Continuità o rottura? Il parto doloroso del Concilio Vaticano II - Seconda Parte (2/3)

 

Continuità o rottura?

Il parto doloroso del Concilio Vaticano II

Seconda Parte (2/3)

 

Immacolato. Le avevo chiesto di non commentare più... altrimenti l'avrei bloccata! Siccome ha continuare a commentare e visto che le sue eresie sono palesi. Ora la blocco!

10) Cavalcoli. Caro Fra Pio Immacolato, lei se le fa e se le dice.

 

ImmacolatImmacolato. Pace e Bene. Padre, mi consenta ora di passare ad un altro punto. Non le voglio assolutamente mettere fretta. Risponderà quando potrà e se lo desidera.

4) Dice padre Cavalcoli:

<<Sono stato accusato...di chiudere gli occhi...ma io ho scritto un libro apposta Progresso nella continuità (Edizioni Fede&Cultura, Verona 2011), oltre a chiarire queste cose nei miei scritti da quarant’anni>>

Risposta di fra Pio Immacolato :

[...] Lei parla di <<progresso nella continuità>>, [...]. Le voglio ora riportare ciò che afferma a riguardo un suo confratello domenicano, il modernista Congar, che ammise, a differenza di lei, che c'è reale rottura tra la dignitatis humanae personae del concilio vaticano e il Syllabus di Papa Pio IX:

<<Non si può negare che tale testo dica materialmente un'altra cosa che il Sillabo del 1864, e perfino...il contrario delle proposizioni 15, 77, 78 e 79 di quel documento>> (Y.Congar OP - La crisi...- Queriniana, Brescia 1976, pag.54)

<<La dichiarazione sulla libertà religiosa dice il contrario di molti articoli del Sillabo del 1864>> (Y.Congar OP, Essais œcumeniques. Les hommes, le mouvement, les problemes, Centurion, Parigi 1984, pagina 85)

<<Dietro richiesta del Papa, ho collaborato agli ultimi paragrafi della dichiarazione sulla libertà religiosa: si trattava di dimostrare come il tema della libertà religiosa apparisse già nella Scrittura; tuttavia non c'è>> (Y. Congar - La Droite du Pére. Enquete sur la Tradition catholique aujourd'hui, Trédaniel, Parigi 1994, pag. 118)

Lei, anche se scrivesse libri fino alla fine del mondo, non potrà mai far nulla per dimostrare la continuità tra il documento «dignitatis humanae personae» del concilio vaticano II e il Documento Magistrale «Quanta Cura e Sillabus», perché c'è una reale ed oggettiva ed insanabile rottura tra i due testi! Quindi, se si schiera da una parte, va contro l'altra, e viceversa!

Le porto un'altro esempio lampante di chiara rottura! Bergoglio insegna, ed obbliga, con la sua "Autorità Petrina" [ho messo tra virgolette perché in realtà è privo di tale Autorità] a ritenere la pena di morte come una cosa intrinsicamente cattiva [in sé stessa], e quindi sempre inammissibile:

<<SI DEVE AFFERMARE CON FORZA CHE LA CONDANNA ALLA PENA DI MORTE...È IN SÉ STESSA CONTRARIA AL VANGELO>> (Discorso di Bergoglio 11 ottobre 2017)

E NELLA SUA VERSIONE DEL CATECHISMO DELLA "CHIESA CATTOLICA" CHE SI PRESENTA FALSAMENTE COME "MAGISTERO PETRINO", BERGOGLIO "INSEGNA" E "COMANDA" A TUTTA LA "CHIESA", (ANDANDO IN REALTÀ CHIARAMENTE CONTRO LA PAROLA DI DIO E CONTRO L'IMMUTABILE ED INTEGRALE DOTTRINA DELLA CHIESA CATTOLICA), al punto 2267:

<<LA CHIESA INSEGNA, ALLA LUCE DEL VANGELO, CHE LA PENA DI MORTE È INAMMISSIBILE>> (Catechismo della "Chiesa Cattolica" n°2267)

Ma l'infallibile Magistero della Chiesa, da sempre, insegna esattamente e chiaramente l'opposto!

Ecco di seguito, a riguardo, alcuni Testi Magisteriali dei Papi:

<<Per quanto riguarda il potere secolare, AFFERMIAMO CHE SI PUÒ ESERCITARE LA PENA DI MORTE (ndr quindi non è intrinsicamente cattiva!) senza peccato mortale, a condizione che la vendetta sia esercitata non per odio, ma per giustizia, non in maniera imprudente e precipitosa, ma con giudizio e moderazione>> (Magistero di Papa Innocenzo III - Ejus exemplo, 18 dicembre 1208)

<<ALTRA CATEGORIA DI UCCISIONI PERMESSA È QUELLA CHE RIENTRA NEI POTERI DI QUEI MAGISTRATI, I QUALI HANNO FACOLTÀ DI CONDANNARE A MORTE. Tale facoltà, esercitata secondo le norme legali, serve a reprimere i facinorosi e a difendere gli innocenti. APPLICANDO TALE FACOLTÀ, I MAGISTRATI NON SOLAMENTE NON SONO REI DI OMICIDIO, MA, AL CONTRARIO, OBBEDISCONO IN UNA MANIERA SUPERIORE ALLA LEGGE DIVINA [...]. Vi sono anzi delle uccisioni compiute per espresso comando di Dio. I figli di Levi non peccarono quando in un giorno solo uccisero tante migliaia di uomini; dopo di che, Mosè rivolse loro le parole: Oggi avete consacrato le mani vostre a Dio (Ex 32,29)>>(Magistero di Papa San Pio V - Catechismo Tridentino, n° 328).

<<Vi sono dei casi nei quali sia lecito uccidere il prossimo? E' LECITO UCCIDERE IL PROSSIMO quando si combatte in una guerra giusta, QUANDO SI ESEGUISCE PER ORDINE DELL'AUTORITÀ SUPREMA LA CONDANNA DI MORTE IN PENA DI QUALCHE DELITTO; e finalmente quando trattasi di necessaria e legittima difesa della vita contro un ingiusto aggressore>> (Magistero di Papa San Pio X - Catechismo Maggiore n°413).

<<… dopo matura deliberazione sopra ciascuno dei detti articoli, per l’autorità di Dio onnipotente e dei beati apostoli Pietro e Paolo e Nostra condanniamo e riproviamo e rigettiamo tutti e singoli i predetti articoli ed errori, rispettivamente eretici, scandalosi, falsi, offensivi delle pie orecchie, capaci di sedurre lo spirito dei semplici e contrari alla verità cattolica; e dichiariamo e definiamo che da tutti i Cristiani, di ambo i sessi, debbono essere ritenuti condannati, riprovati e rigettati>> (Magistero di Papa Leone X, Bolla Exsurge Domine, 15 giugno 1520).

Papa Leone X condanna la seguente affermazione di Lutero: <<bruciare gli eretici è contrario alla volontà dello Spirito Santo>> (proposizione di Lutero, condannata infallibilibilmente da Papa Leone X con la Bolla Exsurge Domine)

<<...quando si tratta dell’esecuzione di un condannato a morte...è riservato al potere pubblico privare il condannato del bene della vita in espiazione della sua colpa, dato che col suo crimine si è spossessato egli stesso del suo diritto alla vita>> (Magistero di Papa Pio XII - 14 settembre 1952)

<<... Dio...è fonte di giustizia e ha riservato a sé il diritto sulla vita e sulla morte.... eccettuati i casi della legittima difesa privata, della guerra giusta e guerreggiata con giusti metodi, e della pena di morte inflitta dall’autorità pubblica per ben determinati e provati gravissimi delitti>> (Magistero di Papa Pio XII 22 febbraio 1944)

Ora, cosa dice, padre Cavalcoli? C'è continuità tra l'insegnamento dottrinale di Bergoglio, che lei osa riconoscerlo come vero e legittimo Papa (io non lo riconosco come tale) e gli insegnamenti Magisteriali dei Papi che ho appena citato, ai quali io, lei e tutti siamo già vincolati per sempre? Io vedo una chiara ed indubitabile rottura!

11) Cavalcoli. Caro Fra Pio Immacolato, purtroppo Congar su questa delicatissima questione, che suscitò tra i Padri Conciliari una drammatica discussione, è troppo sbrigativo, per cui quello che dice è atto addirittura a suscitare scandalo. Infatti è vero che il Concilio ammette quella libertà religiosa, che Pio IX aveva proscritto, ma avrebbe dovuto chiarire con grande prudenza, carità e rispetto, che senso aveva quel contrasto.

Questa cosa io la sto spiegando in lungo e in largo nel corso di questa discussione. Il principio della religione di Stato non è un dogma, come tu, Fra Pio credi, ma ho detto e ripetuto che si tratta di un semplice ordinamento giuridico ovvero di legge positiva, che riguarda il Diritto dello Stato, cioè il Diritto Civile.

Stando così le cose, lei dovrebbe saper bene che sia la Chiesa che lo Stato hanno facoltà di mutare la legge positiva. Quindi il fatto che oggi sia la Chiesa che lo Stato ammettano il diritto alla libertà religiosa non reca nessuna offesa né alla ragione naturale né al dogma, ma è un istituto che già dal secolo XVIII cominciò a funzionare per regolamentare la convivenza tra fedeli di diverse confessioni religiose.

Per quanto riguarda il riferimento biblico, il passo più opportuno sembra essere le parole del Signore: “Chi non è contro di voi, è con voi”. Per questo il Concilio afferma che quel diritto è basato sulla Rivelazione. Tuttavia è evidente che queste parole del Signore sono semplicemente la base, dalla quale si può trarre quella formulazione giuridica che troviamo nel Concilio.

Stando così le cose, l’affermazione di Congar “si trattava di dimostrare come il tema della libertà religiosa apparisse già nella Scrittura; tuttavia non c'è, è una affermazione che va rettamente interpretata. E a queste condizioni appare giusta. Cioè Congar dice che il documento del Concilio parla solo di Rivelazione, senza dare la dimostrazione di tale affermazione.

Riguardo alla questione della “rottura”, bisogna dire che il mutamento della posizione pastorale della Chiesa riguardo il trattamento che lo Stato deve fare nei confronti della religione, non va considerato come una “rottura”, ma come un giusto provvedimento.

Se invece la rottura vogliamo riferirla alla questione dottrinale, sono soltanto i modernisti che parlano di rottura dottrinale del Concilio rispetto al preconcilio. Ma, come ho detto e ripetuto, la questione del rapporto dello Stato con la religione non è materia di fede, che metta in gioco verità immutabili, ma è questione giuridica o prudenziale, che va regolata a seconda delle circostanze di tempo e di luogo.

Innanzitutto occorre tener presente che la tematica concernente la pena di morte non è di carattere dogmatico, quindi non impegna l’infallibilità pontificia, ma si tratta di una materia di carattere disciplinare, che mette in gioco la virtù della prudenza, considerando la maturazione della coscienza della dignità umana, a seguito di una migliore conoscenza delle esigenze del Vangelo.

In base a queste considerazioni dobbiamo spiegare il motivo per il quale la Chiesa preconciliare giustificava la pena di morte, mentre l’attuale Catechismo disapprova la pena di morte. È vero che notiamo una contraddizione, ma, trattandosi di materia giuridica di carattere positivo, soggetta come tale a possibili mutamenti dipendenti dalle circostanze di tempo e di luogo, non c’è da meravigliarsi che un legislatore sopprima la legge emanata da un precedente legislatore.

Ciò non vuol dire che Papa Francesco abbia l’autorità di imporre agli Stati l’abolizione della pena di morte, perché si tratta di materia della legislazione civile, dove lo Stato ha una sua autonomia.

Quando Papa Francesco dice che la pena di morte è contro il Vangelo, non intende parlare come se fosse in gioco una verità di fede, ma, come ho già detto, intende riferirsi a quelle esigenze di maggiore rispetto della dignità umana, che sono state messe in luce dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

 

Immacolato. Cavalcoli lei va contro una verità dottrinale!!!! Lei oggettivamente è in eresia!

<<NOI, dunque, IN TANTA PERVERSITÀ DI DEPRAVATE OPINIONI, BEN MEMORI DEL NOSTRO APOSTOLICO UFFICIO E MASSIMAMENTE SOLLECITI DELLA SANTISSIMA NOSTRA RELIGIONE, DELLA SANA DOTTRINA E DELLA SALVEZZA DELLE ANIME AFFIDATECI DA DIO, E DEL BENE DELLA STESSA SOCIETÀ UMANA, ABBIAMO RITENUTO DI DOVERE NUOVAMENTE ELEVARE LA NOSTRA APOSTOLICA VOCE. PERTANTO, TUTTE E SINGOLE LE PRAVE OPINIONI E DOTTRINE ESPRESSE NOMINATAMENTE IN QUESTA LETTERA, CON LA NOSTRA AUTORITÀ APOSTOLICA RIPROVIAMO, PROSCRIVONO E CONDANNIAMO; E VOGLIAMO E COMANDIAMO CHE ESSE SIANO DA TUTTI I FIGLI DELLA CHIESA CATTOLICA, TENUTE ASSOLUTAMENTE PER RIPROVATE, PROSCRITTE E CONDANNATE!>> (Papa Pio IX - Enciclica Quanta Cura e Sillabus)

<<Nel nostro tempo non è più conveniente avere la Religione Cattolica come unica Religione di Stato>> (proposizione dottrinale condannata da Papa Pio IX Syllabus)

12) Cavalcoli. Caro Fra Pio Immacolato, il Sillabo è una collezioni di errori moderni, che toccano sia la dottrina che l’ordine giuridico. Il Papa li condanna in nome della sua autorità apostolica, ma occorre distinguere tra l’autorità dottrinale, con la quale condanna gli errori dottrinali, e l’autorità pastorale, con la quale condanna gli errori nel campo del diritto.

Mentre le condanne di carattere dottrinale, riferendosi a verità di fede di per sé immutabili, mantengono intatto il loro valore, la condanna di alcune teorie giuridiche, tra le quali la libertà religiosa, ebbe il suo valore ai tempi di Pio IX, ma, considerando la successiva evoluzione religiosa dei Paesi latini, dove era applicabile la religione di Stato, evoluzione che dà una unità religiosa cattolica, aveva condotto a un pluralismo religioso, ha opportunamente richiesto dalla Chiesa del Concilio Vaticano II la sostituzione della religione di Stato con il diritto alla libertà religiosa.

 

Immacolato.  Cavalcoli, Benedetto XVI - che lei riconosce come vero e legittimo Papa, mentre io non lo riconosco come tale - ha ragione quando dice che la dignitatis humanae personae del concilio vaticano II va contro il Sillabus di Papa Pio IX, ed ha torto quando afferma che c'è continuità dottrinale tra i testi del concilio ed il Sillabus! Ratzinger si contraddice realmente, perché il Sillabus condanna le proposizioni dottrinali e pratiche che, circa un secolo dopo, il concilio vaticano II ha invece abbracciato, promosso e difeso, osando addirittura vincolare ad abbracciare, promuovere e difendere tali proposizioni che invece il Magistero della Chiesa ha già definitivamente condannato!

Le riporto anche alcune espressioni di Ratzinger che vanno chiaramente contro la Dottrina Cattolica: <<Non veniamo meno al rispetto di altre religioni..., non veniamo meno al profondo rispetto per la loro fede>> (Ratzinger "Papa" Benedetto XVI, Omelia, 10/09/2006)

Ma il Magistero di Papa Leone XIII insegna:<<TUTTI DOVREBBERO EVITARE FAMILIARITÀ OD AMICIZIA [...] CON COLORO CHE SI OCCULTANO SOTTO LA MASCHERA DELLA TOLLERANZA UNIVERSALE, DI RISPETTO PER TUTTE LE RELIGIONI>> (Papa Leone XIII - Custodi di quella Fede)

Ratzinger osa affermare pure:<<OGNI PERSONA DEVE POTER ESERCITARE LIBERAMENTE IL DIRITTO DI PROFESSARE E DI MANIFESTARE, INDIVIDUALMENTE O COMUNITARIAMENTE, LA PROPRIA RELIGIONE O LA PROPRIA FEDE, SIA IN PUBBLICO CHE IN PRIVATO, NELL’INSEGNAMENTO, NELLE PRATICHE, NELLE PUBBLICAZIONI, NEL CULTO e nell’osservanza dei riti>> ("Papa" Benedetto XVI - 1 gennaio 2011)

Ma il Magistero della Chiesa ha condannato la seguente proposizione:<<Ogni uomo è libero di abbracciare e professare quella religione che, guidato dal lume della ragione, ciascuno avrà ritenuto essere vera>> (Proposizione condannata infallibilmente da Papa Pio IX - Syllabus)

E sempre Papa Pio IX, in Quanta Cura insegna magistralmente:<<... CON TALE IDEA DI GOVERNO SOCIALE, ASSOLUTAMENTE FALSA, NON TEMONO DI CALDEGGIARE L’OPINIONE SOMMAMENTE DANNOSA PER LA CHIESA CATTOLICA E PER LA SALUTE DELLE ANIME, chiamata deliramento dal Nostro Predecessore Gregorio XVI di recente memoria, cioè “LA LIBERTÀ DI COSCIENZA E DEI CULTI ESSERE DIRITTO PROPRIO DI CIASCUN UOMO...DI MANIFESTARE E DICHIARARE I PROPRI PENSIERI QUALI CHE SIANO TANTO A VIVA VOCE, COME PER ISCRITTO, SIA IN ALTRO MODO PALESEMENTE ED IN PUBBLICO">> (Papa Pio IX - Enciclica «Quanta Cura»)

Ed insegna il Magistero di Papa Leone XIII:<<IL DIRITTO È UNA FACOLTÀ MORALE... ED È ASSURDO PENSARE CHE ESSA SIA CONCESSA DALLA NATURA IN MODO PROMISCUO E ACCOMUNATA ALLA VERITÀ E ALLA MENZOGNA, AL BENE E AL MALE >> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas 20.6.1888)

Ratzinger osa anche affermare:<<LA NEGAZIONE DEL DIRITTO A PROFESSARE PUBBLICAMENTE LA PROPRIA RELIGIONE e ad operare perché le verità della fede informino di sé anche la vita pubblica, COMPORTA CONSEGUENZE NEGATIVE SUL VERO SVILUPPO>> (Ratzinger "Papa" Benedetto XVI - Caritas in veritate n° 56)

Ma il Magistero della Chiesa insegna: <<NESSUN AUTORITÀ UMANA, NESSUNO STATO, NESSUNA COMUNITÀ DI STATI... POSSONO DARE UN MANDATO POSITIVO O UNA POSITIVA AUTORIZZAZIONE DI INSEGNARE O DI FARE CIÒ CHE SAREBBE CONTRARIO ALLA VERITÀ RELIGIOSA O AL BENE MORALE>> (Papa Pio XII - Ci riesce)

<<NEPPURE DIO POTREBBE DARE UN TALE POSITIVO MANDATO O UNA TALE POSITIVA AUTORIZZAZIONE, PERCHÉ SAREBBE IN CONTRADDIZIONE CON LA SUA ASSOLUTA VERIDICITÀ E SANTITÀ>> (Papa Pio XII - Ci riesce)

<<Ciò che non corrisponde alla Verità e alla norma morale, non ha oggettivamente alcun diritto né all'esistenza, né alla propaganda, né all'azione>> (Papa Pio XII - Ci riesce)

<<Ciò che è contrario alla virtù e alla verità, dunque, non deve essere posto in evidenza ed esibito: molto meno difeso e tutelato dalle leggi>> (Papa Leone XIII)

Per Ratzinger, invece, CIASCUN UOMO AVREBBE IL DIRITTO A PROFESSARE PUBBLICAMENTE LA PROPRIA RELIGIONE E AD OPERARE PERCHÉ LE "VERITÀ DELLA FEDE" INFORMINO DI SÉ ANCHE LA VITA PUBBLICA; E AVREBBE DIRITTO DI FAR TUTTO CIÒ LIBERAMENTE! LA AFFERMAZIONI DI RATZINGER SONO DI UNA GRAVITÀ INDESCRIVIBILE! E poi, quale sarebbero queste «verità della fede»? Quale fede? È palese la dottrina massonica del modernista Ratzinger! La verità e l'errore poste sullo stesso piano, aventi entrambi gli stessi diritti, come se entrambi fossero diverse espressioni di una religione superiore ed universale che non corrisponderebbe alla Religione Cattolica, e che includerebbe tutte le religioni! Questo è il progetto massonico del nuovo ordine mondiale: una religione diversa, dunque, una religione dell'uomo! Anche gli altri occupanti massoni e modernisti hanno insegnato questa nuova religione, avente il culto dell'uomo, la fede nell'uomo, l'uomo al posto Dio!

Insegna il Magistero di Papa San Pio X: <<[Secondo i modernisti] il sentimento religioso, che per vitale immanenza si sprigiona dai nascondigli della subcoscienza, è il germe di tutta la religione, ed è insieme la ragione di quanto fu o sarà per essere in qualsivoglia religione. Rude dapprima e quasi informe, a poco a poco, sotto l'influsso del misterioso principio che gli diede origine, esso é venuto perfezionandosi, a seconda dei progressi della vita umana>> (Papa San Pio X, Pascendi Dominici gregis)

<<I modernisti non negano, affermano anzi, alcuni velatamente altri apertissimamente, che tutte le religioni son vere. [...] Noi DEFINIAMO IL MODERNISMO...: LA SINTESI DI TUTTE LE ERESIE>> (Papa San Pio X, Pascendi Dominici gregis)

<<Che cosa dobbiamo pensare di questo appello a tutti gli eterodossi e a tutti i non credenti a provare l'eccellenza delle loro convinzioni sul terreno sociale [...]. Che cosa dobbiamo pensare di questo rispetto per tutti gli errori e della strana esortazione, fatta...a tutti i dissidenti, a fortificare le loro convinzioni con lo studio e a farne delle sorgenti sempre più abbondanti di forze nuove?>> (Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

<<Non esiste vera civiltà morale senza la vera religione. É una verità dimostrata!>> (Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

<<Al contrario, ed è questo, al dire dello stesso Apostolo, la caratteristica propria dell'Anticristo, l'uomo, con una temerarietà indicibile, ha usurpato il posto del Creatore, elevandosi “al di sopra di tutto ciò che porta il nome di Dio". A tal punto che, impotente ad estinguere completamente in se stesso la nozione di Dio, scuote tuttavia il giogo della sua maestà e dedica a se stesso il mondo visibile come un tempio in cui pretende ricevere le adorazioni dei suoi simili: “Siede nel tempio di Dio, ove si mostra come se fosse Dio" (San Paolo Apostolo, 2 Thess. II. 2)>> (San Pio X. Enciclica “E supremi apostolati" 4 ottobre 1903).

<<Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità...una religione più universale della Chiesa cattolica, che riunirà tutti gli uomini divenuti finalmente fratelli e compagni, nel "regno di Dio". "Non si lavora per la Chiesa; si lavora per l'umanità">> (Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

Inoltre, per Ratzinger, la negazione del "diritto" di ciascun uomo di professare la religione che vuole, sarebbe contrario al vero sviluppo e nocivo alla società umana! Ma il Magistero della Chiesa condanna anche le seguenti proposizioni: <<È falso che la libertà civile di tutti i culti, come anche la piena potestà (ndr «il diritto») a chiunque concessa di manifestare apertamente e pubblicamente tutti i propri pensieri e tutte le proprie opinioni, porti più facilmente a corrompere i costumi e gli animi dei popoli, e a propagare la peste dell’Indifferentismo>>. (Proposizione condannata infallibilmente da Papa Pio IX - Syllabus] <<La Dottrina Cattolica è contraria al bene e ai vantaggi della società umana>> (Proposizione condannata da Papa Pio IX - Syllabus

13) Cavalcoli. Caro Fra Pio Immacolato, l'espressione, forse troppo forte, di Benedetto XVI circa la Dignitatis humanae come "anti-Sillabo" non va assolutamente intesa come ripudio di un insegnamento di fede proclamato dal Santo Pontefice Pio IX, perchè, come ho detto e ripetuto, la questione del sì o no alla libertà religiosa non è affatto una questione dottrinale di fede, ma di prudenza ecclesiastica riguardo ai compiti contingenti dello Stato in materia di religione in un dato contesto storico.

Le parole di Benedetto sottendono pertanto il suo giudizio che come Pio IX mostrò saggezza nel non volere al suo tempo la libertà religiosa nei Paesi allora ancora cattolici, così il Concilio ha mostrato saggezza oggi nel concedere la libertà religiosa a Stati ormai non più cattolici, ma teatro del pluralismo religioso, per cui vale più che mai il detto canonico tradizionale nemo ad amplectendam catholicam fidem invitum cogatur.

Resta il dovere della Chiesa di punire il cattolico che tradisce la propria fede, ma non ha più senso che lo Stato imponga o privilegi la religione cattolica in un Paese dove i cattolici, quando va bene, sono il 15% della popolazione. 

Piuttosto e giustamente la Chiesa impone oggi a tutti i fedeli il dovere della testimonianza e dell'evangelizzazione, approfittando appunto del diritto di libertà religiosa concesso dallo Stato.

Ma il Magistero di Papa Leone XIII insegna: <<TUTTI DOVREBBERO EVITARE FAMILIARITÀ ... PER TUTTE LE RELIGIONI>> (Papa Leone XIII - Custodi di quella Fede)

Rispondo. Questo avviso di Papa Leone è effettivamente molto attuale ed opportuno, perché è vero che è diffuso un certo falso ecumenismo, che non corrisponde al vero ecumenismo insegnato dalla Unitatis Redintegratio, ma si tratta di una familiarità o amicizia ambigue e pericolose per entrambi le parti, per il fatto che i modernisti evitano di correggere i Fratelli separati con il risultato che certi cattolici diventano di fatto protestanti, credendo di restare cattolici.

Il vero Ecumenismo, predicato dal Concilio, ammette certamente l’incontrarsi sui valori di fede, che erano rimasti comuni dopo la caduta nell’eresia dei protestanti. Ma il Concilio aggiunge che, sulla base di queste comuni verità, noi cattolici dobbiamo aiutare i Fratelli separati a raggiungere la piena comunione con la Chiesa cattolica.

Ratzinger osa affermare pure: <<OGNI PERSONA DEVE POTER ESERCITARE LIBERAMENTE … ciascuno avrà ritenuto essere vera>> (Proposizione condannata infallibilmente da Papa Pio IX - Syllabus)

Rispondo. Non dobbiamo contrapporre le parole di Benedetto XVI al suddetto insegnamento di Pio IX. Infatti, mentre Benedetto XVI non fa altro che riferirsi al diritto di libertà religiosa, per il quale ciascuno è tenuto a decidere in coscienza quale religione scegliere, senza che ciò voglia dire che la coscienza sia infallibile, Pio IX ci mette in guardia contro la pretesa razionalistica o gnostica di potere liberamente accettare o rifiutare la fede cattolica col pretesto della libertà di coscienza. Al contrario Pio IX ci vuole ricordare che la coscienza è legata alla verità, per cui, se essa scopre che la verità è Cristo, è tenuta a seguire Cristo.

E sempre Papa Pio IX, in Quanta Cura insegna magistralmente: <<... CON TALE IDEA DI GOVERNO SOCIALE, … SIA IN ALTRO MODO PALESEMENTE ED IN PUBBLICO">> (Papa Pio IX - Enciclica «Quanta Cura»)

Rispondo. Qui il Papa fa evidentemente riferimento alla concezione liberal-massonica della libertà di coscienza. In questo senso la condanna vale anche oggi. Però si possono interpretare queste parole anche riferite a quella che sarebbe stata la libertà di religione insegnata dal Concilio. Se vale questa interpretazione, allora bisogna tornare a quelle considerazioni che ho già fatto circa il diritto che il Concilio ha avuto di introdurre il diritto di libertà religiosa.

Ed insegna il Magistero di Papa Leone XIII: <<IL DIRITTO È UNA FACOLTÀ MORALE...  AL BENE E AL MALE >> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas 20.6.1888)

Qui il grande Papa Leone XIII enuncia un principio importantissimo, riguardante il rapporto tra la legge natura e il diritto naturale. Il Papa insegna che la legge morale naturale, fondata sulla natura umana, comanda infallibilmente il bene e proibisce il male.

Con queste parole il Papa si oppone alla concessione liberale, per la quale la ragione umana, sganciata da ogni dipendenza dalla ragione divina, istitutrice della legge naturale, avrebbe piena facoltà di manipolare la natura umana, e quindi la condotta morale, a suo piacimento indipendentemente da una norma morale, oggettiva ed immutabile.

Inoltre il Papa insegna che il diritto naturale è fondato sulla legge naturale ed inoltre è la base del diritto positivo, che riguarda la legislazione positiva della Chiesa e dello Stato.

Questa dottrina di Papa Leone XIII ha certamente valore dogmatico, anche se non è definita secondo le formule tradizionali, secondo le quali la Chiesa ha costume di definire i dogmi.

Ratzinger osa anche affermare: <<LA NEGAZIONE DEL DIRITTO ... CONSEGUENZE NEGATIVE SUL VERO SVILUPPO>> (Ratzinger "Papa" Benedetto XVI - Caritas in veritate n° 56)

Qui il Papa sta precisamente parlando del diritto alla libertà religiosa. Infatti egli non si riferisce alla religione cattolica, ma parla della “propria religione”. Che cosa vuol dire? Che suppone il pluralismo religioso, quindi l’esistenza in uno Stato non solo di cattolici, ma anche di protestanti, di ortodossi, di ebrei o di musulmani o altri.

E questo, a sua volta, che cosa significa? Che il Papa fa riferimento a quella religione che ognuno in buona fede ritiene essere quella vera, sulla base della religione naturale, la quale, in quanto tale, come insegna anche San Tommaso, è comune a tutti gli uomini.

In base a ciò dobbiamo dire che il Papa fa riferimento a verità di fede ammesse dai fedeli delle varie religioni. Inoltre giustamente egli afferma che queste verità di fede naturale hanno il diritto di essere applicate nella prassi politica. Da qui il dovere dello Stato di proteggere quei costumi morali e civili, che discendono dalla applicazione dei principi delle varie religioni, purchè non contrastino con il bene comune, presenti nello Stato.

Ciò non vuol dire che lo Stato debba entrare nell’ambito delle dottrine religiose e quindi pronunciarsi o sul valore del Cristianesimo oppure della Sharia o della Torah, ma deve solamente approvare quei valori sociali comuni che dipendono dalla religione naturale e dalla legge naturale, impedendo che una data religione voglia imporre con violenza alle altre il proprio credo.

<<Che cosa dobbiamo pensare di questo appello ... sempre più abbondanti di forze nuove?>> (Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

Con queste parole San Pio X non si riferisce al diritto alla libertà religiosa, ma si riferisce ad un modo sbagliato di dialogare con i non cattolici, un modo sbagliato che purtroppo oggi non è infrequente. Esso consiste nel fatto di evitare di esortare i fratelli ad avvicinarsi alla fede cattolica, sostituendo questa esortazione con l’incoraggiare il dissidente a confermarsi nelle sue convinzioni, con l’idea sbagliata che sia questa la via della sua salvezza.

Viceversa il diritto alla libertà religiosa non ha nulla a che vedere con questa opera, che è propria dell’ecumenismo ed è dovere di noi cattolici. Il diritto alla libertà religiosa, come ho detto molte volte, è un diritto civile, che oggi è riconosciuto dalla Chiesa, ma che riguarda i doveri dello Stato nei confronti dei fedeli delle varie religioni.

È chiaro invece che, dal punto di vista canonico, non c’è il diritto alla libertà religiosa, ma c’è il dovere di ogni cattolico di obbedire all’autorità della Chiesa.

<<Non esiste vera civiltà morale senza la vera religione. É una verità dimostrata!>> (Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

Probabilmente qui San Pio X si riferisce alla religione di Stato. Tuttavia queste parole valgono anche oggi se le riferiamo alla verità della religione naturale.

<<Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità... "Non si lavora per la Chiesa; si lavora per l'umanità">> (Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

 

Questa polemica di San Pio X ed è del tutto attuale. Ma non c’entra col diritto alla libertà religiosa. Il Santo Pontefice, con occhio profetico, ha intuito allora quello che sta succedendo oggi, cioè il piano massonico-sionista di costituire un governo civile mondiale promotore di una religione gnostica e sincretistica, che pretende di tener soggette le varie religioni e in particolare quella cattolica.

Dobbiamo anche aggiungere il persistente pericolo della diffusione dell’ateismo.

 

Immacolato. Lei dunque CAVALCOLI, HA PALESEMENTE PERSO IL DIBATTITO...! E dal momento che lei si dimostra sempre più ostinato nell'eresia, le chiedo di andarsene e non commentare più, perché non voglio dare le perle ai porci, e voglio fuggire l'eretico! Quindi se ne vada e non commenti più...altrimenti la blocco! VADE!!!

14) Cavalcoli. Caro Fra Pio Immacolato, lasci perdere questa commedia e rifletta su quello che le ho detto.

Fine Seconda Parte (2/3)

 




Immagine da Internet: 

- I discepoli di Emmaus, Arcabas

2 commenti:

  1. Caro padre Giovanni, voglio chiarire innanzitutto che sono perfettamente d'accordo con le sue posizioni in questi articoli che riflettono il suo dibattito un po' accidentato con il suo interlocutore, fra Pio Immacolato.
    Vorrei solo chiedere una spiegazione che lei fa in riferimento alla pena di morte, dove lei dice: "Innanzitutto occorre tener presente che la tematica concernente la pena di morte non è di carattere dogmatico, quindi non impegna l’infallibilità pontificia, ma si tratta di una materia morale..."
    Mi sembra che sostenere, come lei formula, che "la tematica relativa alla pena di morte non è di carattere dogmatico, e quindi non compromette l'infallibilità pontificia, ma si tratta di una materia morale", potrebbe essere una formulazione un po' debole, perché sarebbe esposta all'obiezione di qualcuno che gli dicesse: ma il Papa è dogmaticamente infallibile in materia di fede e morale!
    Quindi... quale sarebbe la sua risposta a tale eventuale obiettore?

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    1. Caro P. Silvano,
      la ringrazio per la sua correzione. Col termine “morale” intendevo “disciplinare”. Provvederò a correggere il testo.

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