Sul problema dei migranti

 

Sul problema dei migranti

Occorre discernimento

È evidente che noi Italiani dobbiamo essere disposti ad accogliere l’arrivo di persone che hanno bisogno di aiuto[1]. È chiaro che se vediamo che sono stremate di forze e bisognose di tutto, dobbiamo soccorrerle per quanto possiamo. Si tratta ormai da trent’anni, di un flusso continuo in aumento quasi sempre di uomini di età giovanile o adulta, soprattutto africani, che giungono, come è noto, stipati in barconi malsicuri, viaggio scomodissimo, provenienti soprattutto dalla Libia o dalla Tunisia, col rischio di fare naufragio durante la traversata, persone in grandissima parte senza chiara identità o titoli di lavoro, spesso musulmani.

Essi pagano somme altissime a organizzazioni clandestine ed illegali, le quali per sete di guadagno, sfruttano la credulità e l’estremo bisogno o il desiderio di avventura di questa povera gente non sempre benintenzionata illudendola di trovare da noi lavoro, o chissaquale successo o benessere o vita comoda alle nostre spalle.

Questo enorme afflusso di musulmani, che iniziò già negli anni ’80 del secolo scorso, quando in Germania si trovavano quattro milioni di Turchi e cifre analoghe valgono per l’Inghilterra o la Francia o l’Olanda o il Belgio, pone a noi Italiani degli interrogativo importante: non sarà che l’aumento continuo di musulmani da noi, mentre mette alla prova la nostra capacità di convivenza con comunità islamiche sempre o più numerose ed influenti, interpella anche il nostro dovere di testimoniare Cristo anche davanti a loro? Non sono forse chiamati anche loro a partecipare al banchetto del regno dei cieli? Non abbiano noi il dovere di annunciare il Vangelo a tutto il mondo?

Su questa grave questione dell’atteggiamento da tenere davanti ai continui arrivi di queste masse di povera gente, che chiede di stare da noi, che siamo i più vicini alle coste africane, per poi eventualmente passare in altri paesi europei, esistono, come sappiamo, due  atteggiamenti piuttosto sbrigativi e superficiali e pertanto difettosi rispetto alle esigenze della prudenza, della giustizia e della carità: ci sono coloro che, condizionati dal loro egoismo e xenofobia, vedono malvolentieri che il loro benessere possa essere spartito con i fratelli meno abbienti e meno fortunati di loro.

E ci sono quelli che vogliono fare la bella figura degli accoglienti e misericordiosi di larghe vedute, ma che in realtà nascondono dietro a questa finta professione di solidarietà umana,  il desiderio di giustificare la loro pratica libertina della vita o il loro relativismo morale, propugnando un’accoglienza indiscriminata e scriteriata, senz’alcun discernimento fra chi ha veramente bisogno o può contribuire al bene del nostro paese e chi invece purtroppo è un qualche reo in contumacia o pretende di vivere ad ufo o di regolare la propria vita a capriccio buggerando gli altri, disposto anche a procurare guai a noi e a se stessi.

Il problema fondamentale da risolvere riguardo all’arrivo di queste persone è quello di verificare per ciascuna di esse quali sono le sue intenzioni, i motivi della fuga dalla propria terra, le sue esigenze, i suoi bisogni, le sue difficoltà, i suoi desideri, le sue attitudini o qualifiche lavorative, la sua capacità di convivenza civile, le condizioni di salute fisica e psichica, l’ambiente di provenienza, i rapporti con le autorità civili e religiose del paese di provenienza.

Per fare questa verifica occorre l’impiego di un personale specializzato, una degenza sufficientemente lunga in un centro di accoglienza, onde verificare  le sue capacità lavorative, la sua capacità di socializzazione e di normale convivenza civile, il grado d’istruzione, l’eventuale fede religiosa, la qualità della condotta morale, l’attitudine al lavoro, il livello di salute fisica e mentale.

Per gestire convenientemente questa problematica complessa e delicata, bisogna che il nostro governo sia a contatto con le autorità libiche e tunisine o comunque con i paesi di provenienza dei migranti, così che esse possano fornirci informazioni circa i migranti partiti dalle loro terre, la loro posizione o situazione civile o davanti alla legge.

 I migranti possono chiedere asilo politico, ma le nostre autorità non dovrebbero comunque esimersi dal chiedere ed ottenere quelle informazioni. In base ai dati disponibili gli addetti al centro di accoglienza, dopo aver compiuto la verifica suddetta, devono poter decidere se accogliere o rimandare l’immigrato al paese d’origine.

Se l’immigrato supera l’esame, allora occorre immediatamente fornirgli un lavoro e un’assistenza sociale adatta ai suoi bisogni e alle sue capacità. Dev’essere immediatamente inserito nel mondo del lavoro prendendo contatti con aziende private o ambienti pubblici disposti ad assumerlo.

Nei primi mesi della sua degenza da noi è bene che il soggetto sia seguìto con discrezione ma con diligenza, senza che si senta umiliato, al fine di far un’ulteriore verifica della qualità della sua condotta morale e civile e del rispetto delle nostre leggi,  perché molti problemi e guai causati dagli immigrati islamici o non islamici in questi passati decenni in Europa sono sorti dal fatto che molti di essi hanno finto con astuzia un’apparente onestà, ma poi si sono dati a varie forme di delinquenza, quando, in casi estremi, non si sono avvicinati agli ambienti del fanatismo e terrorismo islamico. In base ad accordi con i paesi di provenienza il nostro governo deve poter rimandare a casa gli immigrati che costituissero un grave pericolo per il bene pubblico o la sicurezza dello Stato,

L’Europa può ospitare gli islamici,

ma patto che questi rispettino l’Europa

È chiaro che i milioni di islamici insediatisi in Europa in questi ultimi cinquant’anni – lo dicono espressamente - hanno l’intenzione di islamizzare l’Europa e sono convinti di riuscirci una volta ottenuto un sufficiente potere politico ed economico. Questo rischio reale suggerisce alle autorità europee un certo contenimento dell’afflusso islamico, a meno che questi immigrati, pur mantenendo la loro fede islamica, diano chiare garanzie di rinunciare alla prospettiva di conquistare il potere dello Stato sotto la legge della Sharìa.

Grave problema da risolvere con urgenza è quello di fermare l’attività criminosa delle associazioni illegali che organizzano i viaggi scriteriati dei migranti estorcendo da essi somme altissime e mettendo a serio rischio la loro vita col farli viaggiare in imbarcazioni assolutamente inadeguate.

Oltre a colpire severamente e a sciogliere queste associazioni criminali, dovere urgente ed indilazionabile del governo nostro e dei paesi di provenienza, congiuntamente con lo stesso governo europeo, è quello di porre fine quanto prima con la massima energia e con fattivo  impegno a questo orribile scempio che disonora l’Europa, garantendo a questa povera gente viaggi dignitosi mediante le nomali agenzie di viaggio, così che essa sia integrata nella civiltà europea, senza per questo rinunciare a conservare la sua fede islamica e senza impedire allo Spirito Santo di avvicinare a Cristo anche questi fratelli, essi pure chiamati alla salvezza.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 28 settembre 2023


Grave problema da risolvere con urgenza è quello di fermare l’attività criminosa delle associazioni illegali che organizzano i viaggi scriteriati dei migranti estorcendo da essi somme altissime e mettendo a serio rischio la loro vita col farli viaggiare in imbarcazioni assolutamente inadeguate. 

Immagine da Internet

3 commenti:

  1. Caro Anonimo,
    la ringrazio per il suo accenno alle ONG, delle quali non avevo parlato. Già mi era stato detto quello mi riferisce lei. Io credo che non sarebbe impossibile che lo Stato si facesse aiutare da organizzazioni private. È chiaro però che occorrerà fare un attento discernimento tra quelle che lavorano a scopo di lucro e quelle che danno prova di un’autentica solidarietà umana.
    Sono d’accordo che la nostra speranza è rivolta al cielo. Tuttavia io credo che dobbiamo avere fiducia nell’aiuto del Signore per quanto riguarda il lavoro che dobbiamo compiere su questa terra per migliorare la nostra società, riparare alle ingiustizie, ottenere giustizia contro chi contravviene alla legge, sollevare la condizione dei poveri e operare per favorire una convivenza serena, fraterna e tranquilla.

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  2. Carissimo p. Giovanni le invio, a commento del suo articolo “Sul problema dei migranti”, una parte di un’interessante intervista fatta al prof. Ettore Gotti Tedeschi dalla rivista la “Bussola quotidiana” risalente al 2020 dal titolo: “Cina e Nuovo ordine mondiale, Chiesa ammaliata dalle sirene”. Sul fenomeno migratorio, così scrive.
    “L’immigrazione è, dopo il problema climatico, il più controverso. È stato proposto con una solerzia umanitaria esagerata, ma artificiale, che prescinde dalle cause del problema e dalle sue soluzioni. È stata all’inizio, in modo non convincente, spiegata con guerre e carestie, poi con la necessità di colmare il gap di popolazione in Europa. Ma la storia delle guerre che producono profughi è stata ridimensionata quando si è scoperto che i conflitti portati a giustificazione del fenomeno erano in grandissima parte dovuti allo Stato islamico. Conflitti questi provocati o tollerati, comunque non più affrontati, dall’Onu. Anzi c’è il sospetto che siano stati tollerati per la vendita di armi. Anche la storia delle carestie lascia dubbi, perché le migrazioni dai veri Paesi poveri sono limitatissime, tra il 5 e il 9% del totale. Essendo la maggior parte dei flussi migratori, invece, con una chiara matrice islamica. E qualcuno ha avanzato anche l’ipotesi che la povertà nei Paesi africani sia stata intenzionalmente facilitata ignorando gli accordi commerciali di importazione dei loro prodotti alimentari (ex G8-Africa). Sulla spiegazione riferita alla compensazione del gap popolazione poi siamo al ridicolo. Abbiamo bisogno di compensare il gap dopo averlo voluto e prodotto per ridurre la popolazione? Con una disoccupazione al 13% abbiamo bisogno che venga in Italia manodopera extracomunitaria a fare i lavori che i giovani disoccupati rifiutano? E i lavoratori immigrati che li fanno devono esser regolarizzati per evitare il caporalato? Mi ricorda la legalizzazione della droga per evitare lo spaccio, stessa logica. Ma sono mai stati calcolati i costi di immigrazione comparandoli con le contribuzioni economiche effettive (tasse e contributi)? In più in un contesto europeo incapace di prendere decisioni ed attuarle circa la ridistribuzione dei migranti, di attuare la politica di espulsione, che ignora, neppure discute, il migration compact i flussi massicci di immigrazione islamica rappresentano un potente fattore di disordine e destabilizzazione per l’intera UE. Non è curioso che i migranti siano tutti giovani e forti e senza famiglia? Non è curioso il pianto da coccodrillo delle istituzioni ecclesiastiche che condannano chi non accoglie e non chi genera e sfrutta il traffico di esseri umani? Addirittura presentando i migranti come “Sacra Famiglia”? E dicendo che sono un “dono di Dio”? Questi ecclesiastici fanno forse finta di non sapere che ben due segretari dell’Onu (Kofi Annan e Ban Ki-moon) hanno persino previsto, auspicato e programmato con ampio anticipo il fenomeno? Minacciando chi vi si opponesse. Kofi Annan alla conferenza Onu dei leader religiosi nel 2000, senza mezzi termini, arrivò a dichiarare che per fare la pace universale si deve realizzare il sincretismo religioso, arrivando a creare una religione universale (di tipo panteista) e che l’immigrazione di popoli con culture e religioni diverse avrebbe aiutato questo progetto.
    La sintesi potrebbe essere che la soluzione ambientalista, malthusiana, gnostica e pagana auspicata da certi ambienti internazionali porterà ad un governo mondiale. Per realizzare questo progetto è indispensabile avere in qualche modo l’appoggio della Chiesa. Curiosamente in Laudato Sii (capp. 164 e 165) si arriva ad auspicare un governo mondiale, una autorità politica mondiale, per risanare l’economia, regolare i flussi migratori e per l’ambiente”.
    Grazie.

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    1. Caro Don Vincenzo,
      ti ringrazio per queste parole di Gotti Tedeschi, che ho conosciuto personalmente e del quale ho stima e so che egli pure mi stima.
      So che tratta qui di una materia nella quale egli è molto competente, per cui sono portato ad accogliere con fiducia quanto egli dice, ma, non entrando questa materia nel campo delle mie competenze, non mi sento in grado di interloquire.
      L’unico punto sul quale vorrei fermarmi è quello dell’immigrazione islamica. Credo anch’io che si tratti di un piano di islamizzazione dell’Europa, del resto in perfetta linea con l’attività che l’Islam ha svolto in passato mediante un espansionismo militare. Ma lo scopo è sempre quello: far trionfare l’Islam sul Cristianesimo.
      Detto questo, io però darei ascolto anche a quello che dice il Papa, relativamente al fatto che parte di questa gente viene da noi semplicemente perché non trova nel suo paese condizioni di vita dignitose.
      Nel contempo io ritengo che tra questa gente ci sia anche una componente che ha una tendenza al crimine. Infine la cosa scandalosissima alla quale assolutamente occorre rimediare, è lo sfruttamento di questa povera gente da parte di organizzazioni criminali, solo desiderose di ottenere denaro da loro.

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