Gli attributi di Dio
Conferenza di P. Tomas Tyn, OP
Bologna, 27 novembre 1986
- Presso Istituto Tincani
Audio: http://youtu.be/z4zp7N9Jjh0
L’ultima volta ci siamo intrattenuti affabilmente, riguardo alla
esistenza di Dio, le cinque vie di San Tommaso, per dimostrare l’esistenza
appunto di Dio. Abbiamo detto che Dio è quell’ente che sussiste in virtù del
suo stesso essere. È una cosa interessantissima. Tutte le cose, tutte le entità
hanno il loro essere quasi al di fuori di sé. È possibilissimo concepire l’uomo
senza pensare al suo essere.
Tanto è vero che esistono potenzialmente tanti individui umani, che
realmente ancora non esistono, esisteranno tra cento anni, per esempio, ma oggi
ancora non esistono. Quindi nel concetto di una entità limitata non si
nasconde, non è implicito l’essere stesso. C’è un solo concetto in cui
l’essenza coincide con l’essere: è il
concetto di Dio. Dio non si lascia definire, ma
la descrizione migliore di Dio, è quella che dice: Dio è quella essenza che
coincide con il suo stesso essere.
Continua a leggere:
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/gli-attributi-di-dio-conferenza-di-p.html
|
Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP
|
Quelle perfezioni, che in
noi si sovrappongono l’una all’altra e si distinguono realmente l’una
dall’altra, in Dio coincidono in un unico essere. Tutte le perfezioni lì sono
un tutt’uno. Vedete la semplicità di Dio. Essa significa che in Dio non c’è
alcuna composizione. In Dio non esistono composizioni di sorta. Nel
mondo creaturale esistono tante composizioni. Pensate per esempio alla più
banale, che è quella delle parti cosiddette integrali, le parti quantitative:
una casa che è fatta dalle fondamenta, dalle pareti, dal tetto, dalle finestre,
dalle porte e via dicendo, insomma tutto quello che spetta ad una casa. Pensate
all’uomo, fatto di una testa, di un collo, torace, mani, gambe e via dicendo,
insomma tutte le parti sono ben distinte l’una dall’altra. In Dio tutto questo
ovviamente non esiste. Voi capite che questa distinzione di parti è dovuta alla
quantità, all’estensione, che spetta solamente ai corpi, quindi delle sostanze
incorporee non sono estese né così quantificabili.
Poi c’è
la composizione di accidente e di sostanza, come abbiamo visto. Per esempio, mi
metto a camminare, ma il mio camminare non è il mio essere. In Dio, tutto ciò
che Dio fa è il suo essere, non è una aggiunta al suo essere. E poi c’è la
composizione di materia e forma. Tutte le cose materiali corporee sono una
forma ricevuta in una materia. In Dio ovviamente non c’è composizione di
materia e di forma. Ma non
solo. In tutte le creature, anche quelle immateriali, anche quelle più pure e
più semplici, anche negli angeli e nelle anime nostre che sono un po’
imparentate con gli angeli, in quanto pure immortali e spirituali, ebbene,
anche nelle essenze in qualche modo spirituali e immateriali esiste una minima
complessità. Questa
minima complessità, che caratterizza tutto il mondo delle creature è la
composizione dell’essenza con l’essere. Anche nell’angelo differisce ciò che è
l’angelo dal suo esserci. Solo in Dio sparisce anche questa minima
composizione. Quindi, Dio è assolutamente semplice.
Ora,
San Tommaso ha questa tesi. Egli dice che l’essenza metafisica di Dio è
costituita dalla sua aseità, mentre l’essenza delle creature, in quanto
creature ed è comune a tutte le creature in tal senso, è costituita dalla loro
abalienità.
D’altra
parte anche la nostra cara Consorella Santa Caterina ha avuto una rivelazione
di Gesù, il quale, come Verbo dell’eterno Padre, le disse appunto: “Tu sei
colei che non è. Io sono Colui Che E’”. È così semplice. La creatura è quella
che non è. Dio è Colui Che è. Non nel senso che noi non siamo nulla, ma nel
senso che noi siamo per partecipazione.
Immagine da Internet:
- Santa Caterina e Gesù, Scuola Toscana