Sulla questione dei segreti di Medjugorje

 

Sulla questione dei segreti di Medjugorje

 Cito questo brano dal blog della Casa Editrice Shalom:

«Il terzo segreto è collegato a un evento che darà prova della veridicità di tutti i segreti. Ci sarà un evento straordinario sulla Collina delle apparizioni, visibile a tutto il mondo, che non lascerà dubbi sulla presenza della Madonna a Medjugorje e sulle profezie celate dai segreti. Sarà “visibile, indistruttibile, durevole, bellissimo e di chiara origine divina”. In quel momento l’umanità si dividerà in due netti schieramenti: gli “apostoli dell’amore”, chiamati a seguire l’Immacolata nella lotta contro Satana e coloro che hanno scelto di rifiutare Cristo»[1]

Questi segreti sono credibili?

Osserviamo che indubbiamente Dio può compiere miracoli, la cui traccia resti in permanenza e per ciò stesso sia essa stessa miracolosa; e di fatto in molti casi ciò si è verificato: pensiamo, tra gli esempi che si potrebbero fare, all’impronta delle fattezze di Cristo sul telo della Sindone o alle tracce del sangue di Cristo nel miracolo di Bolsena. Pensiamo a certe immagini sacre qualificate come miracolose perché per loro tramite Dio concede grazie straordinarie[2].

Tutti questi fatti notissimi sono assolutamente inspiegabili con cause puramente naturali ed occorre di necessità - salvo l’assurdo - ammettere l’intervento dell’onnipotenza divina, come a dire del soprannaturale.

Ciò non fa difficoltà. Ciò che invece crea una difficoltà insormontabile riguardo a questi «segreti» è la pretesa che il «miracolo» da essi annunciato possa essere segno di credibilità del messaggio contenuto nei segreti, messaggio che appare non credibile in sé stesso e che quindi non può essere provato da segni soprannaturali.

Osserviamo, infatti, che il tono del messaggio di questi «segreti» sembra troppo pretenzioso e oltrepassare l’autorità di una rivelazione privata. Sembra che la Madonna si sostituisca a Cristo. È vero che dice di parlare a nome di Cristo. Ma il messaggio in realtà non pare accordarsi con quanto San Giovanni ci riferisce su Cristo nell’Apocalisse, nella quale sola sono contenuti le esortazioni, i castighi, gli avvertimenti e le promesse finali divinamente credibili perchè Parola di Dio. 

Ora, il messaggio sembra quasi voler essere un doppione o anticipare ciò che avverrà solo con la Parusia di Cristo, senza avere la sua autorità: quello della Parusia. Quello e solo quello, come risulta dall’Apocalisse, sarà il tempo nel quale Cristo darà gli ultimi avvertimenti e manderà gli ultimi castighi. Il messaggio sembra invece presentarsi, per così dire, come un’apocalisse di tono minore, un’apocalisse preparatoria a quella di San Giovanni.

Ma la Scrittura non prevede nulla di questo genere, L’Apocalisse è una sola ed è quella annunciata da Giovanni. La Madonna può rivelarci come dobbiamo prepararci a questa Apocalisse ma non può annunciarne un’altra più vicina come preparazione all’ultima. Non pare quindi accettabile che una rivelazione privata, e tali restano i messaggi della Madonna, abbia quasi la pretesa di mettersi al livello dell’Apocalisse o quanto meno di esserne una copia in tono minore.

È vero che esiste una tradizione di predicazione apocalittica di tutto rispetto.  Pensiamo per esempio a San Vincenzo Ferreri, detto l’«Angelo dell’Apocalisse» o al Savonarola. Di questi predicatori noi Domenicani ne abbiamo avuti tanti, ma essi non si sognavano di annunciare un’apocalisse che fosse un doppione intermedio più prossimo di quella di Giovanni, ma annunciavano semplicemente quella di San Giovanni e basta.

Alcuni obiettano: ma a Fatima la Madonna non si è posta sul piano dell’apocalittica? Ella a Medjugorje non fa altro che porsi nella linea di Fatima! Sì, io rispondo, ma a Medjugorje lo fa in modo sbagliato; per cui il messaggio non può provenire veramente dalla Madonna. Del resto, bisogna intendersi bene e ricordare che cosa ha veramente detto la Madonna a Fatima ed entro quali limiti Ella si è posta.

Ella infatti a Fatima ha avuto sì un tono apocalittico, ma in un senso storicamente circostanziato come si conviene alle rivelazioni private, e quindi non in una luce o universalità, che è propria della rivelazione pubblica, alla quale sembrano pretendere i segreti di Medjugorje, quasi a sostituirsi alle parole apocalittiche di Cristo vincitore finale delle forze sataniche e giudice dei vivi e dei morti.

Infatti a Fatima la Madonna si è limitata a parlare del destino storico prossimo dell’Europa e della Russia. Non si è riferita al destino generale dell’umanità come fa Cristo nell’Apocalisse, ma allude a una prospettiva limitata a questi paesi. Chi interpretasse diversamente, anche se certe parole della Madonna potrebbero farlo pensare, sbaglierebbe.

Il fatto che la Madonna a Fatima preveda un periodo di pace nel mondo dopo la conversione della Russia, fa capire chiaramente i limiti storicamente condizionati dell’avvertimento mariano e della profezia mariana di Fatima, che si è avverata solo in parte, perchè la Russia è tornata sì al cristianesimo, ma non al cattolicesimo come era prima dello scisma del 1054.

Se di apocalittica oggi si può parlare, possiamo eventualmente riferirci alla Venuta finale del Signore, della quale sembrano esserci taluni segni diagnostici o premonitori. Ma una tematica del genere è del tutto estranea alla predicazione dell’attuale Pontefice, il quale assegna per l’oggi a noi cattolici piuttosto la piena realizzazione della riforma conciliare. Con ciò non è proibito di per sé immaginare come prossima la fine del mondo, pensando alle terribili armi atomiche che sono in possesso sia dell’Occidente che dell’Oriente attualmente in guerra fra di loro. Non occorre indulgere al catastrofismo di certi gruppi passatisti per temere ragionevolmente e fondatamente lo scatenarsi da un momento all’altro di una catastrofe nucleare.

Chi oggi mette in luce con animo addolorato e acume critico, in linea con gli insegnamenti del Concilio, il fatto che all’interno della Chiesa cattolica si sta verificando uno scontro durissimo fra passatisti e modernisti, scontro al quale i cattolici normali fedeli al Papa assistono impotenti ricevendo insulti dagli uni e dagli altri; chi denuncia con dati alla mano e ponderato giudizio il cumulo di devianze morali e dottrinali nonché le divisioni interne, la cui gravità la Chiesa non ha mai conosciuto nei suo 2000 anni di storia, non è quel fastidioso «profeta di sventura» scoraggiante e pessimista, del quale parlava San Giovanni XXIII, ma è profeta vero e salutare, del tutto in linea con tradizione biblica e col Concilio, è uomo di Dio, che in mezzo a persecuzioni patite ad opera degli stessi fratelli di fede, indica, col buon esempio e alla luce della Parola di Dio, le vie della conversione, della penitenza, della riconciliazione e della pace, considerando anche il fatto che invano la Chiesa si propone al mondo come maestra di pace, quando è lei stessa che nei suoi figli  non è di esempio di un vivere nella  pace.

Tuttavia sembra che il Papa, fidando nella grazia divina, ci suggerisca piuttosto che con la preghiera, la pratica della speranza, del dialogo, della misericordia, dell’accoglienza del diverso e della fratellanza, potremo superare questo difficile momento, benché ovviamente dobbiamo star sempre pronti alla Venuta del Signore.

Ciò che invece possiamo attenderci da Medjugorje è un passo avanti o un nuovo impulso nel processo di riunificazione dei cristiani avviato dal Concilio Vaticano II, ma sempre nei limiti della situazione storica presente, senza la pretesa di proporre quella palingenesi universale e definitiva, che è di sola spettanza dell’Apocalisse giovannea, il cui momento o giorno di attuazione non è databile ci è ignoto, alla attuazione della quale non seguirà un semplice «periodo di pace», ma la pace eterna degli eletti nei nuovi cieli e nuova terra e l’eterna dannazione dei reprobi. Non è con la rivelazione dei «segreti», ma con la Venuta finale di Cristo che l’umanità farà la sua scelta finale o per Cristo o per Satana[3].

Non bisogna dunque confondere l’inizio attuale della pace escatologica, possibile già adesso, benché tra molti mali e sofferenze, e possibile oggetto di rivelazioni private - è questo il caso di Fatima e quello stesso di Medjugorje dovutamente interpretato - con la futura pace piena finale, solo oggetto della rivelazione pubblica.

Dobbiamo dunque insistere nel dire che avvertire e giudicare l’umanità non spetta a una rivelazione privata, bisognosa peraltro di essere verificata da Roma, ma spetta solo a Cristo, il cui messaggio non ha evidentemente bisogno di esser supervisionato, se non è la gnosi di chi crede di saperne di più di Gesù Cristo.

P. Giovanni Cavalcoli

Dal Santuario della Madonna del Rosario di Fontanellato

21 settembre 2024 


 

 

Immagine da Internet:
- La nuova Gerusalemme, Arazzo dell'Apocalisse, Angers

[2] È il caso anche della statua della Madonna che si trova nel Santuario presso il quale vive la Comunità domenicana alla quale appartengo. Quando infatti S.Pio X elevò la chiesa alla dignità di basilica, motivò la sua decisione definendo «miracolosa» la statua della Madonna. Ma un miracolo non può essere segno di credibilità di un fatto che non si accorda col dato della Rivelazione.

[3] Vedi il mio opuscolo Il progetto del demonio. La prospettiva di Satana e quella di Gesù Cristo, Edizioni Chora Books, Hong Kong 2021.

2 commenti:

  1. Buongiorno Padre, Livio Fanzaga parla di un primo combattimento escatologico riferendosi al cap.12 dell’Apocalisse. E’ un sua interpretazione oppure è realmente previsto? E se fosse effettivamente reale non potrebbe essere come sostiene lui il periodo riguardante il tempo dei segreti ed essendo un periodo travagliato non potrebbe contemplare un intervento divino “delegando” S.S. Maria ad assisterci? E quindi sì, si potrebbe intendere come dice lei “un’apocalisse di tono minore, un’apocalisse preparatoria a quella di San Giovanni” ma questo non sminuirebbe né escluderebbe l’apocalisse vera e propria. O no? Un chiarimento sui segreti di Fatima riguardanti l’eventualità della seconda guerra mondiale se non ci fosse stata una conversione del mondo: è vero che sono stati rivelati dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale? Se fosse vero che senso avrebbe avuto la comunicazione da parte di S.S. Maria senza una pubblicazione precedente alla guerra. Rinnovo i ringraziamenti e la stima. Nel ringraziare riveriti saluti. Francesco Orsi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Francesco,
      lo scontro della Donna col drago nel cap. 12 dell’Apocalisse si presenta sotto tutte tre le dimensioni della Storia Sacra. Ha un aspetto protologico (v. 7-9). Ha un aspetto che riguarda la storia della Chiesa (v. 9-17). E infine c’è un aspetto escatologico, che riguarda il v. 12.
      Quindi da questo capitolo si può ricavare un precorrimento dell’Apocalisse. Ma, come ho detto nel mio articolo, il difetto di questi dieci segreti non è tanto il loro presentarsi come precorrimento, che comporta una contestualizzazione storica e geografica, come è avvenuto a Fatima, ma c’è in essi la pretesa di mettersi alla pari dell’Apocalisse, coinvolgendo le sorti dell’intera umanità.
      Da qui si ricava l’impressione che una semplice rivelazione privata abbia la pretesa di elevarsi a contenuti, che appartengono solo alla Rivelazione pubblica.
      In secondo luogo, anche ammesso che il messaggio sia autentico, trattandosi di rivelazione privata, avrà bisogno di una verifica da parte di Roma e non è detto che Roma approvi il contenuto.
      Viceversa è evidente che il contenuto dell’Apocalisse, proveniente da Cristo, non ha bisogno di nessuna supervisione, ma semmai ci verrà illustrato e spiegato dal Papa.

      Elimina

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.