Salvini
rispetta il Vangelo?
La politica
confusa con la teologia
Da tempo si
è diffusa l’esigenza che il dibattito teologico abbandoni l’astrattezza
scolastica per immergersi nella concretezza del quotidiano, del mondo attuale e
della storia moderna. E quale occasione migliore, quale locus theologicus più fecondo e concreto, quale segno della verità
che nasce dalla prassi, quale più ricca sorgente di pastoralità, della
politica, soprattutto poi se capita un evento così importante come le elezioni
europee?
Mentre
dunque un tempo i teologi, nei loro ristretti circoli specialistici,
dibattevano, si occupavano e si preoccupavano di sottili questioni speculative
o del rapporto fra il dogma e la metafisica ed eretici apparivano coloro che si
opponevano al magistero pontificio ed ai decreti dei Concili in materia di fede
e di morale, capita oggi che vi siano dei politici che si assumono il ruolo di
teologi e che vi siano teologi ritenuti all’avanguardia in questa teologia del
concreto, i quali considerano come
orizzonte proprio della teologia le idee che balzano alla ribalta nell’arena
degli scontri politici e parlamentari.
Questi
teologi e politici, tra i quali si sono insinuati alcuni vescovi, che affettano
di apprezzare e rispettare la relatività e libertà delle opinioni, affermano di
accogliere e praticare di tutto cuore il dialogo a tutto campo, la diversità
radicale e il multiculturalismo, costoro, che per anni hanno accantonato la
questione dell’eresia come problema d’altri tempi, come segno di intolleranza e
di rigidezza mentale e di una mentalità fondamentalista e preconciliare, ecco
che improvvisamente sanno con assoluta certezza chi è per il Vangelo e chi è contro il
Vangelo. Naturalmente non hanno l’impudenza di usare l’aborrito termine di
«eresia». Tuttavia è evidente che l’accusa di opporsi al Vangelo equivale ad
un’accusa di eresia; giacchè, se il Vangelo contiene le verità di fede e
l’eresia è negazione della verità di fede, è chiaro che chi si oppone al
Vangelo è un eretico.
Se dunque un
tempo la questione dell’eresia girava attorno ad Ario, a Marcione, a Lutero o
Calvino, oggi l’eretico che seduce ed inganna i fedeli, crea scandalo, divide la
Chiesa, falsifica la fede, corrompe i costumi cattolici, e mette in pericolo la
salvezza delle anime è Salvini, finto cattolico, che strumentalizza il Rosario
per accalappiare le vecchiette devote, nel momento in cui egli, crudele e xenofobo,
lascia morire in mare i poveri immigrati, che fuggono disperati dalla dittatura
e dalla fame.
Questi
teologi, se così possiamo chiamarli, da perfetti modernisti, non credono più
nell’oggettività, assolutezza ed immutabilità della verità, ma elevano a puro
Vangelo con assoluta intransigenza le loro opinioni politiche soggettive, per
non dire eresie, sicchè l’essere di sinistra ha sostituito l’essere cattolici,
mentre l’essere di destra vuol dire essere eretici. Salvini ha certo i suoi
torti e per certi aspetti è criticabile. Ma qualificare come «contraria al Vangelo»
la linea dell’avversario politico solo perché non la pensa come noi, questa sì che
è eresia, che confonde l’opinione politica con la verità di fede.
La questione
degli immigrati
Che la
gravissima questione umanitaria dell’immigrazione metta in gioco in fin dei conti
le esigenze dell’etica evangelica, questo è verissimo. Ma ciò non toglie che il
vantare come la sola evangelica la propria scelta politica, per quanto per
certi aspetti rispettabile, e bollare come disumana e antievangelica la scelta dell’avversario,
riducendo tutto il difficilissimo problema all’alternativa apparentemente
chiara ma in realtà ingannevole accoglienza-non accoglienza o all’essere a
favore o contrario ai migranti, è dar prova di un semplicismo irresponsabile ed
alla fine colpevole e di uno schematismo ideologico ed astratto, che ignora completamente
e forse volutamente la complessità della
realtà e i contrastanti interessi, che vi sono in gioco, oppure vede una metà
della verità e chiude gli occhi all’altra metà. Qualunque sociologo che si
rispetti giudicherebbe questo modo di pensare come dettato da una superficialità
priva della più elementare informazione dei dati del problema, dei princìpi
della soluzione e di serietà scientifica.
Proprio perchè
il problema è estremamente complesso e complicato, si giustifica l’esistenza e legittimità
di due posizioni politiche reciprocamente contrarie, nella stessa area cattolica, nessuna delle quali pertanto è autorizzata
ad appropriarsi e a possedere il monopolio del Vangelo.
I vescovi devono
vigilare attentamente su questo rischio, evitando essi stessi la faziosità e la
partigianeria, anche se nessuno impedisce loro di avere opinioni politiche personali.
Ma devono tenerle per sé e non per dire in base ad esse chi è per il Vangelo e chi
è contro. Essi devono essere giudici imparziali, super partes, perché devono
essere i pastori di tutti e non solo di una parte, magari contro l’altra. Qui certamente e non a proposito della
lussuria appare manifesto il rischio del clericalismo.
In politica
la verità, se proprio la si raggiunge o non si è più spesso obbligati a fermarsi
all’opinabile, fallibile e mutevole, la si raggiunge faticosamente e pazientemente,
un po’ alla volta, mediante un leale e franco confronto di idee e di progetti, senza
frettolose, comode ed inconsulte pretese
di accusare la parte avversa di eresia o di opposizione al Vangelo.
Non certo
che le eresie non esistano, ma bisogna andare a cercarle da ben altra parte, magari
nel retrobottega di quella sinistra che si erge a maestra del Vangelo, che cita
a sproposito il magistero di Papa Francesco, il quale, se certo mostra di avere
un debole per la sinistra, e non si è mai degnato di ricevere Salvini, quando accoglie
anche i più noti nemici della Chiesa, su questo piano egli non è l’infallibile
maestro della fede, ma semplicemente dimostra la sua umana discutibilità e
fallibilità, che non vincola affatto la coscienza cattolica, ma che la lasciano
del tutto libera di dissentire, senza che debba ricevere accuse di eresia o di
disobbedienza al Papa.
Non è sul
piano della politica che si deve obbedire al Papa, se egli ha una linea
politica contraria alla nostra. Né il Papa può imporre tale linea a tutti i cattolici
italiani come tali, cosa che Francesco si guarda bene dal fare. Anche quando nello
‘800, fino a Pio XI valse il famoso «non expedit» di Pio IX, che proibiva ai cattolici
la politica parlamentare, nessun cattolico di retta fede osò accusare Manzoni,
il Beato Rosmini o Don Sturzo di eresia, perché essi rispettosamente
dissentivano da questa idea del Papa, che a loro giudizio, e la storia dette
loro ragione, manteneva in essere o rivendicava un potere papale temporale
ormai superato dalla storia e manteneva il laicato italiano in uno stato di
insufficiente efficienza politica, quando sarebbe stata assai probabilmente
utile la loro presenza in parlamento, per contrastare l’avanzata dei liberali,
della massoneria e dei socialisti e rendere operativo nella realtà italiana il
programma politico che discende dal Vangelo, programma che del resto Leone XIII
aveva delineato stupendamente nella Rerum
Novarum.
L’edificazione
dell’Europa
Anche il
problema dell’edificazione statuale e politica d’Europa si mostra difficile e complesso
e, come per quello dell’immigrazione, occorre conciliare le due tendenze
contrapposte in una sintesi superiore, che potrà nascere solo dalla loro collaborazione
ed integrazione reciproca: la tendenza sovranista-nazionalista e quella
internazionalista-europeista.
Come gli staterelli
dell’Italia ottocentesca, compreso lo Stato della Chiesa, dovettero sacrificarsi
per consentire la nascita dell’unità d’Italia e sono oggi delle semplici
regioni, benché con una certa autonomia, dell’unico Stato italiano; e come i 13
Stati coloniali americani, staccandosi dall’Inghilterra col patto costituzionale,
dando il via agli Stati Uniti d’America, accettarono di subordinare i loro interessi particolari
al bene dell’Unione, ovvero dell’erigenda Federazione, gloriosamente prospera
da tre secoli e mezzo, così oggi gli Stati dell’UE sono chiamati, con una
ragionevole limitazione della loro sovranità, a mettere il bene dell’Europa, unita
nella loro federazione, al di sopra degli interessi nazionali non per umiliare,
ma, come ha detto il Card.Bassetti, per accentuare la loro identità e la loro
grandezza facendola diventare europea.
Così bisogna
che il valore e l’identità della nazione, portato avanti dai partiti di destra,
si sposi col valore dell’europeismo sovranazionale, multiculturale e
multireligioso, portato avanti dai partiti di sinistra. È il destino dei popoli
e la stessa volontà di Dio che il progresso storico e civile dell’umanità comporti
la formazione di unità sociali e statuali sempre più vaste e comprensive, fino a
raggiungere, speriamo presto la costituzione di un unico vero e proprio governo
della comunità internazionale, governo, la cui imperfetta prefigurazione è
l’Organizzazione delle Nazioni Unite di Washington (ONU). E che cosa hanno
voluto essere, in fondo, i grandi Imperi del passato, a parte la sete di
dominio degli imperatori, se non il tentativo di realizzare il sogno insito
nell’umanità, di poter esser un unico regno sotto un unico re?
Il pericolo
massonico
La massoneria
è caratterizzata da questo sogno. Essa, nata dal cosmopolitismo illuminista e
dagli ideali dell’ ’89, si considera come quell’umanità che finalmente è giunta
a porre le basi sicure e ad approntare i mezzi risolutivi per l’edificazione progressiva
di una società internazionale fondata sulla ragione, sulla scienza e sulla
buona volontà, effetto non di inesistenti illuminazioni o forze soprannaturali,
ma della forza dell’intelletto e della volontà dell’uomo, liberato dall’ingiustizia, dalle disuguaglianze,
dalla tirannia, dal fanatismo e dalla superstizione.
Se la destra
ha nostalgie sovraniste e nazionaliste, la sinistra corre il pericolo di essere
influenzata dalla massoneria, che aspira a controllare i vertici europei e la
stessa ONU. La massoneria è una forma di gnosticismo, che misconosce l’universalismo
della Chiesa e il suo primato sulle altre religioni.
Per la
massoneria tutte le religioni, compresa quella cristiana, si pongono sul piano
del particolare, non
dell’universale. Quindi lei sola si
considera capace di garantire i valori universali – i «diritti dell’uomo» - ,
tali da creare una pace ed una concordia universale.
La
massoneria ammette un unico Dio, un Dio razionale ed universale di tutti gli uomini, quale che sia la religione
alla quale appartengono – il Grande Architetto dell’Universo -. Ma considera
superstizione o chimera o quanto meno convinzione privata e soggettiva ogni
vantata rivelazione divina, compresa quella cristiana.
Bisogna
allora che la Chiesa vigili su questa manovra, del resto esplicitamente
dichiarata dalla stessa massoneria sin dalla sua fondazione e più volte denunciata
dai Papi a partire dal sec.XVIII[1].
Oggi la massoneria, con raffinata astuzia, ha cambiato tattica, non risparmiando
lodi a Papa Francesco, che grato per tali salamelecchi, pare non accorgersi
della perfida mossa.
Ma la strategia
massonica è sempre quella e lo si vede dal tentativo sistematico della dirigenza
europea di diffondere idee immorali su larga scala, di appoggiare i viziosi, di
corrompere i costumi morali degli Italiani e di porre un freno con mezzi illeciti
e disonesti al benessere e all’aumento della popolazione.
Aggiungiamo
infine che come la questione dell’immigrazione, tale problema dell’unità
europea, per poter essere risolto, richiede la collaborazione fra i cattolici di
destra e quelli di sinistra, insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
anche non-credenti. Occorre infatti ricordare che le categorie «destra» e «sinistra»
sono di origine politica e tali devono
restare, nella loro relatività, parzialità, secolarità ed opinabilità, perché è
solo sul piano politico-parlamentare democratico, che hanno la loro legittimità
ed utilità.
Estrapolarle
da questo loro humus e contesto
civile, secolare, temporale e laicale, per farne criteri per decretare chi è col
Vangelo e chi è contro, vuol dire cedere alla peggiore faziosità e al più
gretto fanatismo, e sono tristi fatti che sembrano rievocare sinistramente i vecchi
fantasmi delle guerre di religione dei secc.XVI-XVII; e questo - notare l’ipocrisia
– proprio da parte dei paladini del dialogo e del pluralismo e sedicenti continuatori
dello spirito del Concilio Vaticano II.
Bisogna dunque
che noi cattolici, uniti nel perseguimento dei nostri comuni valori, e in una legittima
libertà d’opinione, mettiamo da parte queste nefaste polemiche, e in comunione con
la Chiesa e col Papa, combattiamo uniti contro i nostri comuni nemici, che non sono la destra o
la sinistra, ma coloro che vogliono la fine del cristianesimo e la morte della
Chiesa.
P.Giovanni
Cavalcoli
Fontanellato,
3 giugno 2019
Articolo pubblicato il 13 giugno 2019:
https://www.lavocedidoncamillo.com/2019/06/salvini-rispetta-il-vangelo.html
https://www.lavocedidoncamillo.com/2019/06/salvini-rispetta-il-vangelo.html
[1] Vedi per esempio la famosa
enciclica di Leone XIII Humanum genus
del 20 aprile 1884.
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