Caro Antonio Socci

Caro Antonio Socci

 Caro Antonio,

          ho letto con commozione le parole che hai espresso di recente sul tuo blog nei confronti di Papa Francesco. Ho notato finalmente un atteggiamento non più di critica dura e martellante, senza respiro, ma di profonda e sincera comprensione umana e cristiana.

          Ho molto apprezzato il tuo tentativo ben riuscito di ritrarre il nucleo centrale, il motivo ispiratore di fondo, l'anima del pontificato di questo Papa con un solo colpo d'occhio e direi che hai centrato il bersaglio: sono pienamente d'accordo con te quando lo riassumi rintracciando in questo Papa, come vocazione che Dio gli ha dato, la volontà ferma ed inflessibile di far sentire a tutti gli uomini la misericordia di Dio proprio nel momento della derelizione, della sconfitta, dell'esperienza della colpa, dello sconcerto, dello smarrimento, del dubbio, dell'angoscia, dello scandalo, dello scoraggiamento, della sensazione di non farcela più,

          Questo certo non è il luterano pecca fortiter et crede firmius, ma comporta ovviamente il pentimento e la volontà di espiare e fare penitenza. Tuttavia bisogna dire che il Papa in questo tempo di ecumenismo ha saputo anche cogliere quanto c'è di valido nella spiritualità luterana: l'"afferrare Cristo", come dice Lutero, l'aggrapparsi a Cristo come il naufrago che sta per annegare si aggrappa con tutte le forze alla ciambella di salvataggio.

Ovviamente, come dici tu, chi chiede a Dio misericordia? Evidentemente l'umile. L'ateo, il superbo, l'empio non sa che farsene della misericordia divina.

          A questo punto Francesco gioca l'altra carta: quella della fraternità universale, alla quale nessuno può essere insensibile: ecco allora i grandi appelli al dialogo, all'ascolto, all'accompagnamento, al discernimento, all'accoglienza, all'integrazione, alla sinodalità, al rispetto delle diversità, alla reciprocità, alla collaborazione, ai valori umani, ai grandi temi della giustizia sociale, all'attenzione ai poveri, al rispetto della natura. È così che egli ha una grande capacità di riscuotere attenzione e consensi da tutti: protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani, atei, massoni, comunisti, induisti.

          Laddove invece il Papa incontra difficoltà è il metter pace e concordia nella Chiesa. Francesco infatti è ostacolato da due forze estremistiche opposte, che da 60 anni stanno dividendo la Chiesa: da una parte una forza sedicente progressista, ma in realtà modernista, che ha acquistato un enorme potere nella Chiesa, perchè diffusa anche tra i vescovi e cardinali. Questi tali fingono di essere amici del Papa, ma in realtà lo strumentalizzano utilizzando certe sue frasi o scelte che sembrano dar loro ragione. E con questa corrente il Papa è troppo indulgente. Essa si presenta come continuatrice della riforma conciliare, che invece interpreta in senso modernista.

          D'altra parte abbiamo l'accanito drappello della galassia ultratradizionalista, apertamente nemica del Papa, che egli per la verità, tratta con troppa durezza. Questa corrente addebita al Concilio la colpa di aver avviato l'attuale ripresa di modernismo accusando ingiustamente il Concilio e i Papi del postconcilio di aver favorito il modernismo. Tra questi ci sono coloro che sostengono che il vero Papa non è Francesco, ma Benedetto.

          Compito urgente di chi vuol aiutare il Papa è quello di aiutarlo a far dialogare tra di loro questi due partiti, mostrando loro la loro vocazione ad un'integrazione reciproca, giacchè il conservare deve sposarsi col far progredire, la tradizione deve unirsi al rinnovamento.

          Occorre, a tal fine, disporre di un buon criterio di giudizio per poter valutare correttamente la condotta del Papa.

          1. Occorre conoscere bene la dottrina cattolica;

          2. Occorre saper valutare distinguendo bene nel Papa:

                    a. la sua condotta personale o morale;

                    b. la sua attività magisteriale o dottrinale;

                    c. la sua attività pastorale o di governo della Chiesa.

P. Giovanni Cavalcoli, OP

Fontanellato, 13 dicembre 2021

Cf. https://www.antoniosocci.com/gli-85-anni-di-papa-bergoglio-primo-bilancio-di-un-pontificato-dopo-tante-critiche-e-giusto-riconoscergli-che/

Cf. https://www.lospecialegiornale.it/2021/12/17/la-lezione-di-antonio-socci-su-papa-francesco/


Sono pienamente d'accordo con te quando lo riassumi rintracciando in questo Papa, come vocazione che Dio gli ha dato, la volontà ferma ed inflessibile di far sentire a tutti gli uomini la misericordia di Dio.

Immagine da internet

12 commenti:

  1. Caro Padre Cavalcoli,
    Il suo articolo è un giusto riconoscimento del buon atteggiamento di Antonio Socci, dopo tutti questi anni in cui ha criticato duramente papa Francesco.
    Dovrebbe anche essere per voi una soddisfazione e un incoraggiamento sapere che cuori anche apparentemente molto induriti, nell'ambiente a volte più rigido delle due parti che oggi lacerano la Chiesa, possono essere cuori toccati dalla Grazia dello Spirito Santo.
    La distinzione tra volto umano e volto soprannaturale nel Successore di Pietro è fondamentale in quest'opera di conversione alla vera devozione alla Cattedra Petrina.

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    1. Caro Maurizio,
      le sue sagge parole mi hanno arrecato molta soddisfazione ed incoraggiamento a proseguire la linea che sto seguendo nella mia valutazione della condotta di questo pontificato.
      Spero grandemente che questa bella svolta di Socci sia l’inizio di un suo nuovo cammino, nel quale possa mettere abbondantemente a frutto le sue notevoli qualità di scrittore e le sue doti umane e cristiane, per congiungersi a tutti quei cattolici che evitano qualunque parzialità, seppure in un pluralismo di opinioni, tutti uniti nella fede comune ed in comunione col Santo Padre per un servizio alla Chiesa atto a favorire l’unità nella diversità e la sua spinta missionaria ed evangelizzatrice, per la salvezza del mondo.

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  2. ...........tutti uniti nella fede comune ed in comunione col Santo Padre per un servizio alla Chiesa atto a favorire l’unità nella diversità ...... Spero caro Padre Cavalcoli non si riferisca a questa unità : “Queste scuse senza precedenti da parte di un ufficio vaticano correggono l'errore precedente e amplificano, ancora più forte, l'accoglienza che Papa Francesco ha
    riservato alle persone LGBTQ. L'ufficio sinodale ha ora creato un canale speciale per le persone LGBTQ per condividere le loro storie. Ogni diocesi dovrebbe seguire questo esempio e creare i propri canali di comunicazione con le comunità LGBTQ”.

    DeBernardo ha affermato che il New Ways Ministry fornirà "eventi e materiali
    educativi per incoraggiare la partecipazione LGBTQ al sinodo", affermando che "la chiesa trarrà grandi benefici dal coinvolgimento LGBTQ".
    FR. Anche James Martin ha accolto con favore l'inversione dal Vaticano.

    Francesco rafforza la sua opposizione alla precedente condanna della Chiesa
    Il sostegno mostrato da papa Francesco e dal Vaticano, come esemplificato nelle due lettere e nelle scuse di Bonaventura, contrappone l'attuale pontificato alle precedenti condanne fatte da papa Benedetto XVI quando era cardinale e da eminenti vescovi statunitensi. All'inizio della sua storia, New Ways Ministry fu condannato nel 1984 dal cardinale James Hickey, che proibì al gruppo qualsiasi attività nell'arcidiocesi di Washington. https://sway.office.com/kkclJxoA4ucS9rFA

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    1. Caro Ignazio,
      bisogna tenere presente che le persone omosessuali possono benissimo avere buone qualità e tendenze in campi dell’agire morale diversi da quello che riguarda la sessualità. In base a ciò, la pastorale attuale della Chiesa, improntata da una parte ad una maggiore comprensione delle debolezze umane e dall’altra ad un maggiore apprezzamento dei valori umani, nel momento in cui condanna nettamente il vizio della sodomia, non ha alcuna difficoltà a riconoscere che anche in queste persone possono esistere alti valori umani e la stessa fede.
      In base a questo principio possiamo capire come oggi la Chiesa organizzi dei centri di pastorale per gli omosessuali e accetti anche la loro collaborazione in quei campi di attività umana ed ecclesiale che corrispondono a loro competenze e attitudini positive.

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  3. Chiara e bella spiegazione del pontificato di Papa Francesco.

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  4. ................in cui condanna nettamente il vizio della sodomia (Già,come qualcuno ha detto : i peccati della carne, non sono poi così gravi !! ) , non ha alcuna difficoltà a riconoscere che anche in queste persone possono esistere alti valori umani e la stessa fede.(Certamente, se come Luca di Tolve si è disposti a convertirsi ( vedi la sua testimonianza : https://www.youtube.com/watch?v=oUaJdSrayRo )

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    1. Caro Ignazio,
      il Santo Padre in più di un’occasione ha accennato alla qualifica morale dei peccati carnali e a qualcuno è parso che egli non abbia dato ad essi la dovuta importanza, inquantoché Papa Francesco ha sottolineato l’aspetto di fragilità, che può trovarsi in questi peccati.
      Questo non vuol dire che la materia del peccato carnale sia sempre leggera, perché può essere anche grave. Solo che il Papa ha precisato che i peccati spirituali sono in genere più gravi. Per quale motivo? Perché, mentre i peccati carnali sono occasionati dalla spinta delle passioni, le quali nella loro violenza possono limitare la libertà del consenso e quindi diminuiscono la colpa, i peccati spirituali sono solitamente compiuti con piena avvertenza e deliberato consenso in una materia più grave, perché, mentre la materia del peccato carnale riguarda le finalità del corpo, la materia del peccato spirituale riguarda il rapporto diretto con Dio.
      Le passioni non sono solo quelle che riguardano il sesso, ma possono riguardare il timore o l’ira o la tristezza o l’angoscia o la paura o il panico o la disperazione e cose del genere. Per esempio il suicidio è un peccato grave, dal punto di vista della materia; tuttavia, se il soggetto si uccide o per vergogna o per paura o per disperazione o per l’incapacità di sopportare la sofferenza, dato che non c’è un consenso pienamente deliberato, la colpa può essere solamente veniale o totalmente assente.

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  5. O CON ME, O CONTRO DI ME
    Eh già! Perché il dramma è proprio qui: sant'Ignazio fa capire che se si decide di non decidere, se si decide di non schierarsi, già si è fatta una scelta, già si è scelto Satana.
    E il motivo è molto semplice.
    Non solo Gesù dice che chi non è con Lui è contro di Lui (Matteo 12), ma già nel Protovangelo i termini della questione sono chiarissimi. Dopo il peccato originale, Dio dice al serpente che avrebbe posto inimicizia tra lui e la Donna (l'Immacolata), tra la stirpe di Lei e la stirpe del serpente, tra coloro che si schiereranno sotto il manto della Vergine e coloro che si metteranno sotto colui che cercherà di rendere inutile la Redenzione. Dio non indica una terza stirpe, non c'è: o si è con Cristo o contro di Lui.
    D'altronde chi vive nel peccato è come se dicesse al Crocifisso: che sei morto a fare? Potevi benissimo fare altro, per me inutilmente hai effuso il tuo sangue sulla croce. Che terribile responsabilità!
    Ciò cosa significa? Che la storia non è una burletta. Che la vita è più seria di quanto possiamo immaginare. Dalle nostre scelte dipende il destino eterno di ognuno di noi; e la vita che viviamo è una scelta di campo, una battaglia. Guai a ritenerla un gioco dove basta solo partecipare.
    I medievali che, pur con tanti limiti, hanno avuto il merito di incarnare queste convinzioni nella vita quotidiana, nei loro costumi e nelle loro manifestazioni culturali, quando giocavano erano convinti che valesse partecipare nella misura in cui era possibile la vittoria. Nel celebre Palio di Siena, per esempio, vince chi vince, e il secondo paradossalmente non arriva secondo, ma ultimo, nel senso che vince solo il primo e tutti gli altri è come se arrivassero ultimi.
    E' nella modernità che nel gioco, nello sport, si fa strada la mentalità non solo di premiare il secondo, il terzo... ma anche di ritenere che "basterebbe partecipare".
    Sciocchezze!
    Immaginatevi le anime dannate che dicono: ma sì, che ci importa, abbiamo comunque partecipato. Loro che desidererebbero non essere mai nate.
    Nel medioevo il gioco era metafora della vita; e la vita, cristianamente, è fatta per vincere e per conquistare il Paradiso.
    Se non si taglia questo traguardo, a cosa serve la vita? http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6821

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    1. Caro Ignazio,
      sono pienamente d’accordo con queste sue osservazioni, tolte dall’articolo di Gnerre, tanto più che esse riportano numerose citazioni bibliche.
      Tuttavia non vedo che cosa c’entrino con quanto ho detto. Infatti le distinzioni che ho fatto sono pienamente giustificate, e trovare in esse qualche forma di doppiezza o di opportunismo, direi che è completamente fuori luogo.
      Infatti il principio evangelico del “sì sì no no” non esclude affatto il distinguere, come ho fatto io, in una medesima persona i lati buoni dai lati cattivi, ma esclude la coesistenza di una affermazione e di una negazione simultanea riguardo a un medesimo soggetto, come se io per esempio volessi servire allo stesso tempo Dio e il mondo.

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  6. Misericordia per tutti tranne che per chi non vuol farsi vaccinare e viene affamato... Una pena di morte accettata!

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  7. Cara Martina,
    mi dispiace per questa severità delle autorità. Capisco il suo sconcerto.
    Tuttavia lei dovrebbe comprendere che chi non si vaccina favorisce il contagio e quindi, oltre che mettere in pericolo se stesso, mette in pericolo anche gli altri.
    Difatti tra coloro che prendono il contagio sono soprattutto i non vaccinati. D’altra parte si nota una diminuzione del danno fatto dal virus, grazie alla vaccinazione.
    Certamente è importante la misericordia, ma esiste anche un dovere di giustizia, che consiste in quella disciplina sociale, che comporta l’attenzione al bene comune nell’obbedienza alle legittime autorità mediche, politiche e religiose, senza dare importanza a voci private dissonanti.

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