La metafisica di Gesù
Presento ai Lettori lo schema di un libro che pubblicai nel 2014, dedicato a illustrare una cosa alla quale finora non si era mai pensato e cioè presentare quella che si potrebbe chiamare “la metafisica di Gesù”.
Di che cosa si tratta? Si tratta di una serie di sentenze o di avvertimenti che Gesù, secondo la narrazione evangelica, ci presenta e che riguardano il senso dell’esistenza, il bene e il male, la questione della verità, il valore del creato, i principi del sapere umano, il rapporto del mondo con Dio e gli angeli. La metafisica di Gesù riprende la tradizione sapienziale dell’Antico Testamento.
Potremmo domandarci che rapporto c’è tra questa metafisica di Gesù e quella di Aristotele. San Tommaso d’Aquino si è accorto di una profonda somiglianza tra la sapienza di Gesù e quella di Aristotele. Egli ha notato che mentre Aristotele sviluppa le forze della ragione e si ferma qui, perché non era in possesso di alcuna rivelazione divina, Gesù, Figlio di Dio, Verbo del Padre, ci dona una sapienza che scende dall’alto e quindi è tale da completare e sublimare quella di Aristotele.
La metafisica di Gesù, a somiglianza di quella di Aristotele, valorizza la ragione umana, che è possesso di tutti gli uomini, e quindi favorisce il dialogo tra i fedeli delle diverse religioni, stimolando nel contempo questi fedeli a fare attenzione ai dati della rivelazione cristiana, che Dio vuole comunicare a tutti gli uomini per la loro salvezza.
Inoltre la metafisica di Gesù, come quella di Aristotele, costituisce un sapere universale, che come tale è capace di dare ragione di tutte le scienze, in modo tale che i loro cultori hanno la possibilità di collaborare tra di loro per il bene dell’umanità e per favorire la sua crescita spirituale in ordine al Regno di Dio.
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Dal Libro del 2014, pubblicato dalle Edizioni di L’Isola di Patmos, Roma:
GIOVANNI CAVALCOLI: «GESÙ CRISTO FONDAMENTO DEL MONDO: INIZIO, CENTRO E FINE ULTIMO DEL NOSTRO UMANESIMO INTEGRALE»
Il concetto di Cristo fondamento del mondo, racchiude le altezze più sublimi del Santo Padre e Dottore della Chiesa Agostino vescovo d’Ippona: il Christus totus. Come ripeterà infatti il Sommo Pontefice Benedetto XVI nel corso del suo ministero apostolico: Cristo non è una parte dell’esperienza umana, ma la nostra totalità. Egli è l’inizio, il centro e il fine ultimo del nostro umanesimo integrale. E fu proprio su queste premesse teologiche che l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Cardinale Joseph Ratzinger, pubblicando su disposizione del Santo Pontefice Giovanni Paolo II la esortazione Dominus Jesus, ribadì questa totalità, in aperta contrapposizione a un male inteso ecumenismo e a un male inteso dialogo inter-religioso, ma soprattutto in contrapposizione al relativismo.
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Introduzione e Indice:
Introduzione
Che cosa è la metafisica
Riconosco di non aver mai incontrato, in cinquant’anni di studi filosofici e teologici, questa espressione. Ma ciò non vuol dire che essa in qualche modo non sia possibile, legittima ed anzi utile e doverosa.
A qualcuno invece può sembrare inopportuno, sconveniente o addirittura offensivo per il Vangelo associare Cristo alla metafisica. Può sembrare una forzatura, una profanazione, un segno di meschino razionalismo, un insulto alla fede, un arido intellettualismo, un far perdere al Vangelo il suo orizzonte trascendente, mistico e religioso, un ridurre ed abbassare Cristo alle ristrette e relative misure della mente umana.
Ma chi la pensa così in realtà non sa né che cosa è la metafisica né forse neanche che cosa è il Vangelo. Si tratta invece di prender coscienza del fatto importantissimo, in ordine alla nostra stessa salvezza, che alcuni insegnamenti di Cristo - non tutti e neanche i più importanti - hanno in realtà un contenuto e un valore metafisico.
Chiariamo però che cosa s’intende per “metafisica”. Di questa parola si è molto abusato[1], per cui è facile l’equivoco e si può capire che certi spiriti onesti ma non informati, abbiano in antipatia la metafisica. Se si vende una bottiglia con l’etichetta “Barolo”, ma si tratta di vinaccio, è facile che qualcuno disprezzi il “barolo”.
Qualcosa del genere è avvenuto lungo i secoli per la metafisica. Occorre pertanto innanzitutto spiegare che cosa essa è veramente e gli spiriti onesti non potranno non rallegrarsi e innamorarsi della metafisica. Diverso invece è il caso di chi sa che cosa essa è e la rifiuta. Costui non è una persona stimabile e non può essere un vero cristiano. A tal fine non è necessario essere dei metafisici, ma occorre almeno aver stima per la metafisica. Lo afferma la Chiesa stessa.
Per capire che cosa è la metafisica, occorrono alcune considerazioni previe. Esiste nell’animo umano una naturale propensione alla conoscenza e all’accoglienza della verità, una naturale certezza della sua esistenza, e una naturale inclinazione alla bontà, alla ricerca ed alla pratica del bene. Tutti sanno che il sapere è cosa buona e desiderabile e che è bene quindi adoperarsi per acquistare il sapere. Il problema semmai è di sapere quali son le cose più importanti da sapere. E’ qui che il cammino verso la metafisica, che suppone l’amore per le “cose di lassù” (Col 3,1), può restare bloccato, perchè l’uomo può credere che sia sufficiente conoscere le cose di questo mondo.
Indice
Introduzione
a. Che cosa è la metafisica
b. Ostacoli alla metafisica
c. Perchè la metafisica è appoggiata dalla Chiesa
d. In che senso si può parlare di una metafisica di Gesù
e. L’ambito della metafisica
f. La metafisica e la teologia
g. La metafisica di Gesù è la sana espressione della ragione naturale
h. Il danno fatto da Lutero e il suo rimedio
1. Il bisogno supremo di Lutero
2. La psicologia di Lutero
3. Un teologo contro il Magistero della Chiesa
4. Il disprezzo per la metafisica
5. Il Dio di Lutero
6. Il valore della metafisica
7. Sola gratia
8. La questione della transustanziazione
9. La tragedia di fondo
10. L’abbandono del ministero della penitenza
I. La sapienza metafisica
1. Natura della sapienza
2. Il giudizio metafisico
3. L’umiltà come principio della metafisica
4. La superbia come ostacolo alla metafisica
II. L’oggetto della sapienza metafisica
1. Le cose della terra e quelle del cielo
2. I princìpi dell’ente
a. essenza ed essere
b. L’analogia dell’ente
c. L’atto e la potenza
d. Il possibile e l’impossibile
e. Il predicato dell’essere
f. Essere ed esistere
g. L’esistenza di Dio
h. Gli attributi divini
i. Dio è l’Ipsum Esse, ma trascende l’essere così come noi concepiamo l’essere
III. Il metodo della metafisica
IV. I princìpi della metafisica
Introduzione
1. Il principio di non-contraddizione
2. Il principio di causalità
a. Che cosa è la causa e come funziona
b. La causa creatrice
c. Come Gesù vede la causalità
d. La questione del caso
3. Il principio di finalità
V. La metafisica comune ovvero le proprietà trascendentali dell’ente
Introduzione
1. Reale ed ideale
a. Le due forme dell’esistere
b. Il nulla
2. L’uno e i molti
3. Il determinato e l’indeterminato
4. Il vero e il falso
5. L’essere e l’apparire
6. Conoscenza e coscienza
7. Il bene e il male
a. Il bene trascendentale e il bene morale
b. I gradi del bene
c. Il mistero del male
d. Il peccato
8. I gradi dell’ente
9. Partecipazione e pienezza
a. La pienezza dell’essere
b. L’essere per partecipazione
c. Tipi di partecipazione
d. La partecipazione nel pensiero di Gesù
10. Il bello e il brutto
a. Nozione del bello
b. Gesù e la bellezza
VI. La metafisica inferiore (ens ut ens)
Introduzione
1. Il mondo
a. Il mondo in sé
b. Questo mondo
c. La fine del mondo
d. Prima del mondo
2. La sostanza e gli accidenti
a. Definizioni
b. Concezioni errate della sostanza
c. Il discernimento della sostanza
d. Come Gesù vede la sostanza
3. L’uomo
a. Visione metafisica dell’uomo
b. Interesse di Gesù per l’uomo
c. Gesù alla guida dell’uomo
4. Il relativo e l’Assoluto
a. L’essenza della relazione
b. Essenza dell’assoluto
c. La relazione di Dio col mondo
d. Il rapporto tra relativo ed assoluto
e. Il personalismo relazionista
f. L’insegnamento di Cristo
5. Spazio e regno di Dio
a. L’essenza dello spazio
b. L’ente nello spazio
c. La concezione kantiana dello spazio
d. Lo spazio nella visione di Gesù
e. La diffusione del Vangelo
f. L’espansione del regno di Dio
6. Tempo ed eternità
a. Essenza del tempo
b. La qualità del tempo
c. Concezione del tempo in Gesù
d. Gesù Eterno Signore del tempo
e. Vita temporale e vita eterna
f. Essenza della vita
g. Essere e divenire
h. La visione beatifica
VII. La metafisica superiore (ens summum)
1. Lo spirito e la materia
a. La materia prima
b. Come Gesù intende lo spirito
c. Anima e corpo
d. La nozione metafisica di “forma”
e. L’anima come forma del corpo
f. La possibilità della risurrezione del corpo
2. Gli angeli
a. La questione dell’esistenza degli angeli
b. La dignità dell’intelletto
c. Prove dell’esistenza degli angeli
d. Gli angeli e la cultura di oggi
e. Le condizioni della spiritualità angelica
f. Alcune questioni
g. La dottrina di Cristo sugli angeli
3. La creazione
a. Il Dio che rende possibile la creazione
b. Meriti e limiti di Aristotele
c. Il concetto di creazione
d. Dio rende partecipe il mondo del suo essere divino
4. L’Essere sussistente (“Io Sono”)
Conclusione
Dal Libro del 2014, pubblicato dalle Edizioni di L’Isola di Patmos, Roma
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P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 19 ottobre 2024
Per capire che cosa è la metafisica, occorrono alcune considerazioni previe. Esiste nell’animo umano una naturale propensione alla conoscenza e all’accoglienza della verità, una naturale certezza della sua esistenza, e una naturale inclinazione alla bontà, alla ricerca ed alla pratica del bene. Tutti sanno che il sapere è cosa buona e desiderabile e che è bene quindi adoperarsi per acquistare il sapere. Il problema semmai è di sapere quali son le cose più importanti da sapere. E’ qui che il cammino verso la metafisica, che suppone l’amore per le “cose di lassù” (Col 3,1), può restare bloccato, perchè l’uomo può credere che sia sufficiente conoscere le cose di questo mondo.
Immagine da : https://isoladipatmos.com/novita-gesu-cristo-fondamento-del-mondo-inizio-centro-e-fine-ultimo-del-nostro-umanesimo-integrale/
[1] Se leggiamo certe opere pur di successo o famose , potremmo dire dei classici, che portano il titolo “metafisica” o si presentano come trattati di “metafisica”, siano esse di Cartesio, di Kant, di Heidegger o di Jaspers o di Bontadini, non è per la verità che possiamo farci un’idea esatta di cosa è veramente la metafisica, perché questa “metafisica” manca della sua impostazione realistica, adattabile al realismo biblico e quindi alla fede, e invece appare come una riflessione sul proprio io e sulle proprie idee considerati per se stessi senza rapporto alla realtà esterna, quando invece la vera metafisica perviene certo all’interiorità (in teipsum redi), ma partendo dall’esperienza delle cose, poiché anch’esse entrano nell’orizzonte dell’essere o del reale, che è il vero oggetto della metafisica.
Carissimo p. Giovanni mi sto sempre più rendendo conto che stiamo vivendo un tempo storico segnato dalla crisi, dallo smarrimento e dallo spaesamento nei diversi campi della vita sociale e culturale del nostro Paese e in generale nel mondo cosiddetto europeo e ritengo che la causa vada cercata in un progressivo abbandono, se non in molti casi di un rifiuto, della riflessione metafisica che caratterizza la fine della modernità e la crisi delle nozioni di “verità” e di “fondamento”. Si parla sempre più diffusamente di post-moderno, di post-umanità che esprime l’accettazione della perdita di senso dell’esistenza e la definitiva rinuncia al fondamento. Il pensiero rinuncia a cercare e si alleggerisce in questa condizione di rinuncia. Come ha scritto G. Vattimo, «non vi è alcun fondamento per credere al fondamento, e cioè al fatto che il pensiero debba fondare».
RispondiEliminaRitengo in questo contesto, urgente recuperare e ripresentare la metafisica aristotelica-tomista l’unica che possa permetterci di entrare in un corretto rapporto con la realtà in cui viviamo, perché la realtà stessa non dipende dal nostro pensiero, non è un suo prodotto, in quanto essa stessa è dotata di una sua verità che consente alla nostra ragione di conoscere.
Questo recupero è mosso da un profondo desiderio di conoscenza che ritengo presente in ciascuno di noi, un desiderio che esprime l’innata disposizione nella ragionevole ricerca di un senso, di un fondamento, di una verità capace di abbracciare e comprendere la realtà in cui viviamo. Conoscenza e verità sono dunque due termini inseparabili, abbiamo bisogno di intraprendere un cammino per sapere come stanno le cose, per dare una risposta agli interrogativi eterni che ci interpellano come esseri umani.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di ritrovare e di affermare i fondamenti per definire nozioni di verità, di natura, di realtà, di legge naturale condivisa e che purtroppo vengono negate da concezioni riduttive di razionalità come quelle positivista, scientista, illuminista, nichilista, che conducono al “funzionalismo” della scienza. Tutto questo ha prodotto proprio quegli effetti negativi sull'uomo, del suo rapporto con il mondo, con i suoi simili e con la natura.
Io penso che non dobbiamo cercare un fondamento, una verità perché siamo già nel fondamento e nella verità che consiste nell’obbedienza alle cose che dà la certezza del sapere, che apre alla verità sull’io, sugli altri soggetti come me, sul mondo e su Dio. È la verità del realismo, il nostro conformarci alla realtà che sta davanti a noi per essere conosciuta e che ci permette di riconoscerci come un io che pensa e che conosce. Questo approccio metafisico, ci permette di giungere alla soglia della Rivelazione di un Dio che si incarna nella persona di Gesù Cristo e come ha ben titolato il suo libro è per noi: “Fondamento del mondo: inizio, centro e fine ultimo del nostro umanesimo integrale"
Caro Don Vincenzo,
Eliminasono pienamente d’accordo con la sua analisi profonda ed esatta della situazione attuale del pensiero europeo. Vorrei fermarmi soltanto su questa sua frase: “Io penso che non dobbiamo cercare un fondamento, una verità perché siamo già nel fondamento e nella verità”.
Cosa possiamo intendere per fondamento? Quando parliamo di fondamento dobbiamo chiederci: fondamento di che cosa? Innanzitutto che cos’è il fondamento? È ciò che sta nel fondo, alla base, qualcosa di solido che sostiene qualche cosa che sta sopra, come per esempio le fondamenta di una casa.
Quello che sta sopra è il fondato. Il fondamento è ciò che fonda. Io paragonerei il fondamento alla causa, per cui il fondamento è la causa; fondato è l’effetto.
Se lei è d’accordo su quanto detto, io direi che noi dobbiamo scoprire il fondamento, perché direi che noi spontaneamente e inizialmente viviamo alla superficie, con la quale siamo immediatamente a contatto. E dato che la nostra ragione è portata ad interrogarsi sulle cause, allora ci interroghiamo sul fondamento per sapere su che cosa poggiamo, perché può venirci il dubbio che il pavimento non sia solido.
Ecco allora perché Gesù ci invita a non costruire sulla sabbia. Ed ecco perché san Paolo dice di aver posto il vero fondamento e che non c’è altro fondamento al di fuori di Cristo.
Tuttavia io credo che si possa dire che noi siamo già nel fondamento, un po’ come quando Paolo parla agli Ateniesi e dice che noi esistiamo in Dio, per dire che Dio è il fondamento della nostra esistenza.
Ma il problema nostro è quello della conoscenza, e cioè che noi non abbiamo una coscienza immediata di poggiare su Dio, e in questo senso noi non siamo in contatto immediato col fondamento, ma lo dobbiamo scoprire passando dall’effetto che siamo noi, in quanto fondati, a ciò che ci fonda, che è Dio e per noi cristiani è Cristo.
Certo come lei scrive noi non abbiamo un contatto immediato con il fondamento e una coscienza immediata di poggiare su Dio, tutto questo lo scopriamo e ne prendiamo coscienza grazie all’approccio metafisico-realista che ci permette di prendere consapevolezza di un mondo reale all’interno del quale il soggetto cosciente e pensante, l’uomo, può conoscere e definire con certezza la verità delle cose, di essere uomini e donne in relazione tra di loro e con il creato di cui siamo amministratori e non padroni, di scoprire e definire una legge morale naturale che regola i rapporti tra gli uomini, ad esempio a partire dai trascendentali: uno, vero e buono/bello ed infine l’adesione libera e consapevole alla fede in un Dio che ci rivela la verità sul destino ultimo dell’uomo e dell’intero universo creato, salvato e redento dal sacrificio di Cristo offrendoci in dono la partecipazione alla vita stessa di Dio.
EliminaCaro Don Vincenzo,
Eliminanon posso che concordare pienamente su questa sua sintesi cosmologica, metafisica e teologica, che riassume in pochi concetti il complesso della realtà.
Caro Padre Giovanni, caro don Angelo,
RispondiEliminadirei che le Vostre analisi trovano fondamento "evangelico-metafisico" proprio nelle parole di Gesù "Se rimanete fedeli alla mia parola... conoscete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8, 31-32)
Caro Rossano,
Eliminacertamente la verità, alla quale Gesù si riferisce in questo passo evangelico, è la verità divina che Gesù ci comunica dalla parte del Padre. Essa comunque contiene in sé stessa la pienezza di quella verità razionale, che abbraccia l’intera realtà, che è oggetto della metafisica.