La questione fra Occidente e Oriente Come unire Occidente ed Oriente? - Prima Parte (1/2)

 

La questione fra Occidente e Oriente

Come unire Occidente ed Oriente?

Prima Parte (1/2)

 

Molti verranno dall’oriente e dall’occidente

Mt 8,11

Introduzione

 La cronaca che ci fornisce il quotidiano Avvenire sin dall’inizio della guerra in Ucraina è quella di un’interminabile serie di atti di crudeltà e crimini di guerra perpetrati dai Russi ai danni di un’Ucraina innocente, martellata, straziata e martirizzata ogni giorno dalla mostruosa ed implacabile barbarie dei Russi. La gente si domanda: ma come mai i Russi sono così cattivi? Non sarebbe bene fare fuori Putin? Quei poveri Ucraini, che cosa hanno mai fatto per meritare un destino così orribile?

Ora non c’è chi non veda e sappia che i Russi invasori devono quanto prima ritirare le loro truppe e pagare i danni di guerra. Ma posto ciò, una persona di normale esperienza umana non può non accorgersi che un simile modo di narrare la vicenda da parte di Avvenire non può essere del tutto imparziale, riducendo semplicisticamente tutti gli eventi ucraini a qualcosa di simile all’episodio spiacevole del tranquillo ed innocente cittadino, che viene improvvisante assalito e derubato da un feroce rapinatore, evidentemente tenuto a restituire il maltolto.  Le cose non sono così semplici.  Ridurre tutta la vicenda, soprattutto nelle sue cause,  in questi termini ci rende impossibile avere una qualunque comprensione di quali potranno essere le vie della pace.[1]

Il fatto della guerra in Ucraina non si esaurisce affatto, come ce lo presenta Avvenire, nei termini veri sì ma insufficienti dell’invasione della Russia in Ucraina, ma, se vogliamo comprendere veramente il significato di questo fatto ormai annoso, drammatico e doloroso, per non dire spaventoso e straziante, occorre che lo inquadriamo in un contesto europeo nei suoi precedenti storici fino ai primi secoli della Chiesa. Dobbiamo risalire alle prime lontane origini della frattura della cristianità europea, se vogliamo ricomporre la frattura ancora esistente, della quale la guerra in Ucraina non è che l’ultima estrema conseguenza minacciante l’intera pace del mondo.

Avvenire non si cura di esaminare ed evidenziare con chiarezza, pazienza, intelligenza e competenza quelle cause e quelle origini, e quindi non si rende conto che quanto sta succedendo in Ucraina, se vogliamo porvi rimedio, va compreso con una visuale retroattiva, molto più ampia e profonda, con nutrite conoscenze storiche e con l’uso di criteri teologici, uno studio che retrocede nei secoli e millenni, perché è solo là che troveremo le origini e le cause del male, nonché i rimedi, se vogliamo veramente arrivare alla pace.

La spiegazione avanzata da Avvenire secondo la quale la Russia, nostalgica dell’URSS, vorrebbe riottenere sull’Ucraina quel dominio che aveva allora, può avere una qualche verità, ma non basta assolutamente per capire lo stato d’animo del popolo russo e del popolo ucraino, soprattutto quello cristiano.

Ma ciò che Avvenire trascura è che in Ucraina c’è il 40% dei fedeli di Cirillo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, cioè Russia, Bielorussia ed Ucraina.  Con la caduta dell’URSS, l’Europa occidentale, servendosi degli Uniati, ha iniziato un’opera di occidentalizzazione dell’Ucraina avvicinandola all’Unione Europea e alla NATO.

Come non comprendere la forte preoccupazione della Chiesa ortodossa e dello Stato russo per questo fenomeno? Che cosa devono pensare gli ortodossi russi nati dieci secoli fa dalla Chiesa di Kiev che ora simpatizza per la NATO?

Che cosa devono pensare i fedeli di Cirillo che si vedono invadere il proprio paese dai Russi appoggiati da Cirillo? Ci rendiamo conto dello smarrimento, della sofferenza e dello scandalo di questi nostri fratelli, seppur non-cattolici? Ci sta a cuore? E gli Uniati con quale coscienza appoggiano la NATO contro la Russia? Certo tutto ciò non giustifica l’aggressione russa. Ma la soluzione del conflitto può essere l’ingresso dell’Ucraina nella NATO?

Quello che allora in sintesi si potrebbe dire – poco ma sicuro - al riguardo di questa intricata situazione è che l’attuale guerra in Ucraina ha riposto drammaticamente sul tappeto e ha riacceso la secolare per non dire millenaria discussione circa il significato dell’Occidente e dell’Oriente. Il dibattito è vivo negli intellettuali, negli scrittori, nei filosofi e nei politici. Dispiace che in Avvenire sia del tutto assente.

Limitarsi come fa Avvenire a dar notizia degli orrori quotidiani perpetrati dai Russi e a dar notizia che presto l’Ucraina entrerà nella NATO sono notizie che fanno sperare nella pace? Sono notizie che indicano le vie della pace?

Diversamente da Avvenire, portavoce della NATO e degli USA, mostrano di avere gli occhi aperti e intelligenza nel capire che cosa sta succedendo in Ucraina, coloro che si sono accorti che qui c’è in gioco il millenario conflitto fra Occidente ed Oriente, dove gli Americani si sono assunti il ruolo di guide dell’Occidente e i Russi il ruolo di guide dell’Oriente, portando con sé Islam, India, Cina, Africa e America Latina.

La Russia, nella comunità internazionale, è veramente isolata come vorrebbe farci credere Avvenire? Certo l’ONU e la Corte dell’Aja hanno più volte condannato i crimini di guerra di Putin e hanno fatto bene. Ma alla fine siamo sicuri che la comunità internazionale sia proprio per gli Americani e per la NATO? Ora a me pare che grandi potenze come i’india e la Cina esigano giustamente moderazione da ambo le parti, Russi e Americani, nel sospetto che essi siano in competizione per l’egemonia su tutta l’umanità.

Quanto al Papa, certo, messo alle strette, non può non guardare con simpatia a Biden; ma egli sin dall’inizio del conflitto intuì profeticamente che si trattava di una guerra fratricida, come hanno capito benissimo tutti i cristiani del luogo, uniati e ortodossi, per Cirillo o per Bartolomeo, e dunque è chiaro che occorre il dialogo ecumenico e non con le armi.

L’Avvenire, che ha sempre in bocca l’ecumenismo a proposito e a sproposito, non ha capito che la guerra in Ucraina è una questione strettamente ecumenica. Gli Ucraini non hanno mai imparato l’ecumenismo, ma sono rimasti fermi alle guerre di religione del sec.XVI. E così non sono ancora riusciti a formare una vera identità nazionale, sempre acerbamente divisi tra Roma e Mosca e adesso tra Stati Uniti e Russia.

I sogni faraonici di Aleksandr Dugin

Aleksandr Dugin ha ragione nel notare l’esistenza di quella che egli chiama «Eurasia», la quale sotto l’egemonia della Russia tatara e Terza Roma si considera la purificatrice apocalittica dell’umanità corrotta dall’Occidente sionista, massonico, protestante e cattolico.

Diciamo tutto in poche parole con franchezza al di là delle maschere e delle ignoranze colpevoli: mentre gli Americani si presentano come i paladini della democrazia e della libertà, i Russi si presentano come i moralizzatori e giustizieri escatologici dell’Occidente corrotto ed immorale.

Dugin non si accorge di quanto la sua grandiosa Eurasia è inquinata e contradditoria  perchè la sua reboante proposta moralizzatrice è in fin dei conti ipocrita, in quanto si lascia  infettare da quello stesso Occidente corrotto che egli vuol sconfiggere ammettendo nella sua contradditoria sintesi ortodosso-tataro-indiana, il marxismo cinese, il fanatismo islamico, il nichilismo heideggeriano-nicciano e il sessismo freudiano, per cui  la missione escatologica della Russia è ridotta al ridicolo perché inquinata da quegli stessi mali dell’Occidente che dovrebbe togliere con la guerra santa.   

La vera dignità dell’Oriente

Perché piuttosto non ricordiamo al riguardo la cosa veramente più importante, interessante e consolante per noi cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà, e cioè quanto gli stessi Papi nei secoli passati e soprattutto a partire dal sec. XIX hanno avuto a cuore i rapporti con le Chiese d’Oriente e attenzione per la spiritualità cristiana orientale?

Testimonianze eminenti di questo provvidenziale e lungimirante interesse[2] e di questa cura sono  ad esempio la Lettera apostolica Orientalium dignitas di Leone XIII del 1894, la fondazione dell’Istituto Orientale nel 1917 ad opera di Benedetto XV, ma soprattutto alcuni atti importanti di S.Giovanni Paolo II, come l’epistola enciclica Slavorum Apostoli dedicata Santi Cirillo e Metodio del 1985, la Lettera Apostolica Orientale lumen del 1995, il messaggio Magnum Baptismi donum del 1988 ai cattolici ucraini in occasione del millennio del battesimo della Rus di Kiev, e soprattutto la Lettera apostolica Euntes in mundum del 1988 in occasione del millennio del battesimo della Rus di Kiev, documento veramente profetico, che sembra proprio essere stato divinamente ispirato al Santo Pontefice slavo in previsione della tragedia che si sarebbe scatenata  poco più di trent’anni dopo, quasi lampada che ci indica il cammino nella notte.  Forse che non sono queste le parole che indicano le vie della pace? O crediamo solo nell’esercito della NATO?

E la Sacra Scrittura ci può servire? Il tema dell’occidente e dell’oriente ha un posto notevole nella Sacra Scrittura, un tema ancora poco indagato dalla teologia[3]. Su questo tema la Scrittura si muove su due linee: da una parte la Parola di Dio è presentata come indirizzata sia all’occidente che all’oriente, ossia a tutto il mondo; ma dall’altra la Scrittura in più occasioni e in più modi presenta un interesse speciale per l’oriente, interesse che di volta in volta bisognerebbe chiarire nel suo significato. Una cosa pare certa: l’oriente è certamente il simbolo del sorgere del sole. E sappiamo quanta importanza ha il simbolo del sole nelle religioni. Gesù è il «sole che sorge dall’alto». Quindi l’oriente ha il significato del sorgere della luce. La luce proviene dall’oriente.

E l’occidente? Rappresenta la luce che declina per dar luogo alle tenebre. Sappiamo come nella Scrittura la tenebra ha un duplice opposto significato. Può significare o la tenebra mistica dove Dio si nasconde. Oppure la tenebra è la tenebra dell’ignoranza e del peccato, simbolo del potere di Satana.

E Israele dove si trova? Israele è fra occidente ed oriente, a significare che esso è per tutto il mondo. Ugualmente dicasi per il cristianesimo, benchè Roma si trovi ad occidente. Per questo il Papa è chiamato Patriarca d’Occidente.

La Chiesa sin dagli inizi, soprattutto con la divisione dell’Impero Romano con Costantino, cominciò a distinguersi in occidentale o latina ed orientale o greca. Ma Roma fino al 1054 presiedette a tutta la Chiesa sia occidentale che orientale.

Per ricomporre l’unità cristiana dell’Europa e far cessare la guerra in Ucraina, occorre che l’ecumenismo cattolico-ortodosso concentri la sua attenzione sulla questione del Filioque che i cattolici riescano a persuadere i fratelli ortodossi che il Filioque non è un’eresia, ma è elemento essenziale del dogma trinitario.

All’origine dell’attuale drammatica divisione dell’Europa c’è un dissidio tra fratelli circa il mistero fondamentale della fede cristiana: l’essenza del mistero trinitario. Lo scisma di Costantinopoli è stata la volontà di rifiutare la volontà del Papa che il Filioque fosse articolo del Credo.

E con ciò il Patriarca di Costantinopoli, Successore nella Sede di Sant’Andrea apostolo, Sede che tanti Santi Patriarchi aveva dato alla Chiesa sin dai primi secoli, infranse scandalosissimamente la comunione col Successore di Pietro e con ciò stesso infranse la comunione con la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica per fondare quale Chiesa? Che cosa ha ottenuto?

Vediamo oggi i risultati: Cirillo contro Bartolomeo, Onofrio Patriarca di Kiev con Cirillo contro Bartolomeo, Epifanio Patriarca di Kiev con Bartolomeo contro Cirillo, disapprovazione generale del mondo ortodosso nei confronti di Cirillo che appoggia l’invasione dell’Ucraina, che contiene il 40% dei fedeli di Cirillo, per non parlare di altro. Sarebbe questa ls collegialità, la sinodalità, la sobornost ortodossa?

Ma c’è di più. Il modo stesso ortodosso di concepire le tre persone divine come tre ipostasi (hypostasis) ossia sostanze (substantia) e non tre relazioni sussistenti, distinte non in base all’origine ma alle proprietà, fa sospettare un concetto antropomorfico di persona divina e il triteismo gerarchico, come quello di Ario, ispirato al platonismo (Dio e Demiurgo).

L’affermazione del Filioque, come spiegò già a suo tempo San Tommaso d’Aquino[4], nasce dall’esigenza di distinguere il Figlio dallo Spirito Santo. Non aggiunge assolutamente niente a ciò che Cristo ci ha rivelato della Trinità, come se Roma abbia la pretesa di saperne di più di Gesù Cristo, ma semplicemente spiega che cosa Cristo ha voluto insegnarci.

L’origine del conflitto fra Occidente ed Oriente e i suoi rimedi

Dal 1054 inizia un conflitto fra le due Chiese non ancora sanato. E la guerra in Ucraina è uno degli effetti di questo conflitto. L’ecumenismo è venuto affinchè lo scisma d’Oriente sia ricomposto. La pace in Ucraina sarà tanto più favorita, quanto più si avvicinerà il momento dell’ingresso dei fratelli orientali nella piena comunione con Roma.

La Chiesa ucraina nacque all’ombra di Roma col Battesimo di San Vladimiro Re dei Rus (ossia i Russi) nel 988. Nacque da Costantinopoli. Successe allora che quando questa Chiesa si separò da Roma, la Chiesa di Kiev seguì Costantinopoli nello scisma. Essa a sua volta fondò la Chiesa di Mosca nel sec.XIII .

Ma ben presto il principato di Mosca, divenuto più potente di Kiev elesse un Patriarca che pretendeva dominare su quello di Kiev. Non solo ma nel 1589 ol Patriarca di Mosca aumentò le sue ambizioni ergendosi anche al di sopra di Costantinopoli, col proclamare Mosca la «terza Roma» superiore alla seconda che era quella di Costantinopoli. Da allora iniziò un’umiliante soggezione di Kiev a Mosca che ha avuto le sue più recenti manifestazioni appunto nella guerra civile ucraina del 2014 tra favorevoli e contrari a Mosca, che ha preparato l’invasione russa dell’Ucraina.

L’Ucraina in questi ultimi secoli, trovandosi tra Occidente ed Oriente, ha vissuto in maniera lacerante la differenza fra queste due parti dell’Europa. Divisa fra uniati ed ortodossi non è riuscita nel contempo a trovare la sua unità nazionale. Personaggio simbolo di questo dramma-tragedia è Stepan Bandera osannato da una metà dell’Ucraina, quella filoccidentale, detestato dall’altra metà filorussa.  

Bandera, di estrazione cattolica, visse nel periodo della seconda guerra mondiale. Grande assertore dell’identità nazionale e dell’indipendenza dell’Ucraina ma con apertura all’Occidente e al cattolicesimo, credette di trovare nei nazisti in guerra col regime staliniano i possibili liberatori dell’Ucraina dal giogo comunista. Ma egli s’illuse sui nazisti: essi liberarono effettivamente la patria dai comunisti, ma per sostituirsi a loro nel dominio dell’Ucraina. Sconfitto Hitler, i Sovietici tornarono a dominare sull’Ucraina e soppressero Bandera nel 1959.

Bandera purtroppo, al là delle sue generose intenzioni, non ebbe la perspicacia, l’equilibrio, la moderazione e l’imparzialità sufficienti a svolgere il ruolo di padre della patria, ma lasciò una nazione profondamente divisa in se stessa religiosamente, culturalmente, socialmente e politicamente. È questo il quadro storico che occorre tener presente per capire il significato dell’attuale guerra in Ucraina.

Chiediamoci allora questo punto: qual è la vera differenza spirituale ed ecclesiale fra Occidente ed Oriente? Da dove nasce? Chi ne sono i fondatori e i maestri? Che cosa è che impedisce l’unione fra Occidente ed Oriente? Che linea dobbiamo seguire per ottenerla? Occorre andare alle radici del problema, se no, non ne veniamo fuori.

Dobbiamo dunque dire che sin dai primi secoli del cristianesimo la Chiesa ha percepito in sé stessa una diversità tra Latini e Greci nel modo di concepire i valori del cristianesimo: la fede, la grazia, l’ecclesiologia, l’uomo, la cristologia, la pneumatologia, il mistero trinitario, la mistica.

Le lontane origini sono di carattere filosofico. Maritain osserva molto giustamente che mentre per l’Occidente è evidente che esiste il mondo; si tratta di dimostrare che esiste Dio; per l’Oriente è evidente che esiste Dio; si tratta di dimostrare che esiste il mondo. L’Occidente è sotto il segno del logos, l’Oriente, del mythos[5]. L’Occidente è sotto il segno della scienza, l’Oriente, della sapienza[6]. L’Occidente è il linguaggio della parola, l’Oriente, del silenzio.

C’è però un punto che fa preferire l’Occidente all’Oriente: che mentre l’Occidente distingue l’uomo da Dio, per cui Dio è superiore all’uomo e ne è il signore (Israele, Platone, Aristotele, Seneca, Cicerone, Islam), per l’Oriente l’uomo è l’apparire empirico di Dio. Certo l’Occidente conosce la piaga del materialismo, dell’idolatria e dell’ateismo. Conosce i peccati della carne. Ma l’Oriente soffre di peccati peggiori, quelli dello spirito dove «Satana si maschera da angelo della luce» (II Cor 11,14) e sceglie Beliar al posto di Cristo.

Per l’Oriente l’uomo è il livello minimo, materiale, provvisorio ed illusorio della coscienza, che non è consapevole della propria divinità. L’idealismo tedesco fin da Meister Eckhart è un influsso orientale in Occidente. Così pure l’essere di Parmenide e l’Uno di Plotino risentono dell’essere (sat) dell’Oriente. E forse anche la doxa platonica è una traccia della maya indiana.

in Occidente Anassagora ha scoperto il nus, l’intelletto che dev’essere «separato per poter comandare». Ma l’Oriente ha scoperto l’intelletto, il citta già nel sec. XIV a.C. L’India fatica però a vedere la distinzione fra la veglia e il sogno. Tuttavia sa che «ciò che sembra un serpente, è solo una corda», ossia la materia non deve spaventare, ma ciò che importa è lo spirito. Essa ama la vidiya, il vedere, con radice sanscrita vid da cui video, vedere, v-idea, l’idea platonica, la visione della verità.

In Occidente Aristotele distinse la filosofia dalla sofistica di Protagora; la prima è il vero sapere, la seconda è solo l’apparenza del sapere. Per Israele la beatitudine sta nel vedere Dio; per l’India sta nel prendere coscienza di essere Dio.

Il monachesimo proviene dall’Oriente. Esso è ignoto alla Scrittura. Appare nel primo secolo in Occidente con la Comunità di Qumran[7].  La forma iniziale del monachesimo cristiano è l’esperienza dei Padri del deserto. Essa resta il paradigma del monachesimo orientale formalizzato da San Basilio e trasmesso al Monte Athos. Nel sesto secolo San Benedetto assume l’ideale monastico mitigandolo con la saggezza propria della romanità e quindi fondando il monachesimo d’Occidente.

A partire dal sec. XIII la differenza fra teologia occidentale e teologia orientale si accentua per il fatto che mentre la prima assume la filosofia aristotelica per la spiegazione delle verità di fede e la formulazione dei dogmi, la teologia orientale mantiene per lo stesso fine l’uso di Platone.

Nel campo filosofico soprattutto a partire dal sec. XIX si è sviluppata in Europa, sia occidentale che orientale, una vasta riflessione e discussione sul concetto di occidente ed oriente come entità culturali-spirituali nello sforzo da parte dei due campi di definire le proprie caratteristiche nei confronti dell’altro campo.

Così spesso sentiamo oggi parlare di Occidente ed Oriente. Esiste ormai tutta una letteratura che tratta di questo argomento, per cui si tenta di dare una definizione di queste due entità e di fare un confronto e una scelta.

Fine Prima Parte (1/2)

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 11 luglio 2024

Festa di San Benedetto Patrono d’Europa

La spiegazione avanzata da Avvenire secondo la quale la Russia, nostalgica dell’URSS, vorrebbe riottenere sull’Ucraina quel dominio che aveva allora, può avere una qualche verità, ma non basta assolutamente per capire lo stato d’animo del popolo russo e del popolo ucraino, soprattutto quello cristiano.

Aleksandr Dugin ha ragione nel notare l’esistenza di quella che egli chiama «Eurasia», la quale sotto l’egemonia della Russia tatara e Terza Roma si considera la purificatrice apocalittica dell’umanità corrotta dall’Occidente sionista, massonico, protestante e cattolico.

Perché piuttosto non ricordiamo al riguardo la cosa veramente più importante, interessante e consolante per noi cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà, e cioè quanto gli stessi Papi nei secoli passati e soprattutto a partire dal sec. XIX hanno avuto a cuore i rapporti con le Chiese d’Oriente e attenzione per la spiritualità cristiana orientale?

Per ricomporre l’unità cristiana dell’Europa e far cessare la guerra in Ucraina, occorre che l’ecumenismo cattolico-ortodosso concentri la sua attenzione sulla questione del Filioque che i cattolici riescano a persuadere i fratelli ortodossi che il Filioque non è un’eresia, ma è elemento essenziale del dogma trinitario.

All’origine dell’attuale drammatica divisione dell’Europa c’è un dissidio tra fratelli circa il mistero fondamentale della fede cristiana: l’essenza del mistero trinitario. Lo scisma di Costantinopoli è stata la volontà di rifiutare la volontà del Papa che il Filioque fosse articolo del Credo.

L’affermazione del Filioque, come spiegò già a suo tempo San Tommaso d’Aquino, nasce dall’esigenza di distinguere il Figlio dallo Spirito Santo. Non aggiunge assolutamente niente a ciò che Cristo ci ha rivelato della Trinità, come se Roma abbia la pretesa di saperne di più di Gesù Cristo, ma semplicemente spiega che cosa Cristo ha voluto insegnarci. 

 Immagini da Internet:

- Il Cristo, Istanbul, Basilica di Santa Sofia
- L’ospitalità di Abramo e il sacrificio di Isacco, Ravenna, Basilica di San Vitale 
 

[1] Ho già trattato questo argomento nel mio libro Dona a noi la pace. Il significato della presente guerra, Chorabooks, Hong Kong 2022.

[2] Fra i documenti papali più importanti ricordiamo di Benedetto XIV, Etsi pastoralis (1742), Demandatum coelitus (1743), Allatae sunt (1755); di Pio IX, Reversurus (1867); di Leone XIII, Orientalium dignitas (1894); di Pio X, Tradita ab antiquis (1912); di Benedetto XV, Orientis catholici (1917); di Pio XI, Rerum orientalium (1928). Inoltre, nella costituzione della curia romana, già Pio IX, nel 1862, aveva stabilito in seno alla congregazione di Propaganda Fide una sezione per gli affari di rito orientale; poi Benedetto XV, nel 1917, creò un dicastero a parte come Congregatio pro Ecclesia orientali, di cui è capo diretto (prefetto) il Papa stesso. Inoltre la Chiesa romana, analogamente a ciò che ha fatto per i cattolici di rito latino con la preparazione del Codex Iuris Canonici, ha intrapreso per i cattolici orientali la preparazione di un codice di diritto canonico, i cui lavori preparatorî sono notevolmente avanzati.

[3] In particolare andrebbero studiati alcuni passi che volgono la nostra attenzione all’oriente (Gn 2,8; 10,30;13,4; I Re 7,25;II Re 13,17; Is 41,2; 43,5; Dn 8,9. Gerusalemme è esortata a guardare verso l’oriente (Bar 4,36; 5.5). Che cosa significano?

[4] Sum.Theol., I, q.36, a.2.

[5] Quattro saggi sullo spirito umano nella condizione d’incarnazione, Morcelliana, Brescia 1978.

[6] Scienza e saggezza, Borla Editore,Torino 1964.

[7] I manoscritti di Qumran, a cura di Luigi Moraldi, Edizioni TEA, Milano 1994.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.