La pandemia è un castigo divino?


La pandemia è un castigo divino?

Chi conosce l’impeto della tua ira,
      il tuo sdegno col timore a Te dovuto?
Salmo 90,11

Il fango che guarisce

Nell’omelia della Messa del 22 marzo 2020 trasmessa a RAI Uno Mons.Gianpiero Palmieri, Vescovo Ausiliare della diocesi di Roma, ha detto che “Dio non punisce con la pandemia il peccato degli uomini. Ma la cecità, la malattia e anche la pandemia, ci ricordano che siamo Luce e fango, Luce impastata nel fango”.

Egli dunque sembra voler spiegare l’origine e il diffondersi della pandemia col fatto che «siamo Luce e fango, Luce impastata nel fango».  Che noi siamo luce è una verità certamente bella e consolante, è il ricordare che siamo stati creati ad immagine di Dio e che dobbiamo essere «figli della luce», illuminati da Cristo.

Ed anche che noi siamo fango, purtroppo è vero, perché la nostra natura si è corrotta a seguito del peccato originale ed in più si è infangata a causa dei peccati personali, ed ha quindi bisogno di essere lavata e purificata dall’acqua del Battesimo, e dalle opere della penitenza.

Tuttavia Gesù usa del fango proprio per purificarci, guarirci e ridarci la vista. Che significa ciò? Bisogna chiarire che cosa vuol dire il nostro essere fango. Esso significa, oltre al fatto che siamo peccatori, anche il fatto che subiamo le conseguenze del peccato, diciamo pure, il castigo del peccato, come sono la soggezione alla sofferenza e l’esposizione alle pene e alle sciagure della vita, comprese le calamità naturali e le epidemie. 

Eppure, ecco il miracolo: Gesù utilizza questo stesso fango per trasformarlo in medicina. E come fa? Basta ricordare quello che il Vangelo e la Chiesa ci insegnano da sempre: Gesù prende su di sé, benché innocente, le conseguenze del peccato originale e dei nostri peccati personali e, in forza della sua divinità, soddisfa col suo sacrificio della croce al Padre per i nostri peccati, lava col suo sangue l’offesa da noi fatta al Padre, ci libera dall’ira divina e ci restituisce al Padre come suoi figli diletti.

Contrariamente a quanto pensa Mons.Palmieri, che teme forse di offendere la bontà divina, io ritengo che, come ho spiegato in articoli precedenti, tale preoccupazione non sussista, e che invece sia utile e salutare considerare questa pandemia come castigo divino per i nostri peccati, soprattutto quelli di noi cattolici, da quelli del Papa a quelli dei Vescovi, dei teologi, dei moralisti, dei politici fino all'ultimo di noi.

 Per capire con occhio di fede che cosa sta succedendo, dobbiamo guardare alla storia biblica dei rapporti di Israele con Dio. Ora la Chiesa, che è il nuovo Israele, per capire l'attuale comportamento di Dio nei suoi confronti, deve rifarsi a quella storia. In tal modo impariamo a capire il messaggio che Dio vuol darci con questa pandemia. 

 Tale messaggio è l'esortazione a liberare la Chiesa dai più gravi peccati, dai virus più pericolosi che la infestano: la superbia, l'ipocrisia, la doppiezza, l'idolatria, l'empietà, l'eresia, il modernismo, il rahnerismo, il panteismo, lo gnosticismo, il pelagianesimo, l'attaccamento al mondo, la sete di potere, la disonestà, la magia, l'avarizia, l'ingiustizia, il tradimento, l'egoismo, la lussuria, lo scisma, l'apostasia.  Solo se ci libereremo da tutti questi idoli, Dio ci ascolterà, faremo una buona Quaresima in preparazione della Pasqua imminente. 

Come mai una natura ostile?

Il coronavirus è certamente il frutto di una natura che ci è ostile, anche se non è escluso, come temono alcuni esperti, che esso possa essere un’arma biologica involontariamente sfuggita al controllo di qualche grande potenza militare della comunità internazionale. 

Comunque, anche a prescindere da questa ipotesi possibile ma non verificabile, una cosa è certa: che il coronavirus è un nemico che ci è approntato dalla natura o direttamente o indirettamente per mezzo dell’uomo, questo in fin dei conti interessa poco, perché tanto non riusciamo a venire a capo di questa questione. 

Quello su cui invece dobbiamo puntare lo sguardo e da cui, stando al testo biblico, possiamo trarre utili insegnamenti, è il fatto innegabile che la natura non è sempre e solo una madre buona e provvidente, che ci nutre e ci protegge, la natura della quale parla S.Francesco, ma a volte è anche crudele matrigna, che uccide senza pietà. 

E come mai? Dio l’ha creata buona e al servizio dell’uomo. Da dove le viene dunque tanta ostilità? La Bibbia ci spiega che la natura ci è diventa ostile come castigo del peccato originale (Gen 3,17-18). E poiché la natura dipende da quel Dio che abbiamo offeso col peccato, come non vedere in questa ostilità la stessa mano pesante ma paterna di un Dio, pronto a perdonarci, Che ci chiama alla conversione? Infatti è proprio questo ciò che ci insegna la Scrittura. 

Punire, infatti, come insegna la saggezza pedagogica non solo della Bibbia, ma di tutte le civiltà, non è necessariamente crudeltà, come pensano i buonisti, tutti dolcezza e tenerezza (quando fa loro comodo), ma può essere atto educativo e di salutare giustizia. È questo quello che, secondo me, ciò che dovrebbero dire i nostri Vescovi. 

Coronavirus, pur nella sua azione malefica, obbedisce certamente a leggi di natura. E sarà proprio questo fatto che presto consentirà alla scienza appunto di capire come esso funziona per trovare i mezzi per distruggerlo. Uno però potrebbe dire: ma come può Dio organizzare una natura così ostile all’uomo?

I due volti della natura

 Ancora una volta la risposta ci viene dalla Bibbia: il disordine stesso della natura, per il quale la natura, da sottomessa all’uomo diventata minaccia per l’uomo, è conseguenza del peccato originale (Gen 3,17-18). Infatti, nell’attuale stato terreno di natura umana decaduta, la natura cosmica presenta un duplice aspetto: per un verso conserva in parte l’ordine originario genesiaco, precedente al peccato, per cui essa resta assoggettabile all’uomo e madre provvidente. 

Ma per un altro verso, a seguito del peccato, essa svolge una funzione punitiva, che però non va considerata con fatalismo, ma come occasione propizia contingente, limitata allo stato presente terreno di natura umana decaduta, per far penitenza ed espiare il peccato, e come stimolo all’industria umana al fine di toglierle il veleno e di renderla innocua. 

Nel contempo, però, come ci insegna S.Paolo, sappiamo che «tutta la creazione soffre e geme fino ad oggi nelle doglie del parto» (Rm 8,22). L’Apostolo si riferisce al travaglio della natura, la quale, sotto il dominio dei figli di Dio, mano a mano che essi sostituiscono l’uomo nuovo nato dal Battesimo all’uomo vecchio, schiavo della carne, di Satana e del peccato, diminuisce gradualmente la sua ostilità e il suo volto punitivo, recuperando la docilità e bontà genesiaca, ma non solo, bensì facendo pregustare al cristiano fin da questa vita la bellezza e la bontà del mondo futuro della resurrezione.

Preghiamo

A conclusione di queste riflessioni, propongo una serie di intenzioni di preghiera ricavabili da esse. Preghiamo dunque:
1.   Perché sappiamo ascoltare, comprendere e mettere in pratica il messaggio che Dio ci manda in questa circostanza;
2.   Per il Papa e per i Vescovi, perché, sostenuti da santo zelo e coraggio, colgano l’occasione presente per purificare la Chiesa dai peccati di eresia, che sono quelli che maggiormente attirano l’ira divina, soprattutto se commessi da pastori e teologi, giacché se c’è la verità, ogni bene da essa può seguire; ma se c’è la menzogna, nulla si può costruire;

3.     Affinché il Signore ci liberi da questo flagello;

4.     Affinché la scienza scopra al più presto il rimedio a tanto male;

5.  Per i sacerdoti affinché si prestino generosamente nell’amministrazione dei sacramenti e celebrino SS.Messe per la liberazione dal morbo;

6.     Per tutti coloro che sono impegnati nella cura dei malati;

7.    Per tutti noi, perché ci dedichiamo maggiormente all’assistenza ai bisognosi e ai sofferenti;

8.   Per i defunti vittime di questa pandemia lucrando per loro le SS.Indulgenze, secondo il recente Disposto della Penitenzieria Apostolica.

P.Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 23 marzo 2020

4 commenti:

  1. Matteo 13:24-30
    Le zizzanie e il buon seme
    v. 36-43, 47-50; 1Co 3:9; 4:5
    24 Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. 27 E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" 28 Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" 29 Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. 30 Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: 'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'"».

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    1. Caro Unknown, non c'è dubbio che Dio ci castiga anche attraverso l'azione del demonio. Ma da dove viene questo potere del diavolo su di noi? Secondo la nostra fede, viene dal fatto che col peccato originale, per il quale ci siamo sottomessi a Satana, Satana ha acquistato questo potere su di noi, del quale parla Cristo stesso definendo Satana "principe di questo mondo". Satana peraltro è il nemico di Dio, perchè si è ribellato a Lui, e tenta anche l'uomo alla ribellione contro Dio.

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  2. Padre, come dobbiamo interpretare gli avvenimenti catastrofici della natura, le varie calamità naturali come violente alluvioni, siccità, scioglimento dei ghiacciai ecc, che gli ambientalisti e ormai la gran parte del pensiero mondiale (rappresentato in qualche modo dalla giovane Greta) considera questi eventi come "colpa" dell'uomo considerato cattivo perché inquina (ma non certo perché ribelle alla volontà di Dio). Il risultato è che una buona fetta di cattolici (dalla gerarchia - compreso Papa Francesco - ai laici) unisce questa considerazione dell'uomo "cattivo" che inquina e crea i cambiamenti climatici con quella dell'uomo "peccatore che non fa la volontà di Dio" sempre perché inquina e crea questi sconvolgimenti.
    Domanda: è giusta questa interpretazione che considera l'uomo la causa di una natura ribelle o questo prescinde dal comportamento morale umano. D'altronde quando San Paolo parla della caducità della natura (cioè circa 2000 anni fa), non si poteva certo imputare all'uomo di essere il responsabile diretto per i suoi comportamenti "inquinanti".
    Buona giornata

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    1. Caro Unknown,la natura può essere in qualche modo personalizzata e allora, in questo quadro di pensiero, si può dire con il Papa che essa si vendica per i danni che le arrechiamo e per il cattivo uso che ne facciamo. Tuttavia bisogna stare attenti che una natura non è una dea, ma non fa altro che eseguire la volontà di Dio, che la regola secondo le leggi di natura. Per questo quello che fa la natura, sia che ci piaccia, sia che non ci piaccia, va ricondotto a Dio, come Causa prima. La seconda considerazione da fare è che, a seguito del peccato originale, la natura in alcune circostanze ci è comunque ostile, anche se noi la rispettiamo. Questa ostilità della natura nei nostri confronti non è da considerarsi una vendetta, perchè l'abbiamo offesa, ma è un castigo di Dio, perchè noi abbiamo offeso Lui con i nostri peccati. Quindi, in ultima analisi, se vogliamo essere saggi, più che temere le vendette della natura, che tutto sommato ci creano soltanto dei problemi temporali, dobbiamo temere Dio,perchè se Lo offendiamo siamo perduti per sempre.

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