Papa Francesco torna a raccomandare la devozione a San Tommaso come teologo e come santo

 Papa Francesco torna a raccomandare

la devozione a San Tommaso come teologo e come santo

Martedì 4 luglio scorso Andrea Gagliarducci*, dell’ACI Stampa, dalla Città del Vaticano, ha dato notizia di una Lettera inviata dal Santo Padre a tre Vescovi interessati a prossime ricorrenze relative a San Tommaso d’Aquino. Tre anniversari consecutivi permetteranno di riflettere ulteriormente sulla figura del Doctor Angelicus.

Con questo gesto Papa Francesco ci mostra ancora più chiaramente di quanto non l’abbia fatto di recente, la sua premura di Pastore per quanto riguarda il delicato valore della retta fede nel campo della produzione teologica, dove abbiamo una grande ricchezza di proposte ed iniziative, ma purtroppo c’è anche chi volontariamente o involontariamente ci spinge fuori dalle vie del Vangelo.

Si tratta di tre anniversari, tre anni per celebrare Tommaso d’Aquino: il 18 luglio prossimo, saranno 700 anni esatti dalla canonizzazione del Doctor Angelicus e all’Abbazia benedettina di Fossanova, dove San Tommaso morì, sarà celebrata una Santa Messa in suo onore.

Nel 2024 si ricorderanno i 750 anni dalla sua morte, e nel 2025 gli 800 dalla nascita. Una occasione più unica che rara per le tre diocesi legate a Tommaso: la diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, dove Tommaso nacque e dove visse i primi passi; la diocesi di Latina, dove si trova l’abbazia di Fossanova, che fu luogo della sua morte; e la diocesi di Frosinone, dove a Monte San Giovanni Campano, nel castello della sua famiglia, Tommaso trascorse del tempo.

Era una occasione propizia, per Papa Francesco, di inviare una lettera ai tre vescovi delle diocesi, per lanciare un triennio di celebrazioni e riflessioni. La lettera non è stata pubblicata nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, è stata inviata in via personale, e solo successivamente diffusa sui media vaticani. Ma nel frattempo i vescovi avevano già contribuito a prendere le mosse da quella lettera, dandone notizia ai fedeli, e cominciandosi a preparare per il primo dei grandi momenti di celebrazione: il prossimo 18 luglio, il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, sarà a Fossanova, su nomina pontificia, per celebrare una Messa in ricordo della canonizzazione di San Tommaso. Ma ancora prima, il 14 luglio, si andrà in pellegrinaggio presso la chiesa medievale di San Tommaso a Roccasecca, la prima chiesa al mondo ad essere eretta e dedicata al Doctor Angelicus.

La lettera del Papa è stata inviata, dunque, ai vescovi Gerardo Antonazzo, di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo; Mariano Crociata, di Latina-Terracina-Sezze-Priverno; Ambrogio Spreafico di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri.

Papa Francesco sottolinea nella sua missiva che il Doctor Communis (un altro degli appellativi di Tommaso) è “una risorsa” per la Chiesa di oggi e di domani, in fondo ricalcando la sua richiesta al Congresso Tomistico Internazionale dello scorso anno di andare a riscoprire le radici di Tommaso d’Aquino.

Scrive Papa Francesco:

 

 “Accompagnato dalla costante consapevolezza che le verità della fede, a partire dall'Uni-Trinità di Dio e dalla divinità e umanità di Cristo, non ‘riposano’ solo nell'intelletto ma sostanziano l'esistenza quotidiana e l'impegno concreto di ogni credente nella Chiesa e nella società, Tommaso da buon domenicano si è dedicato generosamente all'evangelizzazione spendendosi senza riserve attraverso la preghiera, lo studio serio e appassionato, l'imponente produzione teologica e culturale, la predicazione, la risposta alle richieste manifestategli dal suo Ordine, dalle Autorità Ecclesiastiche e del mondo civile, dai suoi stessi conoscenti e amici”.

 

Ricordando che Paolo VI definì Tommaso “luminare della Chiesa e del mondo intero”, il Papa sottolineò che onorare in profondità Tommaso come “fonte sempre viva” significa “concentrarci sullo studio dell'Opera di San Tommaso nel suo contesto storico e culturale e, al contempo farne tesoro per rispondere alle odierne sfide culturali".

Ai vescovi, Papa Francesco affida due compiti: la costruzione “paziente e sinodale della comunità” e “l’apertura alla verità tutta intera”.

Riguardo la prima, il Papa ricorda che

 

“la reale sinodalità è il crescere insieme in Cristo come membra vive e attive del Corpo ecclesiale, strettamente unite e collegate le une alle altre. Una Chiesa la cui dimensione comunitaria si nutre e si manifesta nella vita sacramentale e nella liturgia, nella spiritualità, nella diakonia culturale e intellettuale, nella testimonianza credibile, nella carità e nell'attenzione ai più poveri e vulnerabili”.

E poi, l’apertura alla verità, sulla scia di Tommaso che – come scrisse Giovanni Paolo II – “amò in maniera disinteressata la verità”.

Tuttavia, per Papa Francesco bisogna sottolineare che la

 

“formidabile eredità” di San Tommaso è “anzitutto la santità, caratterizzata da una particolare speculazione che non ha però rinunciato alla sfida di farsi provocare e misurare dal vissuto, anche da problematiche inedite e dalle paradossalità della Storia, luogo drammatico e insieme magnifico, per scorgere in essa le tracce e la direzione verso il Regno che viene. Mettiamoci allora alla sua scuola!”

Il 14 luglio, a Roccasecca, il Vescovo Gerardo Antonazzo ha avuto l’autorizzazione di conferire la benedizione papale a tutti i presenti. Da quel giorno fino al 18 luglio 2024, per l’anno Giubilare di San Tommaso, si potrà anche ottenere l’indulgenza plenaria.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 5 luglio 2023

 * https://www.acistampa.com/story/papa-francesco-lancia-i-tre-anni-di-celebrazioni-in-onore-di-tommaso-daquino

 

 



Immagini da Intermet:

- Una veduta della chiesa medievale di San Tommaso a Roccasecca, la prima costruita e dedicata al doctor Angelicus | Provincia di Frosinone


 

 

 

- Chiostro dell'Abbazia di Fossanova

9 commenti:

  1. Caro Padre Cavalcoli,
    questa lettera del Romano Pontefice riguardante Santo Tomás, come incomparabile maestro della retta fede, è quanto mai attuale. E l'eco che lei ha fatto di quella lettera è quanto mai opportuno, in un momento in cui i media "gialli" non fanno altro che parlare del presunto errore del Papa nel nominare un nuovo Prefetto del Dicasterio della Fede. In ogni caso, dimenticano che il Maestro della Fede per la Chiesa su questa terra è il Papa, e un prefetto, per quanto importante possa essere la sua posizione, è solo un suo collaboratore e deve rispondergli e collaborare con lui. E si vede, ancora una volta, l'apprezzamento che Papa Francesco ha per San Tommaso d'Aquino!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Pierino,
      certamente è motivo di grande gioia per noi Cattolici constatare come il Santo Padre, nello spazio di pochissimi mesi, abbia quasi inaspettatamente manifestato con chiarezza, nella pienezza della sua autorità apostolica, quella che è la tradizionale preferenza di San Tommaso tra tutti i Dottori della Chiesa, preferenza che è manifestata anche dall’ultimo Concilio.
      Indubbiamente l’intervento del Papa è estremamente opportuno, perché da molte parti del mondo cattolico non soltanto non si riconosceva più il titolo dato a Tommaso di Dottore Comune della Chiesa, ma addirittura si è preteso che fosse possibile sostituire San Tommaso con altri teologi, i quali sotto pretesto di far progredire la teologia alla luce del Concilio, hanno in realtà inquinato il pensiero dell’Aquinate con certi errori del pensiero moderno, cadendo così in una nuova forma di modernismo.
      Il Santo Padre ha pubblicato un’altra lettera, questa volta indirizzata al Card. Semeraro, sempre con le stesse intenzioni, lettera che quanto prima pubblicherò.
      Tutto ciò ci mostra con la massima chiarezza la mente del Santo Padre, a sfatare qualunque equivoco, che i modernisti hanno messo in giro per farci credere che il Papa abbia ceduto al loro influsso.
      A questo punto, dovere di noi Cattolici è quello di appoggiare con tutte le forze queste sagge esortazioni del Papa, che sono determinanti per produrre nella Chiesa quella pace e quella concordia, nella carità e nella verità, che potranno mettere fine una buona volta allo sciagurato conflitto tra passatisti e modernisti, che da troppo tempo stanno tormentando il Santo Popolo di Dio, desideroso di vivere in pace la propria fede.

      Elimina
    2. Pienamente d'accordo, padre Cavalcoli. Vi prego di continuare il vostro encomiabile lavoro teologico e pubblicistico!

      Elimina
  2. Carissimo p. Giovanni sono felice e ringrazio il Signore che attraverso il Suo Spirito abbia ispirato e sollecitato il nostro Papa Francesco ad un ritorno e a raccomandare, in particolare agli studenti di teologia e a noi sacerdoti San Tommaso d’Aquino maestro di pensiero e grande santo per il suo grande amore alla Verità vissuta e illustrata nelle sue opere.
    Purtroppo nella mia formazione filosofica, teologica e pastorale, frequentando alcune Pontificie Università in preparazione al ministero sacerdotale, la figura di questo grande Santo è sempre stata piuttosto marginale, per non dire ignorata. Soltanto dopo la mia ordinazione, e occupandomi della mia formazione permanente, ho potuto incontrare il suo pensiero e ad oggi rimane per me un riferimento autorevole nello svolgimento del mio ministero sacerdotale ispirato alla ricerca della verità, della fede e della ragione, del confronto tra il Vangelo e la cultura odierna, della promozione della pace e della giustizia, della cura delle anime e della loro formazione non solo intellettuale ma che rispecchi anche una sincera amicizia con il Signore, tutte realtà queste coltivate e vissute da San Tommaso.
    Don Vincenzo

    RispondiElimina
  3. Ottima cosa che papa Francesco celebri e inviti a seguire l'insegnamento di S.Tomaso. Ma il problema è scendere dalla dottrina alla Pastorale che il papa vuole applicare. Per questo è utile leggere questa intervista a Padre Sosa e capirla bene. https://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-personalita/672-gesuiti-padre-sosa-parole-di-gesu-da-contestualizzare.html La parola magica è il "discernimento" che tutto giustifica. Siamo messi male, credo. Ora con il Sinodo vi é il rischio di spaccature nella chiesa, visti gli invitati. La Chiesa da verticale a una orizzontale dove vi è democrazia? Nei preti che conosco vi è grande apprensione e confusione. . Non parliamo nei fedeli. Credo che Dio ci debba proteggere in modo rapido e concreto. Spero in lui. Ora c'è nebbia su tutto.

    RispondiElimina
  4. Carissimo omonimo Vincenzo, certamente bisogna “contestualizzare” per mezzo di un sano discernimento, la dottrina insegnata dalla Chiesa cattolica e la pratica pastorale. Quello che io però avverto, nel mio ministero sacerdotale, è una carenza nella trasmissione dei contenuti della nostra fede cattolica iniziando dai nostri figli fino ai nostri adulti. Certo abbiamo una catechesi che cerchiamo di adeguare alle diverse fasce d’età, iniziando dall’Iniziazione cristiana, ora non più soltanto finalizzata alla celebrazione dei Sacramenti, ma allo stesso tempo garantendo loro un percorso di fede graduale, costante e omogeneo in un ascolto più vero di quello che vivono.
    Ma non dobbiamo mai dimenticare che la Chiesa con la sua dottrina, mette a disposizione del cristiano i contenuti di fede in cui deve credere e i Sacramenti, che sono i segni efficaci attraverso i quali giunge a noi la Grazia di Dio per la nostra salvezza. Questo deve essere chiaro per tutti.
    Gesù ha affidato alla Chiesa il compito di continuare nei secoli la missione affidatagli da Gesù Cristo, ce lo ricorda Papa Francesco:
    «La Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa - se piccola, se grande, se forte, se debole - la Chiesa porta Gesù e deve essere come Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Cosa le portava Maria? Gesù». (Udienza generale, mercoledì 23 ottobre 2013)
    La Chiesa Cattolica dovrebbe finalmente abbandonare una volta per sempre la pretesa di possedere la Verità sul senso della vita e sul destino del mondo, di occuparsi dell'aldilà e occuparsi unicamente di risolvere i problemi materiali della gente, nonché della preservazione del Creato. Si vorrebbe una Chiesa Cattolica che presentasse un cristianesimo in dialogo e aperto alle altre religioni, perché in fondo, tutte le religioni, per i loro seguaci, sono vie ugualmente valide di salvezza.
    Ma le cose per noi cristiani cattolici, non stanno così, per noi l’unica Verità che veramente conta è la Verità di Cristo salvatore e redentore, come ci ricorda San Giovanni Paolo II nell’enciclica Veritatis Splendor al n2:
    “Così la Chiesa, Popolo di Dio in mezzo alle nazioni, mentre è attenta alle nuove sfide della storia e agli sforzi che gli uomini compiono nella ricerca del senso della vita, offre a tutti la risposta che viene dalla verità di Gesù Cristo e del suo Vangelo. È sempre viva nella Chiesa la coscienza del suo «dovere permanente di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in un modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sul loro reciproco rapporto».
    In conclusione, la prassi pastorale deve essere fondata e radicata sulla dottrina e sul Magistero della Chiesa che ci trasmette le verità della nostra fede, altrimenti, nella nostra azione pastorale rischiamo il disorientamento, e l’arbitrio. Non è una questione di legalismo pastorale o di posizioni che possono sembrare a prima vista integraliste, la Verità di cui noi parliamo non è una verità formale, modificabile ed adattabile secondo i tempi della storia umana, ma è l’unica Verità che dona salvezza eterna valida sempre, in ogni tempo e in ogni luogo.
    E allora con San Tommaso preghiamo: “Concedimi, o Dio, ti prego, una volontà che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia e una fiducia che alla fine giunga a possederti”.

    RispondiElimina
  5. Condivido pienamente le sue considerazioni e grazie a lei. Sempre fedeli al Signore Gesù e alla Sua Chiesa nella condivisione dell'unica fede, dell'unica dottrina nel servizio ai fratelli.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono contento che ho visto un prete ben formato e fedele alla Chiesa in questa landa quasi deserta e piena di...scorpioni. Mi piacerebbe che Padre Cavalcoli ci dicesse la sua, se lo ritiene opportuno. saluti calorosi.

      Elimina
    2. Caro Vincenzo e caro Don Vincenzo,
      ho letto con molto interesse il vostro scambio di idee tra un prete molto convinto della sua missione pastorale e un laico cattolico che a fatica, ma con buon risultato, è riuscito a venire fuori dal marasma che i modernisti hanno provocato strumentalizzando il rinnovamento conciliare.
      Ho notato in voi due, al di là dei differenti stati di vita e delle diverse esperienze, una profonda unione spirituale e una sentita comunione ecclesiale, che, se avverte i problemi, non si perde d’animo, ma confida nell’aiuto del Signore con una decisa volontà di dare una fedele testimonianza e di allargare per quanto possibile gli spazi della Chiesa.
      Riguarda a Sosa e al Sinodo, condivido le preoccupazioni di Vincenzo e speriamo che il Santo Padre abbia la forza di correggere la brutta direzione presa da queste persone. Il riferimento a San Tommaso del Papa chiarisce molto bene quali direttive egli vuole indicare alla Chiesa, alla teologia e alla cultura cattolica, nel dialogo costruttivo col pensiero moderno.

      Elimina

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.