Dio non esiste ma insiste.
La teologia di John Caputo
Prima Parte (1/2)
Da sempre Tu
sei
Sal 93,2
Se non
credete che Io Sono,
morirete nei
vostri peccati
Gv 8,24
La teologia a
briglia sciolta
La Facoltà
Teologica dell’Emilia-Romagna nei giorni 12-13 marzo scorso ha tenuto a Bologna
un convegno sul tema «La Bibbia per la riforma della Chiesa». Uno dei relatori,
Massimo Nardello, nel tenere una conferenza dal titolo «La normatività delle Scritture
rispetto alla cultura nella teologia contemporanea», ha svolto un breve esame
critico del pensiero del teologo americano John Caputo.
Il pensiero
di questo teologo è interessante perché rappresenta una teologia basata non sul
dato biblico, né sulla metafisica, nè sul dogma cattolico, ma sulla creatività poetica
e sulla narrativa estrosa, cambiando senso alle parole senza rispettare le regole
della logica, anche della grammatica, senza temere di cadere in clamorose
contraddizioni, che lo portano a confutare se stesso.
Continua a leggere:
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/dio-non-esiste-ma-insiste-la-teologia.html
Se Dio
non esiste, come può insistere? Insiste qualcuno che esiste, ma non insistere
chi non esiste. Caputo dice che è impossibile formare un concetto di Dio.
Allora come fa a parlare di Dio?
Il nome
proprio di Dio, più adatto, quello di «essere», ce lo insegna Egli stesso.
Comprendiamo anche noi che è il nome più adatto, giacchè che cosa c’è di più
grande e di meglio dell’essere sussistente, assoluto, infinito ed eterno? La
parola essere porta con sé altre parole, come ente, realtà, essenza, esistenza,
causa, fine, sostanza ed altre, sicchè possiamo utilizzare la metafisica. Che
fatica, tuttavia, davanti all’essere! Ci sentiamo smarriti, perduti. Ci pare,
come diceva Hegel, di non afferrare nulla. Se prescindiamo da ogni ente che ci
cade sottomano, che cosa resta? Non usciamo dalla realtà?
La
teologia dunque è apofatica, perché rendendosi conto della limitatezza della nostra
intelligenza e dei nostri concetti, anche rivelati, conclude nel silenzio, non trovando
parole per esprimere ciò che sperimenta, intravede, sente e gusta. Per lei Dio
non è nulla di ciò che la nostra mente nella sua limitatezza comprende come esistente,
ma è infinitamente di più e del tutto misterioso. In tal senso Rahner ha ragione
a chiamare Dio Mistero santo.
Se Dio
non esiste e però ne parliamo, allora vorrà dire che parliamo di un personaggio
immaginario, un idolo inventato da noi? In realtà il vero Dio, il Dio reale lo
troviamo come Qualcuno di esistente fuori di noi, al di sopra di noi ed esistente
prima di noi, nostro creatore, o lo inventiamo così come la mitologia ha inventato
Giove, Giunone, Minerva, Venere e Marte? Allora Dio è una nostra idea o è una
realtà?
Immagine da Internet: Dio Creatore, Michelangelo