Continuità o rottura? Il parto doloroso del Concilio Vaticano II - Terza Parte (3/3)

 

Continuità o rottura?

Il parto doloroso del Concilio Vaticano II

Terza Parte (3/3)

 

Immacolato. DIBATTITO TRA ME E IL CAVALCOLI

Dice padre Cavalcoli: (La seguente risposta del Cavalcoli, è tratta dal dibattito che abbiamo avuto nei commenti del suo post di facebook)

<<Caro Fratello, riguardo alla differenza della posizione tra Pio IX e la Dignitatis Humanae, le ho già spiegato che si tratta di due posizioni pastorali diverse, relative a due periodi storici diversi. Per questo, in questo caso, non ha senso parlare di contraddizione, perché sarebbe come se io dicessi che c’è contraddizione tra quando io apro l’ombrello quando piove e tra quando lo tengo chiuso quando non piove. In altre parole, non c’è in gioco il dogma, il quale richiede l’immutabilità, ma, come ho detto, si tratta di pastorale dove un Papa può cambiare quello che ha fatto il precedente>>

Risposta di fra Pio Immacolato:

L'esempio che lei adduce a riguardo dell'ombrello è certamente inappropriato ed inadeguato al caso in questione! Lei dovrebbe ben sapere che una cosa non può essere sotto lo stesso aspetto e sotto lo stesso rapporto <<si e no>>! Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo ci insegna a rispettare, semper et pro semper, il principio per se noto di identità e di esclusione della contraddizione: <<il vostro parlare sia "sì, si; no, no", il di più appartiene al male>>.

Ora, la pastorale si basa sulla dottrina, é la pratica della dottrina! Quindi ANCHE L'ASPETTO PASTORALE INSEGNATO DAL CONCILIO VATICANO II È OPPOSTO ALLA PASTORALE INSEGNATA DAL VERO MAGISTERO PETRINO, IN QUANTO APPUNTO SI POGGIANO SU PRINCIPI ED INSEGNAMENTI DOTTRINALI OPPOSTI! O UNO O L'ALTRO, TERZIUM NON DATUR! MENS DIVISA, NON IMPETRAT!

Ora, padre Cavalcoli, le riporto, a confronto, i testi del Magistero della Chiesa e dei Papi, e il testo del massonico e modernista concilio vaticano II. Intanto, parto dimostrando che entrambi i testi, sia quello di Quanta Cura e Sillabus di Papa Pio IX, e sia quello della Dignitatis humanae personae di Paolo VI e del suo concilio vaticano II avvenuto circa un secolo dopo Papa Pio IX, si presentano come infallibili pur insegnando dottrine opposte (quindi o non sono infallibili entrambi, [e lungi da me affermare una cosa del genere], o non è infallibile [e quindi non è opera di un legittimo Papa e di un legittimo Concilio] il testo della dignitatis humanae personae essendo in contrasto dottrinale con l'insegnamento Infallibile di Papa Pio IX...ed è proprio questo quello che affermo perché sono già vincolato dall'insegnamento Infallibile di Papa Pio IX!!!

Il documento dignitatis humanae personae del Concilio Vaticano II dice:

<<...QUESTO CONCILIO VATICANO DICHIARA CHE IL DIRITTO DEGLI ESSERI UMANI ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA ha il suo fondamento nella dignità della persona [...]. ANZI, UNA TALE DOTTRINA SULLA LIBERTÀ AFFONDA LE SUE RADICI NELLA RIVELAZIONE DIVINA, per cui tanto più va rispettata con sacro impegno dai cristiani...TUTTO CIÒ ILLUSTRA I PRINCIPI GENERALI SOPRA CUI SI FONDA LA DOTTRINA DELLA PRESENTE DICHIARAZIONE SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA...>> (Concilio vaticano II - dignitatis humanae personae)

<<Inoltre [il concilio vaticano II] dichiara che IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA SI FONDA REALMENTE SULLA STESSA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA, QUALE SI CONOSCE SIA PER MEZZO DELLA PAROLA DI DIO RIVELATA CHE TRAMITE LA STESSA RAGIONE>> (concilio vaticano II - dignitatis humanae, paragrafo 2)

<<ESSO [IL CONCILIO] HA...MUNITO I SUOI INSEGNAMENTI DELL'AUTORITÀ DEL SUPREMO MAGISTERO ORDINARIO il quale... DEVE ESSERE ACCOLTO DOCILMENTE E SINCERAMENTE DA TUTTI I FEDELI>> (Paolo VI, Udienza generale, 12.01.1966)

QUINDI, come può notare, dalle stesse parole di Paolo VI, il concilio vaticano II si è presentato come se fosse "Magistero Ordinario Universale"...e in quanto tale sarebbe dovuto essere infallibile..., perché come insegna Papa Pio IX nel Concilio Vaticano I: <<Si devono credere con fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella Parola di Dio scritta o trasmessa, e che dalla Chiesa, con solenne giudizio o nel Magistero ordinario e universale, sono proposte a credere come divinamente rivelate>> (Papa Pio IX - Concilio Vaticano PRIMO).

Noti, infine, che "Papa" Paolo VI usa dei termini vincolanti per tutti i fedeli: <<DEVE essere accolto...da tutti i fedeli>>.

Ora, legga attentamente la forza dell'espressioni vincolanti dell'Infallibile Magistero di Papa Pio IX nell'enciclica Quanta Cura e Sillabus dell'8, dicembre 1864:

<<NOI, dunque, IN TANTA PERVERSITÀ DI DEPRAVATE OPINIONI, BEN MEMORI DEL NOSTRO APOSTOLICO UFFICIO E MASSIMAMENTE SOLLECITI DELLA SANTISSIMA NOSTRA RELIGIONE, DELLA SANA DOTTRINA E DELLA SALVEZZA DELLE ANIME AFFIDATECI DA DIO, E DEL BENE DELLA STESSA SOCIETÀ UMANA, ABBIAMO RITENUTO DI DOVERE NUOVAMENTE ELEVARE LA NOSTRA APOSTOLICA VOCE. PERTANTO, TUTTE E SINGOLE LE PRAVE OPINIONI E DOTTRINE ESPRESSE NOMINATAMENTE IN QUESTA LETTERA, CON LA NOSTRA AUTORITÀ APOSTOLICA RIPROVIAMO, PROSCRIVONO E CONDANNIAMO; E VOGLIAMO E COMANDIAMO CHE ESSE SIANO DA TUTTI I FIGLI DELLA CHIESA CATTOLICA, TENUTE ASSOLUTAMENTE PER RIPROVATE, PROSCRITTE E CONDANNATE!>> (Papa Pio IX - Enciclica Quanta Cura e Sillabus)

Ha letto bene, p.Cavalcoli? Ha capito che i figli della Chiesa sono obbligati e vincolati a tenere <<assolutamente>> per riprovate, proscritte e condannate tutte le opinioni e DOTTRINE che Papa Pio IX, con la sua Autorità Apostolica, riprova, proscrive e condanna con la lettera Enciclica Quanta Cura e Sillabus?

Ora, riporto a confronto quello che è il contenuto della dottrina del documento conciliare dignitatis humanae personae sulla libertà religiosa, ed il contenuto della dottrina del documento Magistrale Quanta Cura e Sillabus di Papa Pio IX.

PRIMA FASE

Dice la dignitatis humanae del concilio vaticano II:

<<Questo Concilio Vaticano DICHIARA CHE LA PERSONA UMANA HA IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA>> (Concilio Vaticano II, Dignitatis humanae personae).

Ma Papa Pio IX, con l'Enciclica «Quanta Cura» e «Sillabus» condanna infallibilibilmente la seguente proposizione:

<<La libertà di coscienza e dei culti essere un diritto proprio di ciascun uomo>> (Proposizione condannata dal Magistero di Papa Pio IX - Quanta Cura, Sillabus)

Papa Pio IX insegna quindi che LA LIBERTÀ DI COSCIENZA E DEI CULTI NON È UN DIRITTO PROPRIO DI CIASCUN UOMO!

Il concilio Vaticano II insegna invece che la libertà religiosa è un diritto proprio della persona umana (quindi di ciascun uomo)!

È fondamentale ora che io metta in luce, basandomi sulla Fede Divino-Cattolica e sulla ragione, quella che è, dal punto di vista metafisico e teologico, la vera dignità e la vera libertà della persona umana!

1) La vera dignità della persona umana:

Lei, Cavalcoli, professore di metafisica e teologia, dovrebbe ben sapere la distinzione tra dignità ontologica e dignità morale; la prima detta anche dignità radicale, e la seconda detta anche dignità operativa:

A) La dignità ontologica della persona umana è ciò per cui l'uomo è dal punto di vista costitutivo naturale! È detta «ontologica» perché è ciò che è intrinseco alla natura stessa dell'uomo. L'uomo è dotato di intelligenza e di libera volontà, e ciò è il fondamento della sua dignità ontologica. Il Magistero di Papa San Pio X insegna infatti che <<l'uomo è una creatura ragionevole composta di anima e di corpo>> (Catechismo di San Pio X), e che <<l'anima è la parte più nobile dell'uomo, perché sostanza spirituale, dotata d'intelletto e di volontà>> (Catechismo di San Pio X). Questa dignità, è detta anche «radicale» perché essa è il germe, la radice, il principio, il fondamento (dal punto di vista generazionale) degli atti volontari con i quali l'uomo può acquisire, incrementare, diminuire, o addirittura perdere la sua dignità! Quello che è ontologico, dunque, è il fondamento naturale di ciò che è morale: prima devo esistere, infatti, per poter agire in conformità al vero (che è l'oggetto dell'intelletto), e per poter praticare il bene (che è l'oggetto della volontà!). Insegna infatti San Pio X che <<l'anima è la parte spirituale dell'uomo per cui egli vive, intende, ed è libero, e perciò capace di conoscere, amare e servire Dio>> (Catechismo di San Pio X), <<capace...di possederLo eternamente>> (Catechismo di Papa San Pio X). Eh già, <<Dio ci ha creati per conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita [ndr fine prossimo], per poi goderLo per sempre nell'altra in Paradiso [ndr fine ultimo]>> (Catechismo di Papa San Pio X). La vera dignità dell'uomo è tale in relazione alla dignità morale a cui l'uomo è chiamato a raggiungere e perfezionare, il tutto in relazione a Dio che è il Primo Principio e il Fine ultimo per cui esistiamo, e da cui derivano i doveri e i diritti dell'uomo, e su cui si basa appunto la vera dignità umana!

B) La dignità morale consiste nel fatto che l'uomo nella misura in cui aderisce con la sua volontà al vero bene, acquisisce, aumenta e perfeziona appunto la sua dignità morale!

C) Il Magistero della Chiesa, insegna, da sempre, che l'intelligenza e la volontà dell'uomo non sono fine a se stessi, ma che sono finalizzati al loro oggetto proprio (la verità e il bene), e nella misura in cui l'uomo non soddisfa l'obbligo di conoscere la verità e di aderire ad essa, perde la sua naturale dignità e si corrompe:

<<Se la mente accoglie false opinioni, se la volontà sceglie il male e vi si dedica, l'una e l'altra, lungi dall'operare per il proprio perfezionamento, perdono la loro naturale dignità e si corrompono!>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

E il Dottore Angelico, San Tommaso d'Aquino spiega che l'uomo, peccando, decade dalla sua dignità umana:

<<Homo, peccando, ab ordine rationis recedit; et ideo decidit a dignitate humana>> (San Tommaso d'Aquino, Summa Theologiæ, II-II q.64,a.2,ad 3)

Invece il concilio vaticano II afferma:

<<QUESTO CONCILIO VATICANO DICHIARA CHE LA PERSONA UMANA HA IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA. [...] GLI ESSERI UMANI DEVONO ESSERE IMMUNI DALLA COERCIZIONE DA PARTE dei singoli individui, di gruppi sociali e DI QUALSIVOGLIA POTERE UMANO, COSÌ CHE IN MATERIA RELIGIOSA NESSUNO SIA FORZATO AD AGIRE CONTRO LA SUA COSCIENZA, NÉ SIA IMPEDITO, entro debiti limiti, DI AGIRE IN CONFORMITÀ AD ESSA, privatamente o PUBBLICAMENTE, IN FORMA INDIVIDUALE O ASSOCIATA. Inoltre DICHIARA CHE IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA SI FONDA REALMENTE SULLA STESSA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA quale l'hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione. Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell'ordinamento giuridico della società. A MOTIVO DELLA LORO DIGNITÀ, TUTTI GLI ESSERI UMANI, IN QUANTO SONO PERSONE, DOTATE CIOÈ DI RAGIONE E DI LIBERA VOLONTÀ e perciò investiti di personale responsabilità, sono dalla loro stessa natura e per obbligo morale tenuti a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità una volta conosciuta e ad ordinare tutta la loro vita secondo le sue esigenze. Ad un tale obbligo, però, gli esseri umani non sono in grado di soddisfare, in modo rispondente alla loro natura, se non godono della LIBERTÀ PSICOLOGICA e nello stesso tempo DELL'IMMUNITÀ DALLA COERCIZIONE ESTERNA. [...]. IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA NON SI FONDA QUINDI SU UNA DISPOSIZIONE SOGGETTIVA DELLA PERSONA, MA SULLA SUA STESSA NATURA. PER CUI IL DIRITTO A TALE IMMUNITÀ PERDURA ANCHE IN COLORO CHE NON SODDISFANO L'OBBLIGO DI CERCARE LA VERITÀ E DI ADERIRE AD ESSA, E IL SUO ESERCIZIO, QUALORA SIA RISPETTATO L'ORDINE PUBBLICO INFORMATO A GIUSTIZIA, NON PUÒ ESSERE IMPEDITO>> (Concilio vaticano II - dignitatis humanae personae)

Quindi, per il concilio vaticano II, l'eretico, l'idolatra ecc...pur perdendo la loro dignità morale, non perderebbero però la loro dignità naturale, e quindi la vera dignità della persona umana, per il concilio, si fonderebbe sulla dignità ontologica dell'uomo, a prescindere dai suoi atti, e cioè si fonderebbe solo sul semplice fatto che l'uomo sia naturalmente dotato di ragione e di libera volontà a prescindere se l'uomo acquisisca o perda la sua dignità morale, cioè a prescindere se esso soddisfi o meno al dovere di aderire alla verità! Ricordo che anche il demonio è dotato naturalmente di intelletto e di volontà, che anche i dannati sono dotati di ragione e di volontà, che anche gli assassini, gli eretici, gli idolatri, gli ebrei, i massoni....sono dotati naturalmente di ragione e di volontà!!!! Quindi, il concilio vaticano II, attribuisce alla persona umana, un diritto alla libertà religiosa, anche se l'uomo non ottempra il suo dovere di obbedire a Dio, e che solo per tale motivo, cioè per il semplice fatto di essere dotato naturalmente di ragione e di volontà, avrebbe il diritto di non essere impedito ad abbracciare e pubblicare e divulgare l'errore e il male!!! Questo è gravissimo! Un conto è <<tollerare>> il fatto che un uomo nel cerchio privato del foro interno della sua coscienza decida di non compiere il dovere di professare la Fede Cattolica (poiché la Chiesa da sempre insegna che non bisogna forzare un uomo ad abbracciare la Fede contro la sua volontà, e ciò, non perché tale uomo abbia il diritto naturale di essere libero di abbracciare o non abbracciare la Fede Cattolica, ma semplicemente perché l'atto di Fede deve essere un atto volontario) e un contro è attribuire a tal uomo un diritto naturale a non essere impedito! È vero che anche l'applicazione della tolleranza conosce in un certo senso anche l'aspetto di non impedire, ma tollerare non è appunto attribuire un diritto; e tale tolleranza non può però valere per la diffusione pubblica dell'errore e del male, se non in casi particolari! Lo Stato, che è rivestito dell'Autorità civile, infatti, ha il dovere di impedire, per quanto possibile, anche con l'uso della forza fisica e con pene stabilite, la diffusione pubblica dell'eresia e del male, cose che costituiscono una violazione pubblica della religione cattolica e sono nocive alla salute delle anime! Il Magistero della Chiesa, insegna che è legittima anche la pena di morte applicata ad eretici di dominio pubblico, per impedire che corrompano la Fede Cattolica e per custodire la dignità morale delle persone in ciò che concerne il bene comune. Lo Stato ha il dovere di impedire l'assassino ad uccidere, ed impedendolo non viola alcun diritto naturale dell'assassino, perché l'assassino non ha né il diritto di uccidere, e né il diritto a non essere impedito ad uccidere (chi oserebbe affermare il contrario???). Ora, quanto più ciò deve valere per coloro che diffondono pubblicamente l'idolatria, l'eresia, l'apostasia...che sono un crimine contro le anime delle persone e che sono di per sé ben peggiori di un crimine contro i corpi delle persone! Solo che in materia religiosa, lo Stato, può in alcuni casi, e provvisoriamente, sebbene non sia la condizione ottimale dello Stato, non impedire la diffusione pubblica delle false religioni ecc, ma ciò solo affinché non ne venga un male maggiore o per conseguire o preservare un bene, senza però attribuire un diritto naturale a chi diffonde pubblicamente l'errore e il male! Come dunque lo Stato può applicare legittimamente la pena di morte ad un assassino, così, e a maggior ragione, il braccio secolare può applicare legittimamente la pena di morte agli eresiarchi di dominio pubblico!

Spiega il Dottore della Chiesa, il Domenicano San Tommaso d'Aquino:

<<A proposito degli eretici si devono considerare due cose: una che proviene da essi; l'altra che è presente alla Chiesa. Da essi proviene un peccato, per il quale hanno meritato non solo di essere separati dalla Chiesa con la scomunica, ma di essere tolti dal mondo con la morte. Infatti è ben più grave corrompere la fede, in cui risiede la vita delle anime, che falsare il danaro, con cui si provvede alla vita temporale. Perciò, se i falsari e altri malfattori sono subito messi a morte giustamente dai principi; a maggior ragione e con giustizia potrebbero essere non solo scomunicati, ma uccisi gli eretici, appena riconosciuti colpevoli di eresia. Alla Chiesa invece è presente la misericordia, che tende a convertire gli erranti. Essa perciò non condanna subito, ma "dopo la prima e la seconda ammonizione", come insegna l'Apostolo. Dopo di che, se l'eretico rimane ostinato, la Chiesa, disperando della sua conversione, provvede alla salvezza degli altri, separandolo da sé con la sentenza di scomunica; e finalmente lo abbandona al giudizio civile, o secolare, per toglierlo dal mondo con la morte. Scrive infatti S. Girolamo: "La carne marcita deve essere tagliata, e la pecora rognosa va allontanata dal gregge, affinché non arda, non si corrompa, non imputridisca, e non muoia tutto: casa, pasta, corpo e gregge. Ario in Alessandria era una scintilla: ma poiché non fu subito soffocato, le sue fiamme hanno devastato tutto il mondo">> (San Tommaso d'Aquino - Somma Teologica)

Dunque:

A) Né lo Stato Cattolico, né i cattolici in quanto singoli individui, possono obbligare con coercizione fisica le persone ad abbracciare la vera Fede contro la loro volontà, perché non possono con l'uso della coercizione fisica agire DIRETTAMENTE sul loro foro interno.

B) I Cattolici, sia quelli presi singolarmente, sia quelli rivestiti di Autorità civile, possono e devono, chi per carità e chi anche per ufficio, esercitare una influenza INDIRETTA sul foro interno delle persone che si trovano nell'errore e nel male, facendo il possibile, dall'esterno, di ostacolarli, di impedirli, di liberarli, di beneficarli in ogni modo! Ed è possibile anche l'utilizzo della coercizione morale, dettata dalla vera Carità! Nostro Signore Gesù Cristo ed il Magistero della Chiesa ci esortano a compiere le opere di misericordia, sia quelle corporali, e sia e soprattutto quelle spirituali, tra le quali: «Istruire gli ignoranti, ammonire i peccatori»! Tollerare, ripeto, non significa attribuire un diritto a chi è nell'errore e nel male, ma non significa nemmeno essere indifferenti verso chi è immerso nelle tenebre dell'ignoranza, dell'errore, e del peccato! Anzi il primo dovere di Carità non consiste nel tollerare, ma nell'adoperarsi con zelo alla salus animarum! Insegna infatti il Magistero di Papa San Pio X:

<<La dottrina cattolica ci insegna che il primo dovere della carità non consiste nella tolleranza delle convinzioni erronee, per quanto sincere esse siano, né nella indifferenza teorica o pratica per l'errore o per il vizio in cui vediamo immersi i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale, non meno che per il loro benessere materiale>> (Papa San Pio X - Enciclica Notre Charge Apostolique)

C) i Cattolici, come individui presi singolarmente, non possono impedire con l'uso della forza coercitiva fisica, la diffusione pubblica delle false religioni, in quanto non rivestiti di Autorità civile!

D) lo Stato ha il dovere e il diritto di impedire la diffusione pubblica delle false religioni ecc! Tuttavia, nel caso in cui lo richieda la pubblica pace, lo Stato può applicare, nella pratica, con prudenza politica, una certa tolleranza riguardo la diffusione pubblica delle false religioni. Tuttavia, la condizione ottimale dello Stato Cattolico è che esso non tolleri tale diffusione pubblica, ma la impedisca, anche con l'uso della forza coercitiva fisica e militare, e con pene stabilite!

Ora, riporto le parole del sapiente Padre e Dottore della Chiesa, Sant'Agostino:

<<Ho constatato io stesso che grazie agli ordini che sono stati dati dall'imperatore di perseguitare i donatisti, grazie alla forza usata per impedire le loro riunioni e chiudere i loro templi, per minacciarli di esilio e della perdita dei loro beni, i cattolici che erano caduti in errore, hanno avuto modo di riflettere e ora hanno riscoperto la verità e dicono: "Felice coercizione che ci ha aiutato a ritrovare la verità! Adesso riconosciamo che eravamo in errore, ma abbiamo ritrovato la retta via grazie all'imperatore che ha mandato i suoi soldati per combattere l'errore"; allora ora capisco che si può benissimo impiegare la forza per sconfiggere i nemici della fede ed impedire la diffusione dell'errore e indirettamente far ritornare alla verità!>> (Sant'Agostino - Lettera 93)

Lei, Cavalcoli, potrebbe obiettare che, siccome ci sono persone che forse si trovano anche nell'ignoranza incolpevole e forse credono in buona fede che quello che pubblicano sia un bene vero e non un bene apparente, e che pertanto, impedirle, potrebbe significare impedire ad essi di agire in buona fede! In tal caso le risponderei come di seguito: Se un farmacista, non sapendo della nocività di un determinato farmaco, si mettesse a venderlo e a diffonderlo, credendo che tale farmaco sia benefico, allora lo Stato, sapendo della nocività di tale farmaco, oltre ad informare il farmacista, deve, per tutelare l'incolumità fisica dei suoi cittadini, impedire tale diffusione, e togliere dal mercato il farmaco, anche se quel farmacista in precedenza non ne fosse a conoscenza! L'ignoranza e la buona fede delle persone non renderà mai buono ciò che è intrinsicamente cattivo, e non ne rende mai lecita la diffusione!

2) La vera libertà:

Lei dovrebbe ben sapere che la libertà non è un valore assoluto! Dio infatti ha dato la libertà all'uomo affinché l'uomo potesse volontariamente indirizzarsi al vero bene, e potesse scegliere, nella varietà di cose lecite, una cosa piuttosto che una altra, e non perché l'uomo potesse scegliere tra il bene e il male! Il fatto che l'uomo sia capace di indirizzarsi anche verso il male è solo una conseguenza e, nello stesso tempo, un abuso del libero arbitrio!

<<Il Signore Dio prese l'uomo, e lo collocò nel Paradiso di delizie...e GLI COMANDÒ: "Mangia di ogni albero del Paradiso; ma NON MANGIARE DEL FRUTTO DELL'ALBERO DELLA SCIENZA DEL BENE E DEL MALE, poiché in qualunque giorno ne mangerai, indubbiamente morrai>> (la Sacra Bibbia [Vulgata] - Genesi).

<<Chi fa il peccato è schiavo del peccato>> (Nostro Signore Gesù Cristo - Gv 8,34)

<<La libertà... è soltanto di coloro che sono dotati di d’intelligenza o di ragione, e nel suo concetto essenziale è la facoltà di scegliere i mezzi convenienti al fine, in quanto chi può tra più cose sceglierne una, è padrone dei suoi atti>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<Il libero arbitrio è dote della volontà, anzi è la volontà medesima in quanto nell'agire ha facoltà di scelta>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<La libertà ha dunque per oggetto il bene conforme a ragione>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<La volontà, in quanto dipende dalla ragione, quando desidera alcunché di difforme dalla retta ragione, inquina profondamente la libertà e fa un uso perverso di essa>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<Dio infinitamente perfetto, essendo sommamente intelligente e bontà per essenza, è anche sommamente libero, e perciò in nessun modo può volere il male della colpa; né lo possono, perché contemplatori del Sommo Bene, gli Angeli e i Santi del Paradiso [...]. Se il poter deviare dal bene appartenesse all'essenza o alla perfezione della libertà, allora Dio, Gesù Cristo, gli Angeli, i Beati, nei quali questo non possono, o non sarebbero liberi o lo sarebbero meno perfettamente dell’uomo viatore e manchevole>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<Il poter peccare non è libertà, ma schiavitù!>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<Com'è libero l'uomo? L'UOMO È LIBERO IN QUANTO PUÒ FARE UNA COSA O NON FARLA, O FARNE UNA PIUTTOSTO CHE UN'ALTRA. Se l'uomo è libero, può fare anche il male? L'UOMO PUÒ, OVVERO È CAPACE DI FARE ANCHE IL MALE, MA NON LO DEVE FARE, APPUNTO PERCHÉ È MALE; LA LIBERTÀ DEVE USARSI SOLO PER IL BENE!>> (Catechismo di Papa San Pio X - n°211-212)

Come si può notare, Dio e la Chiesa Cattolica [Che è l'unica Chiesa di Cristo!], non attribuiscono un diritto naturale all'uomo solo perché esso si ritrova naturalmente dotato di intelletto e di volontà (dignità ontologica) senza che si tenga conto della moralità dei suoi atti (dignità morale), altrimenti sarebbe come concedere un diritto naturale all'esercizio del libero arbitrio fine a se stesso: cioè un diritto naturale (diritto positivo) a fare quello che si vuole, anche il male, ed un diritto a non essere impedito (diritto negativo) a fare quello che si vuole, compreso il male, perché questo è liberalismo, e va contro la Fede e la ragione! il Dovere precede il diritto, e il diritto si fonda su un Dovere! L'uomo dunque ha il dovere e il diritto, con l'aiuto divino, di conoscere, professare, mettere in pratica, e manifestare pubblicamente ciò che Dio comanda di credere e di osservare! E nessuno, né singoli individui, né Stato, può permettersi di impedire all'uomo di conoscere e mettere in pratica i comandi di Dio! Ma Dio e la stessa natura umana non concedono però tale diritto all'uomo che non vuole obbedire a Dio! Non esiste un diritto a peccare, e nemmeno un diritto a poter peccare!

<<Nella legge eterna sta tutta la regola della vera libertà, non solo dei privati, ma altresì degli Stati>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

<<La natura della libertà umana nell'ordine individuale o nel sociale, nei governanti o nei governati, essa ha relazione di sudditanza assoluta a quella eterna e sovrana ragione, che è l'Autorità di Dio stesso che vieta il male e comanda il bene. Il quale giustissimo dominio di Dio sugli uomini, anziché distruggere o sminuire la libertà nostra, l'assicura e perfeziona; poiché la perfezione vera di ogni essere sta nel tendere costantemente al suo fine e conseguirlo; e fine supremo, a cui deve aspirare l’umana libertà, è Dio!>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

3) A proposito della libertà di coscienza:

A) La falsa libertà di coscienza:

<<Da questa corrottissima sorgente... scaturisce quella ASSURDA ED ERRONEA SENTENZA, o piuttosto DELIRIO, CHE SI DEBBA AMMETTERE E GARANTIRE A CIASCUNO LA LIBERTÀ DI COSCIENZA: ERRORE VELENOSISSIMO [...]. "MA QUAL MORTE PEGGIORE PUÒ DARSI ALL'ANIMA DELLA LIBERTÀ DELL'ERRORE?" scriveva Sant'Agostino>> (Papa Gregorio XVI - Mirari vos)

<<Non meno celebrata delle altre è LA COSIDDETTA LIBERTÀ DI COSCIENZA; SE LA SI PRENDE NEL SENSO CHE OGNUNO SIA LIBERO DI ONORARE DIO O DI NON ONORARLO, È CONFUTATA ABBASTANZA DAGLI ARGOMENTI RIPORTATI SOPRA>> (Papa Leone XIII - Libertas)

B) La vera libertà di coscienza:

<<MA PUÒ AVERE ANCHE QUESTO SIGNIFICATO, CHE L'UOMO ABBIA NEL CIVILE CONSORZIO DIRITTO DI COMPIERE IL SUO DOVERE DI SEGUIRE LA VOLONTÀ E I COMANDAMENTI DI DIO, SENZA IMPEDIMENTO ALCUNO. QUESTA VERA LIBERTÀ, DEGNA DEI FIGLI DI DIO, CHE ASSAI GIUSTAMENTE TUTELA LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA, È PIÙ FORTE DI QUALUNQUE VIOLENZA E OFFESA, ED È SEMPRE DESIDERATA E SOPRATTUTTO AMATA DALLA CHIESA>> (Papa Leone XIII - Libertas)

4) A proposito della libertà psicologica e della coercizione morale:

Esiste una falsa e nociva libertà psicologica, ed esiste una lecita e santa coercizione morale! Ma Il concilio vaticano II osa vietare ogni coercizione esterna, anche intesa come coercizione morale, andando contro Cristo, contro la Chiesa, contro i Santi. Bisognerebbe rispettare la libertà psicologica di un'assassino e non impedirlo di uccidere??? Bisognerebbe rispettare la "libertà psicologica" di colui che pubblicamente viola la religione cattolica, e quindi non impedirlo di fare strage di anime con le sue eresie, con le sue immoralità ecc...??? Ma stiamo scherzando???

<<Se Gesù è stato buono con gli smarriti e con i peccatori, non ha rispettato le loro convinzioni erronee, per quanto sincere sembrassero; li ha tutti amati per istruirli, per convertirli e per salvarli. Se ha chiamato a Sé, per consolarli, quanti piangono e soffrono, non è stato per predicare loro l'invidia di un uguaglianza chimerica. Se ha sollevato gli umili, non è stato per ispirare loro il sentimento di una dignità indipendente e ribelle all'obbedienza. Se il suo cuore traboccava di mansuetudine per le anime di buona volontà, ha saputo ugualmente armarsi di una santa indignazione contro i profanatori della Casa di Dio. [...] Egli è stato tanto forte quanto dolce; ha rimproverato, minacciato, castigato, sapendo e insegnando che...il timore è l'inizio della sapienza e che a volte conviene tagliare un membro per salvare il corpo>> (Magistero di Papa San Pio X - Notre Charge Apostolique)

<<…in quanto poi al prossimo solamente per tre cause è lecito uccidere un altro uomo: per l’autorità pubblica, per la propria difesa, e per la guerra giusta. Per l’autorità pubblica è ben lecito...condannare i rei alla morte che si meritano...Dio stesso vuole che siano puniti i malfattori>> (Sant'Alfonso Maria de Liguori - Dottore della Chiesa)

<<La condotta di Mosè. Indignato perchè gli Israeliti avevano adorato un vitello d'oro, disprezzando il vero Dio, ne fece uccidere ventitremila, per vendicare il Signore, e questo, per ordine di Dio stesso [Esodo 32,28]>> (San Giovanni Maria Vianney - Terziario Francescano Cappuccino)

SECONDA FASE

Il concilio vaticano II afferma pure:

<<IL CONTENUTO DI UNA TALE LIBERTÀ È CHE GLI ESSERI UMANI DEVONO ESSERE IMMUNI DALLA COERCIZIONE DA PARTE [...] DI QUALSIVOGLIA POTESTÀ UMANA, COSÌ CHE IN MATERIA RELIGIOSA NESSUNO [...] SIA IMPEDITO, entro debiti limiti, DI AGIRE IN CONFORMITÀ AD ESSA [cioè alla propria coscienza]: privatamente o PUBBLICAMENTE, IN FORMA INDIVIDUALE O ASSOCIATA>> (Concilio Vaticano II - Dignitatis humanae)

<<I GRUPPI RELIGIOSI [ndr - TUTTE LE RELIGIONI] HANNO ANCHE IL DIRITTO DI NON ESSERE IMPEDITI DI INSEGNARE E DI TESTIMONIARE PUBBLICAMENTE LA PROPRIA FEDE A VOCE E PER ISCRITTO>> (Concilio vaticano II, dignitatis humanae)

<<INOLTRE LA LIBERTÀ RELIGIOSA COMPORTA PURE CHE I GRUPPI RELIGIOSI, NON SIANO IMPEDITI DI MANIFESTARE LIBERAMENTE LA VIRTÙ SINGOLARE DELLA PROPRIA DOTTRINA, NELL'ORDINARE LA SOCIETÀ E NEL VIVIFICARE OGNI ATTIVITÀ UMANA>> (concilio vaticano II, dignitatis humanae)

<<A TALI GRUPPI, pertanto, POSTO CHE LE GIUSTE ESIGENZE NELL'ORDINE PUBBLICO NON SIANO VIOLATE, DEVE ESSERE RICONOSCIUTO IL DIRITTO DI ESSERE IMMUNI DA OGNI MISURA COERCITIVA, NEL REGGERSI SECONDO NORME PROPRIE NEL PRESTARE ALLA SUPREMA DIVINITÀ IL CULTO PUBBLICO [ndr quale suprema divinità??? Per "caso" il grande architetto??? quale culto pubblico??? Quello massonico???]>> (concilio vaticano II, dignitatis humanae)

<<QUESTO DIRITTO DELLA PERSONA UMANA ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA DEVE ESSERE RICONOSCIUTO E SANCITO COME DIRITTO CIVILE NELL'ORDINAMENTO GIURIDICO DELLA SOCIETÀ>> (concilio vaticano II - dignitatis humanae personæ)

Quindi il concilio vaticano II chiaramente non riconosce all'Impero: <<qualsivoglia potestà umana>> (CVII - dignitatis humanae), il dovere di reprimere con pene stabilite i VIOLATORI della Religione Cattolica se non in quanto ciò sia richiesto dalla pubblicità pace: <<posto che le esigenze dell'ordine pubblico non siano violate>> (CVII - dignitatis humanae)

Invece il Magistero di Papa Pio IX insegna esattamente l'opposto:

<<CONTRO LA DOTTRINA DELLE SACRE SCRITTURE, DELLA CHIESA E DEI SANTI PADRI, NON DUBITANO DI AFFERMARE CHE “NON SI RICONOSCE ALL'IMPERO IL DOVERE DI REPRIMERE CON PENE STABILITE I VIOLATORI DELLA RELIGIONE CATTOLICA, SE NON IN QUANTO CIÒ SIA RICHIESTO DALLA PUBBLICA PACE”>> (Papa Pio IX - Quanta Cura, Sillabus)

<<CON TALE IDEA DI GOVERNO SOCIALE, ASSOLUTAMENTE FALSA, NON TEMONO DI CALDEGGIARE L'OPINIONE SOMMAMENTE DANNOSA PER LA CHIESA CATTOLICA E PER LA SALUTE DELLE ANIME, chiamata deliramento dal Nostro Predecessore Gregorio XVI di recente memoria, CIOÈ: “LA LIBERTÀ DI COSCIENZA E DEI CULTI ESSERE DIRITTO PROPRIO DI CIASCUN UOMO, CHE SI DEVE CON LEGGE PROCLAMARE IN OGNI SOCIETÀ BENE COSTITUITA, ED ESSERE DIRITTO D'OGNI CITTADINO...DI MANIFESTARE E DICHIARARE I PROPRI PENSIERI, QUALI CHE SIANO, TANTO A VIVA VOCE, COME PER ISCRITTO, SIA IN ALTRO MODO, PALESEMENTE ED IN PUBBLICO”. E mentre QUESTE COSE TEMERARIAMENTE AFFERMANO, non pensano e considerano che PREDICANO LA “LIBERTÀ DELLA PERDIZIONE“>> (Papa Pio IX - Enciclica «Quanta Cura»)

Altri testi Magisteriali:

<<LE COSE CHE FURONO REGOLARMENTE DEFINITE, NESSUNO DOVESSI DIMINUIRE, NESSUNA MUTARE, NESSUN AGGIUNGERE, MA TALI ESSE DEVONO ESSERE CUSTODITE INTATTE NELLE PAROLE E NEI SIGNIFICATI>> (Papa Sant'Agatone)

<<NON È ASSOLUTAMENTE LECITO INVOCARE, DIFENDERE, CONCEDERE, UN IBRIDA LIBERTÀ DI PENSIERO, DI STAMPA, DI PAROLA, DI INSEGNAMENTO, DI CULTO, COME FOSSERO ALTRETTANTI DIRITTI CHE LA NATURA HA ATTRIBUITO ALL'UOMO>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas 20.6.1888)

<<CIÒ CHE NON CORRISPONDE ALLA VERITÀ E ALLA NORMA MORALE, NON HA OGGETTIVAMENTE ALCUN DIRITTO NÉ ALL'ESISTENZA, NÉ ALLA PROPAGANDA, NÉ ALL'AZIONE>> (Papa Pio XII - Allocuzione «Ci riesce»)

<<L'ABUSO DELLA FORZA DELL'INGEGNO, CHE TORNA A OPPRESSIONE MORALE DEGLI IGNORANTI, VA LEGALMENTE REPRESSO CON NON MINORE FERMEZZA CHE L'ABUSO DELLA FORZA MATERIALE A DANNO DEI DEBOLI. TANTO PIÙ CHE GUARDARSI DAI SOFISMI DELL'ERRORE, SPECIALMENTE SE ACCAREZZANTI LE PASSIONI, LA MASSIMA PARTE DEI CITTADINI O DEL TUTTO NON POSSONO, O NON POSSONO SENZA ESTREMA DIFFICOLTÀ>> (Papa Leone XIII - Libertas)

<<LE COSE VERE E ONESTE HANNO DIRITTO, salve le regole della prudenza, DI ESSERE LIBERAMENTE PROPAGATE, E DIVENIRE IL PIÙ POSSIBILE COMUNE RETAGGIO; MA GLI ERRORI, PESTE DELLA MENTE, I VIZI, CONTAGIO DEI CUORI E DEI COSTUMI, È GIUSTO CHE DALLA PUBBLICA AUTORITÀ SIANO DILIGENTEMENTE REPRESSI PER IMPEDIRE CHE NON SI DILATINO A DANNO COMUNE>> (Papa Leone XIII - Libertas)

<<RISULTA CHIARO IL SUPREMO PROPOSITO DELLA MASSONERIA, OSSIA DISTRUGGERE A FONDO TUTTA QUELLA EDUCAZIONE RELIGIOSA E CIVILE CHE LE ISTITUZIONI CRISTIANE HANNO INSEGNATO, E FONDARE UNA NUOVA DOTTRINA A MISURA DEL LORO INTELLETTO, TRAENDO DAL NATURALISMO I FONDAMENTI E LE LEGGI>> (Papa Leone XIII - Humanum genus)

<<Tutti dovrebbero evitare familiarità od amicizia con chiunque fosse sospettato di appartenere alla frammassoneria od ad altri gruppi affiliati. CONOSCETELI DAI LORO FRUTTI ED EVITATELI. OGNI FAMILIARITÀ DOVREBBE ESSERE EVITATA NON SOLAMENTE CON QUEGLI EMPI LIBERTINI APERTAMENTE PROMUOVENTI IL CARATTERE DELLA SETTA, MA ANCHE CON COLORO CHE SI OCCULTANO SOTTO LA MASCHERA DELLA TOLLERANZA UNIVERSALE, DI RISPETTO PER TUTTE LE RELIGIONI, di smania di voler conciliare le massime del Vangelo e le massime della rivoluzione, Cristo e Belial, la Chiesa di Dio e lo Stato senza Dio>> (Papa Leone XIII - Custodi di quella Fede 8.12.1892)

4) A proposito dei <<debiti limiti>>:

A) La Chiesa dichiara che lo Stato ha in sé il dovere, e quindi anche il diritto naturale, di impedire, non solo con la forza morale, ma anche con l'uso della forza fisica e militare, e con l'utilizzo di pene ben stabilite e regolate, la diffusione pubblica delle false religioni!

B) La Chiesa insegna che l'applicazione pratica di tale Dovere dello Stato non è però assoluta, e che quindi in alcuni casi, comporta nella pratica la tolleranza della diffusione pubblica delle false religioni ecc, ma solo per ragioni prudenziali e provvisorie, affinché non ne venga un male maggiore o per ottenere e preservare un bene, e non perché il dovere di impedire la diffusione pubblica delle false religioni non esista, o perché costituisca in sé una violazione di un diritto che le persone delle false religioni ecc, avrebbero naturalmente ad abbracciare le loro false fedi e di divulgarle senza essere impediti! Tollerare, non è attribuire un diritto!

<<D'altra parte Dio non ha dato nemmeno all'autorità umana un siffatto precetto assoluto e universale né nel campo della Fede né in quello della morale [...]. il dovere di reprimere le deviazioni morali e religiose non può quindi essere un'ultima norma di azione>> (Papa Pio XII - Allocuzione «Ci riesce» 6 dicembre 1953)

Noti bene. Insegna Papa Pio XII che tale dovere di reprimere le deviazioni morali e religiose non ce l'hanno gli individui presi singolarmente, ma ce l'ha lo Stato! E specifica che tale dovere dello Stato, dovere che esiste, non è però un precetto assoluto, un ultima norma di azione, perché questo dovere da parte dello Stato deve essere semplicemente regolato e temperato dalla prudenza politica, applicando nella pratica, quando ciò realmente lo richiede, una certa e limitata tolleranza. Ma tollerare, non è appunto concedere un diritto naturale (né negativo, né positivo) ad abbracciare e pubblicare l'errore e il male!

<<SENZA ATTRIBUIRE DIRITTI SE NON ALLA VERITÀ E ALLA RETTITUDINE, la Chiesa non vieta che il pubblico potere tolleri qualcosa non conforme alla verità e alla giustizia, o per evitare un male maggiore o per conseguire e preservare un bene>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

Ma la "tolleranza" va intesa come la intende la Chiesa e non come la intende il liberalismo:

<<Questa libertà concessa indistintamente a tutti e a tutto, non è, come dicemmo, per sé desiderabile, ripugnando alla ragione che l'errore abbia gli stessi diritti della verità. E quanto alla "tolleranza", troppo dall'equità e prudenza della Chiesa vanno lontani coloro che professano il liberalismo [...]. La Chiesa, colonna e sostegno della verità, e maestra incorrotta della morale, rigetta con fermezza questa specie di tolleranza si licenziosa e malvagia, e la dichiara illecita, il liberalismo l'accusa di intollerante, senz'avvedersi di darle biasimo dove ella merita encomio. Ma in tanta ostentazione di tolleranza, di fatto succede spesso che verso la Religione Cattolica danno prova d'intolleranza grande costoro, e mentre sono larghissimi a tutti di libertà, non sanno generalmente rassegnarsi a lasciar libera la Chiesa>> (Papa Leone XIII - Libertas)

<<L'uomo, per necessità di natura, si trova in una vera e perpetua dipendenza da Dio, sia nell'essere sia nell'operare, e perciò non si può concepire un'umana libertà se non dipendente da Dio e della sua Divina volontà. Negare a Dio tale sovranità o non volervisi assoggettare non è libertà ma abuso di libertà e ribellione, e in sifatta disposizione d'animo consiste appunto il vizio capitale del liberalismo. Il quale però prende molte forme, potendo la volontà in modo e gradi diversi sottrarsi alla dipendenza dovuta a Dio e a chi ne partecipa l'autorità. Rifiutare il dominio di Dio e negargli ogni obbedienza sia nell'ordine sociale, sia nell'ordine individuale e domestico, come è il pervertimento massimo della libertà, così è la peggior forma di liberalismo riprovevole>> (Papa Leone XIII - Libertas)

<<Non esistono circostanze di tempo in cui si possa fare a meno di religione, di verità di giustizia; E, poiché alla tutela della Chiesa di Dio sino affidate queste cose grandissime e santissime, volere che essa dissimuli e lasci in pace il falso e l'ingiusto, ovvero che sia connivente con ciò che fa danno alla Religione, è pretesa assurda [...]. Legittima deve stimarsi la libertà, in quanto ci facilita il bene onesto; altrimenti no>> (Papa Leone XIII - Libertas)

Se gli esponenti delle false religioni ecc, avessero un diritto, che Dio gli avrebbe dato naturalmente, a non essere impediti a diffondere pubblicamente le loro false fedi ecc, allora lo Stato Cattolico violerebbe tale diritto ogni volta che impedirebbe tale diffusione pubblica! Ora se il Magistero della Chiesa insegna che lo Stato ha il dovere di impedire, anche con la forza coercitiva fisica ecc, la pubblicazione a voce e per iscritto delle false fedi ecc, allora ciò significa che lo Stato Cattolico non viola alcun diritto naturale. E questo autorevole e doveroso impedimento esterno da parte dello Stato, non sta a significare che lo Stato stia obbligando DIRETTAMENTE, con la coercizione fisica e con pene stabilite, il foro interno degli esponenti delle false religioni, ecc, ad abbracciare la Fede Cattolica contro la loro volontà! Dunque lo Stato ha questo dovere, anche quando per ragioni prudenziali... evita di mettere in pratica l'esecuzione di tale dovere, trovandosi costretto ad una certa e limitata e provvisoria tolleranza.

C) la Chiesa insegna anche che più lo Stato si trova costretto ad applicare tale tolleranza, tanto più si allontana da una condizione ottimale!

<<Quanto più in uno Stato è necessario tollerare il male, tanto più questo tipo di Stato è lontano da una condizione ottimale>> (Magistero di Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

Attenzione, se il Magistero della Chiesa insegna che è possibile tale tipo di tolleranza da parte dello Stato, ciò vuol dire che questa tolleranza è cosa buona e lodevole, benché però non sia la condizione ottimale! E perché Papa Leone XIII insegna che tale tolleranza non è la condizione ottimale? Perché la condizione ottimale è appunto che lo Stato non applichi questa tolleranza, ma che lo Stato applichi il dovere di impedire e di reprimere con l'uso della forza fisica, e con pene stabilite, la diffusione pubblica delle false religioni ecc!

D) La Chiesa insegna anche che questa tolleranza applicata dallo Stato, per ragioni di prudenza e di carità, può essere anche sancito dallo stesso potere temporale come diritto civile, ma non come diritto civile che sia il garante di un diritto naturale che avrebbe ciascun uomo di professare e di manifestare pubblicamente, senza esserne impedito, la religione che vuole ecc. L'uomo non ha alcun diritto di professare una falsa religione e non ha alcun diritto di non esserne impedito a pubblicarla! Lo Stato Cattolico dunque può, in alcune circostanze che lo suggeriscono, come ad esempio per dover garantire la tranquillità e la concordia civile dei cittadini, emanare una legge nella quale una certa e limitata tolleranza della diffusione dell'errore e del male trovi espressione appunto nel diritto civile, ma ripeto, non come espressione di un diritto naturale della persona umana e della falsa religione, e con l'intento di evitare appunto che avvenga un male maggiore o per preservare e custodire un bene. Può accadere ad esempio anche che:

<<Ove esiste o si abbia ragione di temere un ordine di cose, dove siano violentemente oppressi i sudditi, o tolta alla Chiesa la libertà dovuta, non è riprovevole il cercare di far prevalere una forma di governo libero: poiché in questo caso non si vuole libertà eccessiva e viziosa, ma si cerca qualche sollievo a salute di tutti, e unicamente si vuole questo, che non si neghi o impedisca la facoltà del bene, ove tanta licenza si concede al male>> (Papa Leone XIII - Libertas)

15) Cavalcoli. Caro Fra Pio Immacolato, rispondo a punti.

Risposta di fra Pio Immacolato: L'esempio che lei adduce a riguardo … il di più appartiene al male>>.

Rispondo. L’aprire e il chiudere l’ombrello certamente si contraddicono tra di loro, ma la contraddizione si scioglie distinguendo i tempi. Se io dico che ieri, che pioveva, ho aperto l’ombrello e oggi, che non piove, lo tengo chiuso non c’è contraddizione, perché distinguo ieri da oggi. Contraddizione ci sarebbe che io dicessi di tenere l’ombrello aperto e chiuso nello stesso tempo. Quando Gesù ci raccomanda di dire sì al sì e no al no, non si riferisce al fatto che ieri avevo l’ombrello aperto e oggi lo tengo chiuso, ma che non posso dire che oggi tengo simultaneamente l’ombrello aperto (sì) e chiuso (no).

 

Ora, la pastorale si basa sulla dottrina … MENS DIVISA, NON IMPETRAT!

Rispondo. Sono pienamente d’accordo che la pastorale discende dalla dottrina, ma mentre la dottrina è immutabile, la pastorale può cambiare proprio per mettere in pratica la dottrina nel senso giusto. Faccio un esempio. Il dovere della carità è un dovere assoluto ed immutabile. Ma la carità si esprime in maniere diverse. Devo essere comprensivo e misericordioso verso i fragili e i buoni pentiti, ma devo essere severo verso coloro che non vogliono pentirsi e mostrano cattiva volontà.

C’è un altro aspetto della questione da mettere in luce e cioè che, se la dottrina è sempre quella, la pastorale può cambiare anche in relazione all’evolversi delle circostanze storiche e questo cambiamento serve proprio per applicare rettamente la dottrina. Questo è l’aspetto che ci tocca più da vicino. Il principio che lo Stato deve rispettare la religione è un principio immutabile, che possiamo dire addirittura di fede (Deo quae sunt Dei, Caesaris quae sunt Caesaris).

Tuttavia la Chiesa, nella sua capacità di comprendere le esigenze che emergono dal mutare delle situazioni storiche, nel Concilio Vaticano II, ispirata dallo Spirito Santo, ha giudicato opportuno introdurre il diritto alla libertà religiosa. Possiamo essere sicuri che, se il Beato Pio IX vivesse oggi, prenderebbe la stessa decisione che ha preso il Concilio.

Ora, padre Cavalcoli, le riporto, a confronto … ed è proprio questo quello che affermo perché sono già vincolato dall'insegnamento Infallibile di Papa Pio IX!!!

Rispondo. L’elemento di infallibilità nella dottrina di Pio IX e in quella del Concilio Vaticano II è dato dal richiamo che esse fanno al dato rivelato. Al riguardo Pio IX parla della fede implicita (Denz. 2866), mentre il Concilio parla del diritto alla libertà religiosa, ma tra le due dottrine c’è una grande somiglianza ed anzi sono connesse tra di loro, perché è evidente che la libertà religiosa suppone la buona fede dei singoli, che non conoscono il Vangelo.

Quindi la decisione che il Concilio prese di adottare il diritto alla libertà religiosa è stata certamente una decisione pastorale, con la quale la Chiesa ha abbandonato il principio della religione di Stato, ma lo stesso Decreto Dignitatis Humanae precisa che il diritto alla libertà religiosa ha un fondamento nella divina Rivelazione.

Ha letto bene, p.Cavalcoli?  … condanna con la lettera Enciclica Quanta Cura e Syllabus?

Rispondo dicendo che queste parole di Pio IX, riferite a coloro che dovessero rifiutare le proposizioni del Sillabo, vanno intese correttamente. Come ho già detto, nel Sillabo sono contenute sia proposizioni di carattere dottrinali e sia tesi di carattere giuridico. Certamente Pio IX condanna queste tesi, da lui giudicate erronee.

Tuttavia bisogna tenere presente che, mentre le condanne che si riferiscono alle dottrine erronee valgono anche oggi, la condanna della tesi a favore della libertà religiosa e contraria alla religione di Stato, questa condanna valeva ai tempi di Pio IX, perché fa riferimento ad una prassi giuridica, che il Concilio Vaticano II ha superato.

In questo senso Benedetto XVI accennò alla Dignitatis Humanae come antisillabo, ma non certo in riferimento a quegli errori dottrinali, che restano sempre tali.

È fondamentale ora che io metta in luce, basandomi sulla Fede Divino-Cattolica e sulla ragione …  <<Homo, peccando, ab ordine rationis recedit; et ideo decidit a dignitate humana>> (San Tommaso d'Aquino, Summa Theologiæ, II-II q.64,a.2,ad 3)

Rispondo. Questa esposizione della dignità della dignità della persona umana è perfettamente corretta, considerando anche il fatto che riferimento alla dottrina della Chiesa.

Tuttavia devo dire francamente che questa dottrina non crea nessuna difficoltà al diritto alla libertà religiosa, tutt’altro. Infatti lo stesso Concilio dice che questo diritto si fonda proprio sulla dignità umana. In che senso? Nel senso che la persona umana ha il dovere di ascoltare la propria coscienza nel decidere in fatto di religione, supponendo naturalmente la buona volontà e la buona fede.

Invece il concilio vaticano II afferma: <<QUESTO CONCILIO VATICANO DICHIARA  … Questo è gravissimo!

Rispondo. Sono pienamente d’accordo che bisogna distinguere la persona in senso ontologico dalla personalità morale. Tuttavia osservo che il Concilio, con la dottrina della libertà religiosa, riconosce non solo la dignità ontologica, ma anche la dignità morale, che comporta appunto il diritto alla libertà religiosa.

Un conto è <<tollerare>> il fatto che un uomo nel cerchio privato del foro interno della sua coscienza decida … e non ne rende mai lecita la diffusione!

Rispondo. Questa lunga perorazione vuole sostenere il diritto dello Stato di privilegiare la religione cattolica con la finalità di assicurare il benessere dello Stato. Vengono affrontati alcuni punti. 1) Il dovere della tolleranza degli eretici. 2) Il principio che nessuno può essere costretto ad abbracciare la fede cattolica, se non lo vuole. 3) Il dovere dello Stato di punire i crimini contro la religione.

Ora, questi tre principi mantengono certamente anche oggi la loro validità. Come ho detto più volte, la Chiesa invece oggi ha ritenuto bene sostituire il principio della religione di Stato con il diritto alla libertà religiosa. Vediamo allora, seguendo questi tre principi, come essi devono essere applicati oggi, secondo le direttive del Concilio Vaticano II.

Il primo principio viene oggi applicato facendo riferimento alla virtù della misericordia, la cui conoscenza è aumentata a seguito degli insegnamenti del Concilio e delle ulteriori spiegazioni date da Papa Francesco. In che cosa consiste questa più ampia misericordia, che viene predicata dal Papa? Essa si basa su di una migliore conoscenza della psicologia umana e delle sue fragilità e, in particolare, fa riferimento al fatto che oggi come oggi la scoperta della verità in fatto di religione è cosa più difficile che nel passato. Per questo l’ignoranza religiosa è più scusabile e quindi va maggiormente tollerata.

Il secondo principio, secondo il Concilio comporta due implicazioni. La prima è che nessuno può essere obbligato ad abbracciare un’altra religione, contro la sua volontà; la seconda è che nessuno può essere impedito a praticare quella religione, che egli ha liberamente scelto. Naturalmente in questa libertà ci sono dei limiti. Lo Stato ha l’obbligo di sorvegliare affinchè questi limiti siano rispettati. Essi vengono prevaricati quando, col pretesto della libertà religiosa, si compiono crimini che turbano il bene comune, offendono il buon costume, o di fatto costituiscono vilipendio alla religione.

Il terzo principio, secondo le esigenze della libertà religiosa, punisce i crimini contro il diritto alla libertà religiosa. Vale a dire che lo Stato deve intervenire quando un gruppo religioso o antireligioso offende le convinzioni religiose dei fedeli di un’altra religione. La sanzione penale dev’essere erogata in modo tale da favorire la riconciliazione pubblica e la pace sociale.

2) La vera libertà: Lei dovrebbe ben sapere … e fine supremo, a cui deve aspirare l’umana libertà, è Dio!>> (Papa Leone XIII - Enciclica Libertas)

Rispondo. L’enciclica di Papa Leone XIII sulla libertà umana è indubbiamente una grande lezione magistrale, ispirata alla tradizione cristiana di quella che è la libertà umana, le sue sorgenti, il suo funzionamento, le sue leggi e le sue finalità.

È ovvio che questi grandi insegnamenti hanno un valore perenne, che il Concilio si è guardato bene dal mettere in dubbio e anzi il Concilio li conferma e li sviluppa. Ma un segno di questo sviluppo è dato precisamente dal diritto alla libertà religiosa, che, come ho detto più volte nel corso di questa conversazione, non ha nulla a che vedere con la concezione liberale di una supposta facoltà della persona umana di manipolare la propria natura e la propria corporeità a proprio piacimento, ignorando le inviolabili leggi di natura poste dal creatore nell’intimo della coscienza umana e nella stessa struttura della sua corporeità.

È chiaro che non c’è nessun diritto a peccare, ma il diritto alla libertà religiosa non ha niente a che vedere con un supposto diritto a peccare. Al contrario, seguendo la dottrina del Beato Pio IX sulla fede implicita, il diritto alla libertà religiosa ha valore di diritto, in quanto si suppone che il soggetto sia in buona fede e di buona volontà.

 

3) A proposito della libertà di coscienza: … SOPRATTUTTO AMATA DALLA CHIESA>> (Papa Leone XIII - Libertas)

Rispondo. Su questo punto non si può che essere d’accordo.

4) A proposito della libertà psicologica e della coercizione morale: che non si neghi o impedisca la facoltà del bene, ove tanta licenza si concede al male>> (Papa Leone XIII - Libertas)

Rispondo. Questo insieme di argomentazioni può essere riassunto nel tema molto importante della sanzione penale, che è certamente un dovere di giustizia affidato all’autorità della Chiesa e dello Stato.

L’accusa fatta al Concilio di negare il potere coercitivo della Chiesa è falsa.

Tuttavia bisogna riconoscere che il Concilio, nella preoccupazione di realizzare le famose parole di Papa Giovanni XXIII, secondo le quali oggi la Chiesa deve puntare più sulla misericordia che sulla severità, sembra che in qualche modo, come è stato rilevato da persone sagge, il Concilio tenda verso un certo buonismo. Tuttavia, per capire lo spirito del Concilio, è necessario prendere in considerazione il Diritto Canonico, approvato nel 1983, dove è sempre presente la parte dedicata al Diritto Penale.

Per quanto invece riguarda lo Stato, effettivamente il Concilio non parla di interventi coercitivi in fatto di religione. Tuttavia, siccome è ribadita l’autorità dello Stato nel mantenere l’ordine anche con l’uso della forza, non c’è dubbio che le sanzioni penali, che riguardano i crimini contro la religione e la libertà religiosa, sono implicite in quello che è l’ordinamento giudiziario dello Stato.

 

Stando così le cose, la contrapposizione artificiosa e falsa che lei fa dell’insegnamento di venerandi Pontefici dell’800 ad altrettanti venerandi Pontefici del postconcilio è una cosa abominevole e blasfema, di cui lei si deve vergognare, tanto più che si vanta della nobile professione della Regola del Serafico.

 P. Giovanni Cavalcoli, OP



Immagine da Internet: 

- I discepoli di Emmaus, Arcabas

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