18 luglio, 2019

Tradizione e Scrittura

Tradizione e Scrittura
La questione della Tradizione
Assistiamo oggi e non solo da oggi, ma dalla fine del Concilio Vaticano II, alla presenza molto attiva e combattiva, a volte acrimoniosa,  nella Chiesa, di una tendenza minoritaria, chiamata con disprezzo dai modernisti  «tradizionalista» o «conservatrice». 
Questa tendenza che sconfina a volte nello scisma, vorrebbe avere il monopolio della Tradizione e della conservazione inalterata del deposito della fede non solo contro i modernisti, che effettivamente su questi valori sono carenti, ma anche contro i cattolici normali in comunione con la Chiesa e col Papa, accusato di eresia e di avere tradito la tradizione o addirittura di non essere vero Papa, ma un intruso.
In questo articolo, senza venir meno alla promessa del titolo, intendo concentrare l’attenzione soprattutto sulla questione della Tradizione. Intendo parlare anche della Scrittura, ma solo in relazione al problema della Tradizione, perché è impossibile definire questa senza definire quella.  
Gli ultratradizionalisti, dunque, sono tenacemente attaccati a un insieme fisso e convenzionale di valori cattolici, alcuni veramente essenziali ed immutabili, altri non più attuali e superati o corretti dalla Chiesa stessa di oggi, un insieme che essi chiamano «Tradizione», e che considerano come unica fonte della Rivelazione e della dottrina della fede, escludendo, quindi, la Scrittura e il Magistero, a meno che non si tratti di testi presenti nella «Tradizione», ma non posteriori al Concilio Vaticano II.
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