22 marzo, 2023

La mia storia con Ottone - Aristotele o Cartesio? - Seconda Parte (2/2)

 La mia storia con Ottone

Aristotele o Cartesio?

 
Seconda Parte (2/2) 

Un duello fra giganti

Come confrontare Aristotele con Cartesio? Tanto l’uno che l’altro ha voluto dare un fondamento primo e sicuro al sapere. Aristotele, nel IV libro della Metafisica mette alla prova col dubbio la fermezza del primo principio, il principio d’identità[1] e non-contraddizione[2], lo scuote col dubbio ma constata che esso, lasciato agire da solo, sta fermo e che il tentativo di infirmarlo non è possibile se non facendo uso del medesimo principio, per cui tanto vale non toccarlo e Aristotele lo disse giustamente indubitabile, inconfutabile ed indimostrabile, perché non occorre dimostrarlo, essendo di per sé evidente e principio di ogni altra dimostrazione.  

Cartesio, invece, col suo forzato dubbio universale, ha volontariamente fatto oscillare il primo principio fra il sì e il no, e invece di evitare di scuoterlo, lo mantiene volontariamente oscillante, elevando il dubbio e la doppiezza a principio e metodo del pensare.  Mentre dunque la logica aristotelica si fissa sul sì e si oppone al no, per cui ha una fermezza indistruttibile a causa della fermezza del primo principio, ossia il principio di identità, quella di Cartesio oscilla fra il sì e il no, eleva il dubbio e la doppiezza a sistema e metodo del pensare. Per usare il linguaggio di Cristo, è una logica che serve a due padroni.

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Dobbiamo essere grati ad Aristotele perché egli, basandosi sui princìpi della metafisica, in base a una vasta, metodica e molteplice esperienza, ha fondato tutte le scienze razionali basandole su di un fondamento comune di inviolabile certezza, contro il quale invano nei secoli e millenni i nemici della verità e i sofisti di ogni tipo e sotto ogni bandiera, religiosa, mistica, filosofica, scientifica, esoterica, occultistica si sono accaniti sempre restando scornati.

Infatti Aristotele constata tranquillamente ed inoppugnabilmente che ogni uomo, volgendosi alla conoscenza delle cose e di se stesso, sente il bisogno di conoscere la verità, ossia di scoprire le cause prime ed universali delle cose, oltre a quelle proprie, e questa è la filosofia. 

 

La res in anima di Tommaso non è altro che la realtà in quanto pensata, quella verità interiore, della quale parla Agostino. Dio-Verità è presente nell’anima e la illumina. E d’altra parte, la res extra animam è tutta la realtà esterna delle cose, dell’universo, di Dio, degli angeli, degli uomini, del proprio corpo, della Chiesa terrena e celeste, della storia, del Paradiso e dell’Inferno.

Cartesio ha gettato nella storia della filosofia dei germi patogeni abilmente mascherati sotto un apparente bisogno di certezza prima e di verità fondante, facendo credere a molti che il realismo aristotelico era finito nelle secche del dubbio e dell’incertezza. Invece fu proprio Cartesio, respingendo Aristotele, a condurre la filosofia nell’illusione del panteismo e nella disperazione del nichilismo, con gli orrori morali che sono la conseguenza pratica dell’idealismo, come hanno dimostrato le due guerre mondiali del secolo scorso.

La mia storia con Ottone, vissuta da due ragazzi liceali di tanti anni fa, è la storia simbolica di come nella nostra cultura e nella nostra vita si impone una scelta e un aut-aut.


Immagini da Internet: Picasso

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