Chiarimenti
circa la Dichiarazione di dimissioni di Benedetto XVI
Dato che continua la discussione circa la validità delle dimissioni di Papa Benedetto XVI con la conseguente tesi che Benedetto avrebbe comunque continuato ad esercitare in modo criptico il potere papale, per cui Papa Francesco sarebbe un Papa abusivo e illegittimo, insomma sarebbe un antipapa, ho pensato di presentare ai Lettori per una questione tanto grave che attira l’attenzione di molti, alcuni chiarimenti circa quanto effettivamente dice Benedetto nella sua Dichiarazione di dimissioni, chiarimenti dai quali si comprende che Benedetto non ha voluto mantenere sia pur cripticamente, quasi per mezzo di un linguaggio cifrato, il ministerium pontificio, ossia il potere di governare la Chiesa, ma dichiara di restare Papa nel senso di mantenere il munus pontificio, il semplice essere Papa senza l’agere del Papa, un concetto del tutto nuovo che illumina così la Chiesa su di un aspetto del papato fino ad allora sconosciuto ed assente quindi dall’attuale Diritto Canonico: la figura e il titolo di «Papa emerito».
Dice Benedetto: «Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando.
Ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam.
Bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die XIX aprilis MMV commisso renuntiare»
Le tesi di Cionci secondo cui si dovrebbe applicare nel caso delle dimissioni di Benedetto il principio giuridico della «sede impedita» (can.335) non tiene, perché il Codice si riferisce a un impedimento di forza maggiore, indipendente dalla volontà del dimissionario. Invece Papa Benedetto ha dichiarato di rinunciare liberamente e dopo matura riflessione.
Ciò che emerge dalle parole di Benedetto è il riconoscimento di una situazione ecclesiale agitata da gravi difficoltà, alle quali Benedetto non riesce a far fronte per i limiti delle sue forze. Non ce la fa più a governare la Chiesa perché per lui è diventata ingovernabile. Ma confida che un altro Papa riuscirà a fare quello che non è riuscito a fare lui. Si tratta di un evidente accenno a colui che sarebbe stato Papa Francesco, il quale è stato validamente eletto in quanto la Sede era rimasta vacante per la rinuncia di Benedetto.
Benedetto inoltre distingue fra munus papale e ministerium papale. Afferma infatti che il munus nella sua essenza spirituale può essere esercitato non solum agendo et loquendo, sed non minus patiendo et orando.
Con l’espressione agendo et loquendo il Papa si riferisce al ministerium, ossia al gubernare navem Sancti Petri et ad annuntiare Evangelium.
Il Papa rinuncia dunque al ministerium, in quanto gubernare navem Sancti Petri et ad annuntiare Evangelium, ma non al munus non in quanto esercitato patiendo et orando.
Benedetto dice che il munus papale secundum suam essentiam spiritualem dev’essere praticato non solum agendo et loquendo, sed non minus patiendo et orando.
Quindi un Papa non può perdere o abbandonare il suo munus, che è essenziale all’esser Papa, ma può rinunciare al ministero, ossia al governo della Chiesa mediante l’annuncio del Vangelo.
Dunque Benedetto resta Papa esercitando il munus orando e patiendo, mentre ha lasciato a Papa Francesco l’esercizio del ministerium, ossia il governo effettivo della Chiesa. Da queste parole del Papa risulta chiara la distinzione tra l’essere Papa (munus) e l’esercizio effettivo dell’ufficio petrino (ministerium)
Il concetto di un papato che resta tale pur senza l’esercizio del governo della Chiesa ha dato luogo al concetto di Papa emerito, approvato da Papa Francesco
In tal modo Benedetto XVI come Papa emerito è rimasto accanto a Papa Francesco in esercizio del suo ministero.
In tal modo il Papa resta uno solo in quanto Papa effettivamente al governo della Chiesa. Ma è possibile l’esistenza simultanea di due Papi in quanto sono entrambi in possesso del munus.
L’attuale Codice parla della possibilità di rinuncia al munus perchè considera munus e ministerium come sinonimi; non conosce ancora la figura del Papa emerito, che conserva il solo munus, concetto introdotto da Benedetto XVI.
Il carisma petrino non si esaurisce dunque nel ministero, ma suppone il munus, ossia il semplice essere Papa, che non è un sacramento, ma è una qualità ontologica o abito dell’anima del Papa indelebile, inamissibile e quindi irrinunciabile. Ciò invece a cui un Papa può rinunciare è solo l’esercizio del ministero, ossia il governo della Chiesa.
P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 9 agosto 2024
Immanigine da Internet:
- Papa Emerito Benedetto XVI e Papa Francesco I
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