Risposte a un nemico di San Paolo VI

 

Risposte a un nemico di San Paolo VI *

Un Lettore, che si qualifica come «fratello Pio Immacolato, Terziario Francescano Cappuccino», mi ha inviato una serie di aspre critiche a San Paolo VI, le quali, per la loro impudenza e sfrontatezza meriterebbero di essere cestinate, se non fosse che esse riflettono un ambiente sedicente cattolico e fedele alla tradizione, che da sessant’anni inveisce contro il Santo Pontefice con argomenti i quali, benchè falsi, tuttavia fanno presa in alcuni nostri fratelli nella fede e possono avere una parvenza di verità.

Da tempo mi scrivono Lettori con attacchi di questo genere. Molti li ho cestinati. Questa volta ho ritenuto utile per tutti rispondere ad un attacco piuttosto articolato e particolarmente violento, un messaggio dal titolo MODERNISTI PROGRESSISTI E MODERNISTI CONSERVATORI: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA![1]

Si tratta di un esempio paradigmatico di un ambiente che pare vada ingrossandosi. Pensiamo, a parte i lefevriani e sedevacantisti, ai casi di un Enrico Maria Radaelli, di un Roberto De Mattei, di un Andrea Cionci, di un Aldo Maria Valli, di un Serafino Lanzetta.

Particolarmente dolorosi sono i casi di Minutella e Mons. Viganò. Tale polemica, come è noto, rientra in una guerra contro il Concilio e i Papi del postconcilio, che ebbe inizio già nell’immediato postconcilio. Molti cattolici oggi non si curano di questi fratelli, e li lasciano inveire ed accusare senza affatto curarsene, come niente fosse.

Capisco che rispondere ad essi è scoraggiante perché non ascoltano. Ma sono pur sempre anime da salvare e bisogna secondo me tentare il tutto e per tutto per farle riflettere. Cristo è morto anche per loro. Noi Domenicani siamo abituati da sempre alla discussione con tutti i falsi cattolici e i nemici della Chiesa. Per questo ho deciso di rispondere a questo Lettore. Ho diviso il suo intervento in numeri per facilitare la discussione.

Ecco dunque le mie risposte precedute dalle tesi numerate del Lettore.

1.    Pio IX con l'Enciclica Quanta Cura e Syllabus, e Papa Leone XIII, insegnano infallibilmente che LE AUTORITÀ CIVILI DEVONO IMPEDIRE LA DIFFUSIONE PUBBLICA DELLE FALSE RELIGIONI e tollerarne la diffusione solo in alcuni casi e provvisoriamente affinché non venga un male maggiore».

Rispondo dicendo che compito di condannare le false idee religiose è ufficio della Chiesa, non dello Stato. Pio IX e Leone XIII insegnano che lo Stato deve rispettare le legge naturale e proibire le sette sovversive.

2.    Invece "Papa" Paolo VI, con il documento dignitatis humanae del concilio vaticano II, afferma, osando presentare tale insegnamento come "Magistero Ordinario Universale" (quindi "infallibile"), che LE AUTORITÀ CIVILI NON DEVONO IMPEDIRE LA DIFFUSIONE PUBBLICA DELLE FALSE RELIGIONI, e che possono impedire solo in caso di violazione dell'ordine pubblico.

Risposta – Il Concilio insegna che lo Stato non può obbligare ad abbracciare una data religione o proibire di seguirne una, perché proclama il diritto alla libertà religiosa, mentre Pio IX e Leone XIII ritenevano utile per l’Italia che lo Stato privilegiasse la religione cattolica come religione dello Stato.

3.    Quindi due proposizioni chiaramente ed oggettivamente opposte:

A) DEVONO IMPEDIRE la diffusione pubblica delle false religioni, e non tollerare, tranne solo e provvisoriamente in alcuni casi ... (insegnamento Infallibile di Papa Pio IX e Leone XIII)

B) NON DEVONO IMPEDIRE la diffusione pubblica delle false religioni, ma devono tollerare sempre, tranne nella violazione dell'ordine pubblico (Insegnamento "infallibile" di "Papa" Paolo VI)

Risposta – Su ciò ho già risposto.

4.    Papa Pio IX con l'Enciclica Quanta Cura e Syllabus ha infallibilmente condannato, in anticipo, la proposizione [B] insegnata da "Papa" Paolo VI e dal concilio vaticano II e dai susseguenti "Papi" modernisti:

MAGISTERO DI PAPA PIO IX:

«Contro la Dottrina delle Sacre Scritture, della Chiesa e dei Santi Padri, non dubitano di affermare che: “... NON SI RICONOSCE ALL'IMPERO IL DOVERE DI REPRIMERE CON PENE STABILITE I VIOLATORI DELLA RELIGIONE CATTOLICA, SE NON IN QUANTO CIÒ SIA RICHIESTO DALLA PUBBLICA PACE”. Con tale idea di governo sociale, assolutamente falsa, non temono di caldeggiare l’opinione sommamente dannosa per la Chiesa Cattolica e per la salute delle anime, chiamata deliramento dal Nostro Predecessore Gregorio XVI di recente memoria, cioè “LA LIBERTÀ DI COSCIENZA E DEI CULTI ESSERE DIRITTO PROPRIO DI CIASCUN UOMO, CHE SI DEVE CON LEGGE PROCLAMARE IN OGNI SOCIETÀ BENE COSTITUITA, E ESSERE DIRITTO D'OGNI CITTADINO...DI MANIFESTARE E DICHIARARE I PROPRI PENSIERI QUALI CHE SIANO TANTO A VIVA VOCE, COME PER ISCRITTO, SIA IN ALTRO MODO PALESEMENTE ED IN PUBBLICO”»

Risposta – Il passaggio dal regime della religione di Stato al diritto alla libertà religiosa è stato deciso dalla Chiesa nel Concilio Vaticano II nella pienezza della sua facoltà pastorale affidatale da Cristo. Non bisogna vedere in questa svolta storica niente di scandaloso, ma considerare tale decisione come adatta all’attuale situazione storica di pluralismo religioso e quella che oggi efficacemente consente la diffusione del Vangelo

5.    Lo stesso "Papa" Ratzinger disse che «l'insegnamento sulla libertà religiosa della Dignitatis humanae del Concilio Vaticano II è un «CONTRO SYLLABUS»>, ma poi contraddicendosi, con mentalità hegeliana, disse che «non c'è rottura tra i due insegnamenti e che bisogna applicare l'ermeneutica della continuità»!

Risposta – Benedetto XVI ha voluto riferirsi alla svolta storica di cui sopra. Quando parla di continuità si riferisce alla dottrina, che non cambia, mentre le decisioni pastorali della Chiesa mutano a seconda delle necessità dei tempi.

6.    Tentando così di tenere uniti sulla stessa direzione i modernisti progressisti e i modernisti "conservatori", i Modernisti progressisti affermano in poche parole che il progresso deve essere eterogeneo e non omogeneo perché secondo loro la verità muta con il mutare dei tempi.

Risposta – Bisogna distinguere il modernista dal progressista. Il primo è un eretico; il secondo fa una scelta legittima nel senso del progresso. Conservazione e progresso di per sé si oppongono, ma non è da escludersi la possibilità di congiungerli in una medesima persona per il fatto che di per sé progresso e conservazione sono i due atti del vivente, che si sostengono a vicenda per render possibile l’esercizio della vita. Ora la Chiesa è un’entità vivente che come tale ha bisogno dell’apporto sia del progresso che della conservazione. Essi danneggiano la Chiesa ed entrano in conflitto tra di loro solo se si conserva ciò che è da cambiare o si intende il progresso come sovversione, mutamento dei princìpi o dei valori sacri della tradizione.

7.    I modernisti cosiddetti "conservatori" relativamente in contrasto con i modernisti progressisti affermano, in poche parole, che siccome la verità non muta col mutare dei tempi e che il progresso deve essere omogeneo e non eterogeneo allora quelle proposizioni apparentemente contraddittorie bisogna leggerle in continuità e alla luce dell'immutabile ed integrale Dottrina Divino-Cattolica, ma di fronte ad una reale opposizione tra un insegnamento del Magistero precedente al concilio vaticano II e tra l'insegnamento del "Magistero" del concilio vaticano II e post concilio, bisogna chiudersi gli occhi e dire che c'è continuità anche a costo di essere ipocriti e menzogneri.

Risposta – Sono stato accusato dai filolefevriani di chiudere gli occhi al contrasto esiste fra il Magistero preconciliare e quello postconciliare, ma io ho scritto un libro apposta Progresso nella continuità (Edizioni Fede&Cultura, Verona 2011, oltre a chiarire queste cose nei miei scritti da quarant’anni.

8.    IL MODERNISMO DUNQUE VA RIFIUTATO! ALLORA LA SOLUZIONE QUAL'É?

1)    DI CERTO NON È LA SOLUZIONE PROPOSTA DA MONSIGNOR LEFEBVRE E DI TUTTI I FALLIBILISTI, PERCHÉ EGLI (LORO), PUR RICONOSCENDO GIUSTAMENTE LA REALE OPPOSIZIONE TRA QUESTE DUE PROPOSIZIONI ([A] CONTRO [B], [B] CONTRO [A]) TUTTAVIA RICONOSCE (RICONOSCONO) L'AUTORITÀ PETRINA AI "PAPI" MODERNISTI CADENDO, VOLENTI O NOLENTI, NEL FALLIBILISMO PAPALE (IL PAPA [E QUINDI GESÙ CRISTO: «CHI ASCOLTA VOI ASCOLTA ME»] POTREBBE SBAGLIARE, NEI SUOI INSEGNAMENTI E DEFINIZIONI PRESENTATI COME MAGISTERO ORDINARIO UNIVERSALE [QUESTA È ERESIA]; IL PAPA [E QUINDI GESÙ CRISTO...] POTREBBE DARE UN RITO CATTIVO E NOCIVO PER LE ANIME, ETC...), E CADENDO NELLA MENTALITÀ SCISMATICA (DISOBBEDISCONO DALLA MATTINA ALLA SERA A COLUI CHE LORO RICONOSCONO COME VERO E LEGITTIMO PAPA!!!).

Risposta – I Papi del postconcilio, in quanto hanno esercitato l’ufficio di maestri della fede, non hanno mai sbagliato e non possono sbagliare perché in quanto Papi fruiscono del carisma dell’infallibilità dottrinale assicurato da Cristo a Pietro. Non occorre quindi ricorrere all’ipotesi blasfema che Cristo abbia ingannato Pietro per riconoscere che anche i Papi del postconcilio sono infallibili.

9. 2) DI CERTO NON È LA SOLUZIONE PROPOSTA DAL SEDEVACANTISMO SIMPLICITER PERCHÉ ESSI PUR RICONOSCENDO GIUSTAMENTE LA REALE OPPOSIZIONE TRA QUESTE DUE PROPOSIZIONI E PUR RICONOSCENDO CHE I "PAPI" MODERNISTI NON SONO VERI E LEGITTIMI SUCCESSORI DI SAN PIETRO, TUTTAVIA, NON ACCETTANDO LA DISTINZIONE MATERIALITER-FORMALITER APPLICATA AL PAPATO, VANNO, VOLENTI O NOLENTI, CONTRO IL CAPITOLO 2 DELLA PASTOR AETERNUS DI PAPA PIO IX DEL CONCILIO VATICANO PRIMO, E LOGICAMENTE ED INESORABILMENTE SCIVOLANO NEL CONCLAVISMO (CONCLAVE NON CANONICO = CHE È CERTAMENTE INVALIDO SIA MATERIALITER CHE FORMALITER!)

Risposta – I sedevacantisti sono scismatici non perché «conclavisti», ma perché negano la legittimità dell’attuale Pontefice Papa Francesco, benché riconoscono in linea di principio l’infallibilità pontificia. La distinzione fra Papa formalmente infallibile Papa materialmente infallibile, proposta dal Guérard des Lauriers è fasulla, perché vorrebbe salvare capra e cavoli ammettendo la possibilità che un Papa sbagli («materialmente») pur restando infallibile («formalmente»).

10. 3) LA SOLUZIONE GIUSTA, L'UNICA SOLUZIONE VERAMENTE CATTOLICA, È QUELLA DI NOI TESISTI (TESI DI CASSICIACUM) SOLUZIONE PROPOSTA DA MONSIGNOR GUERARD DE LAURIERS E CONTINUATA DALL'ISTITUTO MATER BONI CONSILII DI CUI IL SUPERIORE È IL SACERDOTE CATTOLICO DON FRANCESCO RICOSSA. PERCHÉ? PERCHE TALE SOLUZIONE NON SI PONE COME UNA MEZZA VERITÀ, MA COME VERITÀ TRA ERRORI OPPOSTI!

Risposta – La tesi di Cassiciacum è falsa perché suppone che il Concilio contenga delle eresie che i Papi del postconcilio abbiano fatte proprie queste eresie.

11. 3.1) PERCHÉ LA VERITÀ NON MUTA COL MUTAR DEI TEMPI (QUINDI SIAMO CONTRO I MODERNISTI PROGRESSISTI)

Risposta – Il Concilio non ha affatto fatta propria la tesi modernistica della mutabilità della verità, per cui non apporta alcun mutamento ai dogmi, alle dottrine della tradizione e del Magistero, anzi, ribadisce e afferma vigorosamente l’immutabile del deposito della fede, che i Papi del postconcilio si curano di conservare, trasmetterci, custodire e, spiegare.

Il Concilio propone opportuni e provvidenziali mutamenti nell’ambito delle leggi canoniche positive, della pastorale onde renderla adatta al nostro tempo, nel linguaggio, onde renderlo comprensibile agli uomini di oggi.

Propone inoltre mutamenti migliorativi nel sapere teologico, stimolando la ricerca e il progresso nella conoscenza delle verità di fede e nel trarre da esse nuove e migliori applicazioni pratiche per una crescita, un aumento e un avanzamento nella carità e nella santità della Chiesa e delle singole anime.

12. 3.2) PERCHÉ DI FRONTE A PROPOSIZIONI OPPOSTE (COME AD ESEMPIO QUESTE ILLUSTRATE NEL MIO ARTICOLO [A CONTRO B; B CONTRO A), NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OCCHI, NÉ ESSERE IPOCRITI, NÉ MENTIRE! LA ROTTURA OGGETTIVAMENTE C'È! NON SI POSSONO ABBRACCIARE, PROMUOVERE, DIFENDERE ENTRAMBE LE PROSIZIONI: «A» e «B»; ma o una cosa: «A», o l'altra: «B»! Se li professo entrambi significa, per principio, che li rifiuto entrambi; se li rifiuto entrambi per principio, significa che rifiuto anche l'insegnamento vero e corretto: «A»! Devo dunque abbracciare, professare, promuovere e difendere solamente ed esclusivamente «A» andando contro B, perché il Divin Maestro, Nostro Signore Gesù Cristo, ci insegna e comanda nel Vangelo: «il vostro parlare sia "sì, sì; no, no"; il di più viene dal maligno»; «Non potete servire due padroni»! Gesù Cristo quindi ci proibisce la contraddizione e l'incoerenza, e ci proibisce di seguire e servire la verità e allo stesso tempo l'errore! Ma ci comanda solo ed esclusivamente di conoscere, abbracciare, amare, professare, divulgare e difendere la verità! «<Chi non è con Me, e contro di Me!» (insegna Nostro Signore Gesù Cristo nel Vangelo). E San Paolo Apostolo insegna nel Nuovo Testamento: «<date ragioni della vostra Fede»>! ma se si accetta, si promuove, e si difende la contraddizione, si va sia contro la luce Divina e Soprannaturale della Fede, e sia contro la luce naturale della ragione! (QUINDI SIAMO CONTRO I MODERNISTI "CONSERVATORI").

Risposta – I princìpi dell’essere, del pensare e del parlare enunciati dal Lettore sono fondamentali, innegabili, assolutamente veri, indubitabili, inconfutabili, incontrovertibili e irrinunciabili. Ma il guaio è che li applica male o a sproposito. Accusare il Concilio e i Papi del postconcilio di violarli in materia di ragione e di fede vuol dire mancare di fede cattolica, la quale ci dice che le dottrine di un Concilio o di un Papa, quando insegna alla Chiesa ex cathedra, ossia dalla catte5redra di Pietro, come maestro della fede, è infallibile e non serve al demonio ma allo Spirito Santo.

13. 3.3) PERCHÉ UN VERO E LEGITTIMO PAPA È INFALLIBILE, ED È IMPOSSIBILE CHE EGLI ERRI NEGLI INSEGNAMENTI E DEFINIZIONI IN MATERIA DI FEDE E MORALE NELL'ESERCIZIO DEL SUO MAGISTERO STRAORDINARIO O ORDINARIO UNIVERSALE ED È IMPOSSIBILE CHE UN VERO E LEGITTIMO PAPA DIA AI SUOI FIGLI UN RITO CATTIVO E NOCIVO ETC... (QUESTA NON È NOSTRA INVENZIONE, MA INSEGNAMENTO DELL'INFALLIBILE MAGISTERO DELLA CHIESA! CF. CONCILIO VATICANO PRIMO, SATIS COGNITUM DI PAPA LEONE XIII, CATECHISMO DI PAPA SAN PIO X). INOLTRE AD UN VERO E LEGITTIMO PAPA (Papa formaliter), È ASSOLUTAMENTE NECESSARIO ESSERE SEMPRE SOTTOMESSI CON L'OBBEDIENZA, ALTRIMENTI SI CADE NELLO SCISMA...! (QUINDI SIAMO CONTRO I LEFEBVRIANI, E CONTRO CHI LA PENSA COME LORO!).

Risposta – Mi compiaccio nel constatare che il Lettore accetta il dogma dell’infallibilità pontificia. Ma il suo errore non sta qui. Il suo errore è quello di accusare di eresia le dottrine del Concilio e il Magistero dottrinale dei Papi del postconcilio considerandoli Papi illegittimi.

14. 3.4) PERCHÉ NOI TESISTI NON RICONOSCIAMO L'AUTORITÀ AI "PAPI" MODERNISTI IN QUANTO MOSTRANO IN FORO ESTERNO DI NON AVERE L'INTENZIONE OGGETTIVA ED ABITUALE DI PERSEGUIRE IL FINE-BENE DELLA CHIESA, IN QUANTO INSEGNANO ERESIE OSANDO PRESENTARLE ADDIRITTURA COME INSEGNAMENTO DEL "MAGISTERO ORDINARIO ED UNIVERSALE". E PERTANTO, LA NOSTRA "DISOBBENZA" NON È MANCANZA DI SOTTOMISSIONE AL PAPA, PERCHÉ I "PAPI" MODERNISTI NON SONO IN REALTÀ DEI VERO E LEGITTIMI SUCCESSORI DI SAN PIETRO (PAPI FORMALITER), MA SONO SOLTANTO DEI "PAPI" MATERIALITER, CHE IN QUANTO DESIGNATI IN CONCLAVE, OCCUPANO SOLTANTO MATERIALMENTE LA SEDE PETRINA. NOI TESISTI APPLICHIAMO LA DISTINZIONE MATERIALITER-FORMALITER AL PAPATO, COME È GIUSTO E DOVEROSO, E AFFERMIAMO, COME È GIUSTO E DOVEROSO.

Risposta – È dogmaticamente impossibile e storicamente falso e mai avvenuto che un Papa nell’esercizio del suo ufficio di maestro e dottore della fede insegni o abbia mai formalmente ed intenzionalmente insegnato un’eresia.

15. CHE NON MANCHERÀ MAI NELLA CHIESA LA «MATERIA APTA», NÉ DEI DESIGNATORI CANONICAMENTE DESIGNATI ATTI A DESIGNARE CANONICAMENTE...E CHE NON MANCA E NON MANCHERÀ MAI IL FORMALITER, IN QUANTO È SEMPRE PRESENTE IN CRISTO CHE É IL CAPO INVISIBILE DEL SUO CORPO MISTICO, SEMPRE PRONTO A DARE IL PAPATO FORMALITER AL "PAPA" MATERIALITER (QUINDI DESIGNATO CANONICAMENTE IN CONCLAVE), PURCHÉ NON VENGA MESSO OSTACOLO, DA PARTE DEL SOGGETTO DESIGNATO, ALLA RICEZIONE DEL PAPATO FORMALITER (COSA CHE STA AVVENENDO DAL CONCILIO VATICANO II AD OGGI).

E SICCOME NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO HA DETTO: «IO SONO VOI TUTTI I GIORNI FINO ALLA FINE DEL MONDO»>, E SICCOME HA PROMESSO CHE LE PORTE DELL'INFERNO NON PREVARRANNO CONTRO LA SUA CHIESA, ECCO CHE ALLORA, PRIMA O POI, SPERIAMO PRESTO, CI SARANNO CONVERSIONI IN COLORO CHE SONO ATTI A DESIGNARE CANONICAMENTE, VERRA RIMOSSO L'OSTACOLO, E IL MATERIALITER E IL FORMALITER (PRESENTI ENTRAMBI, MA ATTUALMENTE E PROVVISORIAMENTE DIVISI DALL'OSTACOLO) SI RIUNIRANNO E TUTTO RIENTRERÀ IN ORDINE! NOI CREDIAMO NELLA PROMESSA DIVINA!

Risposta – Ma la promessa divina si è realizzata nell’evento del Concilio e nei Papi del postconcilio regolarmente e legittimamente istituiti. Voler accusare di eresia il Concilio e i Papi del postconcilio suppone invece l’incredulità nella promessa di Cristo di assistere Pietro nella predicazione della verità. Se crediamo che il Concilio e i Papi del postconcilio non ci hanno o insegnato la verità è come accusare Cristo di averci ingannati o di essersi sbagliato.

 16. LA NOSTRA POSIZIONE, DUNQUE, È CATTOLICISSIMA, ED OFFRE L'UNICA SOLUZIONE CATTOLICA POSSIBILE PER AFFRONTARE E SUPERARE CATTOLICAMENTE, E CON L'AIUTO SOPRANNATURALE DI DIO, LA SITUAZIONE CHE STIAMO VIVENDO (È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI) DAL CONCILIO VATICANO II AD OGGI!

Risposta – La vostra posizione non è affatto cattolica ma scismatica per non dire eretica, perché non è conforme alla fede cattolica supporre che nell’attuazione di un Concilio Ecumenico o nell’elezione di un Papa non sia efficacemente presente o attivo lo Spirito Santo nell’elargire ai Padri del Concilio e all’eletto dal Conclave il dono dell’infallibilità sia per quanto riguarda le dottrine del Concilio che per quanto riguarda il Magistero del Papa.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 22 luglio 2024




Immagine da Internet: 

16 commenti:

  1. Nei commenti sul suo facebook su questo stesso articolo, lei difende le canonizzazioni come infallibili.
    Ma l'infallibilità delle canonizzazioni non è una dottrina unanimemente accettata. Si prega di leggere il lavoro del suo confratello Daniel Ols o.p. sull'argomento, lo si può trovare facilmente. È, come dice san Tommaso, una pia credenza ma non è stata definita infallibile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Anonimo,
      l’infallibilità della Chiesa nel canonizzare i santi certamente non è un dogma. Il P. Ols intende dire questo. Ma dire che la Chiesa non ha definito dogmaticamente la sua infallibilità nel canonizzare i santi, non vuol dire che di fatto non sia infallibile, perché, se fosse fallibile, potrebbe presentarci dei falsi modelli, che invece di condurci in paradiso ci condurrebbero all’inferno.

      Elimina
    2. È la sua opinione. Altri pensano di no, ed è legittimo. È simile a quello del Limbo. Lo stesso vale per il tema del Papa eretico. Ci sono teologi importanti che lo credono possibile, altri che non lo pensano. Provi a non coprire le sue opinioni con la tela dell'infallibilità, dà un tono un po' compiaciuto. Bisogna essere più umili e intellettualmente onesti.

      Elimina
    3. Caro Anonimo,
      la tesi secondo la quale la Chiesa è infallibile nel canonizzare i santi non è dogma di fede, ma è dottrina comune dei teologi, con ottimo fondamento, perché compito della Chiesa non è solo quello di insegnarci le verità salvifiche, ma anche quello di proporci modelli concreti, poiché noi siamo invogliati ad agire non solo in base alla conoscenza della legge, ma considerando un esempio concreto di applicazione del Vangelo. In secondo luogo non è mai accaduto che la Chiesa si sia smentita dopo avere dichiarato santo qualcuno.

      Elimina
    4. Questo non vuol dire che quando la Chiesa raccomanda qualche Santo approvi nel dettaglio tutti e singoli atti e pensieri del soggetto, perché qui si può trovare qualche cosa che contrasta con la dottrina e con la morale.
      Ciò allora evidentemente significa che l’approvazione da parte della Chiesa riguarda i lati buoni e non i difetti.
      Per esempio, quando la Chiesa ha canonizzato Sant’Agostino, con ciò non ha evidentemente voluto approvare il concubinaggio, nel quale visse prima della conversione. Così Gesù in croce promise il paradiso al ladrone pentito, senza per questo approvare le malefatte precedenti, delle quali il ladrone era pentito.

      Elimina
    5. Caro Anonimo,
      per quanto la questione del limbo, il Catechismo odierno, n. 1261, insegna la speranza che anche i bambini morti senza battesimo vadano in paradiso. Questo significa che qui siamo davanti alla dottrina della Chiesa, per cui la dottrina del limbo non è più ammessa in campo cattolico.

      1261 Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, « il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati » (1 Tm 2,4), e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: « Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite » (Mc 10,14), ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo. Tanto più pressante è perciò l'invito della Chiesa a non impedire che i bambini vengano a Cristo mediante il dono del santo Battesimo.
      https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c1a1_it.htm

      Elimina
  2. Sull'infallibilità nelle canonizzazioni:
    Nel testo che si dà nello Studium del Dicastero per la causa dei Santi per il corso di postulatori, c'è il capitolo scritto da P. Daniel Ols, O.P. "Fondamenti teologici del culto dei Santi" in cui spiega perché le canonizzazioni non sono infallibili.

    https://es.scribd.com/doc/47381315/OLS-Fond-Amen-Ti-Teologici-Del-Culto-Dei-Santi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anzi, oserei dire che la maggior parte dei dottori (da Bellarmino a Billot) affermano che un papa può essere eretico, salvo quando esercita l'infallibilità, ex cathedra. Un'altra cosa è che non sia più papa per questo, come sosteneva san Roberto Belarmino e Cayetano. Ci sono testi chiarissimi. Monsignor Schneider ha pubblicato di recente un articolo molto accessibile a questo proposito, negando la possibilità di deporre un papa per eretico ma sostenendo la possibilità che lo sia.

      Elimina
    2. Caro Anonimo,
      conosco bene il Padre Ols, che è un illustre tomista. Non ho letto il suo articolo, ma so che è un teologo pienamente fedele alla sana dottrina. Per questo sono sicuro che Padre Ols, parlando del giudizio della Chiesa, non può essersi riferito alla sentenza di canonizzazione, ma avrà voluto riferirsi al fatto che tale giudizio non garantisce in quella maniera assoluta, alla quale ho fatto riferimento nella risposta precedente.
      Quello che la Chiesa di assicura è che quella persona è un modello di santità, anche se ha raggiunto questa condizione morale alla fine della vita, e gode della visione beatifica.

      Elimina
    3. Caro Anonimo, come ho avuto modo di spiegare più volte in questi ultimi tempi, la Nota Dottrinale della CDF alla Lettera Apostolica Ad Tuendam Fidem del 1998, chiarisce il dogma del Concilio Vaticano I, nel senso che spiega che il Papa insegna la verità di fede non soltanto al I grado di autorità, ossia quello massimo, quello che il Concilio chiama “infallibilità ex-cathedra”, ma anche agli altri due gradi inferiori, cioè al II e III grado.
      https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_1998_professio-fidei_it.html
      Per quanto riguarda le ipotesi del Gaetano, del Bellarmino e del Billot, non sono ipotesi che fanno riferimento ad una reale possibilità, ma sono ipotesi puramente accademiche di logica formale, sono esercizi scolastici, dove si prescinde dalla verità della premessa e si dice: “Se un Papa fosse eretico, perderebbe la sua autorità”. La conclusione è evidente, ma la premessa è falsa.
      Ma il fatto è che è impossibile che un Papa sia eretico, perché altrimenti dovremmo dire che Cristo ci ha ingannati quando ha istituito Pietro come Capo della Chiesa con l’0incarico di confermare i fratelli nella fede.

      Elimina
    4. Sì, detto questo, la sua parte pigra è l'esacerbazione del dogma dell'infallibilità, che nessun autore sostiene. È tipico dell'ultramontanismo post-Vaticano I. Nemmeno Billot sostiene queste posizioni. ...è difficile abbandonare i pregiudizi.

      Elimina
    5. Caro Anonimo,
      le ho già detto e le ripeto che è sufficiente leggere la Nota Dottrinale della CDF alla Lettera Apostolica Ad Tuendam Fidem di San Giovanni Paolo II del 1998. In essa si esclude assolutamente che in tutti e tre i gradi d’autorità il Papa possa sbagliare.
      La differenza fra i tre gradi sta soltanto nel fatto che la Chiesa propone una graduatoria relativamente all’importanza della dottrina e all’accento più o meno forte che la Chiesa vuol dare alla proclamazione di una data dottrina. L’errore dell’ultramontanismo consisteva nel ritenere il Papa infallibile anche nella pastorale. Viceversa il carisma dell’infallibilità riguarda soltanto la dottrina e non la pastorale.
      Le faccio presente che Billot ha operato molto tempo prima del Concilio Vaticano II e quindi molti anni prima della Ad Tuendam Fidem. Per avere oggi una visuale completa dell’autorità dottrinale del Papa, non basta il Vaticano I, ma occorre tenere presente il suddetto Documento di San Giovanni Paolo II.

      Elimina
  3. La sua lettura dell'Ad Tuendam è completamente fondamentalista e retrograda. Da nessuna parte il documento dice che nei tre gradi di autorità si compromette l'infallibilità. Tutti gli autori postconciliari al Vaticano I hanno fissato con molta limitazione quando si compromette il carisma dell'infallibilità. Per questo deve fare contorsioni (notate da molti commentatori) per truccare il cadavere e far dire a Bergoglio il contrario di ciò che dice, con giustificazioni striminzite all'assurdità. Essere negatore non è mai buono, e tanto meno per un filosofo.
    Detto questo: è difficile abbandonare i pregiudizi (San Tommaso direbbe le abitudini intellettuali) e più a una certa età, per quanto rispettabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Anonimo,
      per essere precisi, la nostra discussione verte sulla Nota dottrinale della CDF, in appendice all’Ad Tuendam Fidem: https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_1998_professio-fidei_it.html.

      Per quanto riguarda l’uso della parola infallibilità, convengo che è solo al I grado (n.5) che il Documento parla di infallibilità.
      Per quanto riguarda il II grado (n. dal 6 a 9) il Documento parla di verità che “possono essere infallibilmente insegnate dal magistero ordinario ed universale della Chiesa come sententia definitive tenenda.
      Per quanto riguarda il III grado (n. 10) il Documento si esprime così: “A questo comma appartengono tutti quegli insegnamenti — in materia di fede o morale — presentati come veri o almeno come sicuri, anche se non sono stati definiti con giudizio solenne né proposti come definitivi dal magistero ordinario e universale.”
      Il fatto che qui non venga usata la parola infallibilità non significa nulla. Dato che si tratta di materia di fede e di morale, è ovvio che il Documento parla di insegnamenti veri o almeno sicuri.

      Faccio presente che la parola infallibilità significa semplicemente che una volta che la Chiesa ha proclamato una verità, anche a questo III grado, questa verità è immutabile e non può essere smentita.
      Il dogma del Vaticano I si ferma solo al I grado e non entra nella questione della veridicità dei due gradi inferiori. Siccome col Concilio Vaticano II i rahneriani hanno cominciato a negare la possibilità che il Papa insegni la verità anche nei due gradi inferiori, San Giovanni Paolo II, facendo aggiungere la suddetta Nota alla Ad Tuendam Fidem, ci ha fatto chiaramente capire che il Papa non si sbaglia anche nei due gradi inferiori.

      Elimina
    2. Sì, JP II sta definendo in una nota chiarificatrice di valore ermeneutico che è infallibile in altre materie come la definizione solenne di un Concilio dogmatico... per favore non sia ridicolo.

      Elimina
    3. Caro Anonimo,
      lei non ha capito niente delle spiegazioni che ho dato.
      Non ho affatto detto che il Papa è infallibile al II e III grado allo stesso modo col quale lo è in una definizione solenne di un nuovo dogma.
      Ho detto semplicemente, e lo ripeto per l’ennesima volta, che il Papa insegna sempre la verità non soltanto al I grado, ma anche agli altri due.
      Le ho detto e le ripeto che la differenza tra i tre gradi non sta nel fatto che il Papa insegni la verità in materia di fede e di morale solo nel I grado e possa sbagliare nel II e III grado, ma questa differenza consiste nella differente importanza della materia trattata e nel differente accento col quale viene trattata.

      Elimina

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.