Continua la discussione sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI

 

Continua la discussione

sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI

 

Mi stanno giungendo numerosi messaggi di commento alle tesi del Dott. Andrea Cionci e alle mie posizioni che da tempo vado esponendo.

La questione è complessa e presenta molti aspetti. Io sono grato anche ad alcuni Lettori che mi hanno aiutato a chiarire aspetti ai quali non avevo fatto attenzione, in modo tale che io stesso ho approfondito questo tema meraviglioso del Papato Emerito, che sembra essere il culmine dottrinale dell’insegnamento[1] di un grande Papa che oltre a ciò è stato anche un santo.

Stando così le cose, ho pensato di presentare anche qui ai Lettori una serie di interventi, accompagnati dalle mie rispettive risposte, che sono reperibili sulla mia Pagina Facebook[2]: “Chiarimenti circa la Dichiarazione di dimissioni di Benedetto XVI”, pubblicato il 9 agosto scorso.

Faccio presente che i Lettori sono liberi di continuare a scrivermi, però avverto che se tornano su temi ai quali ho già risposto, mi riservo a mia volta di non rispondere.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 13 agosto 2024

 

1.    Alfredo Maria Morselli:

Caro Padre, perfetta disamina!

Se posso aggiungere due appoggi biblici

munus: "E oltre a tutto questo, il *mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese*". (2 Cor 11:28)

ministerium: "Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo *la norma della misura che Dio ci ha assegnato*, sì da poter arrivare fino a voi" (2 Cor 10:13)

Rimane l'"assillo quotidiano" (patiendo et orando), viene lasciata la "norma della misura", cioè la giurisdizione universale (agendo et loquendo).

Caro Don Alfredo, hai colto molto bene il significo delle parole di Papa Benedetto. Quando io ho parlato del munus come semplice essere Papa, non intendevo affatto escludere un “agere” di questo essere Papa, che però non è l’“agere” del ministerium, cioè il governo della Chiesa Universale, ma è, come dice Benedetto con parole commoventi, un patire e un pregare. Certamente questi atti sono di ogni cristiano, ma compiuti da un Papa Emerito hanno un valore speciale presso Dio.

 

2.    Fabio Ragusa

mi scusi padre, non mi è chiaro... Lei sta affermando che potrebbe sorgere (successivamente normato dal CDC) nella Chiesa un "figura", istituzionalizzata, inedita come quella del "papato emerito" in forza del fatto che il "dono", "vocazione" del primato petrino (munus) è come se risultasse (o è) un sigillo impresso a fuoco nell'anima dell'eletto e di conseguenza indelebile??? Una specie di "ottavo sacramento" "sui generis"??

Ma nn sarebbe da dimostrare? Con argomentazioni teologiche stringenti??

Xké se è vero che il Papà in tal maniera rimarrebbe uno, il governante (ministeriim), tuttavia questo timbro impresso nell'anima del pontificato verrebbe diviso (e quindi Dio lo parteciperebbe) fra più individui.., due, tre??

Occorrerebbe spiegare molto bene in che modo il "papà emerito" conserva il munus (detenuto dal regnante) e soprattutto il xké, il suo senso.  

Caro Fabio, la sua domanda è molto bella, profonda ed impegnativa. Lei si domanda: qual è il fondamento teologico del Papato Emerito? La risposta è molto semplice: la Chiesa ha scoperto questo nuovo aspetto del Papato riflettendo su alcune parole della Dichiarazione di dimissioni di Papa benedetto XVI.

Il fondamento teologico si trova in quelle precise parole dove il Papa distingue il munus sofferente ed adorante dal munus agente e parlante. Lo status di Papa emerito è il primo munus, che Benedetto ha tenuto per sé, mentre per quanto riguarda il ministero o munus agente e parlante, che è il governo della Chiesa Universale, Benedetto vi ha rinunciato per consentire che esso fosse assunto dal suo successore, che è Papa Francesco.

Un’altra cosa da notare è che, mentre il munus di Papa Emerito rimane in paradiso, i Papi che sono in paradiso sono chiaramente dispensati dal governare la Chiesa Universale, quindi non esercitano più il ministerium.

Qual è il rapporto del Papato Emerito con il sacramento dell’episcopato, dato che il Papa è il Vescovo di Roma? Lo si può considerare come una forma di gloria o di splendore dell’episcopato riservata al Vescovo di Roma, istituito da Gesù Cristo. Per quale motivo è inamissibile? Perché è un arricchimento ontologico dell’episcopato.

Per questo in paradiso i Papi restano Papi, pur senza governare la Chiesa Universale. Si potrebbe dire che sono tutti Papi Emeriti. Si potrebbe dire, quindi, che Papa Benedetto, assumendo lo status di Papa Emerito, ha pregustato fin da questa vita la gioia di aver bene servito la Chiesa Universale, mentre nel contempo ha parlato di un Papato Emerito sofferente, per esprimere il bisogno che egli sentiva di portare a termine il suo cammino penitenziale, per essere pienamente conforme a Gesù Cristo Crocifisso.

 

3.    Fabio Ragusa

evidentemente le affermazioni di Benedetto nn possono venire eluse tour court..., tornando semplicemente indietro come se nn fosse successo nulla!!

Affermare che il papa dimissionario torni ed essere semplicemente un vescovo di Roma emerito è problematico, poikè il vescovo di Roma è papa x l'appunto.. dovrebbe conformarsi anke in questo caso, un emeritato sui generis appunto.

Ma tralasciando le intenzioni e le sue intime convinzioni spirituali personali di Benedetto, dico, al livello di ecclesiologia e quindi di teologia e quindi in fondo di Rivelazione, che senso avrebbe??

Xké la Chiesa e quindi il mondo avrebbe bisogno di riflettere su una esperienza personale e universalizzarla..?? Semplicemente x mettere un punto alla questione?? Un po' riduttivo non le pare?

Qui dobbiamo parlare di "bonum ecclesiae". Egli ha agito x il.bene della Chiesa?? Bene!! Allora facciamone tesoro, altrimenti svanisca nel nulla..., ma un dato così importante consegnato da cotanto uomo nn può passare in sordina... Occorre e forse urge dargli tutta la nostra attenzione...

Grazie x la sua cordiale risposta.🙏

Caro Fabio, divido la mia risposta per punti. Il Papa dimissionario, essendo Vescovo di Roma, anche una volta che è diventato Papa Emerito, è chiaro che diventa Vescovo Emerito di Roma.

Lei si domanda poi: “Ma tralasciando le intenzioni e le sue intime convinzioni spirituali personali di Benedetto, dico, al livello di ecclesiologia e quindi di teologia e quindi in fondo di Rivelazione, che senso avrebbe??”. Tenga presente che il ministero petrino è stato istituito da Cristo precisamente per il bene e la promozione della Chiesa.

Ora effettivamente la domanda che lei si pone è molto interessante. Da dove possiamo trarre il principio della risposta? Io credo che per poter rispondere dobbiamo intendere il Papa Emerito in un senso che altre volte ho avuto occasione di immaginare e cioè come il più stretto e qualificato collaboratore del Papa per il bene della Chiesa.

Infatti, quale altro migliore collaboratore un Papa può avere di un fratello nella fede, che ha già svolto il ministero petrino e quindi ha un’esperienza insostituibile? Si potrebbe quindi dire, da un punto di vista umano, che la coesistenza di due Papi raddoppia la potenza spirituale del Papato, anche se ciò naturalmente è un caso del tutto straordinario.

Inoltre: “Perché la Chiesa e quindi il mondo avrebbe bisogno di riflettere su una esperienza personale e universalizzarla?”. Il concetto di Papa Emerito non è una indebita estensione di una particolare esperienza del Papato fatta da Benedetto XVI, ma si tratta di una visione nuova dello stesso carisma petrino, che potrà essere praticata da qualunque futuro Papa della Chiesa.

Infatti ciò di cui adesso c’è bisogno è di determinare il ruolo del Papa Emerito dal punto di vista canonico, in modo tale che un eventuale Papa del futuro, che volesse dare le dimissioni, potrebbe avere il punto di riferimento in un preciso canone o più canoni del Diritto Canonico, dedicati al Papa Emerito. Inizio modulo

 

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4.    Arnaldo Sancricca

Benedetto xvi è rimasto papa fino alla sua morte.

L'atto dell'11 febbraio 2013 è una semplice dichiarazione che non ha alcun effetto dispositivo. Benedetto xvi avrebbe dovuto dimettersi a norma del can. 332.2 il 28 febbraio, ma non lo ha fatto. Quindi non esiste nessun atto di abdicazione.

Nella declaratio per altro rinuncia al ministerium, quindi non a norma del canone 332.2. Siamo all'ABC.

Caro Arnaldo, riconosco che le parole di Benedetto non trovano un immediato riscontro nel linguaggio del can. 332§2, per il fatto che, mentre Benedetto dice di rinunciare al ministerium, il Codice parla di una rinuncia al munus, che è il governo della Chiesa Universale.

Tuttavia il riferimento a questo canone è chiarissimo, per il fatto che il Papa dice di rinunciare al ministerium, che egli intende come governo della Chiesa Universale, che è ciò stesso che il Codice intende con il termine munus. Per questo la dichiarazione ha un effetto perfettamente dispositivo. Come a dire che le dimissioni sono giuridicamente valide. Papa Benedetto d’altra parte afferma di mantenere il munus inteso come “orante e sofferente”.

Questo è l’“agere” del Papa Emerito. È vero che il Canone non usa il termine ministerium, ma è evidente che, quando Benedetto usa il termine munus, dice la stessa cosa, e quando dice di rinunciare al ministerium intende dire che rinuncia a governare la Chiesa Universale. Questo ministerium è, nel linguaggio di Benedetto, il munus del Canone 322, in quanto comporta “l’agire e il parlare”, cioè il governo della Chiesa Universale.

 

5.    Giuseppe Saccu

Premesso che io sono convinto sulla base di documenti certi che papa Benedetto VXI non ha validamente abdicato, se lei me lo permette vorrei porle due domande:

1) Esiste o contemplata nel diritto canonico la possibilità che un papa a partire da una certa data non possa più esercitare il Ministerium conservando il Munus?

2)Se si in quale canone?

Poiché sono una persona semplice le chiedo di rispondere se vorrà con un si o con un no, e successivamente sempre se vorrà potrà argomentare. Grazie

Caro Giuseppe, le faccio presente che effettivamente la figura del Papa Emerito non c’è nell’attuale Diritto Canonico, per il fatto che questa figura è stata mostrata alla Chiesa da Papa Benedetto XVI con la distinzione che egli fa tra munus orante e sofferente e munus agente e parlante nella Dichiarazione delle Dimissioni. La prima forma di munus è quella che egli ha riservato a sé stesso, mentre la seconda è ora esercitata da Papa Francesco.

Il problema che si pone oggi, riguardo al Diritto Canonico, è che il Diritto assuma questa nuova figura, ne precisi i contorni e ne fissi le funzioni. Si tratta di un delicato lavoro di chiarimento teologico e canonico, che spetta per adesso ai teologi e ai canonisti, i quali dovranno proporre al Papa una interpretazione e un progetto che starà al Papa approvare.

 

6.    Giuseppe Saccu

Per prima cosa la ringrazio per avermi risposto (pur non rispondendo). In secondo luogo le ripropongo le stesse identiche due domande. Ricordandole di usarmi la carità che Gesù indica nel Vangelo: Il vostro parlare sia: Si, si, no, no. Tutto il resto viene dal demonio.

Domande: .1) Esiste o contemplata nel diritto canonico la possibilità che un papa a partire da una certa data non possa più esercitare il Ministerium conservando il Munus? 2)Se si in quale canone?

Poiché sono una persona semplice le chiedo di rispondere se vorrà con un si o con un no, e successivamente sempre se vorrà potrà argomentare. Grazie

Caro Giuseppe, come le ho detto, nell’attuale Codice di Diritto Canonico non c’è alcun canone che preveda che il Papa dimissionario, una volta lasciato il ministero, conservi il munus pontificio senza esercitare il governo della Chiesa. Sennonché Papa Benedetto XVI, come ho avuto più volte modo di spiegare, nella Dichiarazione delle Dimissioni introduce la figura del Papa Emerito, designandone il munus come “orante e sofferente”.

Ora, tenga presente che il Sommo Pontefice, in base al potere delle chiavi è il Legislatore del Diritto Canonico, per cui rientra pienamente nelle sue facoltà aggiungere nuovi canoni al Diritto Canonico. Il fatto pertanto che fino ad ora non sia presente nel Codice la figura del Papa Emerito non deve meravigliare, perché appunto questa figura ci è stata presentata da Papa Benedetto XVI nel pieno possesso della sua autorità apostolica. Tenga inoltre presente che la Dichiarazione di Papa Benedetto non ha soltanto un significato giuridico, ma anche un contenuto dottrinale, che si riferisce appunto alla figura del Papa Emerito.

Infatti l’essenza del Papato è una verità di fede ed è di competenza del Papa illuminarci su quella che è l’essenza del Papato, un’essenza che in quanto mistero di fede può riservarci sempre nuovi aspetti. Il Diritto Canonico dal canto suo dipende dal Magistero Pontificio, per cui spetta al Papa determinare i contenuti del Diritto Canonico e non è il Diritto Canonico a condizionare l’operato del Papa, a meno che non si tratti della Legge divina.

 

7.    Ange Lab

"Il problema che si pone oggi, riguardo al Diritto Canonico, è che il Diritto assuma questa nuova figura, ne precisi i contorni e ne fissi le funzioni." ...

P. Cavalcoli, scusi, ma quindi non é il papa che deve agire secondo le norme del CDC, ma il CDC che si scrive - post-hoc - in funzione dell'agire del papa? Ma siamo sicuri?

Caro Ange, esiste una analogia tra il governo della Chiesa, esercitato dal Papa, e quello che è il governo della Società civile. Sia l’uno che l’altro governo posseggono uno spazio di azione dove possono legiferare di loro iniziativa e c’è una serie di valori che invece limita questo spazio di azione, in quanto sono valori intangibili e indipendenti dall’autorità governativa sia della Chiesa che dello Stato. Nel caso della Chiesa i valori che limitano l’azione legislativa del Pontefice sono i Divini Comandamenti, che abbracciano la Legge naturale e la Legge divina. Nel caso del Governo civile, i valori limitanti sono la Costituzione dello Stato.

In base a quanto detto, per un verso, in quanto il Codice contiene la Legge divina e la Legge naturale, il Papa deve adeguarsi al dettato del Diritto Canonico e per un altro verso, in quanto Legislatore, il Papa ha la facoltà di aggiungere, togliere o mutare nell’ambito delle leggi positive del Codice Canonico.

 

8.    Giuseppe Saccu

Io personalmente credo che papa Benedetto fosse in sede impedita come da canone 412, l'unico caso in cui il papa regnante dichiara che da una certa data perderà il Ministerium e non invece come da lei sostenuto che papa Benedetto abbia mi passi il termine bypassato il CdC e creato il papato emerito a che pro? Creare confusione? Non è ragionevole. È molto piu ragionevole e sostenibile la sede impedita La ringrazio cmq. Buon tutto.

Caro Giuseppe, il canone 412 riguarda la sede impedita di un vescovo diocesano, ma non del Papa. Il canone invece che si riferisce al Papa è il n. 335. Detto questo, la Dichiarazione di Dimissioni di Benedetto XVI non contravviene affatto al Diritto Canonico con l’istituire la figura del Papa Emerito, per il semplice fatto che il Diritto allo stato attuale non prevede questa figura.

D’altra parte è nella piena facoltà di un Papa aggiungere a sua discrezione qualche nuovo contenuto al Diritto Canonico. Questo contenuto è appunto la figura del Papa Emerito. Quindi il problema adesso è quello che il Diritto Canonico recepisca questa nuova figura, introdotta da Benedetto XVI, che ci fa capire meglio quello che è l’ufficio petrino.

 

9.    Arnaldo Sancricca a Giuseppe Saccu

sostenere che il papa possa in itinere e senza un atto formale cambiare il codice è pura fantasia.

Questi personaggi stanno recando alla Chiesa un danno enorme. Probabilmente vinceranno perché tutto il sistema è corrotto ma oramai il danno è fatto. Più tempo passa più la gente prenderà consapevolezza. Poi tra un pò almeno spero parleranno gli storici. Che Bergoglio sia un antipapa oramai è oggettivamente acclarato e lui stesso non fa nulla per smentirlo. Il suo scopo ultimo è quello di fare a pezzi la Chiesa Cattolica e di rendere invalida l'Eucaristia.

Credo che un qualsiasi papa onesto ed inconsapevole sarebbe intervenuto lui stesso per sanare la situazione: togliendo le berrette cardinalizie ai cardinali da lui creati ed abrogando i suoi documenti, almeno quelli palesemente in contrasto con il magistero di sempre, ritirandosi in modo da convocare un nuovo conclave.

La successione Bergogliana è chiaramente antipapale.

Se fosse come sostengono loro (quelli che riconoscono Bergoglio papa e si ostinano a difenderlo) nei 9 anni trascorsi dal 2023 al 2022, sarebbe stato lo stesso Benedetto xvi a chiarire, a smentire pubblicamente Cioni ad esempio è don Minutella ed invece non solo non lo ha fatto ma in qualche modo li ha incoraggiati a proseguire.

Caro Arnaldo (e caro Giuseppe), riguardo al suo discorso, mi fermo ad un punto, che fa crollare tutto quello che lei dice. Basta tenere presente la differenza che c’è tra un Papa e un Antipapa; che il Papa è eletto dal Collegio Cardinalizio senza alcuna contestazione da parte di alcun Cardinale, mentre l’Antipapa è eletto soltanto da una parte del Collegio Cardinalizio, quindi si tratta di un Conclave incompleto.

Ora è noto in tutto il mondo che nessun Cardinale ha fatto la benché minima obiezione alla legittimità della elezione di Papa Francesco. Per quanto riguarda il Diritto Canonico le faccio presente che la figura del Papa Emerito, introdotta da Papa Benedetto XVI, possedendo un fondamento pontificio, ha tutti i requisiti necessari per essere inserita nel Diritto Canonico. Parlare di fantasia è quindi un’espressione offensiva nei confronti dell’autorità del Papa, in quanto supremo Moderatore del Diritto Canonico.

 

10. Arnaldo Sancricca

mi scusi ma lei si sta inventando regole inesistenti. L'antipapa è un papa "non canonicamente eletto". Le porto perfino un precedente storico: Alessandro V, PIETRO FILARGO, FU ELETTO DAL CONCILIO DI PISA nel 1409 (SOSTANZIALMENTE ERANO TUTTI D'ACCORDO I CARDINALI) EPPURE LA SUA ELEZIONE È INVALIDA ED È UN ANTIPAPA.

Nel caso di Benedetto XVI, EGLI non si è ..mai dimesso, non importa se volutamente o per un vizio di consenso. Non esiste nessun documento che porti la data del 28 febbraio 2013 a firma di Benedetto XVI in cui egli dichiara di rinunciare a norma del canone 332.2. L'ufficio petrino per sua natura è uno solo e non può essere diviso in due. I CARDINALI continuano ad esibire la declaratio dell'11 febbraio ... dove è scritto ... "dichiaro".

Un tale documento non ha valore dispositivo ed il papa essendo papa è il primo che deve sottostare alle leggi della chiesa. L'unicità del ministero petrino l'ha stabilita Gesù Cristo con il TU ES PETRUS ... è non c'è nessun papa nel pieno del suo potere che possa cambiare questa norma. Il papa non può correggere o emendare le Sacre Scritture. Bergoglio ha compiuto la sua prima eresia già dandosi il nome di Francesco.

Nella teofania di San Damiano il Crocefisso gli parlò e gli disse: và Francesco e ripara la mia chiesa. Bergoglio dandosi quel nome si è presentato al mondo come cui che doveva riparare la Chiesa di Cristo che così com'era a suo dire non andava bene. E difatti così ha fatto, inanellando una dietro l'altra decine di eresie. Fin dal primo giorno ha operato nel tentativo di mettere in cattiva luce i suoi predecessori. L'episodio di San Damiano è centrale nella vita di Francesco, ma il Poverello come lei ben sà non si fece papa, ma iniziò a fare il muratore prendendo alla lettere le parole del Crocefisso. Francesco ha riparato la Chiesa con il suo esempio di vita evangelica.

Tornando alle sue riflessioni, che i cardinali possano o meno essere unanimemente d'accordo sull'elezione di Bergoglio, non conta un bel nulla. Anche i cardinali debbono sottostare al codice ed al diritto divino. Quindi che lo abbiano riconosciuto papa è per loro un aggravante e visto che ora sanno (parlo dei cardinali che si sono accodati, no di certo dei cardinali del gruppo di San Gallo) come sono andate le cose si sono resi complici. Avrebbero dovuto agire perfino nel dubbio.

Caro Arnaldo, i cardinali che elessero l’Antipapa Alessandro V non costituivano la totalità del Collegio Cardinalizio e quindi siamo daccapo, e viene confermato quanto le ho già detto, e cioè che affinchè un Papa sia legittimo ci vuole il concorso dell’intero Collegio Cardinalizio.

Infatti: «Il concilio di Pisa (o conciliabolo, in quanto ritenuto successivamente illegittimo) del 1409 fu un concilio indetto nel 1408 e a cui partecipò la maggior parte dei cardinali della Chiesa cattolica, in quel periodo divisa in "obbedienza romana" ed "obbedienza avignonese" (Grande scisma d'Occidente)».

Tra le altre cose che ha detto, alle quali ho già più volte risposto o che non meritano una risposta, ne scelgo una e cioè il riferimento a Cristo quando dà a Pietro l’incarico di guidare la Chiesa.

Ora è evidente che su questo punto nessun cattolico ha qualcosa da ridire. Però preciso solo una cosa, che Cristo, nel famoso passo che tutti conosciamo (Mt 16,18), non entra nel merito della distinzione tra le forme di munus fatta da Benedetto, ma si riferisce soltanto a quella forma di munus che comporta il governo della Chiesa. Quindi non ho nessuna difficoltà a riconoscere che nelle parole del Signore non c’è nessun accenno a quei due munus.

Ora però lei deve tenere presente che il Successore di Pietro ha da Cristo tutta la facoltà di esplicitare ciò che è contenuto in modo implicito nelle parole di Cristo. Per questo nella distinzione fatta da Benedetto possiamo riconoscere lo stesso insegnamento di Cristo. È la pienezza di verità, alla quale lo Spirito Santo conduce la Chiesa in una sempre migliore conoscenza di quello che Cristo ci ha insegnato.

 

11. Arnaldo Sancricca

mi dispiace contraddirla ma noi oggi ci dobbiamo attenere alla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis ed una volta convocato il conclave chi c'è c'è. Sono sufficienti 3 cardinali. Chi è presente vota. Chi non si presenta non vota e non è previsto un quorum di partecipanti.

Caro Arnardo, quello che lei mi riferisce circa il dettato della UDG non è a proposito, perché lei dovrebbe informarsi su come sono andate esattamente le cose e a tal fine può consultare il seguente link circa il Conclave del 2013: https://it.wikipedia.org/wiki/Conclave_del_2013 IT.WIKIPEDIA.ORG - Conclave del 2013 – Wikipedia - Conclave del 2013 - Wikipedia

 

12. Giuseppe Saccu

Chiedo scusa per il canone, infatti il canone 335: Mentre la Sede romana è vacante o totalmente impedita, non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale; si osservino invece le leggi speciali emanate per tali circostanze.

Le leggi speciali in oggetto sono la Udg, ed in particolare l'articolo 76 e 77 che fanno riferimento al canone 332.2.

Il problema è che il papa ha fatto, scritto, delle cose che ciascuno interpreta come meglio crede!

E sapendo del carattere mite e scrupoloso di papa Benedetto VXI, la sua teoria non è supportata da nulla se non il suo tentativo di mettere insieme due papi che non hanno nulla in comune neppure il credo! (Purtroppo o per fortuna)

Caro Giuseppe, Papa Benedetto è stato molto chiaro nel distinguere il munus “agens et loquens” dal munus “patiens et orans”. E’ assolutamente falso dire che questa dottrina non sia supportata da nulla, perché essa al contrario illumina la Chiesa su due aspetti del carisma petrino, che fino ad ora erano sconosciuti: il Papa emerito o il Papa regnante o governante.

E tenga presente che Papa Benedetto XVI ha insegnato questa verità ex cathedra Petri, ossia come Successore di Pietro, Maestro della fede. Quindi dire che i due aspetti del munus sono contrari al Credo, è come sostenere che il Papa non può esplicitare quello che è contenuto nel Credo.

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13. Dino Zuccherini

Per capire allora benino due Papi uno agente e uno no ?

Caro Dino, non è che il Papa Emerito non agisce e il Papa in carica agisce. Come spiega bene Papa Benedetto, agiscono tutti e due, ma in modo diverso. Il Papa Emerito “patiendo et orando” e il Papa in carica “agendo et loquendo”. Il Papa Emerito non agisce come guida della Chiesa Universale, mentre il Papa in carica agisce governando la Chiesa Universale.

 

14. Giuseppe Saccu

Un po tiratina come risposta... due papi? Il papa può essere uno solo infatti papa Benedetto lo diceva: Il papa è uno solo

Caro Giuseppe, il Papa è uno solo considerando il munus del governo della Chiesa, e quindi è solo Papa Francesco. Ma se consideriamo, quel munus che Benedetto chiama “orante e sofferente”, questo munus può appartenere a un Papa che non governa la Chiesa, e quindi è appartenuto a Papa Benedetto XVI. Da qui la possibilità, che di fatto si è verificata dal 2013 al 2022, della coesistenza di due Papi, dei quali uno a riposo, Papa Benedetto XVI, e l’altro in carica, Papa Francesco.

 

15.  Giuseppe Saccu

Caro padre, lei è ammirevole per le giravolte canoniche che fa pur di spiegare l'inspiegabile. Lo dico veramente! Io come le ho già scritto so per certo che papa Benedetto VXI non ha consegnato il Munus, perciò il vicario di Cristo è rimasto lui, ma non potendo esercitare il Ministerium (governando la Chiesa), lo ha esercitato come gli era possibile (soffrendo e pregando). Questo è quanto egli stesso mi ha confermato in una lettera che mi è pervenuta a firma di monsignor Cona dell'allora segreteria di stato. La ringrazio per le sue risposte ma non concordo con queste sue teorie, perché di teorie si tratta! Buone cose

Caro Giuseppe, ripeto una cosa che ho già detto molte volte. E cioè che Benedetto XVI nella sua Dichiarazione distingue un munus “orante e sofferente”, che egli conserva e tiene per sé – questa è la figura del Papa Emerito, quindi Vicario di Cristo Emerito – e un munus “agente e parlante”, col che intende il governo della Chiesa, che egli avrebbe lasciato a Papa Francesco.

Ad ogni modo sappiamo tutti come Papa Francesco amava consigliarsi con Papa Benedetto. Questa cosa è molto significativa e ci fa capire che Papa Benedetto, benchè dimissionario, ha continuato a svolgere una funzione importantissima, certo non nel governo della Chiesa, perché questo spetta di diritto a Papa Francesco, in quanto è stato un prezioso consigliere di Papa Francesco, che esercita il munus “agente e parlante”. E si può supporre che questa funzione di consiglio possa entrare nella nuova figura del Papato Emerito.

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16. Lucio Bergamaschi

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Apprezzo il tentativo esegetico ma mi sembra che crei più problemi di quanti ne risolva. Resto dell'idea che il munus petrino è inscindibilmente legato al ministerium e che quindi con le dimissioni venga meno in senso proprio, in sintesi è una grazia di stato non uno stigma sacramentale come l'ordine vescovile che non viene mai meno. In tal senso anche il termine papa emerito se non inteso semplicemente come onorifico può destare confusione. Capisco e apprezzo il fatto che il caro e amato BXVI abbia voluto ritagliarsi un ruolo "orante" a protezione della chiesa e quindi di tutti noi ma tale ruolo si può svolgere benissimo senza un munus specifico come i monaci contemplativi ci testimoniano ogni giorno. Insomma è materia nuova che il tempo dovrà sedimentare e nel caso sistemare.

Caro Lucio, Papa Benedetto ha distinto un munus sofferente ed orante da un munus agente e parlante. Quindi non c’è dubbio che occorre distinguere il munus inteso nel primo senso dal ministerium, inteso come governo della Chiesa Universale. Per questo Papa Benedetto ha mantenuto il munus, inteso come munus sofferente e orante, e ha lasciato il ministerium a Papa Francesco.

Le faccio presente che lo stesso Papa Benedetto, una volta date le dimissioni, dichiarò che egli restava Papa per sempre. Tuttavia la domanda che lei si pone è certamente seria. Che cos’è questo papato emerito? Da come si è espresso Benedetto deduciamo che si tratta di una qualità dell’anima pontificale, una qualità indelebile e inamissibile e quindi irrinunciabile. Riconosco che ha qualcosa di simile al carattere sacramentale, pur non essendo un sacramento.

Siccome si tratta di una novità assoluta nel concetto del potere petrino, la cosa merita di essere chiarita ed approfondita, come ha accennato lo stesso Papa Francesco. Ci vuole l’episcopato? Siccome il Papa è il Vescovo di Roma, l’emeritato pontificio appare come un perfezionamento dell’episcopato di Roma.

Peraltro l’emeritato del Vescovo di Roma non è come l’emeritato di tutti gli altri Vescovi, perché rimane il Vescovo Emerito di Roma, unico Vescovo riconosciuto come il Successore di Pietro.

Per quanto riguarda le caratteristiche dell’emeritato, ossia la sofferenza e la preghiera, è chiaro che sono valori comuni non solo ai monaci, ma a ogni cristiano. Tuttavia non è la stessa cosa che questo orante e sofferente sia un Papa o sia un comune cristiano.

 

17.  Lucio Bergamaschi

un papa...emerito...con tutte le problematiche che questo termine si porta dietro. E' indubbio che l'emeritato del vescovo di Roma non può essere assimilato al 100% con quello di un qualunque altro vescovo però trovo arduo attribuire un carattere indelebile al papato qua talis perché il papa è papa in quanto vescovo di Roma e non il contrario. Quindi a rigore il papa quando non è più vescovo DI ROMA resta ovviamente vescovo e cardinale in virtù dell'ordinazione e della creazione pregresse ma non più papa. Trovo più corretto attribuirgli il titolo di vescovo emerito di Roma attribuendogli un onore particolare, il diritto a risiedere in Vaticano a vita ecc ma non quello di papa che inevitabilmente ingenera la falsa impressione che ci siano due papi contemporaneamente regnanti cosa evidentemente impossibile.

Caro Lucio,effettivamente la figura del Papa Emerito, trattandosi di una novità assoluta nella storia del papato, stimola il nostro desiderio di chiarire con esattezza la sua configurazione e le sue funzioni. Papa Benedetto ha proposto due attività: soffrire e pregare. Papa Francesco dal canto suo, entrando in argomento, ha ipotizzato riguardo a sé stesso che “in caso di dimissioni, non sarebbe Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, abitando a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati”. Inoltre Papa Francesco ha detto che trovava in Benedetto un consigliere particolarmente autorevole.

Per quanto riguarda il Diritto Canonico, occorrerà fissare un ambito di attività abbastanza vasto per dar spazio a quelle che possono essere le iniziative personali del Papa Emerito. Tenga presente che il Papa, sia in carica o sia emerito, è sempre vescovo di Roma.

Per quanto riguarda il rischio di ritenere possibili due Papi, non c’è nessuna difficoltà ad evitare questo rischio: è sufficiente dire che uno solo governa la Chiesa. Che anche il Papa Emerito fruisca del munus papale, ciò non crea nessuna difficoltà, perché il Papa Emerito non governa la Chiesa Universale, ma si limita ad una collaborazione con il Papa in carica, con la facoltà di scegliere liberamente altre attività caritative o di ministero sacerdotale.

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18. Lucio Bergamaschi

capisco e comprendo. Cionondimeno sulla scorta di quanto successo in questi dieci anni considero foriera di confusione e divisioni questa strada. Tenga conto che ci sono i malevoli e i fomentatori professionisti di divisioni che non aspettano altro che vedere due figure bianche che si appellano entrambe "papa" per seminare contrapposizioni inventandosi le storie piu' fantasiose come quella della sede impedita per delegittimare il papa regnante. Pensiamoci e meditiamo bene prima di imboccare strade da cui poi e' difficile tornare indietro.

Caro Lucio, comprendo il problema, perché effettivamente in tutta la storia del Papato non si è mai verificato il caso di un Papa Emerito accanto a un Papa Regnante. Ma se noi riflettiamo attentamente su quello che sia Papa Benedetto sia Papa Francesco hanno detto circa questa mutua collaborazione, la cosa non deve destare né scandalo né meraviglia, perché resta sempre vero che nella Chiesa uno solo governa, e questo oggi è Papa Francesco. La confusione è creata da coloro che si ostinano a non voler comprendere la suddetta distinzione.

 

19. Fabio Ragusa a Lucio Bergamaschi

il problema sono le espressioni successive e a chiarimento della sua scelta, di papa Benedetto... Inedite. Che cosa ha voluto consegnare??

Caro Fabio (e Lucio Bergamaschi), riconosco volentieri l’assoluta novità delle parole di Benedetto, che si riferiscono alle due forme di munus: “orans et patiens” e “agens et loquens”. Che cosa dire? Che siamo davanti ad un insegnamento che il Papa, nella pienezza delle sue funzioni, ci dà riguardo a quella che è l’essenza del Papato. In altre parole Benedetto ci fa scoprire due diversi aspetti del Papato, ai quali nessuno finora aveva mai pensato neppure tra i Pontefici precedenti, fino a Pietro.

Quindi, in nome della nostra fede cattolica, è nostro dovere accogliere con fiducia questo insegnamento che ci viene dal Successore di Pietro. Che cosa Benedetto ci ha voluto consegnare? Una visione più approfondita di quello che è il carisma petrino.

 

20. Giuseppe Saccu

Dunque ora abbiamo due Munus?

Caro Giuseppe, da come si esprime il Papa si ricava che si tratta di due funzioni del medesimo munus, che però sono bene distinte tanto che l’una può essere senza l’altra. Il « patiens et orans » (Papa Emerito) può essere senza l’ « agens et loquens » (Papa in carica), ma l’ « agens et loquens » non può essere senza il « patiens et orans », perché questo è il presupposto dell’altro e l’altro è l’attuazione di questo.

 

21. Lucio Bergamaschi

escludo che BXVI intendesse ciò perché davvero si andrebbe dritti verso la compresenza di due papi, due magisteri, due linee di comando mentre le chiavi sono state consegnate a uno solo. E comunque si tratta di Magistero ordinario e non infallibile. Il futuro e i prossimi pontefici ci diranno come interpretare correttamente quelle parole.

Caro Lucio, Papa Benedetto è stato chiarissimo nel ricordarci che uno solo ha in mano le chiavi del Regno di Dio ed è autorizzato da Cristo a governare la Chiesa. E questo è appunto il “munus agens et loquens”, al quale Benedetto ha rinunciato e che è passato nelle mani papa Francesco, eletto legittimamente dal Conclave dei Cardinali. Benedetto ha tenuto per sé il “munus patiens et orans”, che è il Papato Emerito.

In questo senso non c’è da scandalizzarsi che siano esistiti simultaneamente due Papi, uno emerito e l’altro in carica. Quanto al grado di autorità, non si tratta affatto di magistero ordinario, ma di magistero straordinario dogmatico, perché fino a Benedetto la Chiesa ignorava assolutamente l’esistenza di un Papato Emerito. Certamente qui non abbiamo una definizione solenne con la relativa formula, tuttavia è un insegnamento dogmatico ex cathedra Petri, perché proposto dal Papa a tutta la Chiesa.

 

22. Lucio Bergamaschi

non è sotto forma di formula solenne e neppure di enciclica o documento della CdF. Ne ha parlato in un concistoro convocato per comunicare le sue dimissioni. Non mi sembra affatto un pronunciamento così importante né irreversibile tanto è vero che il suo successore ha già dichiarato che terra' per sé il titolo di vescovo emerito di Roma e non quello di papa emerito che ribadisco ha prodotto una serie impressionante di malintesi e confusioni del tutto evitabili se BXVI avesse rinunciato all'abito bianco e al titolo di papa (emerito). Per giustificare l'emeritato e la struttura conseguente (da Mons Ganswein in giù) si e' costruita su una mezza frase tutta una neo-dogmatica del munus petrino che trovo sostanzialmente infondata. Questa la mia opinione. Poi decideranno i successori di Papa Francesco ovviamente.

Caro Lucio, l’importanza della chiarificazione, che Papa Benedetto ha dato alla Chiesa dell’essenza del munus pontificio, avrebbe potuto essere evidenziata mediante l’utilizzazione delle formule tradizionali del magistero straordinario e solenne. Non l’ha fatto, ma questo non significa che questa chiarificazione non abbia un carattere dogmatico. Si tratta di un vero e proprio dogma.

Le parole di Papa Francesco, relative a ciò che farebbe se desse le dimissioni, sono in perfetta linea con la rivelazione che Papa Benedetto ci ha dato delle due forme di munus. Infatti la prospettiva di Francesco di agire come Vescovo di Roma Emerito coincide esattamente a quanto Benedetto ha detto del Papa Emerito, titolo peraltro approvato dallo stesso Francesco.

 

23. Lucio Bergamaschi

francamente parlare di nuovo dogma mi sembra esagerato. BXVI ha inteso inquadrare la sua figura dopo le dimissioni (fatto inedito in tempi recenti) piu' dal pdv della prassi e casomai del diritto canonico che delle premesse teologiche. Credo che ci sia da fare ancora molto lavoro di approfondimento sugli aspetti teologici del cosiddetto "papato emerito". Un caro saluto.

Caro Lucio, secondo la sua interpretazione Papa Benedetto, dando le dimissioni, avrebbe dovuto non essere più Papa. Perché allora Benedetto ha affermato perentoriamente di restare Papa? Questo vuol dire che Benedetto, pur lasciando il ministerium, ha conservato il munus. Certo, si pone il problema della natura ontologica di questo munus. Io ne ho già parlato e l’ho collegato col sacramento dell’episcopato, in quanto il Papa è Vescovo di Roma. Come ha lasciato intendere Papa Benedetto si tratta di una qualità indelebile, che durerà anche in paradiso.

Quanto all’attributo dell’orans et patiens, è evidente che si tratta di un riferimento alla situazione esistenziale di Papa Benedetto, per cui quando si porrà la questione di dare una configurazione giuridica al Papato Emerito credo che si prenderà in considerazione la funzione di primo consigliere del Papa, come lo stesso Papa Francesco ha affermato.

 

24.  Lucio Bergamaschi

la seconda interpretazione è pienamente condivisibile. La prima coinvolge direttamente la natura del papato che da incarico speciale diventerebbe un sacramento, un quarto ordine del sacerdozio dopo il diaconato, il presbiterato e l'episcopato. Capisce anche lei che è una cosa pesantissima, per certi versi più profonda del dogma dell'infallibilita' su cui si espresse un Concilio ecumenico (e che provocò lo scisma dei vecchi cattolici).

Caro Lucio, io non ho affatto detto che il Papato Emerito sia un sacramento, ma ho detto che, a mio modo di vedere, è fondato sul sacramento dell’episcopato e ne è in qualche modo una suprema perfezione o glorificazione accidentale, esclusivamente propria del papa, pur restando una qualità dell’anima del Papa ben distinta dal carattere del sacramento dell’Ordine, comune a qualunque vescovo. Si basa sulla volontà di Gesù Cristo, che ha voluto fondare la sua Chiesa su Pietro, vescovo di Roma.

Si tratta di un chiarimento della volontà di Cristo circa l’essenza del Papato. Per quanto riguarda l’infallibilità Pontificia, essa appartiene al Papa regnante o governante, per cui è evidente che Benedetto, rinunciando al governo, ha perduto questo carisma.

 

25.  Andrea CionciInizio modulo

Fine modulo

Un concetto che non è affatto nuovo perché il papa impedito conserva il munus e perde il ministerium pratico (opere e parole) mentre conserva il soffrire e pregare. Il munus del papa non è un sacramento, ma un ufficio. Quindi se conserva quell'ufficio senza la possibilità di esercitarlo non può essere che per sede impedita. E' MATEMATICO. Non esiste che ci possano essere due munera petrini perché il munus del papa è concesso SINGULARITER PETRO.

Caro Andrea, il concetto canonico di sede impedita (can. 335) fa riferimento a fatti indipendenti dalla volontà del Papa, mentre nel caso delle dimissioni di Benedetto, l’atto che ha compiuto è stato pienamente volontario. Quindi non possiamo invocare il concetto di sede impedita per sostenere che Papa Benedetto rimase in carica, con la conseguenza di negare la legittimità di Papa Francesco.

 

26. Andrea Cionci

No Padre. Papa Benedetto ha solo annunciato un abuso che avrebbe subito, proprio perché la sede impedita, come dice giustamente Lei è indipendente dalla volontà del papa. Lui non ha fatto alcun atto volontario. Ciò che lo ha impedito è stata la convocazione di un conclave abusivo avvenuta a papa non abdicatario alle 12.20 del 1° marzo. Quindi, lui dall'hora vigesima secondo il quadrante di Castel Gandolfo, cioé dalle 13.00-14.00 del 1° marzo rinuncia al ministerium obtorto collo. Quando il Cristo disse "qualcuno di voi mi tradirà" secondo lei si stava suicidando? NO. Annunciò la Sua passione. Allo stesso modo il papa ha annunciato che dall'hora vigesima del 28 avrebbe perso (dovuto rinunciare) al suo potere pratico. Però se non si applica per niente alla ricostruzione non ne veniamo a capo. https://www.youtube.com/watch?v=9nwdUoepd30

YOUTUBE.COM Hora vigesima: l'animazione che mostra la lettura napoleonica e romana dello stesso quadrante

Hora vigesima: l'animazione che mostra la lettura napoleonica e romana dello stesso quadrante

Caro Andrea Cionci, Papa Benedetto nella Dichiarazione non ha annunciato nessun abuso della sua autorità, da lui subito, ma semplicemente ha manifestato la sua incapacità di continuare in maniera adeguata la sua attività di governo. Lei sostiene che il Papa avrebbe subito violenza e la Sede sarebbe stata impedita dalla convocazione di un Conclave, che lei considera abusivo, perché, secondo lei, il Papa non avrebbe dato delle vere dimissioni, ma avrebbe conservato il governo della Chiesa, nascondendo questa intenzione sotto una specie di codice, che lei chiama codice Ratzinger.

Le faccio presente che il Conclave, che ha eletto Papa Francesco, non è stato affatto abusivo e non è stato causa per Benedetto di sede impedita, perché, le ripeto, che secondo il Diritto la Sede impedita è chiamata tale quando il Papa stesso è impedito per cause oggettive di forza maggiore, mentre sappiamo tutti che Benedetto ha compiuto una scelta liberamente e liberamente ha rinunciato al governo della Chiesa in modo tale che ha aperto la strada al suo Successore, eletto da un Conclave del tutto legittimo e che quindi non ha affatto costituito un’offesa all’autorità di Benedetto.

 

27. Andrea Cioci

Come intuì parzialmente il canonista don Stefano Violi, papa Benedetto "depose le vesti", rinunciò a usare il suo potere come Gesù per portare a compimento la sua missione di redenzione. Ma nemmeno Gesù poteva inchiodarsi da solo alla croce, aveva quindi "bisogno" di qualcuno che lo tradisse, che lo flagellasse e che lo mettesse in croce. Così papa Benedetto aveva bisogno di un gruppo di cardinali traditori che lo detronizzassero.

Caro Andrea Cionci, noi possiamo certamente paragonare Benedetto a Gesù Crocifisso e possiamo certamente pensare che abbia sofferto a causa di fratelli traditori o addirittura eretici. Con tutto ciò la sofferenza che egli ha patito non lo ha condotto a un finto atto di dimissioni, per poter continuare ugualmente a governare la Chiesa in una forma valida ma nascosta.

Supporre una finzione, come usa in un conflitto bellico per nascondere al nemico i propri intenti, è una costruzione puramente fantastica, che denota in lei la mancanza di percezione di ciò che Benedetto ha realmente fatto liberamente ossia la libera rinuncia al governo della Chiesa, pur restando Papa Emerito.

Cf: 

https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/posts/pfbid032s619uCY51iWQskEPavtnoZekmrWn4vRRSfXafg3CHpwHeDzS5gvpjSvvzq2PKAvl

 


 
 
Immagine da Internet:
- Benedetto XVI Papa Emerito e Papa Francesco I
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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