Le opere dello Spirito Santo - Seconda Parte (2/5)

 Le opere dello Spirito Santo

 Seconda Parte (2/5)

La distinzione fra materia e spirito

La distinzione fra materia e spirito è nata dalla constatazione della differenza fra l’azione fisica, transitiva, rivolta verso l’esterno nello spazio, con influsso su di un altro corpo o sul proprio corpo, azione propria dei corpi, e l’azione immanente propria del vivente, che perfeziona e accresce se stesso, azione già presente nella pianta, ma sempre più immanente salendo i gradi della vita, fino all’immanenza perfetta nella riflessione totale dello spirito su se stesso, nell’autocoscienza. Anche lo spirito può agire su di un corpo (proprio o esterno), ma lo fa con un’azione immanente, anche se si serve, come in noi, di un organo o mezzo fisico, come per esempio la mano o la macchina.

Altro aspetto dell’attività dello spirito, è quello dell’intenzionalità, ossia il fatto che il conoscente e l’appetente, sensitivo ma soprattutto spirituale, produce un essere intenzionale (ens ratioinis), che tende ad un oggetto, reale o ideale che è rappresentazione o similitudine mentale o psichica immateriale dell’essere reale. Come dice Aristotele: «non è la pietra che è nell’anima, ma l’immagine della pietra». La pietra è materiale, l’immagine è immateriale e spirituale. Nell’uomo è il concetto e il giudizio. L’immagine o concetto è una «tensione» immateriale verso la pietra.

Nulla di simile avviene nel mondo fisico. Il fuoco riscalda non perché ha concepito l’intenzione di riscaldare, ma riscalda necessariamente per la legge della sua natura. L’uomo, al contrario, per scaldarsi ha concepito l’idea, l’essere intenzionale della stufa elettrica e, dopo averla realizzata, concepisce l’intenzione di usarla per riscaldarsi.

Al di là della gretta visione materialistica, che riduce tutta la realtà al sensibile, al divenire, allo spazio, alla quantità, al concreto, al deterministico e al corruttibile, l’umanità da millenni, soprattutto nelle grandi religioni monoteistiche occidentali ed orientali, sa che lo spirito non è solo anima del corpo, ma sussiste anche da sé come soggetto o sostanza completa personale. Da qui nasce la consapevolezza dell’immortalità dell’anima, dell’esistenza dei puri spiriti e di Dio. Altrimenti l’uomo è sommerso nell’animalità e non si eleva alla dignità che propriamente gli compete come creatura creata ad immagine e somiglianza di Dio.

Ovviamente è da evitare anche l’estremo opposto, tentazione degli intellettuali, e segno di empia superbia, di concepire lo spirito sì nella sua natura, ma come ciò in cui tutta la realtà si risolve, senza distinguere l’essere dal pensiero, lo spirito creato da quello increato.

Questa forma di spiritualismo presuntuoso e tracotante non è alieno dal sapere che Dio è puro spirito, ente la cui essenza è il suo essere, ma la sua tragedia è quella di identificare l’io umano con Dio, concependo l’uomo come puro spirito o pura autocoscienza ed affettando un altezzoso disprezzo per la materia. Accade però che il dissolvimento dell’essere materiale nel pensiero, abbia come corrispettivo la materializzazione del pensiero, sicchè l’idealista è castigato col cadere proprio nei lacci di quel materialismo, che affetta di voler superare in nome dello spirito.

Degno di nota è in noi il rapporto del nostro spirito col nostro corpo. Esiste un duplice rapporto, uno che tocca la nostra persona ed uno che riguarda le sue facoltà. Per quanto riguarda la persona, la nostra anima dà vita a tutti i livelli vitali della nostra persona, vegetativo, sensitivo e razionale. Essa è la radice dalla quale emanano sia gli atti volontari che involontari della nostra persona.

Il corpo, animato dall’anima, a sua volta costituisce la materia vivente adatta all’anima perché essa possa informare il corpo, influire su di esso e governarlo mediante le facoltà.

Per quanto riguarda l’intelletto e la volontà, abbiamo due movimenti: uno dal basso all’alto, ovvero dall’esterno verso l’interno, dall’immanente al trascendente; ed è quello della conoscenza e della scienza. Ed uno che va dall’alto verso il basso, o dall’interno verso l’esterno, o dal trascendente all’immanente, che è il moto dell’azione e dell’amore.

La conoscenza inizia con l’esperienza sensibile delle cose esterne e del proprio corpo e successivamente si eleva alla conoscenza del mondo dello spirito, dell’interiore e del trascendente: il proprio sé e il proprio mondo interiore, i valori morali e religiosi, la scoperta della propria anima, delle altre persone e dell’esistenza di Dio.

Al moto della conoscenza fa sempre seguito quello dell’appetito: all’appetitività puramente sensitiva del neonato, fondata sulla conoscenza sensibile, con la sviluppo del soggetto succede l’appetizione intellettiva, conseguente alla conoscenza intellettuale. In tal modo il soggetto passa dall’appetizione delle cose sensibili a quella delle realtà spirituali.

Una volta che la persona ha preso coscienza dei valori spirituali, inizia con la volontà il moto appetitivo, che è un moto discendente dallo spirituale al corporeo, dall’interno verso l’esterno, salvo che si tratti dell’affetto per le cose divine, nel qual caso lo spirito resta librato al di sopra delle cose materiali e fruisce per mezzo della volontà del bene puramente intellegibile e spirituale, trascendente o interiore.

Invece nel rapporto del nostro spirito col proprio corpo, con le altre persone e con la natura, il nostro spirito si espande al di fuori di sé e si abbassa verso il corporeo. Esso esce da se stesso e facendo uso della volontà, delle passioni e dei sensi esterni ed interni e col moto stesso del nostro corpo, si esprime, si applica all’esterno con l’azione e col linguaggio nei confronti delle altre persone e col lavoro e la tecnica nel dominio della natura, mentre con l’arte e la poesia eleva gli spiriti alla gioia per la bellezza dello spirito. 

Partendo dall’affetto per le realtà spirituali e trascendenti, il moto spirituale dell’azione e della volontà, facendo uso dell’appetito sensitivo, ossia delle passioni, discende dallo spirituale verso il sensibile, il corporeo e l’esterno. Abbiamo allora il mondo delle relazioni umane, dell’amore, della comunione, dell’amicizia, della tecnica, dell’arte, del lavoro e del dominio della natura.

Saper distinguere la materia dallo spirito e comprendere il primato di questo su quella è uno degli atti fondamentali dell’intelletto umano, fonda la dignità della persona umana e la sua superiorità sull’animale, ed è quindi anche un preciso dovere morale, che promuove la felicità dell’uomo, impedisce all’uomo di abbassarsi al livello delle bestie o di gonfiarsi d’orgoglio quasi potesse fare a meno del corpo.

Dal punto di vista dello spazio, il corpo si distingue dall’anima in quanto, mentre il corpo occupa chiaramente uno spazio e si trova in un certo luogo, che è il luogo dove si trova la persona, l’anima, nella sua spiritualità, benché animi il corpo e influisca su tutto il corpo, non va concepita come qualcosa che sia dentro il corpo, come potrebbero essere il cuore o il fegato, ma, dato che essa mantiene in vita il corpo, lo contiene con la sua potenza vitale, per cui essa certamente è in un luogo, che è quello del suo corpo, e tuttavia essa non è spaziale, ma in quanto spirito, è al il fuori dello spazio, nel mentre che determina la spazialità del corpo.

Chi non riesce o non vuole fare questa distinzione tra anima e corpo e fà confusione, non usa correttamente dell’intelletto e della volontà, con la conseguenza pratica di frustrare il senso della sua esistenza e di fallire allo scopo della sua vita nel conseguimento del suo fine ultimo, il che richiede che lo spirito, dominando e governando ragionevolmente il corpo, raggiunga, al termine dell’esistenza terrena, la visione beatifica di Dio, purissimo Spirito infinito, eterno ed assoluto.

Che esistano realtà materiali e realtà spirituali, quelle subordinate a queste, è quindi cosa comprovata e certissima in filosofia ed è altresì articolo di fede. Dio purissimo Spirito è creatore degli spiriti angelici ed umani, nonchè del mondo materiale dei corpi, viventi e non viventi.

Dio è creatore tanto dello spirito quanto della materia, per cui nel suo piano originario Egli ha voluto in noi una perfetta armonia fra spirito e corpo. La nostra vera felicità non è né solo fisica né solo spirituale, ma spirito-corporea, principalmente e innanzitutto spirituale, ma con espressione, deflusso e manifestazione esterna sensibile.

Se quindi sperimentiamo una ribellione delle nostre passioni nei confronti del nostro spirito e avvertiamo che esse soffocano i nostri bisogni spirituali, ciò è solo conseguenza del peccato originale. E se viceversa avvertiamo come odioso o vergognoso il nostro corpo con i suoi istinti, le sue passioni e i suoi bisogni, anche ciò dipende da un esagerato bisogno di grandezza e di libertà e da una cattiva tendenza del nostro spirito alla superbia, conseguente al peccato originale, di non voler accettare e la nostra natura corporea.

Con queste forze inferiori non dobbiamo essere né troppo esigenti né troppo accondiscendenti, ma accordarci con esse secondo la volontà di Dio ricostruendo così il piano originario della creazione, per elevarci poi in Cristo allo stato di figli di Dio.

Le immagini dello spirito

Molte sono le immagini con le quali la Sacra Scrittura e le sapienze tradizionali indicano o rappresentano per analogia e per metafora, la natura e l’azione dello spirito. Esso appare alla nostra mente come qualcosa di potente, attivo, sconfinato, misterioso, infinito, trascendente, inabbracciabile, sovrastante, spazioso, elevato, immenso, incalcolabile, incommensurabile, smisurato, insuperabile, imperscrutabile, ineffabile, intrascendibile, splendido, luminoso, ordinato, gerarchizzato. Ecco allora l’immagine del cielo. Lo spirito è in se stesso inimmaginabile; eppure, per pensarlo dobbiamo ricorrere a metafore, simboli e paragoni.

Oltre all’immagine già vista del vento, esistono anche altre di immagini, che possono rappresentare lo spirito. Spirito vuol dire anche identità, immutabilità, conservazione, saldezza, sicurezza, certezza, solidità, resistenza, affidabilità, fedeltà, incorruttibilità. E queste qualità sono indicate dall’immagine della roccia.

Ma lo spirito scorre ovunque, si effonde, erompe, procede, sgorga, fluisce, pervade, sfugge, bagna, irrora come la rugiada. Non può essere compresso, è libero, limpido, trasparente, purifica, lava, disseta, è profondo e insondabile. Ecco allora l’immagine dell’acqua.

Il fuoco scalda, cuoce i cibi, brucia le erbacce, purifica l’oro, alimenta la vita, illumina nel buio, accende altro fuoco, rappresenta il fervore dell’amore comunicativo, che divampa, distrugge la forza avversa e divisiva, e dona pace e concordia, unisce e riconcilia, dona forza espansiva travolgente, dona l’entusiasmo dell’azione. Ma tutto ciò corrisponde all’azione dello spirito. Ecco dunque l’immagine del fuoco.

Definizione metafisica dello spirito

Tuttavia esiste una definizione propria, metafisica dello spirito, che è quella che dà San Tommaso quando definisce i trascendentali. Per ottenere questa definizione, occorre partire dalla nozione dell’ente in quanto ente. L’ente si può considerare in se stesso in modo assoluto oppure in ordine ad un altro ente. Dice l’Aquinate:

 

«Secondo l’ordine o la convenienza di un ente ad un altro, ciò indubbiamente non può avvenire se non considerando ciò che è per sua natura atto a convenire con ogni ente. E questo è l’anima» - cioè lo spirito - «la quale in qualche modo è tutto, come dice Aristotele nel Perì Psychè, libro III.

 

Ora nell’anima c’è la potenza cognitiva e appetitiva. Dunque la convenienza dell’ente all’appetito è espressa da questo nome “buono”, come è detto all’inizio dell’Etica di Aristotele: “il bene è ciò che ogni ente appetisce”. La convenienza invece dell’ente con l’intelletto è espressa col nome “vero”. Ma ogni conoscenza si perfeziona per mezzo dell’assimilazione del conoscente alla cosa conosciuta, cosicchè la detta assimilazione è causa della conoscenza, così come la vista, per il fatto di disporsi per mezzo dell’aspetto del colore, conosce il colore»[1].

Lo spirito, essendo aperto a tutto l’essere, avendo un’apertura universale  all’assoluto, è aperto anche a se stesso e per questo riflette su se stesso, esce da sé e torna a sé con un ritorno completo, sicchè la fine del moto circolare viene a coincidere con l’inizio. Lo spirito è cosciente di sé. Il suo atto completo è l’autocoscienza. È trasparente a se stesso. Lo spirito, come dice Hegel «va verso di sè».

L’azione dello spirito, che si manifesta sommamente nella sapienza, è ben descritta nel libro della Sapienza. Nella sapienza

«c’è uno spirito intelligente, santo, unico molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni, onnipotente, onniveggente, e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. La sapienza è il più agile di tutti i moti, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. È un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio, è un’immagine della sua bontà. Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso le età, entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti» (Sap 7, 22-27).

Qui la Scrittura descrive l’azione dello spirito di Dio, non necessariamente la Persona divina, ma comunque l’azione dello spirito; ma siccome lo spirito creato fruisce del libero arbitrio che può scegliere tra il bene e il male, ecco l’importantissima distinzione da tener presente: che esiste uno spirito buono e uno spirito malvagio, lo Spirito Santo e il demonio. Quindi non basta distinguere in generale lo spirito dalla materia, ma, nell’ambito dello spirito dobbiamo imparare a discernere e a distinguere i messaggi che ci spingono al bene da quelli che ci tentano al male[2].

Per quanto riguarda l’uomo, diciamo che è una persona sussistente in una natura umana, composta di anima razionale spirituale e corpo. Il corpo umano non è una macchina guidata dall’anima, ma è un corpo animato da un’anima razionale o spirituale, che ne è la forma sostanziale. Quando si dice «razionale» s’intende spirituale, in quanto agisce per atti successivi e sillogistici nel tempo e condizionata dal corpo.

Fine Seconda Parte (2/5)

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 18 ottobre 2021

Altro aspetto dell’attività dello spirito, è quello dell’intenzionalità, ossia il fatto che il conoscente e l’appetente, sensitivo ma soprattutto spirituale, produce un essere intenzionale (ens ratioinis), che tende ad un oggetto, reale o ideale che è rappresentazione o similitudine mentale o psichica immateriale dell’essere reale.

Nulla di simile avviene nel mondo fisico. Il fuoco riscalda non perché ha concepito l’intenzione di riscaldare, ma riscalda necessariamente per la legge della sua natura. L’uomo, al contrario, per scaldarsi ha concepito l’idea, l’essere intenzionale della stufa elettrica e, dopo averla realizzata, concepisce l’intenzione di usarla per riscaldarsi.

Dal punto di vista dello spazio, il corpo si distingue dall’anima in quanto, mentre il corpo occupa chiaramente uno spazio e si trova in un certo luogo, che è il luogo dove si trova la persona, l’anima, nella sua spiritualità, benché animi il corpo e influisca su tutto il corpo, non va concepita come qualcosa che sia dentro il corpo, come potrebbero essere il cuore o il fegato, ma, dato che essa mantiene in vita il corpo, lo contiene con la sua potenza vitale, per cui essa certamente è in un luogo, che è quello del suo corpo, e tuttavia essa non è spaziale, ma in quanto spirito, è al il fuori dello spazio, nel mentre che determina la spazialità del corpo. 

Immagini da internet


[1] Quaest. Disp. De Veritate. q.1, a.1.

[2] La nostra vita è soggetta a due sollecitazioni spirituali contrarie in competizione fra di loro: quella che viene da Dio e quella viene dal demonio. Si parla poco di quest’ultima e per questo ho pensato di trattarne brevemente col mio opuscolo Il progetto del demonio. La prospettiva di Satana e quella di Gesù Cristo, Edizioni Chorabooks, Hong Kong 2021.

 

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