Cartesio e la Chiesa
Nessuno può porre un fondamento diverso
da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo
I Cor 3,11
Nel 1663 le opere di Cartesio furono messe all’Indice; ma la Chiesa non ha mai fatto un elenco degli errori di Cartesio. Ciò fu fatto da allora fino ai nostri giorni dai tomisti, come per esempio Giovanni di San Tommaso, Zigliara, Liberatore, Gredt, Fabro, Schwalm, Olgiati, Cordovani, de Tonquédec, Kuiper, Simon, Zacchi, Toccafondi, Maritain, Gilson, Tyn, Livi.
L’attrattiva che suscita Cartesio è data dal fatto che i cartesiani, sin dal sorgere della sua filosofia, con una costante ed abile campagna propagandistica sono riusciti ad accreditare presso molti le sue idee come la «filosofia moderna», facendo credere, quindi che la precedente filosofia tomista fosse superata per non dire falsa e illusoria.
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L’astuzia di Cartesio fu quella di convincere molti che la sua filosofia sostituiva Aristotele nella fondazione della metafisica e della verità, dando ad intendere che forniva le vere prove dell’esistenza di Dio e dell’immortalità dell’anima. Dunque una filosofia definitiva applicando la quale – così prometteva Cartesio - l’uomo avrebbe potuto diventare pienamente signore della natura.
In effetti siamo debitori a lui degli immensi progressi moderni della tecnica. Ma a prezzo della perdita del senso dell’essere.
Ma per accorgersi dell’impostura della sua proposta filosofica sarebbe bastato considerare la stoltezza del motivo che aveva spinto Cartesio a farla: la sua convinzione che fino al suo tempo l’umanità non aveva trovato il vero fondamento primo della certezza e quindi della verità e del sapere, ma era vissuta nelle apparenze e nelle illusioni.
Chi esamina quindi con attenzione la filosofia di Cartesio si accorge che essa non solo non ha fatto progredire la filosofia, ma l’ha fatta retrocedere all’epoca della sofistica greca di Protagora, a suo tempo confutato da Aristotel.
La vera filosofia moderna, conciliabile con la fede cattolica, ed auspicata dal Concilio Vaticano II, non si costruisce su base cartesiana e neppure utilizzando l’idealismo tedesco nato da Cartesio, come crede di poter fare Rahner, ma si costruisce su base tomistica, di un tomismo, come prescrive il Concilio, che sappia assumere i valori della modernità scartandone e confutandone gli errori.
Immagine da Internet: - Ravenna, Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Civitas Classis, particolare