realtà materiali e di realtà spirituali. Se noi diciamo che la luce fisica è immateriale, veniamo a dire che è spirituale e rischiamo di ridurre lo spirituale al materiale.

Il fotone non ha massa questo dicono i fisici

La negazione della materialità delle particelle suppone una gnoseologia, simile a quella di Berkeley, che riduce l’entità fisica a quella matematica, che è una entità mentale. Questo procedimento può dare alla mente umana l’illusione di un pieno dominio sulla natura fisica, ma in realtà, se noi pretendiamo di avere una simile padronanza sulla natura, finiamo per avocare a noi un potere divino, che in realtà non abbiamo, per cui il risultato di un simile approccio alla realtà materiale si può capovolgere in una forma di materialismo.

Infatti, se noi riduciamo la materia al pensiero, necessariamente il pensiero si materializza, col risultato che, volendo fare intervenire degli scopi pratici, non entra più in gioco la volontà, che dipende dall’intelletto, ma la passione o appetito sensitivo, che può dipendere o dalla immaginazione matematica o dalla esperienza sensibile. È qui che abbiamo la nascita dell’empirismo e dello scientismo positivista.

Questa impostazione pragmatistica e materialista, invece di renderci signori della natura, nel rispetto delle sue leggi e dell’ordine in essa poste dal Creatore, rischia di assoggettarci alle suddette pulsioni emotive che si trovano nella nostra condotta umana, per cui, invece di essere signori della natura ne diventiamo gli schiavi. In tal modo la materia prima, che viene umiliata nel negarne l’esistenza, in qualche modo si vendica assoggettando a sé l’attività del nostro spirito.

Cioè succede che i nostri appetiti perdono la loro nobiltà di tendere al bene intellegibile e quindi al bene morale, e vengono sostituiti dagli appetiti sensibili, il cui oggetto sono i beni sensibili. Vi è allora il rischio di una degradazione morale, per cui il soggetto non è più orientato alla virtù, ma al vizio, e in special modo ai vizi carnali come sono l’avarizia, la gola e la lussuria.

Si può dire che tutto parta dalla superbia, che, come ho detto, è la pretesa di togliere a Dio quello che Gli appartiene e di avocarlo a sé, con la pretesa di determinare la natura della materia, fermandosi soltanto alla forma matematica (la res extensa di Cartesio) e dimenticando la materia prima, che invece ne è il sostegno ontologico. Per cui nelle sostanze materiali, se non c’è la materia prima non ci può essere neanche la forma.

Infatti la forma sussiste da sola solo nelle sostanze puramente spirituali, come sono gli angeli e le anime separate. Inoltre esiste una somma Forma del tutto esente da materia, che è Dio. E tuttavia la materia prima esiste in quanto ideata da Dio, identica alla essenza divina, essendo in Dio una idea divina. Invece la materia prima, in quanto creatura, riceve la sua esistenza da Dio ed esiste fuori di Dio.

Caro padre bisogna uscire dall'aristotelismo.

All'inizio la materia non c'è, il vuoto quantistico è solo energia. La massa la conferisce il bosone di higgs.

Dio creò il bosone

Può ascoltare su YouTube una conferenza di Guido Tonelli che è stato tra gli scopritori del bosone.

C'è anche Fabiola Giannotti che è credente e dirige il CERN.

Ha partecipato alle ricerche che hanno evidenziato il bosone di higgs.

Per celia si può dire che il bosone è come l'atto di Aristotele, cioè dà forma a ciò che non lo ha. Nascono così l'energia e la materia del nostro universo.

Che il nostro universo abbia avuto un inizio è certamente una cosa plausibile, ma non ritengo che la teoria fisica del big bang abbia dimostrato questo inizio nel tempo per il motivo che le ho già detto, e cioè che è possibile che esistano fenomeni precedenti a quelli del big bang.

Come le ho già detto, noi sappiamo con certezza che il tempo ha avuto un inizio soltanto dalla rivelazione. Inoltre, che il mondo sia stato creato dal nulla, questo lo sa solo la teologia naturale, mentre ritengo che la fisico-matematica non potrà mai dimostrare una cosa del genere.

Credo anch’io che la fisico-matematica non può dimostrare quale sia il fine dell’universo, perché si tratta di un fine trascendente, che è Dio stesso. Ora, come ho detto e ripetuto, la fisico-matematica, se non è elevata a livello della metafisica, non può dimostrare l’esistenza di Dio.

Se per massa si intende un qualche cosa di statico e di esteso, posso essere d’accordo. Se invece si vuol concepire la massa come qualcosa che astrae dalla materia prima, questa è una cosa impossibile, perché l’estensione e la forma non possono esistere senza la materia prima. Altrimenti saremmo daccapo. Si verrebbe a concepire la massa come una semplice res extensa di tipo cartesiano, riducendo la materia a materia pensata come faceva Berkeley.

La luce e le altre energie senza massa, restano comunque energie materiali, quindi verificabili mediante l’esperienza e il calcolo matematico, vale a dire facendo uso della fisico-matematica, secondo il metodo cartesiano-galileiano.

Se l’antimateria si incontra con la materia è impossibile che questa venga annichilata, perché soltanto Dio ha il potere di annichilare la materia. Di fatto però non lo fa, perché avendola creata essa è una cosa buona, perché Egli è bontà infinita e non può che creare cose buone. Per questo motivo Egli, pur potendo annullare la materia, non lo fa. Per questo motivo, invece di annichilazione sarà meglio semmai parlare di trasformazione o eventualmente di una scomparsa agli occhi dello scienziato.

Anche per quanto riguarda il fotone, esso non ha massa, perché è energia. Però anche l’energia è un fatto materiale. Infatti, se non fosse una realtà materiale, che cos’è? Spirito? Infatti i casi sono due: la realtà è o materiale o è spirituale. Se quindi una realtà non è materiale, sarà spirituale.

Beh in mezzo c'è l'energia che non è spirituale

Cominciò Leibniz a parlarne

E inventò la monade come centro di forza

Se lei si riferisce all’inizio dell’universo, ribadisco la mia convinzione che la fisico-matematica non è in grado di sapere qual è l’inizio dell’universo. Invece noi conosciamo questo inizio solo dalla fede. D’altra parte è vero che all’inizio dell’universo la materia non c’è, in quanto essa è creata dal nulla.

Per quanto riguarda l’energia, essa suppone la materia, perché l’energia è un accidente della sostanza materiale composta di materia e forma. L’energia da sola quindi non esiste, come non esiste l’accidente senza la sostanza.

Per quanto riguarda la massa, conferita dal bosone, in base alle attuali conoscenze, posso comprendere che il bosone abbia questa funzione, che è quella di quantificare la sostanza e istituirla nel suo carattere statico. Concordo pienamente che il bosone sia creato da Dio.

Il bosone, conferendo la massa, chiaramente dà forma alla materia, la quale pertanto è presupposta, benchè si debba intendere che anch’essa è creata da Dio. Per quanto riguarda il vuoto e lo spazio, come ho già detto, esso presuppone l’esistenza dei corpi e non li precede.

Secondo i fisici il nostro universo ha inizio 13,8 miliardi di anni fa. Può informarsi su internet.

Come credenti possiamo ricordare l’inizio del Genesi 1,1-5: “In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.”.

Per quanto riguarda l’interpretazione del bosone come forma e come atto della materia, sono pienamente d’accordo.

Per Leibniz la sostanza materiale è composta di materia e di forma, ma questa forma è un’autocoscienza assopita che si desta gradualmente a seconda dei vari gradi degli enti salendone la scala fino alla nomade suprema, che è Dio, che è puro spirito. Per questo, secondo Leibniz, tutto l’universo è virtualmente vivente con un passaggio attraverso i tre gradi della vita, che culminano nella spiritualità.

Per questo la monade materiale sprigiona un’energia o una forza, che non è transitiva, ma è immanente, perché la monade leibniziana è una sostanza completa in se stessa, che ha relazione con tutte le altre infinite sostanze dell’universo. Ma nella sua visione manca l’azione della causalità efficiente, per cui per lui l’energia si configura solamente solo come una perfezione interna alla monade, che corrisponde alla perfezione di un’altra secondo un’armonia prestabilita da Dio.

Ora, è chiaro che in questa cosmologia non è chiara la differenza tra lo spirito e la materia. La materia viene matematizzata come in Cartesio, ma ciò comporta una materializzazione del pensiero, per cui la tendenza idealistica si rovescia nel materialismo.

Caro Professore, mi sembra che il nostro dibattito sia molto interessante e che possa interessare anche i Lettori. Per questo avrei in progetto, al termine della nostra discussione, di pubblicarlo. Che cosa ne pensa?

Va benissimo

Il riferimento a Leibniz era solo per evidenziare da quando si comincia a parlare di energia.

Per quanto riguarda l'età dell'universo essa è stata calcolata tenendo conto della velocità di espansione dello stesso

Faccio presente che il termine energia viene dal greco energheia già usato da Aristotele. Noi traduciamo con il termine atto, però dobbiamo ricordare che gli Scolastici distinguevano un atto primo da un atto secondo. L’atto primo è l’atto d’essere della sostanza; l’atto secondo è l’azione che si può benissimo esprimere come energia.

Padre, mi ascolti: esca da queste datate concezioni. Andavano bene un tempo, oggi dobbiamo ascoltare gli scienziati.

Naturalmente coniugando scienza e fede.

Io ammiro Aristotele, è stato un grande, va studiato, ma bisogna andare oltre.

Ciò che lei sa va bene sul piano storico.

Naturalmente anche San Tommaso storicamente ha fatto un'opera fondamentale.

La Chiesa tuttora lo vede come un punto di riferimento.

Le nozioni, che Aristotele ci propone a riguardo alla natura e alle funzioni della sostanza materiale, non sono delle semplici opinioni superate da una conoscenza migliore, ma corrispondono a quelle nozioni spontanee della ragione, che tutti formiamo nel momento in cui usiamo la nostra ragione naturale.

Il fatto che queste nozioni siano state elaborate da Aristotele, vissuto nel IV secolo avanti Cristo, non significa che dobbiamo confinarle in quel periodo, così come il fatto che ai tempi di Aristotele l’uomo avesse 32 denti, non è un fatto che riguarda solo il tempo di Aristotele, ma anche oggi.

Si tratta di nozioni dedotte dalla ragione come tale, che tutti noi possediamo indipendentemente dal tempo e dallo spazio. Esse possono essere affinate, esplicitate, migliorate e approfondite, ma non possono essere assolutamente abbandonate senza che con ciò venga meno il lume della ragione.

Per quanto riguarda gli scienziati, capisco benissimo che abbiano elaborato concetti e termini propri della loro scienza, che è scienza dei fenomeni. E io mi inchino davanti ad essa. Ma il fenomeno rimanda a quella che è la sostanza materiale, per cui il linguaggio della fisica si congiunge col linguaggio della cosmologia filosofica, fondata da Aristotele.

Per questo, come io rispetto la loro competenza, bisogna che anche loro rispettino la competenza dei filosofi e dei metafisici, altrimenti rischiano di chiudersi nel lor sperimentalismo e di non riuscire ad elevare il loro intelletto ai valori superiori intellettuali e morale, i quali costituiscono la situazione di possibilità dell’accesso della fede cristiana.

È vero che bisogna congiungere la scienza con la fede, ma non si può passare direttamente dalla scienza dei fenomeni alla fede, perché la fede suppone le nozioni della cosmologia filosofica, per cui occorre questa come scienza che colleghi le scienze fisiche con la conoscenza di fede. Pretendere di passare direttamente dalla fisica sperimentale al dogma di fede, vuol dire rinunciare a capire il significato del dogma, per formulare il quale la Chiesa utilizza concetti desunti dalla cosmologia filosofica, come quello di materia, forma, sostanza, accidente, essenza e natura.

Per quanto riguarda San Tommaso, si può fare un discorso simile a quello su Aristotele. Tommaso ha raccolto le nozioni fondamentali aristoteliche riguardanti la cosmologia. Nel contempo ha accolto il sistema tolemaico, che oggi è stato sostituito dalla fisica quantistica. Sotto questo punto di vista è chiaro che Tommaso è superato, in quanto accettava un sistema fisico oggi superato.

Invece, per quanto riguarda le nozioni della cosmologia filosofica, esse hanno un valore perenne, come ho detto, e quindi bisogna che i fisici di oggi ne tengano conto, non per abbandonare il loro livello epistemologico, ma per dare ad esso quella apertura gnoseologica, che consente alla fisica sperimentale di elevarsi al livello della filosofia e della metafisica.

Per questo, tra filosofi e scienziati deve esistere questo dialogo nel rispetto delle rispettive competenze e nella capacità di comprendere reciprocamente i loro linguaggi specifici. In tal modo lo scienziato può introdursi alla filosofia e trovare nella filosofia il fondamento gnoseologico del suo sapere sperimentale, mentre il filosofo ha la possibilità di dare al proprio filosofare una base sperimentale conforme alla scienza moderna.

Beh ma Aristotele fu già criticato nell'età ellenistica.

Le forme sono in relazione a noi.

Poi la controversia sugli universali.

Ma capisco che il dogma della transustanziazione costringe ad ammettere sostanze ed accidenti.

Caro Professore, Aristotele fu criticato dai neoplatonici, ma se è per questo egli è è sempre stato criticato dalla corrente platonica fino ai nostri giorni, nei quali il platonismo è diventato l’idealismo e, nel campo della morale, si configura come quel rigorismo morale che è oggetto della critica del Santo Padre.

Le forme esistono in se stesse, create da Dio, perché la forma è quella determinazione della sostanza per la quale essa viene qualificata e quantificata. Per questo la forma è atto della materia e dà l’essere tale alla sostanza. La forma è altresì la determinazione dell’essenza.

Se la forma è immateriale coincide con l’essenza. Se invece la forma si compone con la materia, per costituire la sostanza, allora la forma è solo la parte formale della sostanza. Bisogna distinguere la forma specifica dalla forma individuale. La prima è la forma della specie al di sopra degli individui. La forma individuale dipende dalla materia segnata dalla quantità.

Per quanto riguarda l’universalità dell’essenza, la teoria di Aristotele resta valida, in quanto sostiene che l’universale, pur essendo in se stesso un’astrazione della mente, ha un fondamento nella realtà. Per questo la teoria di Aristotele evita sia l’errore dei platonici, che pone l’universale al di fuori e al di sopra dell’individuo concreto, sia l’errore dei nominalisti, per i quali l’universale non ha nessun fondamento reale, ma è il segno col quale denominiamo un insieme di individui simili tra di loro.

Il fotone non ha massa questo dicono i fisici

La negazione della materialità delle particelle suppone una gnoseologia, simile a quella di Berkeley, che riduce l’entità fisica a quella matematica, che è una entità mentale. Questo procedimento può dare alla mente umana l’illusione di un pieno dominio sulla natura fisica

con la pretesa di determinare la natura della materia, fermandosi soltanto alla forma matematica (la res extensa di Cartesio) e dimenticando la materia prima, che invece ne è il sostegno ontologico. Per cui nelle sostanze materiali, se non c’è la materia prima non ci può essere neanche la forma.

 

All'inizio la materia non c'è, il vuoto quantistico è solo energia. La massa la conferisce il bosone di higgs.

Che il nostro universo abbia avuto un inizio è certamente una cosa plausibile, ma non ritengo che la teoria fisica del big bang abbia dimostrato questo inizio nel tempo e cioè che è possibile che esistano fenomeni precedenti a quelli del big bang.

Noi sappiamo con certezza che il tempo ha avuto un inizio soltanto dalla rivelazione. Inoltre, che il mondo sia stato creato dal nulla, questo lo sa solo la teologia naturale, mentre ritengo che la fisico-matematica non potrà mai dimostrare una cosa del genere.


Immagini da Internet: Bosone di higgs e Big bang

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