Il Cardinale Eijk cita un mio intervento sulla reciprocità uomo-donna

 

Il Cardinale Eijk

cita un mio intervento sulla reciprocità uomo-donna

Ritengo utile ai lettori riportare il sunto di un mio intervento ad un Convegno tomistico internazionale del 1986 fatto dal Card. Willelm Jakobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht nel corso di una sua dotta e interessante conferenza sul tema L'antropologia Cristiana e la teoria del genere, tenuta ad un Incontro della Commissioni dottrinali europee ad Esztergom, il 14 gennaio 2015.

 

Riguardo a questa conferenza ne consiglio caldamente la lettura:

https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/incontri/rc_con_cfaith_20150114_esztergom-eijk_it.html .

 

Benchè le parole del Cardinale siano datate, ho ritenuto bene citarle per il fatto che sappiamo tutti quale atmosfera di sovraeccitazione, ma anche di grandi chances, stiamo vivendo nella società civile e nella Chiesa, scosse da una dilagante e mai vista corruzione sessuale, ma al contempo stimolate da nuovi suggerimenti e incitamenti che ci fanno presagire e sperare in un progresso della reciprocità uomo-donna come fattore di sinodalità ecclesiale e miglioramento della convivenza civile.

Dice il Cardinale:

 

«Cavalcoli, seguendo Maritain (Approches sans entraves, Parigi: Fayard, 1973, pp. 194), assume che c’è una certa differenza fra l’anima dell’uomo e quella della donna, come una differenza fra due sottospecie: non può trattarsi di due specie; altrimenti l’unità dell’umanità sarebbe interrotta. L’anima dell’essere umano non è una semplice forma sostanziale ma è anche sussistente, perché può esistere separata dalla materia dopo la morte. L’anima umana ha perciò una certa posizione intermedia fra le forme sostanziali che spariscono dopo essere separate dalla materia e gli spiriti puri, gli angeli, che sono soltanto forma sostanziale e, perciò, ognuno di loro una specie. Questa posizione intermedia dell’anima umana non ammetterebbe anche la possibilità di una posizione intermedia fra la differenza materiale propria dell’ambito dell’animalità e la differenza specifica, propria del mondo dei puri spiriti? La differenza fra l’anima dell’uomo e quella della donna non sarebbe quindi materiale o specifica ma semispecifica o nelle parole di Maritain “sottospecifica”? Se questo fosse così, ci sarebbe anche una diversità e mutua complementarietà spirituale tra la personalità maschile e quella femminile. Si veda G. Cavalcoli, “Sulla differenza tra l’anima dell’uomo e quella della donna,” in: L’anima nell’antropologia di S. Tommaso d’Aquino, A. Lobato (ed.), Milano: Massimo, 1987, pp. 227-234».

Le fonti delle mie riflessioni non sono solo Maritain, ma anche e soprattutto i più ampli orizzonti dell’etica sessuale aperti da San Giovanni Paolo II verso la protologia e verso l’escatologia nelle sue famose Udienze Generali tenute dal 1979 al 1983. Questi insegnamenti del Papa li ho raccolti nel mio libro “La coppia consacrata”, ed. VivereIn, Monopoli (Ba), 2008.

Per quanto riguarda il riferimento a San Tommaso bisogna tenere presente che nell’Aquinate circa la questione della dignità della donna si verificò un mutamento di posizione dall’opera giovanile del Commento alle Sentenze all’opera della maturità che fu la Somma Teologica. In gioventù Tommaso fu sotto l’influsso di Aristotele, il quale, come si sa, considerava il sesso femminile, come un sesso maschile non del tutto riuscito. Approfondendo il dato rivelato, che mostra la dignità della donna, Tommaso si accorse che l’esser donna è un pregio, non è un difetto, ma riguarda, come scrive, la perfezione dell’individuo (pertinet ad perfectionem individui). Da qui la sua dottrina della resurrezione dell’uomo e della donna, che ritroviamo negli insegnamenti di San Tommaso.

 

Queste considerazioni possono essere messe utilmente in relazione con le seguenti parole dell’“Instrumentum laboris” per la Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2024), del 9 luglio 2024, n. 13:

 

“La prima differenza che incontriamo come persone umane è quella tra uomini e donne. La nostra vocazione di cristiani è quella di onorare questa differenza donata da Dio vivendo all’interno della Chiesa una dinamica reciprocità relazionale come segno per il mondo.”

(https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/07/09/0560/01156.html )

 

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 20 luglio 2024

Santa Brigida di Svezia, Patrona d’Europa


 



Immagine da Internet:
Card. Willem Jacobus Eijk

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