Il parto della Madonna

 Il parto della Madonna

La visione di Santa Brigida di Svezia

In occasione di un pellegrinaggio a Betlemme nel 1372, Santa Brigida di Svezia ebbe una visione del parto di Maria, che essa descrive con queste parole:

«Con le mani alzate e gli occhi rivolti al cielo Maria stava in ginocchio come rapita in dolcissima estasi di contemplazione, inebriata di divina dolcezza. Mentre era così assorta nella preghiera, vidi muoversi Colui che era nel suo grembo e subito, in un momento, in un batter d’occhio, diede alla luce il suo Figlio. Dal Neonato emanava tanta indescrivibile luce e tanto splendore, che il sole non potrebbe reggere al confronto; e la torcia, che il vecchio aveva portato dentro la grotta, non dava più alcun chiarore, perché quel divino splendore aveva annullato il materiale chiarore della candela.
Ma il modo di partorire era stato tanto improvviso e rapido che io non potei né scorgere né distinguere in qual modo e in quale parte del corpo il parto sia avvenuto. Ma vidi subito il glorioso Bambino giacere a terra, luminoso, nudo ma pulitissimo
».

A tali parole mi permetterei il seguente commento. Si tratta di una narrazione molto edificante, che denota un’anima piissima, né diversamente poteva essere, trattandosi di una Santa. Ciò che dice Santa Brigida è molto utile per capire che cosa possa essere successo in quella specialissima circostanza, che segna una tappa dell’opera divina della salvezza, per quanto la nostra mente umana possa capire di questo splendidissimo miracolo, unico in tutta la storia dell’umanità.

Tuttavia ricordiamoci che si tratta di una rivelazione privata, dove gioca inevitabilmente l’immaginazione del veggente. Basti notare che Brigida parla dei «capelli biondi» della Madonna, che pure era di etnia ebrea. Brigida ha davanti il modello di bellezza nordico e lo applica a Maria, pensando così di renderle omaggio.

Quanto al modo col quale Gesù è uscito dal seno di Maria ed è venuto alla luce, qui Brigida mostra di essersi lasciata prendere talmente dalla soprannaturalità del fatto, che non osa riconoscere l’esperienza evidente che tutte le mamme fanno: vedere il figlio uscire dal proprio seno e venire alla luce, anche se certo solo Maria era cosciente che la sua carne era rimasta intatta e incorrotta nonostante il parto. Virgo in partu.

Brigida fa dire alla Madonna: « i non potei né scorgere né distinguere in qual modo e in quale parte del corpo il parto sia avvenuto».

 Ora, dobbiamo riconoscere onestamente che queste strane parole della Madonna, non possono essere autentiche, ma le ha create inconsciamente Brigida per esprimere ad un tempo la sua ritrosia a parlare dell’apparato sessuale di Maria e dall’altra per esprimere la misteriosità del fatto miracoloso avvenuto.

Ma per immaginate tale cosa, non c’è bisogno di ricorrere a quelle parole incredibili. La Madonna non sa in quale parte del corpo il parto è avvenuto? Brigida risente evidentemente di una educazione rigorista alla quale ripugna riconoscere ed apprezzare l’apparato sessuale femminile.

Ora, rispondere con tali parole alle obiezioni degli increduli vuol dire darci la zappa sui piedi ed esporci giustamente al ridicolo. Occorre trovare altra risposta e, se non abbiamo avuto la grazia di ascoltare una rivelazione della Madonna, siamo chiamati ad usare saggiamente la nostra ragione riconoscendo francamente che cosa è successo: Gesù la lasciato il seno della mamma, ha attraversato la porta nonostante fosse chiusa, data la verginità, ed è venuto alla luce.

Che cosa è veramente successo?

Vogliamo che Maria non abbia capito che cosa è successo? Dimostreremo che in questo miracolo per un aspetto sono state superate le leggi della natura e per un altro aspetto sono state rispettate.

Resta cioè il problema di come questo fatto miracoloso abbia potuto avvenire senza la pretesa di comprendere l’onnipotenza divina e senza che sia leso il principio di non contraddizione in base al quale sappiamo che ogni corpo ha il suo luogo e che non è possibile che in un solo luogo si trovino due corpi simultaneamente, perché il luogo è accidente di quel corpo e il medesimo accidente di un corpo non può essere accidente di un altro corpo, se no verrebbe meno la differenza fra individuo e individuo, cosa che può mancare solo astrattamente, nel pensiero, ma non nella realtà concreta, perché l’individuo fisico e reale si definisce appunto come ciò che è irripetibile e diverso da ogni altro.

Ora, sembra che l’attraversamento della carne di Maria da parte di Gesù in uscita verso l’esterno violi il principio dell’un luogo per un corpo. Quindi il parto verginale sembra una cosa assurda. Ora invece è un miracolo, il quale non viola affatto il principio di non contraddizione, ma fa fare alla natura qualcosa che supera le sue naturali possibilità, forze o capacità, nel pieno rispetto dell’identità della natura.

Il miracolo del parto verginale suppone la possibilità non dell’unica ubicazione di due corpi simultaneamente, ma della compenetrazione reciproca di due corpi. Ora ciò è sempre parso possibile in certi fenomeni da sempre osservati: la luce che attraversa il vetro, il suono che attraversa i muri, il calore che attraversa le pareti del calorifero, l’uccello che vola nell’aria, il pesce che nuota nell’acqua. Nessun problema per la materia gassosa o luminosa; nel passato la difficoltà appariva per i corpi spessi, densi e compatti. Un corpo può attraversare il marmo? Una carne può attraversare la carne? La risposta era: naturalmente no, salvo che Dio voglia fare un miracolo. Ed è appunto il miracolo del parto verginale.

D’altra parte è successo che la moderna fisica atomica e quantistica ha scoperto che anche la materia che all’esperienza comune appare densa, compatta e impenetrabile, in realtà, essendo composta di particelle piccolissime in continuo movimento e distanziate le une dalle altre, nulla impedisce che una qualche energia o corporeità, detta software, la attraversi. E così oggi conosciamo i raggi Röntgen, la risonanza magnetica, il raggio Laser, la TAC. La compenetrazione è resa possibile dall’esistenza dello spazio fra le particelle, spazio che può essere occupato e attraversato dalle particelle di un altro corpo che penetra dal di fuori.

Naturalmente questo è solo un paragone. Che cosa Dio ha fatto esattamente facendo passare Gesù attraverso il claustrum virginitatis di Maria lo sa solo Lui. La fisica moderna ci aiuta in qualche modo a capire come la cosa sia stata possibile. E resta comunque l’aspetto formale del miracolo, che consiste nel superamento delle leggi di natura, leggi che nel caso del parto naturale di una donna richiedono che la porta non sia chiusa e il passaggio sia libero.

Perché un parto verginale?

Che senso ha il parto verginale? Il Verbo incarnato non avrebbe potuto esser partorito come vengono partoriti tutti i bimbi di questo mondo? Certamente. Allora, però, ciò avrebbe significato che Maria aveva avuto altri figli prima di Gesù. Ma anche questo non avrebbe impedito la realtà del Verbo incarnato.

In linea di principio, nulla impedisce che Maria, fecondata di Spirito Santo senza alcun concorso di Giuseppe, per concepire il Verbo incarnato, potesse avere avuto altri figli da Giuseppe. La verginità prima del parto è stata necessaria per il concepimento di Gesù. Ma nulla impedisce che Gesù non fosse stato figlio unico, ma avesse avuto dei fratelli.

Tuttavia è stato conveniente che Gesù nascesse da una Vergine e che quindi fosse figlio unico, benchè sappiamo come sia consigliabile ed educativa la famiglia numerosa. È stato conveniente perché è stato conveniente che il Figlio di Dio nascesse da una vergine, la cui verginità rappresenta l’eccellentissima unione di Maria con Dio, purissimo Spirito, del tutto esente da sessualità, benché creatore della sessualità.

Il parto verginale, preceduto dalla concezione verginale, vuol dire anche che l’utero di Maria è stato occupato solo da Gesù, a significare che Maria, Madre certamente dell’umanità e della Chiesa, ha voluto per disposizione divina concentrare ed esaurire tutta la sua potenza generativa nel solo Gesù, nel quale tutta l’umanità e la Chiesa stessa trovano la loro origine e il loro creatore.  

Se Gesù avesse avuto dei fratelli o sorelle, essi, figli di Maria immacolata e di Giuseppe, coppia eccellentissima in tutta l’umanità, avrebbero potuto apparire come appartenenti a un’umanità superiore, dispensati dal partire da quel piede di parità che è proprio della comune condizione dei figli di Adamo. Si sarebbe potuto dire che partivano avvantaggiati e non su di un piede di uguaglianza come tutti gli altri figli di Adamo macchiato dal peccato originale.

Certo, Dio non avrebbe fatto torto a nessuno, perché Egli è libero di dare quanto vuole a chi vuole. Sta di fatto che Dio non ha voluto questi privilegiati ed ha voluto tutta l’umanità peccatrice e pentita indiscriminatamente ai piedi della Vergine per implorare parimenti la sua onnipotente intercessione di Madre presso il Figlio per la salvezza di ciascuno.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 22 agosto 2023

Memoria di Maria Regina

 

E’ stato conveniente che Gesù nascesse da una Vergine e che quindi fosse figlio unico, benchè sappiamo come sia consigliabile ed educativa la famiglia numerosa. È stato conveniente perché è stato conveniente che il Figlio di Dio nascesse da una vergine, la cui verginità rappresenta l’eccellentissima unione di Maria con Dio, purissimo Spirito, del tutto esente da sessualità, benché creatore della sessualità.

Il parto verginale, preceduto dalla concezione verginale, vuol dire anche che l’utero di Maria è stato occupato solo da Gesù, a significare che Maria, Madre certamente dell’umanità e della Chiesa, ha voluto per disposizione divina concentrare ed esaurire tutta la sua potenza generativa nel solo Gesù, nel quale tutta l’umanità e la Chiesa stessa trovano la loro origine e il loro creatore.  

Sta di fatto che Dio ha voluto tutta l’umanità peccatrice e pentita indiscriminatamente ai piedi della Vergine per implorare parimenti la sua onnipotente intercessione di Madre presso il Figlio per la salvezza di ciascuno.

Immagini da Internet:
- La Madonna allatta il Bambino, Ludovico Trasi, XVII secolo
- La Vergine del Silenzio



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