Non omnes salvantur
Che cosa significa questa dottrina della Chiesa?
Dio offre a tutti la salvezza, ma è libero di fare le sue preferenze
Dio, nello scegliere i suoi eletti non fa preferenze di persone, ma è libero di preferire e prediligere chi vuole, non fa accezione di persone, perché non teme nessuna creatura né ha da ingraziarsi nessuno, non va a simpatie perché è sommamente imparziale ed equanime nel giudizio, non fa discriminazioni, perché è mosso da un criterio di discernimento sapientissimo, ma tratta tutti con giustizia e con giustizia proporzionale.
Dio sceglie coloro che salva. Suscita in essi lo stesso atto del loro libero arbitrio, per il quale loro a loro volta, sorretti dalla grazia, scelgono Lui come fine ultimo della loro vita. Come dice il Concilio Vaticano II:
«Tutti gli eletti il Padre fino dall’eternità “li ha conosciuti nella sua prescienza e li ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinchè Egli sia il primogenito di una moltitudine di fratelli” (Rm 8,29)» (LG 2).
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Questo desidera Dio dall’uomo e a ciò Dio destina l’uomo, pur lasciandolo libero di scegliere. Non tanto i disobbedienti o gli ingiusti, quanto piuttosto gli innamorati infedeli sanno che cosa è l’inferno. L’inferno è la vendetta dell’amore tradito.
Questa forza terribile dell’amore è ben rappresentata dal sommo Poeta in questa terzina dell’Inferno che parla di una scritta posta all’ingresso dell’inferno: «Giustizia mosse il mio alto fattore, fecemi la divina podestate, la somma sapienza e ’l primo amore» (Inf., III, 4-6).
Il fuoco dell’inferno è la fiamma dell’amore divino odiata da chi odia l’amore. L’atteggiamento di Dio verso il dannato, più che essere quello del giudice soddisfatto e dell’offeso che si è vendicato, è quello dell’amate respinto.
La morte infernale è la paga dell’amore negato, è lo scotto di chi odia l’Amore. «Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco» (Ct 8,6). «Forte come la morte» vuol dire che il dannato subisce, nella fiamma dell’inferno, in cambio dell’amore tradito e abbandonato, la violenza della morte infernale, equivalente, alla rovescia, alla forza della fiamma dell’amore.
Tuttavia, come precisa il Cantico, «le grandi acque non possono spegnare l’amore, né i fiumi travolgerlo» (v.7). L’odio non può vincere l’amore. La morte non può né vincere né spaventare l’amore, che si acquista a prezzo della morte. È l’amore che accettando la morte, vince la morte e fa trionfare l’amore: Mors et Vita duello conflixere mirando: Dux Vitæ mortuus, regnat vivus.
- La porta dell'Inferno, William Blake