Maschio e femmina li creò
Il mistero dell’unione dell’uomo con la donna
Prima Parte (1/3)
Materia e spirito
Per capire che cosa è l’esser maschio e femmina nell’uomo occorre saper distinguere nell’uomo la materia dallo spirito, perchè questa dualità è ad un tempo materiale e spirituale. La materia è ciò di cui è fatto il corpo umano, il soggetto delle qualità sensibili, della forma del corpo, delle sue potenze, forze, dimensioni, trasformazioni, attitudini, tendenze e attività fisiche.
La materia ci si manifesta per mezzo di queste sue strutture e proprietà sostanziali e accidentali, ma in sé stessa è opaca e ignota al nostro intelletto, che ne pone l’esistenza, ma essa in sé stessa non offre intellegibilità al nostro intelletto essendo il suo livello di intellegibilità al di sotto del livello minimo percepibile dal nostro intelletto, che è dato dalla materia formata. Essa è indirettamente oggetto dei sensi e dell’immaginazione in quanto sostanza sensibile agente.
Essa ricorda la cosa in sé kantiana, con la differenza che mentre per Kant l’essenza della cosa in sé ci è ignota e noi sappiamo solo ciò che di essa appare a noi come fenomeno, la materia è insieme con la sua forma il principio ontologico della cosa, della quale possiamo conoscere l’essenza o forma.
Uomo e donna posseggono la medesima natura umana e sono di pari dignità personale, orientati entrambi al medesimo fine ultimo, Dio, reciprocamente tra loro diversi e complementari, fatti per completarsi a vicenda nell’essere e nell’agire.
L’esser uomo e donna non è un prodotto casuale della natura, estraneo alla volontà di Dio, o un prodotto artificiale o della tecnica o del libero volere o dell’iniziativa o della scelta umana, non è un effetto della cultura o di una libera convenzione. Non sono due diversi orientamenti dell’essere umano, accanto ai quali potrebbero essercene legittimamente altri, altrettanto naturali o rimessi magari all’inventiva umana. Non sono due forme o modi d’essere o due determinazioni dell’essere umano, accanto ai quali la natura, effetto di Dio creatore, ne avrebbe posti altri come attuali o come possibili effetti della tecnica umana.
No. I sessi umani naturali e normali, i sessi istituiti e voluti da Dio, sono solo due: il sesso maschile e il sesso femminile. Casi diversi sono anormali, innaturali o patologici. Mentre è moralmente onesto l’esercizio ragionevole della mascolinità e femminilità, in linea di principio, ammettendo scusanti e attenuanti, è peccaminoso l’esercizio di una sessualità diversa, che, in quanto conseguente al peccato originale, con ciò stesso è deviata, difettosa o deforme, e contraria alla sessualità creata da Dio. L’esercizio di una sessualità difforme da quella o che è il dettato della legge divina, conduce l’uomo alla perdizione.
La dualità uomo-donna così come la conosce l’antropologia e in special modo la sessuologia non sono solo oggetto di scienza, ma anche di divina rivelazione. E la cosa si comprende perché la sessualità umana ha un’altissima dignità, che non si riduce affatto alla semplice funzione generativa, nota anche agli animali, ma coinvolge l’intera personalità nel suo rapporto con Dio, mentre il peccato originale ha talmente sconvolto questo piano dell’essere e dell’agire umano, che la semplice ragione con le sue sole forze non sarebbe capace di orientarsi e dettare in questo campo le giuste norme, né la volontà potrebbe avere la forza di attuarle, se la fede e la grazia non sostenessero le forze del nostro spirito, onde renderlo capace di assolvere al suo dovere.
Il rapporto dell’anima umana col corpo
nella sessualità umana
Secondo il piano divino originario l’anima i esprime nel corpo e il corpo si sublima nell’anima. L’attività spirituale trova una sua espressione naturale anche se non necessaria nell’attività sessuale, la quale è stimolata nel suo aspetto biologico dalla semplice percezione fisica di un oggetto sessuale, anche semplicemente rappresentato.
Questa congiunzione dell’anima col corpo comporta che all’anima maschile corrisponda un corpo maschile e all’anima femminile un corpo femminile. Ciò vuol dire che lo spirito umano, a differenza dello spirito angelico, che non è sessuato, è uno spirito sessuato. Lo spirito umano, cioè, pur mantenendo la sua essenza di spirito identicamente nell’uomo e nella donna, è creato da Dio con due modalità di essere e di agire reciprocamente complementari in corrispondenza alla reciproca complementarità della sessualità fisica. Nel piano divino originario e per conseguenza anche in quello escatologico l’unione spirituale si manifesta nell’unione fisica e questa introduce all’unione spirituale.
Per questo, occorre fare attenzione a intendere bene il valore ascetico dell’astinenza sessuale. Essa nulla ha a che vedere con l’ideale platonico dell’anima che si libera dal corpo. Se Cristo parla dell’occhio che ci può scandalizzare suppone sempre che l’occhio serve per vedere. Si tratta piuttosto di una misura provvisoria e di emergenza racchiusa nei limiti della vita presente, in considerazione della ribellione della carne allo spirito e della concupiscenza presente in questa vita mortale; ma ciò che a Dio interessa e che quindi interessa anche noi è l’unione completa fisica e spirituale, anche se non sappiamo adesso come ciò avverrà in cielo[1]. Ed inoltre sia ben chiaro che i freudiani, i dissoluti, i lussuriosi e i genderisti non possono trarre da ciò alcun pretesto per corrompere il normale e legittimo rapporto fisico tra uomo e donna col pretesto che ciò che conta, al di là della procreazione è l’amore.
Notiamo inoltre che nello stato presente di natura decaduta avviene che la sensazione sessuale, a causa dell’eccesiva attrattiva esercitata, blocca su sé stessa il moto dello spirito dando al soggetto un’apparente felicità, ma in realtà impedendogli di compiere il suo atto d’amore previsto dal piano divino, atto nel quale soltanto il soggetto trova la sua vera felicità.
Questa situazione giustifica la pratica ascetica dell’astinenza sessuale rispondente al precetto del Signore: «se il tuo occhio ti scandalizza, toglilo». Ma siccome del resto Dio ha creato l’occhio per guardare, se lo sguardo è puro, allora l’occhio può e dev’essere usato. Il piacere che arreca la visione del sesso è di per sé naturale e creato da Dio. Questo piacere è ciò che fa esclamare Adamo alla vista di Eva: «ecco finalmente l’osso delle mie ossa e la carne della mia carne!». Tuttavia nell’eden questo piacere era innocente perché non esisteva la concupiscenza come fomite del peccato. E per questo erano nudi e non se ne vergognavano.
Nel corpo umano traspare lo spirito. Ma nel contempo e congiuntamente l’anima spirituale manifesta la sua potenza vivificante animando le potenze vegetative e sensitive, mentre la loro attività sensibile e sperimentabile, manifesta la potenza dello spirito. Le due configurazioni materiali viventi maschio e femmina non sono due configurazioni senza rapporto necessario con lo spirito umano, quasicchè, trattandosi di semplice materia, avrebbero potuto avere o possano avere un’altra configurazione, come è possibile per tutte le realtà corporee. No. Nel caso della persona umana la dualità sessuale, nel piano e nella volontà divina, ha una precisa e necessaria relazione con l’anima spirituale.
Fine Prima Parte (1/3)
P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 31 maggio 2025
L’uomo maschio e l’uomo femmina sono due sostanze o composti di materia e forma, dove la forma non esaurisce o fonda il suo essere nell’essere forma della materia, inesistente senza la sua materia, ma è forma immateriale sussistente da sé quindi indipendentemente dalla sua materia. Cioè è una forma spirituale o pura forma.
Uomo e donna posseggono la medesima natura umana e sono di pari dignità personale, orientati entrambi al medesimo fine ultimo, Dio, reciprocamente tra loro diversi e complementari, fatti per completarsi a vicenda nell’essere e nell’agire.
La congiunzione dell’anima col corpo comporta che all’anima maschile corrisponda un corpo maschile e all’anima femminile un corpo femminile. Ciò vuol dire che lo spirito umano, a differenza dello spirito angelico, che non è sessuato, è uno spirito sessuato. Lo spirito umano, cioè, pur mantenendo la sua essenza di spirito identicamente nell’uomo e nella donna, è creato da Dio con due modalità di essere e di agire reciprocamente complementari in corrispondenza alla reciproca complementarità della sessualità fisica. Nel piano divino originario e per conseguenza anche in quello escatologico l’unione spirituale si manifesta nell’unione fisica e questa introduce all’unione spirituale.
San Paolo ci ricorda che tutto quello che è in noi, ossia la totalità del nostro essere, è «spirito, anima e corpo», ossia anima spirituale, sensitiva e vegetativa che anima un corpo organico disposto ed adatto alla vita. Cartesio, nel distinguere lo spirito dal corpo, racchiude lo spirito nella semplice autocoscienza separata dal corpo e così, mentre intende il corpo come se fosse un’altra sostanza matematica separata dall’anima (res extensa), si dimentica dell’anima vegetativa e sensitiva e così non capisce né quali sono i livelli vitali umani inferiori, né qual è la vita dei viventi infraumani.
Da Internet: Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, Teatro alla Scala
[1] Quando Cristo dice che alla risurrezione noin ci sarà né moglie né marito (Mt 23,30)o S.Paolo dice che non ci darà né uomo né donna (Gal 3,27 ), non intendono dire che scomparirà la differenza dei sessi, ma e dire che non ci sarà più la procreazione.
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