Supplica
alla Beata
Vergine Maria del Santo Rosario di Fontanellato
O Vergine
Maria Santissima, che da quattro secoli Ti sei degnata di renderTi presente fra
noi in una bellissima immagine regale, scegliendo come sede una cittadina della
pianura padana presso una Comunità di miei Confratelli Figli di San Domenico,
tanto a Te devoto, la storia della tua presenza qui è costellata da una serie
infinita di testimonianze della tua potente intercessione materna e premurosa
misericordia.
Questo
Santuario è uno dei mille luoghi dove Tu, sin dall’inizio del cristianesimo, Ti
sei compiaciuta di manifestare in un’infinità di modi diversi, a volte miracolosi,
alle folle dei credenti nel tuo Figlio, la tua materna missione di guidarci a
Lui, pentiti dei peccati, purificati dalla grazia, sostenuti dalla tua forza, difesi
dal maligno.
Tu, nostra
Madre e Regina, sei sempre sensibile ai nostri bisogni materiali e spirituali, attenta
alle confidenze, alle affettuose effusioni, alle richieste, ai problemi
spirituali, alle preghiere, ai voti, alle suppliche, alle invocazioni, ai
pianti dei tuoi devoti alla ricerca di Dio, della pace e della felicità, quasi
sempre umile gente, spesso provenienti a piedi da lontano dopo aver percorso
molti kilometri.
Anche oggi
più che mai, Madre carissima, provvida e pietosa, siamo ai tuoi piedi, memori
di tanti benefìci e tante grazie, per implorare da Te la tua materna assistenza
e la tua potente intercessione, preoccupati come siamo per il rapido estendersi
nel mondo, nella nostra Italia e dalle nostre stesse parti di un’epidemia
influenzale maligna, alla quale pare assai difficile rimediare.
Noi, che
frequentiamo il tuo bel Santuario o che da lontano ad esso veniamo, Santuario dedicato al tuo castissimo Sposo
S.Giuseppe, Protettore della Chiesa oggi in tante angustie, Ti
imploriamo, o Madre dolcissima, sapendoci peccatori, di chiedere per noi il divino perdono, per il tramite del ministero dei buoni
Padri Domenicani, onde renderci meno indegni di ricevere le tue grazie e i tuoi
favori.
Sentiamo il
peso dei nostri peccati e l’incapacità di correggerci e sappiamo di meritare i
divini castighi. Accettiamo pertanto questa calamità in sconto dei nostri
peccati. Ma quanti, oggi, comprendono questo valore espiativo della sofferenza?
Quanti, cara Madre, la vivono come Te come atto d’amore in unione al tuo divin
Figlio?
Ti supplichiamo, Madre dolcissima, di ottenere
per queste anime, che magari si dicono cattoliche, di poter comprendere e
gustare il valore salvifico della Croce! Possano vedere in questa calamità
l’occasione per unirsi alla Croce del tuo Figlio! Ispira ad esse, cara Madre,
questi pensieri e questi sentimenti!
Illumina le
menti di coloro, che non sanno o non vogliono vedere con occhio di fede in
questa sventura un richiamo del Padre alla conversione e un’occasione per
unirsi alla Croce redentiva del tuo Figlio per la remissione dei peccati del
mondo. Fa’ loro comprendere che al fondo della giustizia del Padre non c’è la
crudeltà, come alcuni empiamente pensano, ma l’infinito amore dello Spirito
Santo e la misericordia, di Colui Che, per amor nostro, e la gloria del Padre,
ha dato, da innocente, tutto il suo sangue.
Benchè sappiamo,
cara Madre, che questa sventura è permessa dal Padre celeste perché ci pentiamo
dei nostri numerosi peccati, facciamo penitenza e ci ravvediamo, osiamo chiederTi
fiduciosi, Madre dolcissima, di ottenerci, intercedendo presso tuo Figlio, se tale
è la volontà del Padre, la liberazione da
questa calamità.
Fa’ che gli
zelanti ricercatori che si adoperano ammirevolmente ed indefessamente nella ricerca
dei mezzi per debellare questo morbo, abbiano presto pieno successo! E se i mezzi
umani non bastassero, Ti supplichiamo, nostra potente Regina e Madre provvida, di
ottenere dal Padre il miracolo della vittoria su questo invisibile, insidioso e
terribile nemico, che sembra un’invenzione del demonio, e che genera in noi
smarrimento, angoscia e paura, provandoci nella fede e nella speranza e
conducendo alla morte tanti fratelli.
O Vergine
Santa, nemica del Serpente, il demonio ha escogitato, col permesso di Dio, un
modo raffinatissimo per recare alla Chiesa il massimo danno: impedire la
celebrazione pubblica della S.Messa, questa volta non per ordine di un potere
ateo o islamico o massonico, ma per ordine dei Vescovi, messi alle strette dalle
autorità sanitarie con provvedimenti probabilmente esagerati, ma ai quali comunque
occorre che ci atteniamo tutti, per il dovere che abbiamo di rispettar e, come
autorità competenti sia civili che religiose, anche se possono sbagliare.
Dunque che cosa
di fatto è riuscito ad ottenere il demonio? Che proprio in questo angoscioso frangente,
nel quale più che mai i fedeli hanno bisogno della Messa, essa venga loro negata!
Immaginiamo il dramma interiore dei buoni pastori, che cercheranno adesso come
provvedere al bene spirituale dei fedeli.
Ma la
Provvidenza si è riservata per sé un aspetto di questo dramma, ed è stato il
fatto che Dio ha posto al demonio la condizione che la sua azione iniziasse con
l’inizio della Quaresima, in modo tale che il digiuno dalla Messa potesse
valere come digiuno quaresimale, aggiungendosi a quello tradizionale.
In tal modo
quest’anno avremo la possibilità di fare una Quaresima particolarmente feconda
e fruttuosa, sconvolgendo i piani del demonio, mentre traiamo vantaggio proprio da quanto egli aveva
escogitato per danneggiarci. È proprio vero quello che dice S.Paolo che tutto
si volge a vantaggio di coloro che amano il Signore.
Illumina dunque,
o Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, i sacri pastori, affinchè, con
sapiente discernimento e fondati sulla Parola di Dio, colgano questa occasione per
saper infondere negli animi nei modi più opportuni coraggio e serenità,
sollecitando una più intensa vita di preghiera, una condotta calma, saggia e
ragionevole, libera da paure e comportamenti irrazionali.
Possano i
Vescovi far comprendere ai fedeli, alla luce della fede e del sacrificio di
Cristo, il significato salvifico del momento presente, da vivere in spirito di penitenza
e conversione, scoprendo la provvidenza laddove pare che Dio ci abbandoni, la misericordia
laddove sembrerebbe esserci un destino crudele, la grazia laddove sembrerebbe
esserci la maledizione e la redenzione laddove sembrerebbe esserci
l’insensatezza.
P.Giovanni
Cavalcoli
Fontanellato,
26 febbraio 2020
Mercoledì
delle Ceneri
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