11 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Prima Parte (1/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Prima Parte (1/5)

 

Dedicato al Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori,

Fra' Gerard Francisco Timoner III

 

Ciò che Dio ha unito, l’uomo non lo separi

Mt 19,6

 

Il vostro parlare sia sì, sì, no, no

Mt 5,37

 

Perché il Papa fu così severo?

Il pensiero di Giordano Bruno, col suo caratteristico panteismo prometeico. è ancor oggi attuale per quei filosofi e teologi, oggi numerosi ed influenti, i quali, nell’intento di esaltare la dignità umana, si spingono talmente avanti e salgono talmente in alto, che non appare più la differenza fra la natura umana e la natura divina, ma il risultato di tale operazione non è tanto quello di credere di essere Dio, che è cosa tanto insensata, che essi stessi se ne rendono conto, quanto piuttosto è quello di credersi dispensati dall’obbedienza alla legge divina e di ritenersi liberi di regolarsi per conto proprio. Non dispiace loro tuttavia di immaginare un Dio conforme allo spirito del mondo, adatto alle loro voglie, che soddisfi i loro desideri carnali e le loro ambizioni corrotte dal peccato originale. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/attualita-di-giordano-bruno-prima-parte.html 

Il Card. Bellarmino aveva estratto dalle opere di Bruno otto proposizioni, alle quali Bruno, se voleva evitare la pena capitale, avrebbe dovuto abiurare. Purtroppo abbiamo perduto l’elenco. Ci è rimasta la prima proposizione, nella quale Bruno respingeva la dottrina della transustanziazione.

Sappiamo che Bruno aveva preparato un memoriale in sua difesa per Papa Clemente VIII, ma purtroppo è andato perduto anche quello. Anche gli atti del processo, durato sette anni, sono andati perduti perché Napoleone stoltamente li fece distruggere.

È una cosa tristissima non poter disporre di quei preziosissimi documenti, perchè avremmo potuto confrontare le posizioni, le accuse e i passi del Tribunale con le mosse di Bruno e gli argomenti da lui addotti, la cui vicenda interiore ed esteriore non può non suscitare nell’animo di ogni buon cattolico o studioso onesto un moto di compassione mista a sdegno.

Diciamo peraltro che Bruno non voleva essere giudicato in base ai dogmi della fede col pretesto egli aveva voluto fare solo filosofia. Ma dimenticava che in fin dei conti egli era un sacerdote apostata e che la sua filosofia, propugnando il panteismo, con ciò stesso cadeva in uno gnosticismo empio che pretendeva di conoscere Dio meglio di Gesù Cristo.

Immagine da Internet:  Monumento a Giordano Bruno, Campo de' Fiori, Roma

07 agosto, 2025

Continua la discussione con Giorgio Drudi sul corpo risorto

 

Continua la discussione con Giorgio Drudi sul corpo risorto

 

Cf. https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/

https://www.facebook.com/photo?fbid=10233717460471417&set=a.3542564975961

https://padrecavalcoli.blogspot.com/2025/07/discussione-con-giorgio-drudi-sul-corpo.html 

Caro Giorgio,

come ti ho già detto il corpo umano vivente, vive su tre piani: sul piano biologico, con la vita vegetativa; sul piano psicologico, con la vita sensitiva; e sul piano spirituale, con la vita spirituale.

Il corpo umano quindi è un corpo fisico, biologico, sensitivo e spirituale, nel senso che è un corpo animato da uno spirito. Con questa espressione io però intendo fare una differenza dal corpo spirituale, del quale parla San Paolo, che è il corpo glorioso risorto.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/continua-la-discussione-con-giorgio.html




Resurrezione dei morti, di Giovanni di Paolo

30 luglio, 2025

Il Mistero Eucaristico - III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn - Parte Seconda (2/2)

 

Il Mistero Eucaristico

III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn

 Parte Secona (122)

Ho il piacere di presentare questa terza conferenza del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, dedicata ad una analisi teologica dell’atto della Consacrazione Eucaristica nella Messa, nonché della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e all’esame di alcune delicate questioni che nascono dalle riflessioni sul Mistero dell’Eucarestia.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-mistero-eucaristico-iii-conferenza_30.html


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP
 
 
 
 
 
 

29 luglio, 2025

Il Mistero Eucaristico - III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn - Prima Prima (1/2)

 

Il Mistero Eucaristico

III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn

 Parte Prima (1/2)

Ho il piacere di presentare questa terza conferenza del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, dedicata ad una analisi teologica dell’atto della Consacrazione Eucaristica nella Messa, nonché della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e all’esame di alcune delicate questioni che nascono dalle riflessioni sul Mistero dell’Eucarestia.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-mistero-eucaristico-iii-conferenza.html



 
 
 
 
 
 
 
 
 
Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP
 
 
 
 
 
 
 
 

28 luglio, 2025

Discussione con Giorgio Drudi sul corpo glorioso

 

Discussione con Giorgio Drudi sul corpo glorioso

Il mio recente articolo circa la questione se la Madonna ha conosciuto la morte ha suscitato l'intervento critico del prof. Giorgio Drudi, un seguace della teoria rahneriana della risurrezione immediata per tutti con un "corpo spirituale", per cui tutti al momento della morte sarebbero assunti in cielo in anima e corpo, come la Madonna.

Come può constatare il lettore, Drudi non è stato capace di controbattere con argomenti ragionevoli e degni di esser presi in considerazione.

Cf. https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/

https://www.facebook.com/photo?fbid=10233717460471417&set=a.3542564975961

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/discussione-con-giorgio-drudi-sul-corpo.html

 


 

 

 

 

 

 

Immagine da Internet: 
Maria Assunta in cielo, Guido Reni

24 luglio, 2025

Dante iniziatore al mistero di Cristo. Un nuovo libro di Fabrizio Fabbri

 

Dante iniziatore al mistero di Cristo

Un nuovo libro di Fabrizio Fabbri

 

Un maestro che introduce a un altro maestro

Ho già avuto modo di parlare su questo blog del Professor Fabrizio Fabbri, insegnante di religione nelle scuole pubbliche, che da diversi anni sta compiendo un prezioso lavoro di introduzione al cattolicesimo utilizzando gli insegnamenti della Chiesa e degli scrittori cattolici.  Questa volta vi segnalo un recentissimo volume dedicato all’esperienza didattica di Fabbri relativa alla presentazione agli alunni della Divina Commedia di Dante.

Continuando il metodo espositivo seguìto in opere precedenti, l’Autore accompagna il resoconto della sua esperienza educativa con quello dei commenti  degli alunni, la lettura dei quali è sorgente per noi cattolici di grande soddisfazione per le loro reazioni favorevoli e a volte addirittura entusiastiche, soprattutto se teniamo conto di una situazione come quella delle scuole pubbliche, il cui clima culturale generale non si può dire certo che sia dei più favorevoli all’accoglienza e apprezzamento della letteratura cattolica.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/dante-iniziatore-al-mistero-di-cristo.html 


 

18 luglio, 2025

Riflessioni sul peccato mortale. Quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto.

 

Riflessioni sul peccato mortale

Quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto

 

Introduzione

È raro che oggi si senta parlare di peccato mortale. In questi sessant’anni dopo il Concilio è avvenuto un cambiamento anche su questo punto fondamentale della vita cristiana. Ricordo infatti con quale facilità i sacerdoti, riguardo alla pratica della confessione, parlavano di peccato mortale, soprattutto in relazione ai peccati sessuali. In relazione a ciò ricordavano il fatto che il peccato mortale merita l’inferno.

Con molta facilità ci si accusava di peccati mortali e si avvertiva il prossimo che la tal cosa è peccato mortale. Diverse cose, soprattutto nel sesso, erano qualificate come peccato mortale. Si facevano casistiche nelle quali si diceva: questo è peccato mortale, quest’altro è peccato veniale. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/riflessioni-sul-peccato-mortale-quello.html

La certezza d’aver peccato, come Davide, è una grazia preziosa così come la certezza di essere in grazia, come spesso canta il Salmista. La prima ci spinge ad un emendamento sincero; la seconda ci incoraggia nelle buone opere e in grandi imprese per la gloria di Dio. Chiediamo a Dio questo dono ed Egli ce lo concederà.

L’anima umana ha una vita naturale inamissibile e una vita soprannaturale, divina, che è la vita di grazia, partecipazione della natura divina. Questa vita si attua nell’esercizio delle tre virtù teologali della fede, speranza e carità sostenute dai sette doni dello Spirito Santo. Il peccato mortale è il peccato che o toglie o spegne la grazia o ne impedisce l’azione.

Ecco perchè Davide nel prender coscienza d’aver peccato, non parla con sé stesso, ma parla con Dio.

Per comprendere il peccato mortale è utile prendere a paragone la morte fisica. Essa è certo il maggior male fisico che possiamo subire. Il pensiero della morte ci procura spavento, sconcerto, angoscia. Proviamo profonda ripugnanza al pensiero di dover morire e delle sofferenze che ordinariamente precedono la morte. Proviamo un senso di impotenza davanti a un fatto ineluttabile che si avvicina inesorabilmente giorno per giorno; è un fatto che ci apre un orizzonte profondamente misterioso davanti al quale ci sorge il dubbio se continueremo a vivere o sprofonderemo nel nulla. D’altra parte anche la prospettiva panteistica del mio ritorno nell’Assoluto può apparire grandiosa e geniale, ma in fin dei conti so io per primo che è pura fantasia.


Immagini da Internet:
- Il profeta Natan rimprovera Re Davide, Palma il Giovane, Jacopo il Giovane
- Pentimento di re Davide, Luca Giordano 

16 luglio, 2025

Fratellanza e ragionevolezza. Il messaggio di Papa Francesco - Seconda Parte (2/2)

 

Fratellanza e ragionevolezza

Il messaggio di Papa Francesco

 Seconda Parte (2/2)

 

 L’opera evangelizzatrice

Il Concilio Vaticano II ha riformato il metodo dell’opera evangelizzatrice missionaria e catechetica secondo modalità più consone al Vangelo ed adatte ad incidere sugli uomini di oggi. In precedenza era esistita una lunga tradizione, risalente agli inizi del cristianesimo, soprattutto quella di noi Domenicani, ma anche i Gesuiti e i Francescani, come anche appositi Istituti Missionari come i Saveriani e i Dehoniani, la quale aveva certamente prodotto abbondanti frutti, ma davanti all’avanzare della cultura moderna, stava mostrando difetti ai quali occorreva rimediare. In passato si badava molto ai risultati esteriori, meno alla persuasione interiore.

La conversione era più frutto dell’imposizione politica e della convenienza sociale che di un sofferto cammino interiore. Il Concilio ha scelto un metodo che punta decisamente più su di una paziente opera di persuasione che sulla convenienza sociale, garantendo nell’evangelizzando una scelta pienamente libera e responsabile, quindi radicata e convinta, pronto ad accettare  in certi casi anche una diminuzione del numero dei fedeli, ma col guadagno di conquistare più radicalmente e liberamente le coscienze.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/fratellanza-e-ragionevolezza-il_16.html

Non ricordo che il Papa si sia mai fermato a commentare le parole severe del Signore verso coloro che non hanno praticato la misericordia: «via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25, 41). 

Francesco ha insistito molto sul fatto che Dio perdona tutti e perdona tutto, sul fatto che vuol salvare tutti, che la Chiesa è aperta a tutti. Ma non lo abbiamo mai sentito dire che all’inferno non c’è nessuno, come gli fanno dire i buonisti. Ciò infatti sarebbe un’eresia, impensabile sulla bocca di un Papa.

Il Papa sembra invece considerare esclusivamente la gratuità della salvezza, in un modo simile a Lutero. Che dire? Se Francesco fosse un luterano, sarebbe un eretico, cosa impensabile in un Papa. Si tratta dunque di una precisa opzione pastorale di Francesco. Il fatto che abbia taciuto certe verità non vuol dire affatto che le abbia negate.

Con tutto ciò ed anzi direi proprio a causa di tutto ciò Francesco ci ha invitato alla speranza, e questo è stato il suo ultimo messaggio. Con questo messaggio ha terminato il suo cammino terreno ed ha iniziato il suo cammino celeste.


Immagine da Internet: Allegoria della speranza, Giorgio Vasari

15 luglio, 2025

Fratellanza e ragionevolezza. Il messaggio di Papa Francesco - Prima Parte (1/2)

 

Fratellanza e ragionevolezza

Il messaggio di Papa Francesco

 Prima Parte (1/2)

  

L’uguaglianza umana

Il filosofo Massimo Cacciari ha detto che con la scomparsa di Papa Francesco il mondo ha perduto un maestro di ragionevolezza. La sua frase può lasciare perplessi perchè in realtà Francesco, a differenza di Benedetto XVI, che arrivava a trovare del buono persino nella concezione illuministica della ragione, non ci parlava mai del potere e dell’importanza della ragione, come generalmente evitava il linguaggio filosofico.

E invece io sono proprio d’accordo con Cacciari. Basta riflettere sul significato filosofico del concetto di fratellanza, di origine evangelica. Essa è effetto della ragionevolezza, in quanto è la ragione, facoltà comune ad ogni uomo, quel potere spirituale che consente a tutti di sentirsi ugualmente fratelli. E per questo l’idea di fratellanza è congiunta con quella di uguaglianza.

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In realtà c’è una differenza tra il concetto massonico di fratellanza e quello evangelico proclamato dal Papa: che il primo è un esser fratelli senza fondamento, perché manca Dio Padre, mentre il concetto cristiano è fondato sulla comune paternità divina. Può esistere infatti una fratellanza senza esser figli di un unico padre?

Bisogna dire allora che in realtà l’uguaglianza umana, rettamente intesa, così come l’ha intesa il Papa, benché effettivamente sia stata in qualche modo compresa ed apprezzata dalla massoneria, è logicamente collegata con quella  fratellanza che a sua volta, per essere compresa rettamente alla maniera genuinamente filosofica ed evangelica, dev’essere collegata con la ragionevolezza, che non è il puro e semplice possesso della ragione, che definisce l’uomo in quanto uomo, per cui essa è comune a tutti gli uomini, ma è il retto e sano uso della ragione, che si esprime nelle virtù della prudenza, della giustizia e della misericordia. In realtà una ragione usata male non è sorgente di fratellanza o di uguaglianza, ma di odio e divisione, come dimostra per esempio la ragione dialettica hegeliana.

Nell’enciclica Fratelli tutti Francesco fa una splendida apologia di quelli che già Benedetto XVI aveva chiamato «valori non negoziabili».

Ai due estremismi di destra e di sinistra, di passatismo e di modernismo, di lassismo e rigorismo, di disprezzo del Concilio e di falsificazione del Concilio, Papa Francesco, l’anno scorso, in occasione del VII centenario della morte di San Tommaso, ha posto come rimedio il realismo tomista, con un poderoso appello a prendere Tommaso, Dottore comune della Chiesa, come modello di teologo, come già aveva fatto il Concilio Vaticano II. Solo lo spirito di sintesi di San Tommaso consente infatti di comprendere ed apprezzare la sintesi di tradizione e progresso, di conservazione e rinnovamento che ci viene proposta del Concilio.

Immagine da Internet: Due bambini sulla strada, Chaim Soutine

14 luglio, 2025

Il dramma degli smemorati. Chi lo direbbe? Ai modernisti manca il senso della storia

 

Il dramma degli smemorati

Chi lo direbbe? Ai modernisti manca il senso della storia

Se c’è una cosa della quale i modernisti si vantano, e che riempie tutto lo spazio dei loro interessi, questa è proprio la storia. Per questo, mi rendo conto che l’accusa che rivolgo loro di non avere il senso della storia contrasta con l’idea che essi hanno di sé stessi e dev’essere provata. È appunto ciò che farò in questo articolo.

Essi infatti sono gli inventori della teologia narrativa, concepiscono Dio come storia, risolvono tutta la realtà nella storia, l’essere nel divenire, la teologia nella storia della salvezza. I loro maestri sono Lutero, Vico, Hegel, Croce, Dilthey, Heidegger, Walter Kasper e Bruno Forte. Tuttavia ha ragione Maritain nel riconoscere ad Hegel il merito di aver fondato la filosofia della storia. Per questo il loro vanto non è del tutto infondato. 

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Non basta comprendere i segni dei tempi, che cosa ci dice o ci ordina Dio oggi, sapere quali sono i problemi, i valori e i bisogni di oggi, ma occorre anche la memoria del passato, occorre conservare i valori immutabili e il deposito della fede, occorre recuperare ciò che abbiamo dimenticato e senza di cui non possiamo vivere.

Quando Paolo dice: «dimentico del passato e proteso verso il futuro» (Fil 3,13), non si riferiva al deposito della fede, ma ai propri peccati perdonati. Senso della storia vuol dire saper discernere nel passato ciò che è da abbandonare e cio che è da conservare ed eventualmente recuperare.

Il difetto dei modernisti è che non riescono a concepire valori stabili, incorruttibili e immutabili, che trascendono il tempo. Per loro muta la natura dell’uomo, muta il significato dei dogmi, muta la norma morale, muta anche Dio. Muta tutto.

Nessuno nega che esista una verità temporale ed è certo questa la verità storica e la verità della storia. Ma curiosamente modernisti e passatisti convengono assieme nell’ignorare che cosa è la verità, confondendola rispettivamente con la storia o con l’abitudine. I modernisti confondono il progresso con la sovversione. I passatisti confondono la conservazione con la retrocessione. Entrambi, invece di conciliare tradizione e progresso, li oppongono fra di loro, sia bloccando il progresso, sia mummificando la conservazione.

Immagine da Internet: Angelus Novus, Paul Klee 

12 luglio, 2025

La Madonna ha conosciuto la morte? - Terza Parte (3/3)

 

La Madonna ha conosciuto la morte?

Terza Parte (3/3)

 

La rappresentazione del corpo femminile

Il cimento dei sommi artisti

Il nudo femminile è un genere pittorico, fotografico o scultoreo di tutto rispetto, normale materia di apprendimento in qualunque Accademia di Belle Arti, finalizzata al piacere estetico, e se suscita il piacere sessuale, esso è moderato dall’esperienza estetica, che è un’esperienza spirituale.

Questo genere artistico è antichissimo e connesso col politeismo. La dea nuda non è necessariamente stimolo di lussuria, ma può essere occasione per rendere onore alla bellezza femminile, come è evidente nell’arte greco-romana. Pensiamo per esempio nell’ambito della pittura alle famose maya vestida e maya desnuda di Goya o alle famose stupende statue, come la Venere di Milo, la Venere de’ Medici, la Venere Capitolina e l’Afrodite Cnidia. Si tratta evidentemente di una glorificazione del corpo femminile, che nulla ha a che vedere con la sollecitazione della concupiscenza, a meno che non ci accostiamo ad esse con desideri impuri. Altra cosa invece è il nudo intenzionalmente finalizzato suscitare la lussuria. 

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Gesù è ora in cielo alla destra del Padre e manda il suo Spirito alla Chiesa. Maria è al fianco di Cristo. L’uno e l’altra costituiscono la nuova coppia edenica e messianica, Gesù nuovo Adamo e Maria nuova Eva. Nel contempo Maria è la Madre di Cristo. Come accordare questi due schemi apparentemente contrastanti?

Bisogna tenere accuratamente separate queste due rappresentazioni entrambe vere, ma incompatibili fra di loro. Questo fatto può sembrare molto strano e addirittura assurdo. Ma non è necessario che tentiamo di conciliare le due rappresentazioni. Il loro contrasto dipende solo dal fatto che la nostra mente limitata, tutt’ora abitante in un corpo mortale ferito dal peccato, non riesce a vedere come quelle due cose coincidono in Gesù e Maria. Sappiamo che coincidono, e tanto ci deve bastare. In cielo capiremo meglio questo mistero.

Un’altra cosa da notare: la rappresentazione iconografica della maternità di Maria non ha mai costituito una difficoltà per gli iconografi: non si contano le raffigurazioni della Madonna col Bambino. Ma come rappresentare Maria assunta in cielo al fianco di Cristo? Michelangelo nella Cappella Sistina ha tentato di rappresentare Gesù accanto a Maria al Giudizio universale.

Sappiamo che Gesù e Maria lavorano per noi e a nostro nome rendono gloria a Dio nella liturgia celeste. Ma quale pittore o quale immaginazione potrebbero rappresentarci ciò che Gesù e Maria stanno facendo in cielo per noi? Benchè l’uno e l’altra siano due soggetti umani in carne ed ossa, maschio e femmina, la loro condizione gloriosa e celeste non è accessibile ai nostri occhi mortali. Come la cosa in sé kantiana, sappiamo che c’è, ma non sappiamo che cosa sia. Non ci resta che attendere la futura beata visione e cantare il bell’inno mariano «andrò a vederla un dì in cielo patria mia».

Immagine da Internet: Giudizio Universale, Michelangelo

11 luglio, 2025

La Madonna ha conosciuto la morte? - Seconda Parte (2/3)

 

La Madonna ha conosciuto la morte?

Seconda Parte (2/3)

 

L’assunzione è conseguenza dell’immacolatezza

Il Beato Pio IX nel famoso dogma dell’immacolata concezione di Maria definì che Ella «per un singolare privilegio della grazia di Dio onnipotente nel primo istante della sua concezione fu preservata immune da ogni macchia (labes) di peccato originale» (Denz.2803).  Che significa ciò? Che la natura umana di Maria non fu concepita in quello stato di decadenza, fragilità, corruzione e mortalità che è comune a tutti gli uomini e donne discendenti dalla prima coppia. 

Per questo Maria era esentata di per sé da tutte le conseguenze penali del peccato originale e ricevette da Dio tanta grazia da esserne completamente piena, ossia la sua condotta morale fu sempre del tutto santa, esente da ogni cattiva inclinazione, vizio e difetto morale o psicologico e innocente da qualunque peccato non solo mortale ma anche veniale, colma di tutte le virtù naturali e soprannaturali, priva di qualunque inclinazione al peccato e quindi dalla concupiscenza, esente dall’ignoranza, che non fosse quella incolpevole, ricca di sapienza, come dimostra il Magnificat, ella che ha appreso direttamente dal Verbo divino, soggetta alla sofferenza, ma non alla decadenza fisica, esente dalla malattia ma non dalla morte, ardentissima nella carità e sempre guidata dai doni dello Spirito Santo. Certo questo non esclude che ella nell’agire sia passata dall’imperfetto al perfetto. Ma questo è stato un progresso continuo ed ininterrotto, senz’alcun momento di arresto o di regresso.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-madonna-ha-conosciuto-la-morte.html

L’assunzione di Maria al cielo è stata l’effetto di uno specialissimo intervento divino, privilegio unico di Maria, per il quale Dio nei suoi imperscrutabili disegni, ha voluto portare termine al percorso terreno di Maria - e qui Maria è stata uguale a tutti noi -.

Salire al cielo vuol dire ricevere la gloria celeste.

Inoltre dove è andata Maria? Occorre infatti un luogo che ospiti il suo corpo allo stesso modo di quanto è richiesto da quello di Cristo glorioso. È chiaro che sarebbe ridicolo ipotizzare una specie di viaggio spaziale. Paradiso, inferno e purgatorio devono essere necessariamente luoghi extraterreni, perché le anime dei defunti sono sostanze; ma è chiaro che non possono essere luoghi fisici come lo sono i luoghi del nostro mondo o del nostro universo.

Come ci suggerisce la Scrittura, possiamo immaginarli in senso analogico come luoghi trascendentali sempre ovviamente appartenenti al creato, ma esterni al nostro universo empirico.

Maria è la donna edenica e messianica. Se il corpo di Maria è stato assunto in cielo, non è affatto scandaloso pensare al corpo bellissimo di Maria e gustarne la bellezza, evitando però che sorga la concupiscenza. Maria ristabilisce nella sua persona la perfezione edenica perduta da Eva e con la sua assunzione in cielo precorre già nella vita terrena la perfezione sessuale femminile escatologica.

A proposito della nudità edenica, non sarà male allora considerare alcuni preziosi insegnamenti di San Giovanni Paolo II. La nudità edenica, come spiega bene il santo Pontefice nelle sue catechesi, rappresentava la condizione di possibilità della comunione umana interpersonale tra uomo e donna su di un piano di uguaglianza di natura, pari dignità personale e complementarità reciproca.

Immagine da Internet: Assunzione di Maria, Guido Reni

10 luglio, 2025

La Madonna ha conosciuto la morte? - Prima Parte (1/3)

 

La Madonna ha conosciuto la morte?

Prima Parte (1/3)

Gratitudine alla donna, gratitudine a Maria

Il mistero dell’assunzione di Maria al cielo

Attorno alla vicenda storica di Maria c’è un insieme di credenze, narrazioni, fatti e cose misteriosi che ben si addicono alla Madre del Signore, la creatura umana che più di ogni altra è in comunione col mistero di Cristo e avvolta dal mistero di Dio. È strano, per esempio, che nessuno degli Evangelisti si sia preoccupato di dirci quale sia stata la fine della vita terrena di Maria.

Per converso, appare prestissimo a livello popolare la voce che Maria sarebbe stata assunta in cielo, una cosa miracolosa e straordinariamente grandiosa, privilegio unico della Madonna, eppure conveniente alla Madre di Dio, una narrazione popolare nata dalla devozione a Maria, un mistero di salvezza che pure subito trovò credito tra i fedeli. Ma il concetto stesso di assunzione al cielo è misterioso e di difficile comprensione. Vedremo in questo articolo quali sono le difficoltà che presenta, ma anche la meraviglia del suo significato.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-madonna-ha-conosciuto-la-morte-prima.html


Nel caso unico di Maria il concetto di morte dev’essere adattato al suo caso. La sua morte infatti non ha tutte le caratteristiche della morte. Da qui l’incertezza e i contrasti fra mariologi se Maria è morta o non è morta. Per questo alcuni preferiscono parlare di dormizione anziché di morte. 

Che il corso della vita terrena di Maria abbia avuto un termine, ciò comunque fa pensare alla morte. Del resto, avrebbe mai potuto vivere per sempre quaggiù? Dunque Maria per volontà di Dio ha assunto sotto questo punto di vista le conseguenze del peccato, benchè immacolata. Ma resta misteriosa la causa dell’interruzione del corso della sua vita. Non può essere stato un termine causato dalla corruzione della natura, ma causato direttamente da Dio stesso.

Maria ha subìto qualcosa di simile alla morte, ma nel contempo qualcosa di più vicino alla vita.

Immagine da Internet: Maria Assunta, Tiziano, Venezia 

08 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Quarta Parte (4/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Quarta Parte (4/4)

 

L’angelologia biblica

Riempie di meraviglia noi moderni, spesso increduli nell’esistenza degli angeli, constatare quale dimestichezza i personaggi biblici hanno con gli angeli. Il commercio con gli angeli sembra quasi per loro una cosa anche se rara e straordinaria, tutto sommato normale e scontata. Difficile sapere che cosa vedono nelle apparizioni di angeli in volo con le ali. Indubbiamente Il volo rappresenta la velocità e la elevatezza delle comunicazioni spirituali.

A noi moderni queste raffigurazioni possono sembrare fantasie ingenue, che possono attirare l’attenzione dei bambini, ma che non presentano nessun interesse o credibilità dal punto di vista di un discorso serio o filosofico. Ma qui valgono proprio in mente le parole di Cristo quando dice che Dio rivela i suoi misteri ai piccoli e li nasconde ai sapienti e agli intelligenti. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-scomparsa-degli-angeli-nella_8.html


L’angelo è persona di più e meglio di noi, in quanto in lui il soggetto sussistente non è come in noi la materia, ma è lo stesso spirito, che pertanto non è forma di una materia, ma è pura forma, come aveva intuito Anassagora. La sua natura non è come in noi spirito e corpo, ma puro spirito.

Ma l’angelo è pur sempre una creatura. Ciò vuol dire che la sua personalità non è il grado massimo o supremo della personalità, perchè l’angelo non sussiste in forza del suo essere, ma della sua essenza o sostanza o natura. Il suo atto d’essere non è sussistente, ma ricevuto; non gli è essenziale, ma aggiunto e donato dal Creatore.

Ora la persona comporta la sussistenza. Alla persona angelica invece manca di per sé la sussistenza: non ce l’ha da sé, non l’ha per conto proprio perchè il suo essere è causato e creato dal nulla da Dio, il Quale solo è persona in senso assoluto e infinito perché non esiste da altro, ma esiste da Sé e in forza di Sé.

Ogni angelo non è l’individuo di una specie, ma è una specie a sé. Due angeli dello stesso coro, facciamo conto due arcangeli, sono di pari dignità generica come angelo, ma reciprocamente complementari come singoli, un po’ come tra l’anima umana maschile e femminile esiste una differenza formale, mentre la natura umana funge da genere, per cui le due specie di anime si completano a vicenda su di un piano di pari dignità personale.

Pochi, anche tra gli autori spirituali, notano che l’angelo custode e il demonio sono sempre presenti ed attivi nella nostra vita spirituale. 

Immagini da Internet:
- L'angelo di Giotto, Boville Ernica
- Angelo, San Vitale, Ravenna 

06 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Terza Parte (3/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Terza Parte (3/4)

 

Le fascinose pretese dell’idealismo

Uno dei danni provocati alla metafisica dalla nascita della metafisica cartesiana è stato la scomparsa del trattato sugli angeli, che in Tommaso raggiunge il vertice del suo splendore, avendo, come è noto, l’Aquinate fra i suoi titoli di gloria anche quello di Dottore Angelico.

Dopo Tommaso, a partire dal Beato Duns Scoto per passare da Guglielmo di Ockham fino a Suarez assistiamo a un progressivo indebolimento della consistenza ontologica dell’angelo, la cui essenza, col pretesto della sua individualità, perde progressivamente la sua trascendenza rispetto alla natura umana e il suo stato ontologico intermedio fra l’uomo e Dio. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-scomparsa-degli-angeli-nella_6.html

Diventa in qualche modo ingombrante per la voglia dell’uomo di salire direttamente a Dio, per cui con Cartesio l’uomo si sostituirà all’angelo, così da volere al di sopra non più l’angelo ma direttamente Dio, finchè poi con l’idealismo tedesco l’uomo pretenderà addirittura di possedere o diventare l’essere divino.

Così i suddetti teologi, in quanto cristiani, ammettono certamente l’esistenza degli angeli, ma solo come dato di fede. Infatti la loro metafisica non è capace di dimostrarne l’esistenza per il fatto che in essa manca la distinzione reale fra essenza ed essere, per cui manca il paradigma dell’ente creato. 

Cartesio ammette senza difficoltà l’esistenza degli angeli, ma solo come dato di fede. Sorprendentemente nella sua metafisica, che pare così spiritualistica, non c’è posto per gli angeli per il semplice motivo che la mente umana prende il posto dell’angelo, capace com’è di possedere le idee senza trarle dai sensi, ma solo per intuito naturale, in quanto esse, come negli angeli, sono infuse da Dio nella mente.

 Ma ecco che con Spinoza la materia viene divinizzata, diventando un attributo divino. Dunque l’uomo non è puro spirito come ce lo propone Cartesio, ma è un modo materiale della sostanza divina.

La Chiesa ha assunto le nozioni di spirito, di corpo e di forma per elevarle alla dignità di nozioni di fede, sicchè noi possiamo sapere che esistono i corpi, gli spiriti e le anime come forme del corpo umano non solo in base alla ragione, ma anche alla fede. Il credente sa dunque che la conoscenza dei corpi, e quindi la cosmologia, delle anime, e quindi la psicologia, nonché degli spiriti, e quindi l’angelologia, non sono più soltanto scienze umane, ma conoscenze salvifiche che procurano la vita eterna.

Immagini da Internet:
- Angelo adorante, Luini Bernardino, Milano
- Angelo custode, Acireale

05 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Seconda Parte (2/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Seconda Parte (2/4)

 

La scoperta dell’esistenza degli angeli nei Greci

Il primo dei filosofi greci a parlare del pensiero (noèin) e quindi dello spirito è Parmenide, il quale è il fondatore della metafisica in quanto la sua questione fondamentale è quella dell’essere (einai) che identifica con quella dell’ente (on).

Egli tuttavia dice che la stessa cosa è il pensare e l’essere (to autò to noein kai to einai) senza che sia chiaro se egli identifica il pensare con l’essere oppure intende dire che nel conoscere ciò che pensiamo è ciò che è. Nel primo caso egli è il fondatore dell’idealismo. Nel secondo caso fonda il concetto realistico della verità. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-scomparsa-degli-angeli-nella_5.html


Anassagora forma per primo il concetto della vita (bios o zoè) come automozione, distinguendo l’ente vivente dal non vivente, anche se non ci dà ancora i gradi della vita come farà Aristotele. Un conto comunque, per Anassagora, è il non vivente, il semplice corpo, e un conto è il morto, un corpo che ha perso la vita. 

L'automozione significa solo azione immanente o interiore e intenzionale di autoperfezionamento o autorealizzazione e non significa assolutamente autocausazione (causa sui), concetto assurdo come dimostra San Tommaso, perché la causa di se stesso dovrebbe esistere, come causa, prima di esistere come effetto, dovrebbe esistere e non esistere. 


Platone ha capito che l’atto del vivente esce da lui e torna a lui secondo una specie di circolarità. Il suo agire e il suo essere sono trasparenti a loro stessi. Quindi ha capito il valore della coscienza, dell’autocoscienza e dello spirito. Bisogna dire allora che ci ha fatto capire meglio non solo che cosa è l’uomo, ma anche che chi è l’angelo. E da qui ci ha fatto capire chi è Dio purissimo Spirito, esplicitando la nozione del nus che già ci aveva fornito Anassagora.

Aristotele, benché non capisca e denigri la dottrina platonica delle idee, tuttavia ne coglie l’aspetto ontologico e ammette la sostanza spirituale o immateriale separata (usìa coristè). Egli spiega l’ente sensibile non con l’idea trascendente, ma con la forma (morfè) immanente, sicchè la sostanza sensibile materiale è il composto (synolon) di materia (yle) e forma. Aristotele chiama la forma anche eidos, come Platone chiama l’idea. In metafisica abbiamo la forma pura, che è finita ed è l’angelo, mentre quella infinita è Dio.


Immagini da Internet:
- Angeli con candelabro, Gessi G.F.
- Angeli, Cappella Palatina, Napoli