Dibattito sul problema dello scrupolo

 Dibattito sul problema dello scrupolo

Ho il piacere di pubblicare una conversazione sul delicato problema dello scrupolo, che ho avuta con un Lettore, nella fiducia che la trattazione di questo argomento possa aiutare e dare serenità a quelle coscienze che soffrono per un disagio che proviene da una coscienza eccessivamente esigente.

In seguito pubblicherò lo studio di uno specialista sull’argomento, Monsignor OCTAVIO NICOLA DERISI, tradotto dal Lettore.

Cf.:

1) https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/02/lo-scrupolo-prima-parte-13.html

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/lo-scrupolo-prima-parte-13.html

2) https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/02/lo-scrupolo-seconda-parte-23.html

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/lo-scrupolo-seconda-parte-23.html

3) https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/02/lo-scrupolo-terza-parte-33.html

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/lo-scrupolo-terza-parte-33.html

 

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Ross Poldark 28 febbraio 2023

Apprezzo positivamente il suo articolo, ampio e ricco di suggerimenti per un orientamento spirituale, retto da principi morali fermi e precisi, per queste anime tormentate che soffrono della malattia dello scrupolo (il vero e sano scrupolo, come lei distingui dal falso e peccaminoso).

Tuttavia, per quanto mi piacerebbe, non posso essere d’accordo al 100% con tutte le loro affermazioni. Qui dico solo il motivo.

Quando mi sono imbattuto nel suo articolo, la mia speranza era che lei potessi fornire un aggiornamento su un argomento che ho studiato in gioventù e che mi sarebbe piaciuto che lei avvicinassi oggi con prospettive nuove e forse più ricche di quelle che ho studiato per circa quarant’anni fa.

Mi spiego: lei affronta il problema morale degli scrupoli. Tuttavia, per quanto ne so, il problema morale degli scrupoli è una specie particolare (in campo morale) di un genere di psicopatologie che decenni fa venivano studiate sotto il nome di "psicastenia" (oggi credo che questa malattia mentale abbia altri nomi, ma è così che l’ho studiato).

Consiste, sommariamente detto, nella malattia del dubbio, che può manifestarsi in molti ambiti del sapere (o dell’affrontare la realtà, in quanto la conoscenza, o verità, è l’adattamento, anche psichico, dell’individuo alla realtà). Se quel dubbio sorge in campo morale, si tratta di scrupoli morali, o religiosi, se si tratta di campo religioso.
È una cosa che difficilmente può affrontare uno psicologo (tranne uno psicanalista, a differenza di quanto lei sottolinea nel suo articolo), ma da un saggio e prudente direttore spirituale, sebbene non sia comunque curabile, ma trattabile sotto la direzione spirituale, resa sopportabile.

Forse questo è sufficiente per iniziare la nostra conversazione?

Riconosco che non sono aggiornato, per quanto riguarda il problema psicopatologico dello scrupolo, ma d’altra parte questo non è il mio campo di competenza. Tuttavia avrei piacere di essere aggiornato, se lei mi può aiutare, dato che lei ha constatato la mia mancanza di aggiornamento.

In linea di principio sono d’accordo che lo scrupolo in senso psichico possa essere una malattia inguaribile, per cui un buon direttore spirituale può aiutare il penitente a sopportare questa malattia con cuore sereno, in quanto la vera serenità dell’anima si ottiene dalla volontà e non è un semplice effetto di una cura psichiatrica.

Per quanto riguarda il rapporto tra il dubbio e lo scrupolo, l’uno e l’altro fenomeno comportano una mancanza di certezza: lo scrupolo perché il soggetto si sente in colpa senza avere una prova oggettiva di questo fatto; il dubbio perché il soggetto non riesce a scegliere tra le due alternative del dubbio.

A questo punto potremmo chiederci qual è la parte della volontà in queste situazioni. La volontà, che cosa può e deve fare? La prima cosa da fare è l’amore per la verità, la seconda comporta una duplice possibilità: o la volontà si apre alla verità o si oppone alla verità. Nel primo caso abbiamo la rettitudine morale, nel secondo caso abbiamo la colpa.

Nel caso del dubbio, se il dubbio è sincero, cioè insolubile, bisogna stare tranquilli e non farsi scrupoli. Cioè non bisogna avere la pretesa di chiarire ciò che non può essere chiarito. Per esempio, nel caso di una verità di fede, come la Santissima Trinità, non bisogna avere la pretesa di dimostrarla, perché questo sarebbe segno di superbia.

Il dubbio volontario invece è segno di ipocrisia o di cattiva intenzione e quindi è una colpa morale, che si può e si deve togliere semplicemente con un atto di buona volontà.

Ricordiamo peraltro che in caso di dubbio circa il criterio di una scelta, è meglio sospendere la scelta.

 

Ross Poldark 1 marzo 2023

So che la psicopatologia non è il suo campo di competenza, ma quando ho cominciato a leggere il suo saggio sugli scrupoli li ho associato al mio caro vecchio professore di metafisica, il quale, pur non essendo competente neanche in psicopatologia, ha scritto un opuscolo sulla psicastenia, libricino molto famoso nel suo tempo in Argentina, per aiutare i suoi studenti, futuri sacerdoti, ad avvicinare tali penitenti, nel loro futuro ministero.

Allora, ho cominciato a leggere questo suo articolo con la speranza di sapere fino a che punto ciò che quel mio maestro aveva scritto potesse essere valido ancora oggi, a distanza di circa ottant’anni. Ma il caso è che lei ha continuato a occuparsi dei problemi morali degli scrupoli, pur arrivando a due indicazioni che contraddicono quelle del mio professore, il quale insegnava che la psicastenia non è curabile, e che è gestibile o moderata solo attraverso la direzione spirituale (non psicoanalisi).

Nel 1981 il mio insegnante di metafisica era Monsignor Octavio Nicolás Derisi, oggi defunto, a voi sicuramente noto, poiché è stato un tomista riconosciuto, autore di molte opere di filosofia, per cinquant’anni professore di filosofia, e fondamentalmente di gnoseologia e metafisica, fondatore di la rivista tomista "Sapientia" di La Plata, e fondatore nientemeno che dell’Università Cattolica Argentina, con sede a Buenos Aires.
A quel tempo, negli anni Ottanta, era ancora famoso il suo libretto di 75 pagine: "La Psicastenia", che aveva già quarant’anni, poiché era stato scritto nel 1944 (Colección Adsum, Grupo de Editoriales Católicas, Buenos Aires 1944).

Come dice Derisi nella sua introduzione, il suo intento nello scrivere il libretto era: "mettere nelle mani dei confessori e dei direttori di coscienza uno strumento per la guarigione delle anime scrupolose e proporre loro la via del proprio rimedio". Subito spiega un po’ meglio le sue ragioni: "È vero che tutti i trattati di teologia morale danno le norme pratiche per la direzione sicura di queste anime così dolorosamente turbate dalla loro malattia. Ma, naturalmente, non entrano di solito nell’analisi e nella spiegazione della malattia, o, nel migliore dei casi, accontentarsi di una breve esposizione di essa. Ho pensato, per questo motivo, che una maggiore comprensione della malattia, sia nei fenomeni in cui si manifesta sia nelle cause che originano, in una parola, che uno studio psicologico precedente a quello terapeutico, non solo aveva un interesse scientifico per una migliore conoscenza della malattia dalle sue radici alle sue successive manifestazioni, ma soprattutto offriva un fondamento razionale per una migliore comprensione della quelle norme e rimedi proposti dai trattati di teologia morale. Fondata in tal modo sulla conoscenza della causa, la terapeutica degli scrupoli appare determinata e richiesta dalla natura stessa di male che cerca di porre rimedio". Per questo Derisi qualifica la sua piccola opera come opera "psicologico-morale".

Ho una copia della seconda edizione del 1944, leggermente modificata dalla prima, ma mantenendo una struttura e un linguaggio semplici, di facile comprensione, che resero il libretto largamente diffuso a suo tempo negli ambienti ecclesiastici. Non ho difficoltà a tradurvi l’intero libretto.

Ho letto con molto interesse le notizie sul Prof. Derisi, del quale purtroppo, ma da tempo, conoscevo solo il nome. Il suo studio sulla psicastenia è molto interessante. La sua proposta di tradurlo mi sembra pertanto più che opportuna. Pertanto avrò molto piacere di averla, quando sarà pronta, per poterla far conoscere.

Parlando di “due indicazioni che contraddicono quelle del mio professore”, a che cosa si riferisce?

 

Ross Poldark  2 marzo 2023

Sulla sua domanda. A prima vista, ci sono due punti del suo articolo che indicano due conclusioni diverse da quelle del libretto di Derisi: 1. Lei dice che gli scrupoli sono curabili, Derisi dice che non sono curabili, solo moderabili; 2. Lei dice che questi casi dovrebbero essere riferiti ad uno psicanalista, Derisi dice che raramente uno psichiatra o uno psicologo potrebbero trattare adeguatamente questi casi, e che dovrebbe farlo un sacerdote saggio e debitamente istruito.

Tuttavia, questo a prima vista, sicuramente quando leggerai il testo del mio venerato maestro, troverai (spero) più accordi che discrepanze.

Non ho difficoltà ad accettare la tesi di Derisi secondo la quale esiste una scrupolosità psichica invincibile. Quello che invece ho notato nella mia pratica del confessionale, è che ne esiste anche una che è vincibile, perché è volontaria.

Allora capisco bene che occorrono due metodi diversi per affrontare il problema. Nel caso della scrupolosità invincibile io credo che sia importante l’assistenza dello psicologo; invece nel caso di quella vincibile, ho avuto dei penitenti che sono venuti per lungo tempo ed erano molto recidivi nello scrupolo, però ogni volta si confessavano bene e notavo che si rasserenavano. Io ritengo che l’essenziale sia questo. Come sappiamo bene dalle parole di Gesù, bisogna perdonare settanta volte sette.

 

Ross Poldark 4 marzo 2023

Vedo luminosamente chiara la loro distinzione, e vedo anche che la cosa centrale è capire quale ruolo può giocare la volontà nella persona scrupolosa. La distinzione che lei presenta mi sembra molto chiara.

Per il resto, se non ci fosse volontà, almeno qualche residuo di libero arbitrio, non staremmo affermando una totale corruzione del libero arbitrio, e quindi affermando la stessa posizione di Lutero?

L’esercizio del libero volere nell’adulto, a parte le normali sospensioni periodiche dovute al sonno, è impedito totalmente in modo patologico nei casi più gravi delle malattie mentali, nei quali il soggetto è guidato solamente da impulsi provenienti da una immaginazione disordinata.

Il libero volere può essere momentaneamente sospeso sotto una pressione particolarmente violenta dell’istinto sessuale, oppure sotto la pressione di un moto di panico, o sotto l’effetto di psicofarmaci usati in modo improprio, o a causa dell’uso della droga.

A questo proposito bisogna tuttavia fare una distinzione, perché, se esistono effettivamente i suddetti fenomeni di mancanza di autocontrollo, non sempre sono scusati, inquantoché il soggetto, per ipotesi, in precedenza non ha volontariamente messo in atto quella disciplina che occorre per saper vincere le passioni. Per esempio, certi eccessi sessuali o la perdita di controllo causata dalla droga, possono essere colpevoli, non per se stessi, ma come si dice “in causa”, ossia in quanto essi sono causati da un peccato precedente.

È chiaro che in questi casi eccezionali, a parte quello che ho detto sopra, ciò che compie il soggetto non gli può essere imputato a colpa. Infatti le attenuanti di questi atti possono talmente forti da togliere completamente la responsabilità dell’atto, per cui, da un punto di vista morale, anche se si tratta di materia grave, il soggetto non pecca, ma può rimanere in grazia.

Altro caso di perdita totale di autocontrollo volontario sono le possessioni diaboliche, nelle quali il demonio riesce a governare la struttura psicofisica del soggetto, bloccando la direzione che viene dalla volontà, in modo tale che ciò che fa il soggetto in queste condizioni non è responsabilità del soggetto, ma è da addebitarsi alle azioni del demonio.

Per quanto riguarda la guida dello scrupoloso, che può venire dal confessore, io ho notato che lo scrupoloso volontario trae conforto e sollievo dal fatto che io, tutte le volte che si confessa, lo esorto dolcemente a migliorare il suo esame di coscienza, usando criteri giusti, guardandosi dentro con obbiettività, amore e rispetto di se stessi, ed accettando serenamente ed umilmente le zone di ombra o di incertezza della coscienza.

Invece il confessore deve distogliere lo scrupoloso dall’esaminarsi in modo tormentoso e diffidente, perché questo non solo non porta a nulla, ma aumenta il tormento per lo scrupolo.

Qui da noi in Italia usiamo la parola psicologo sia per riferirci all’esperto circa il funzionamento normale della psiche, e sia per coloro che si dedicano alla cura dei malati psichici e che più propriamente si dovrebbero chiamare psichiatri.
Per quanto riguarda la psicanalisi, essa è una particolare cura psicologica, la quale si occupa, come è noto, di quelle neurosi che nascono da forme di autorepressione violenta dei propri istinti.

Effettivamente anche da noi sono rari quelli psicologi, i quali posseggono una vera competenza, fondata su di una giusta antropologia, come per esempio quella di san Tommaso d’Aquino o di un Maritain. Ciò porta come conseguenza purtroppo che certi psichiatri, formati sulla base di una antropologia per esempio di tipo freudiano o idealista o materialista, se arrecano qualche vantaggio, finiscono per lasciare il malato così com’è, se non col peggiorarne la situazione.

Per quanto riguarda lo scritto che sta traducendo, lo possiamo pubblicare sul mio blog?

 

Ross Poldark 5 marzo 2023

Il tema degli scrupoli contiene molte sfaccettature degne di studio, per un lavoro scientifico interdisciplinare.

Sto facendo progressi nella traduzione del libretto di mons. Derisi, già vescovo ausiliare di La Plata, e rettore-fondatore dell’Università Cattolica Argentina (UCA).

Sinceramente credo che la mia modesta conoscenza della lingua italiana sia sufficiente per una versione sufficientemente comprensibile.

Ai miei tempi si diceva che forse un po’ il caro professore aveva scritto quel piccolo trattato quando era molto giovane, perché probabilmente voleva approfondire e riflettere anche su alcuni problemi personali. Avendolo conosciuto (e anche essendo stato il suo segretario personale per un breve periodo durante i fine settimana, dal venerdì al lunedì, quando si recava a La Plata da Buenos Aires), ho potuto attestare i suoi modi sempre delicati, la sua innocenza e la sua spiritualità, quasi da bambino.

La ringrazio per l’invio dello scritto di Mons. Derisi, che pubblicherò al più presto nel mio blog, nella sicurezza che esso, considerata la competenza dell’Autore e le sue buone basi dottrinali, recherà certamente un beneficio ai Lettori.

Il problema dello scrupolo resta sempre un problema importante, sia dal punto di vista psicologico che morale, per cui la sua cura è molto importante per dare serenità alla coscienza e un equilibrato senso di responsabilità, che aiuta la volontà a correggere le cattive inclinazioni e la medesima coscienza a esaminarsi con lucidità, umiltà e fiducia nell’illuminazione divina.

 

Ross Poldark 2 marzo 2023

Octavio Nicolás Derisi (Pergamino, Argentina, 27 aprile 1907 – Città di Buenos Aires, Argentina, 22 ottobre 2002) è stato un sacerdote, prelato con il titolo di monsignore e arcivescovo titolare cattolico, rappresentante del neotomismo argentino durante la seconda metà del secolo XX, fondatore nel 1946 della rivista Sapientia che viene pubblicata ancora oggi, nel 1948 della Società Tomista Argentina e nel 1958 dell’Università Cattolica Argentina. Era il settimo di otto fratelli, figli di un matrimonio di immigrati italiani.

Nel marzo 1919, all’età di dodici anni, dopo aver terminato la quinta elementare, entrò nel Seminario Consiliare di Villa Devoto. In questo seminario minore studiò per cinque anni. Ha proseguito gli studi presso il Pontificio Seminario di Buenos Aires, dove ha studiato tre anni di filosofia e quattro di teologia. La sua tesi di dottorato in Teologia, "La constitución esencial del Sacrificio Eucarístico de la Misa", fu pubblicata nel 1930.

Fu professore di Filosofia all’Università (civile) di Buenos Aires, e anche professore al Seminario San José de La Plata e ai Corsi di Cultura Cattolica (frequentati da Mariatin, Gilson, ecc.). È stato fondatore e primo Rettore, e poi Rettore emerito, dell’Università Cattolica Argentina, membro, direttore e presidente dell’Organizzazione delle Università Cattoliche dell’America Latina e del Consiglio dei Rettori delle Università Private dell’Argentina.
Ha scritto quasi quaranta libri, molti dei quali con diverse edizioni, ed è stato anche autore di quasi 600 articoli in pubblicazioni specializzate di filosofia e teologia.

I suoi libri:
La constitución esencial del Sacrificio Eucarístico de la Misa, Talleres Gráficos Guadalupe, Buenos Aires 1930.
Concepto de Filosofía cristiana, Gotelli, Buenos Aires 1936.
2ª ed. notablemente corregida y aumentada: Cursos de Cultura Católica, Buenos Aires 1943. 3ª ed.: Club de Lectores, Buenos Aires 1979.
La estructura noética de la Sociología, Cursos de Cultura Católica, Buenos Aires 1938.
Traducción al italiano y prólogo por Amintore Fanfani: La struttura noetica della Sociologia, Università dell’ Sacro Cuore, Milán 1939.
Los fundamentos metafísicos del orden moral, Instituto de Filosofía de la Universidad de Buenos Aires 1941, 421 págs. 2ª ed. corregida y notablemente aumentada: Instituto «Luis Vives» de Filosofía, CSIC, Madrid 1951, 567 págs. 3ª ed.: Instituto «Luis Vives» de Filosofía, CSIC, Madrid 1969, XXII+494 págs. 4ª ed. corregida y ampliada: Educa, Buenos Aires 1980, 504 págs.
La Psicastenia: génesis y desarrollo, teoría y terapéutica de los escrúpulos, Colección Gladius, Buenos Aires 1941. 2ª ed.: Colección Adsum, Buenos Aires 1943.
La formación de la personalidad, Colección Adsum, Buenos Aires 1941.
Filosofía moderna y filosofía tomista, Sol y Luna, Buenos Aires 1941. 2ª ed.: Editorial Guadalupe y Cursos de Cultura Católica, Buenos Aires 1945.
Traducción de La filosofía de la cultura de Santo Tomás de Aquino, de Martin Grabmann, CEPA, Buenos Aires 1942; 2ª ed.: 1945; 3ª ed.: 1948.
Lo eterno y lo temporal en el Arte, C.E.P.A., Buenos Aires 1942, 183 págs. 2ª ed.: Emecé, Buenos Aires 1967, 222 págs.
Ante una nueva edad: reflexiones sobre el momento actual del Mundo, Colección Adsum, Buenos Aires 1944.
Traducción de El sentido común, de Reginald Garrigou-Lagrange, con prólogo del traductor, Desclée de Brouwer, Buenos Aires 1944.
El llamado al sacerdocio, Editorial Difusión, Buenos Aires 1944. 2ª ed.: Difusión, Buenos Aires 1953.

La doctrina de la inteligencia: de Aristóteles a Santo Tomás, Cursos de Cultura Católica, Buenos Aires 1945. 2ª ed.: Club de Lectores (Biblioteca Argentina de Filosofía), Buenos Aires 1980, 302 págs.
Traducción, en colaboración con Guillermo Blanco, de La situación de la poesía, de Raissa y Jacques Maritain, Desclée de Brouwer, Buenos Aires 1946.
Esbozo de una epistemología tomista, Cursos de Cultura Católica, Buenos Aires 1946.
‘La Filosofía del Espíritu’ de Benedetto Croce, Instituto «Luis Vives» de Filosofía, CSIC, Madrid 1947, 225 págs.
Traducción de La vida espiritual de Santo Tomás de Aquino, de Martin Grabmann, con un trabajo introductorio del traductor, Guadalupe, Buenos Aires 1947.
La persona: su esencia, su vida y su mundo, Instituto de Filosofía de la Universidad Nacional de La Plata, La Plata 1950.
Filosofía y Vida, Editorial Sapientia (Colección Homo Viator), Buenos Aires 1955.
Tratado de existencialismo y tomismo: reflexiones críticas sobre el existencialismo y los problemas de la existencia humana a la luz del realismo intelectualista de Santo Tomás, Emecé, Buenos Aires 1956, 501 págs.
Ontología y epistemología de la Historia, Universidad Católica Argentina, Buenos Aires 1958. 2ª ed.: Rialp, Madrid 1984.
Introducción a la filosofía y ciencias afines, Pontificia Universidade Católica do Rio Grande do Sul, Pôrto Alegre 1959, 83 págs.
Metafísica de la Libertad, Academia del Plata, Buenos Aires 1961.
Para la constitución de un humanismo auténtico, Diagrama, Buenos Aires 1962.
Filosofía de la cultura y de los valores, Emecé, Buenos Aires 1963, 330 págs.
La Paz en el pensamiento de Juan XXIII, Emecé, Buenos Aires 1964.
Actualidad del pensamiento de San Agustín, Editorial Guadalupe, Buenos Aires 1965.
El último Heidegger: aproximaciones y diferencias entre la fenomenología existencial de M. Heidegger y la ontología de Santo Tomás, Eudeba (Ediciones de la Universidad de Buenos Aires), Buenos Aires 1968, 112 págs.
Naturaleza y vida de la Universidad, Eudeba, Buenos Aires 1969, 2ª ed.: Eudeba, Buenos Aires 1972. 3ª ed.: Editorial El Derecho, Buenos Aires 1980.
La Iglesia y el orden temporal, Eudeba, Buenos Aires 1972.
Esencia y ámbito de la cultura, Editorial Columba, Buenos Aires 1975.
Santo Tomás de Aquino y la filosofía actual, Educa (Ediciones de la Universidad Católica Argentina), Buenos Aires 1975, 506 págs.
La Palabra, Emecé Editores, Buenos Aires 1978.
Esencia y vida de la persona humana, Eudeba (Ensayos), Buenos Aires 1979, 211 págs.
Vida del Espíritu, Librería Huemul, Buenos Aires 1979.
Max Scheler: ética material de los valores, E.M.E.S.A. (Crítica Filosófica 28), Madrid 1979, 214 págs.
La persona y su mundo, Ediciones Paulinas, Buenos Aires 1983.
Cultura y humanismo cristiano, Ediciones Paulinas, Buenos Aires 1984.
Tratado de Metafísica y Gnoseología, Educa, Buenos Aires 1985.
Tratado de Teología Natural, Educa, Buenos Aires 1988.
María: madre de Dios y madre de los hombres, Educa, Buenos Aires 1992.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 10 marzo 2023


Nel caso del dubbio, se il dubbio è sincero, cioè insolubile, bisogna stare tranquilli e non farsi scrupoli. Cioè non bisogna avere la pretesa di chiarire ciò che non può essere chiarito.

Il dubbio volontario invece è segno di ipocrisia o di cattiva intenzione e quindi è una colpa morale, che si può e si deve togliere semplicemente con un atto di buona volontà.

Ricordiamo peraltro che in caso di dubbio circa il criterio di una scelta, è meglio sospendere la scelta.

Immagine da Internet: Consigliare i dubbiosi, Arzuffi Luigi

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