Giovanni il Teologo
Il discepolo che Gesù amava
(Gv 21,7.20)
Dio è libero di prediligere chi vuole
Un buon maestro ama tutti i suoi discepoli, ma tra questi ama maggiormente coloro che maggiormente lo ascoltano, capiscono, apprezzano e approfondiscono la sua dottrina e lo amano più degli altri. Così ha fatto Gesù: ha dotato Giovanni figlio di Zebedeo di un eminente dono di intelligenza e di amore, che gli ha consentito di comprendere ed apprezzare i segreti più reconditi della dottrina del Maestro, i dati più sublimi della Rivelazione, le esigenze più alte del Vangelo, l’aspetto più profondo della personalità di Cristo.
Nel suo Vangelo, nelle Lettere e nell’Apocalisse ha preso nota di insegnamenti del Maestro che agli altri Evangelisti erano sfuggiti o apparsi incomprensibili o comunque non degni di speciale interesse, un po’ come capita per tanti, anche persone buone ed amanti di Dio, i quali però non si sentono attratti da scienze come la filosofia, la metafisica o la teologia, non sentono il bisogno o non hanno la capacità di salire a quel difficile ed astratto livello speculativo, perché per loro sono sufficienti nozioni morali e religiose più comuni, ordinarie, elementari e di base e più alla loro portata.
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Solo Giovanni annuncia che noi in Cristo siamo figli di Dio destinati in cielo a vedere Dio così com’È (I Gv 3,1-2).
Giovanni fra gli Evangelisti è quello che maggiormente si eleva più in alto, ma nel contempo è quello più attento alla concretezza della temporalità, del dettaglio e dei particolari, testimonianza nella sua spiritualità di quanto aveva assorbito nella sua vita il mistero dell’Incarnazione che congiunge l’infinitamente grande con l’immensamente piccolo, il cielo con la terra, lo spirito con la materia, l’uomo con Dio.
Immagine da Internet:
- San Giovanni Evangelista, Vladimir Lukič Borovikovskij