La questione fra Occidente e Oriente Come unire Occidente ed Oriente? - Seconda Parte (2/2)

 

La questione fra Occidente e Oriente

Come unire Occidente ed Oriente?

Seconda Parte (2/2) 

La competizione tra le potenze per la guida dell’umanità

 La filosofia ha una mira universalistica; essendo prodotto della ragione e fatta per il bene della ragione, essa ha di mira l’uomo o l’umanità come tale, l’animalità razionale. Il cristianesimo presuppone la coscienza del bene dell’umanità e mira a procurarlo con mezzi e forze non semplicemente umani e razionali, ma rivelati da Dio stesso, creatore e salvatore dell’uomo.

Tuttavia esiste nel mondo un’ostinata opposizione a Cristo, al suo messaggio ed ai mezzi che Egli propone per un’umanità giusta e felice nella pace e nella concordia. La Bibbia chiama «anticristo» la massa complessiva delle forze umane che, nel corso della storia, rifiutano la signoria di Dio sull’umanità e per conseguenza rifiutano Cristo Figlio di Dio e l’universalismo cristiano; rifiutano il modo cristiano di intendere la salvezza dell’umanità e quindi non vogliono che il cristianesimo stia alla guida dell’umanità.

Soprattutto a partire dal sec. XVIII le forze anticristiche hanno cominciato a far sorgere in Europa programmi per un’organizzazione razionale dell’umanità su base esclusivamente razionale e scientifica, tale da stabilire un governo mondiale capace di fondare e stabilire per sempre e per tutti uguaglianza, fratellanza, libertà e felicità. Così abbiamo avuto i programmi della massoneria, del socialismo utopistico primi ‘800, il marxismo, il positivismo comtiano, il panteismo dell’idealismo tedesco, i totalitarismi nazista, fascista e comunista.

L’ebraismo, il cristianesimo, l’islamismo, la massoneria, l’illuminismo, il positivismo, il marxismo sono forme di umanesimo, eredi dell’umanesimo italiano del sec. XV, aspiranti alla guida dell’umanità, frutto dell’Occidente.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è certamente un’ottima e provvidenziale istituzione, che per la prima volta nella storia dell’umanità è stata resa possibile per la collaborazione dell’Occidente con l’Oriente. Con l’ONU è la prima volta che la società politica internazionale, nella quale ogni Stato ha limitato la propria sovranità agli affari interni rinunciandovi per quanto riguarda gli affari esteri con l’assoggettarsi alla direzione dell’ONU, liberamente voluta dagli stessi Stati che, assieme e concordemente, hanno voluto l’istituzione delle Nazioni Unite per la custodia, la promozione e la difesa del bene comune della comunità internazionale.  Così, come esistono gli Stati Uniti d’America o l’Unione Europea, l’ONU sono gli Stati Uniti del mondo.

L’ONU non ha un programma o progetto determinato di organizzazione politica generale dell’umanità, ma basa la sua azione sulla Carta dei diritti umani, che riflette un concetto di uomo come soggetto razionale e libero, la cui azione morale è regolata dalla legge naturale istituita da Dio.

Oggi certamente non mancano sulla scena mondiale i programmi universalistici che si presentano come salvatori, unificatori e pacificatori dell’umanità e quindi come superiori ad Oriente ed Occidente e fautori del loro accordo: sono il cristianesimo, la massoneria, l’islamismo e il marxismo.

Da segnalare l’assurdità del programma massonico dell’unificazione dell’umanità sotto il segno della ragione e della scienza con la pretesa di ergersi come criterio supremo di giudizio di valutazione al di sopra delle religioni considerate come un coacervo di opinioni soggettive.

Il travaglio alla ricerca della risposta

Nomi famosi di sociologi, storici, filosofi, politologi, europeisti, slavofili da quasi due secoli discutono sull’essenza dell’Occidente e dell’Oriente a sostegno ora dell’uno ora dell’altro.

Certamente siamo davanti a realtà così complesse, che appare molto difficile darne una definizione morale, filosofica o addirittura teologica. Per questo molti preferiscono non dare alla parola Oriente ed Occidente nient’altro che un significato geografico, per cui anche nella guerra in Ucraina non vedono altro che l’invasione dei Russi e il loro dovere di ritirare in patria le loro truppe risarcendo i danni fatti all’Ucraina. Nessun conflitto di civiltà o di valori morali, nessuno scontro di opposti umanesimi, ma solo la voglia di Putin di estendere il suo impero.

Ma chi giudica a questo modo la guerra in Ucraina evidentemente ignora completamente le radici e ragioni storiche, morali, psicologiche, culturali, religiose e spirituali millenarie di questo conflitto. Una guerra che nasce in Europa è cosa ben più complessa e carica di significati e motivi che non le incessanti guerre tra tribù africane o conflitti di potere in America Latina o gelosie fondamentaliste fra Stati islamici o appetiti in conflitto tra forze finanziarie, commerciali ed economiche internazionali.

Noi potremo dire di lavorare seriamente ed efficacemente per la pace in Ucraina solo se eviteremo, come ho già detto, di restringere semplicisticamente il significato del conflitto nei termini banali di cui ho parlato, ma dobbiamo stare attenti con acribia, pazienza, perseveranza, lungimiranza, carità e competenza a comprendere i motivi, le cause, le ragioni, nonchè i torti e le ingiustizie di entrambe le parti con imparzialità, riconoscendo unicuique suum sia nei pregi che nei difetti, nei diritti e nei doveri, con capacità di cogliere i valori comuni e accomunanti e tutto ciò che può servire all’incontro e all’accordo nella giustizia e nella verità.  

Ad ogni animo onesto suscita orrore quello che sta succedendo in Ucraina come in altre parti del mondo dove infuria la guerra, non possiamo non trattenerci dall’esprimere tutta la nostra deplorazione. Ma proprio questo doveroso sdegno e questo dolore sono quelli che devono spingerci al massimo impegno e alla massima attenzione a questo fenomeno, come farebbe un premuroso medico che si accinge a curare un malato. Ma a tal proposto è impossibile ottenere risultati senza un concetto filosofico-spirituale di che cosa è l’Occidente e che cosa è l’Oriente.

Per questo non possiamo non pensare a molti nomi di studiosi, scrittori, sociologi, storici delle religioni, agiografi, filosofi e teologi che in vari modi e ciascuno secondo la propria disciplina hanno indagato o riflettuto sui caratteri, sull’essenza o la cultura o la tradizione dell’Occidente e dell’Oriente. Pensiamo per esempio a nomi come quelli di Maritain, Florensky, Lossky, Soloviev, Couliano, Guénon, Coomaraswamy, Lacombe, Spidlik, Spengler, Husserl, Heidegger o Severino.

Molto utile, per chiarire i termini del confronto è la millenaria controversia sempre attuale tuttora irrisolta fra cattolici ed ortodossi che si aprì col famoso scisma di Oriente del 1054[1]. Al riguardo è interessante l’opuscolo di San Tommaso De erroribus Graecorum dedicato appunto alla controversia con gli Ortodossi, mentre questi, a partire dal sec. XIV opposero come loro maestro Gregorio Palamas. Dionigi l’Areopagita è stato grande maestro di spiritualità per l’Occidente medioevale, il quale però ne ha evitato gli eccessi agnostici, che invece restano graditi all’Oriente. La spiritualità russa ha il suo paradigma nel Monte Athos, quella Occidentale in San Tommaso d’Aquino.

Da molti l’essenza dell’Occidente è collegata con quella dell’Europa – e quante sono le discussioni sull’essenza dell’Europa! -  e magari col cristianesimo – anche se a torto perché non ci capisce l’universalità del cristianesimo -, mentre l’Oriente è collegato all’India e con la Cina. 

Grave errore è quello di Heidegger e di Severino di considerare il cristianesimo come espressione dell’Occidente dagli esiti nichilistici. In realtà, il cristianesimo nella sua divina universalità non è legato né all’Occidente né all’Oriente, mentre al contempo li accoglie entrambi.

Non mi fermo poi ad osservare quanto ingiusto e ingiurioso sia l’accusare il cristianesimo di nichilismo, dato che se c’è una religione che fa l’apologia dell’essere, questa è proprio la religione cristiana, di quel Dio che ha nominato Se Stesso proprio come Colui Che È.

Ci si potrebbe chiedere che ne è dell’Africa o dell’Islam, che si trovano sia ad Occidente che ad Oriente. L’Islamismo è una geniale mescolanza semitica di temi biblici con la mitologia pagana araba del sec. VII. L’Islam, in quanto legato alla Bibbia è anch’esso al di sopra dell’Occidente e dell’Oriente e sa assumere entrambi: i sunniti, l’Occidente; gli sciiti, l’Oriente.  L‘Islam ha saputo assumere tanto Platone quanto Aristotele. Non ha invece mai capito la saggezza giuridica e la moderazione del diritto romano. Da qui il suo fanatismo, dispotismo, fatalismo e fondamentalismo.

La cultura africana come quella oceanica ed amazzonica rappresenta lo stadio mitologico e prelogico dell’umanità[2], dove è possibile verificare le funzioni della ragione naturale nelle sue scaturigini originarie e nelle sue manifestazioni spontanee sotto il velo dell’immaginazione e dell’emozione.

Questa razionalità aurorale genuina, ancestrale e primitiva mantenutasi intatta nei millenni fino ad oggi, è la condizione mentale necessaria e sufficiente per l’accesso alla fede cristiana. E di fatti assistiamo oggi in Africa ad una grande espansione e diffusione del cristianesimo, nonostante le persecuzioni da parte dei musulmani, a differenza della decadenza in Europa e negli Stati Uniti a causa della diffusione del modernismo e dell’ateismo.

Secondo un modulo ormai corrente, ma non sbagliato, la modernità, l’umanesimo e la tecnica presso molti appaiono valori dell’Occidente; la mistica, la spiritualità e l’esoterismo sono considerati valori dell’Oriente. Il senso pratico cinese tuttavia sembrerebbe un carattere occidentale in Oriente. L’enorme industriosità cinese sta invadendo i mercati di tutto il mondo.

Ma questo fenomeno oggi impressionante non è che l’eccezione in un Oriente che non è definito da questo aspetto della cultura cinese, ma resta caratterizzato dal misticismo russo e da quello bramanico-buddista-taoista-scintoista. Lo sciamanismo è una forma di misticismo animalista.

Ma anche l’Occidente ha qualche aspetto orientale o proveniente dall’Oriente. Pensiamo al monismo panteista-idealista di Parmenide. L’idealismo platonico, benchè già sensibile alla realtà della natura, con la dottrina delle idee ha ancora qualcosa di parmenideo, mentre in Platone la materia ha qualcosa della illusorietà della maya indiana.

Occorrerà la visione aristotelica dell’ente come sintesi di dynamis, potenza ed enèrgheia, atto di Aristotele per farci capire che la forma-atto (morfè) si unisce alla materia-potenza (yle) nella sostanza materiale, così da render possibile quella scienza fisica che poi avrebbe dato il via allo sviluppo della tecnica, indubbio vanto dell’Occidente, che giunge fino ai nostri giorni.

L’Occidente per molti sarebbe legato alla scienza e al progresso, l’Oriente, alla tradizione. L’attivismo e il materialismo sarebbero difetti dell’Occidente; l’inerzia e la passività, difetti dell’Oriente.

Benchè l’Europa sia il centro del cristianesimo, molti oggi trovano ad Oriente una religiosità ed una spiritualità superiori che ad Occidente. La cultura marxista presente in Oriente appare come una occidentalizzazione dell’Oriente. La massoneria, benchè attenta all’esoterismo gnostico orientale, resta legata all’illuminismo e non è riuscita a sfondare in Oriente, per cui resta un fenomeno occidentale, ed anzi è un tentativo dell’Occidente di dominare sull’Oriente. Anche l’ebraismo non è riuscito a penetrare un Oriente, se non nelle sue deformazioni marxiste e gnostiche.

L’Oriente non ha atteggiamenti di conquista come l’Occidente, accetta volentieri per comodità la scienza e la tecnica occidentali, ma è chiaro che si ritiene spiritualmente superiore[3], ed attira gli spiriti col suo fascino della mistica e della gnosi, che è una forma di panteismo.

Nel corso dei secoli cristiani la diffusione del cristianesimo fin dai primi secoli segnalò un certo antagonismo di Costantinopoli nei confronti di Roma, una certa voglia di primeggiare su Roma o quanto meno porsi alla pari, che si manifestò già nei Concili cristologici dei primi secoli, mano a mano che la potenza politica di Roma, e dell’Impero d’Occidente diminuiva mentre si manteneva forte la potenza dell’Impero di Oriente, fiero del suo prestigio che proveniva dalla raffinata cultura greca e da influssi orientali, soprattutto per quanto riguarda il monachesimo. Lo scisma d’Oriente è stato un tentativo dell’Oriente di prevalere sull’Occidente e da allora i fratelli orientali hanno mantenuto questa convinzione di essere cristiani più autentici, veramente «ortodossi» rispetto a noi cattolici.

Certamente nella Roma papale abbiamo il centro direttivo del cristianesimo mondiale. Ma sbaglia gravemente chi magari, come per esempio Severino, insieme alla superiorità dell’Oriente, vedesse il cristianesimo come semplice frutto dell’Occidente considerandolo oltre a ciò un fenomeno di decadenza.

Il messaggio cristiano è universale, è fatto per tutti gli uomini, perché tutti sono chiamati a salvarsi in Cristo, non importa se occidentali od orientali. Il cristianesimo, certo, è nato un occidente o se vogliamo in un paese come Israele ai confini tra Occidente ed Oriente. Certo il primo continente ad essere cristianizzato è stata l’Europa.

Solo Cristo ha il diritto al regno del mondo. Per questo, tra tutti i leader mondiali rappresentanti di concezioni che aspirano alla guida dell’umanità, il Romano Pontefice, Capo di uno Stato che non possiede armi nucleari e si estende per una vastità di territorio pari a quella di un quartiere della città di Roma, oggi suscita l’attenzione e il rispetto di tutti e non si saprebbe immaginare o vedere quale uomo più di lui potrebbe indicarci le vie della pace.

Non sarà Mosè, non sarà Maometto, non sarà Confucio, non sarà Budda, non sarà Shamkara, non sarà Marx, non sarà Kant, ma solo Cristo potrà unire Occidente ed Oriente in una sola umanità libera, pluralistica, pacifica, giusta, fraterna e felice.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 11 luglio 2024

Festa di San Benedetto Patrono d’Europa

Nomi famosi di sociologi, storici, filosofi, politologi, europeisti, slavofili da quasi due secoli discutono sull’essenza dell’Occidente e dell’Oriente a sostegno ora dell’uno ora dell’altro.

Certamente siamo davanti a realtà così complesse, che appare molto difficile darne una definizione morale, filosofica o addirittura teologica. Per questo molti preferiscono non dare alla parola Oriente ed Occidente nient’altro che un significato geografico

Ad ogni animo onesto suscita orrore quello che sta succedendo in Ucraina come in altre parti del mondo dove infuria la guerra, non possiamo non trattenerci dall’esprimere tutta la nostra deplorazione. Ma proprio questo doveroso sdegno e questo dolore sono quelli che devono spingerci al massimo impegno e alla massima attenzione a questo fenomeno, come farebbe un premuroso medico che si accinge a curare un malato. Ma a tal proposto è impossibile ottenere risultati senza un concetto filosofico-spirituale di che cosa è l’Occidente e che cosa è l’Oriente.

Grave errore è quello di Heidegger e di Severino di considerare il cristianesimo come espressione dell’Occidente dagli esiti nichilistici. In realtà, il cristianesimo nella sua divina universalità non è legato né all’Occidente né all’Oriente, mentre al contempo li accoglie entrambi.

Solo Cristo ha il diritto al regno del mondo. Per questo, tra tutti i leader mondiali rappresentanti di concezioni che aspirano alla guida dell’umanità, il Romano Pontefice, Capo di uno Stato che non possiede armi nucleari e si estende per una vastità di territorio pari a quella di un quartiere della città di Roma, oggi suscita l’attenzione e il rispetto di tutti e non si saprebbe immaginare o vedere quale uomo più di lui potrebbe indicarci le vie della pace.

 Immagini da Internet:
- San Pietro (Monastero di Santa Caterina in Egitto)
- Santissima Trinità (Andrej Rublëv)



[1] È interessante come nel passato, per esempio al Concilio di Lione del 1274 e in quello di Firenze del 1439 ci sono stati tentativi molto seri della Chiesa di riabbracciare i fratelli ortodossi, purtroppo falliti. L’ecumenismo avviato dal Concilio Vaticano II non ha altro fine, al di là delle chiacchiere inconcludenti di un certo falso irenismo, che riaccogliere questi figli separati nel suo seno.

[2] Vedi Quattro saggi sullo spirito umano nella condizione d incarnazione, Morcelliana, Brescia 1978, c.II.

[3] Se l’India e la Cina ancora dopo 2000 anni non accettano il cristianesimo, ciò è dovuto al solo fatto che ritengono la loro sapienza superiore a quella cristiana.

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